Codice di Procedura Penale art. 350 - Sommarie informazioni dalla persona nei cui confronti vengono svolte le indagini.

Aldo Aceto

Sommarie informazioni dalla persona nei cui confronti vengono svolte le indagini.

1. Gli ufficiali di polizia giudiziaria [57] assumono, con le modalità previste dall'articolo 64, sommarie informazioni utili per le investigazioni dalla persona nei cui confronti vengono svolte le indagini [61] che non si trovi in stato di arresto [380-383] o di fermo a norma dell'articolo 384, e nei casi di cui all'articolo 384-bis [357 2b]1 .

2. Prima di assumere le sommarie informazioni, la polizia giudiziaria invita la persona nei cui confronti vengono svolte le indagini a nominare un difensore di fiducia [96] e, in difetto, provvede a norma dell'articolo 97, comma 3.

3. Le sommarie informazioni sono assunte con la necessaria assistenza del difensore [179, 503 3], al quale la polizia giudiziaria dà tempestivo avviso. Il difensore ha l'obbligo di presenziare al compimento dell'atto.

4. Se il difensore non è stato reperito o non è comparso, la polizia giudiziaria richiede al pubblico ministero di provvedere a norma dell'articolo 97, comma 4.

4-bis. Quando la persona sottoposta alle indagini e il difensore vi consentono, il pubblico ministero, su richiesta della polizia giudiziaria, può autorizzare lo svolgimento dell'atto a distanza. Si osservano, in quanto compatibili, le disposizioni dell'articolo 133-ter2.

5. Sul luogo o nell'immediatezza del fatto, gli ufficiali di polizia giudiziaria possono, anche senza la presenza del difensore, assumere notizie e indicazioni dalla persona nei cui confronti vengono svolte le indagini, anche se arrestata in flagranza [380-383] o fermata a norma dell'articolo 384,  quando  cio' è imposto

dalla necessità di evitare un imminente pericolo  per  la  liberta', l'integrita' fisica o la vita di una persona, oppure dalla necessita' di compiere attivita' indispensabili al fine  di  evitare  una  grave compromissione delle indagini [348]3.

6. Delle notizie e delle indicazioni assunte senza l'assistenza del difensore sul luogo o nell'immediatezza del fatto a norma del comma 5 è vietata ogni documentazione [347 1, 357] e utilizzazione [62, 191].

7. La polizia giudiziaria può altresì ricevere dichiarazioni spontanee dalla persona nei cui confronti vengono svolte le indagini [357 2b], ma di esse non è consentita la utilizzazione [191] nel dibattimento, salvo quanto previsto dall'articolo 503, comma 3 4.

 

[1] L'art. 2, d.l. 14 agosto 2013, n. 93, conv. con modif. dalla l. 15 ottobre 2013, n. 119, ha inserito le parole «, e nei casi di cui all'articolo 384-bis».

[2] Comma inserito dall'art. 17, comma 1, lett. b), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150. Per l'entrata in vigore delle modifiche disposte dal citato d.lgs. n. 150/2022, vedi art. 99-bis, come aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199.

[3] Comma modificato dall'art. 3, comma 1, lett. b) d.l. 16 settembre 2024, n. 131, non ancora convertito, che dopo la  parola:  «assumere»,  ha inserito le seguenti: «notizie e indicazioni» e le parole: «notizie e indicazioni  utili  ai  fini  della  immediata   prosecuzione   delle indagini» sono state sostituite dalle seguenti:  «quando  ciò è imposto dalla necessità di evitare un imminente pericolo  per  la  libertà, l'integrità fisica o la vita di una persona, oppure dalla necessità di compiere attività indispensabili al fine  di  evitare  una  grave compromissione delle indagini».

[4] Comma così sostituito dall'art. 4, d.l. 8 giugno 1992, n. 306, conv., con modif., nella l. 7 agosto 1992, n. 356. Prima della sostituzione, la Corte cost., con sentenza 12 giugno 1991, n. 259 aveva dichiarato l'illegittimità costituzionale, per violazione degli artt. 76 e 771 Cost., ed in riferimento alla direttiva ex art. 2 n. 31 l. delega 16 febbraio 1987, n. 81, di questo comma 1, limitatamente all'inciso «salvo quanto previsto dall'articolo 503 comma 3».

Inquadramento

La norma attribuisce alla polizia giudiziaria il potere di interloquire direttamente con la persona sottoposta alle indagini, regolandone presupposti, finalità e ricadute processuali.

I diversi modi in cui le dichiarazioni della persona sottoposta alle indagini possono essere veicolate nel procedimento

La polizia giudiziaria può assumere informazioni dalla persona sottoposta a indagini preliminari nei seguenti casi:

a) sollecitandole con le modalità e gli avvertimenti previsti dall'art. 64, ma senza la necessità di contestare in forma chiara e precisa il fatto attribuito e i relativi elementi di prova (sono pur sempre sommarie informazioni utili ai fini delle investigazioni, non un interrogatorio), purché ricorrano le seguenti condizioni: è sempre necessaria la presenza di un difensore, anche di ufficio; la persona sottoposta a indagini non deve essere sottoposta a provvedimenti che la privano della libertà personale (custodia cautelare in carcere, arresti domiciliari, fermo); all'interrogatorio deve procedere un ufficiale di polizia giudiziaria; le informazioni possono essere sempre chieste alla persona allontanata dalla casa ai sensi dell'art. 384-bis;

b) assumendo, sul luogo e nell'immediatezza del fatto, notizie e indicazioni utili ai fini della immediata prosecuzione delle indagini, anche in assenza di difensore ed anche se la persona sottoposta a indagini è stata arrestata in flagranza di reato o comunque sottoposta a fermo;

c) ricevendole spontaneamente.

Il regime processuale delle dichiarazioni

Le dichiarazioni rese nei modi indicati alla lettera a) del § 2 che precede, devono essere verbalizzate e confluiscono nel fascicolo del pubblico ministero. Se sussistono tutti i presupposti stabiliti dai commi 1 e 4 (verbalizzazione, assistenza del difensore, avvisi di cui all'art. 64), possono essere utilizzate ai fini delle contestazioni ma di esse non può essere data lettura, non trattandosi di dichiarazioni rese in sede di interrogatorio delegato dal P.M. (art. 513). Possono però essere utilizzate ai fini della decisione in caso di giudizio abbreviato o, nel giudizio ordinario, se le parti concordano la loro acquisizione al fascicolo del dibattimento (art. 431) e comunque nell'incidente cautelare.

L'art. 17, c. 1, lett. b), d.lgs. n. 150/2022 (cd. Riforma Cartabia), ha aggiunto il comma 4-bis che consente l'assunzione delle sommarie informazioni anche a distanza, se: a) se vi è il consenso (o anche la richiesta) della persona sottoposta alle indagini e del difensore (non essendo sufficiente il consenso o la richiesta dell'una e non dell'altro e viceversa); b) se vi è l'autorizzazione del P.M.

Lo stesso regime processuale riguarda le dichiarazioni assunte sul luogo e nell'immediatezza del fatto, purché il difensore abbia assistito all'atto; altrimenti, il patrimonio informativo reso dalla persona sottoposta a indagini rimarrà nella mente dell'ufficiale di polizia giudiziaria che ha raccolto tali dichiarazioni che non potrà verbalizzare, né farne uso alcuno (se non tenerne conto ai fini della prosecuzione delle indagini).

Le dichiarazioni spontanee possono essere utilizzate in dibattimento solo per le contestazioni e non può esserne data lettura, a meno che le parti concordino per la loro acquisizione al fascicolo del dibattimento (art. 431). Nel giudizio abbreviato e nell'incidente cautelare sono sempre utilizzabili purché ne sia accertata la effettiva natura spontanea.

In ogni caso, le dichiarazioni rese alla polizia giudiziaria dalla persona sottoposta alle indagini (o da chi avrebbe dovuto sin dall'inizio esser considerata tale) non possono mai formare oggetto di testimonianza da parte di chi le ha raccolte.

Va infine ribadito che la polizia giudiziaria può ricevere informazioni dai cd. informatori ma di tali informazioni non può essere fatto alcun uso endo-procedimentale, ancor meno processuale, se la fonte non è disvelata e non ne è consentito l'interrogatorio.

Quando le indagini riguardano taluno dei delitti di cui all'articolo 407, comma 2, lettera a), le dichiarazioni assunte dalla persona nei cui confronti si procede devono essere documentate mediante riproduzione fonografica a mezzo di strumenti tecnici idonei ad opera della polizia giudiziaria, salva la contingente indisponibilità di strumenti di riproduzione o di personale tecnico (art. 357, comma 3-bis). In questi casi, la trascrizione della riproduzione fonografica è disposta solo se assolutamente indispensabile e può essere effettuata dalla polizia giudiziaria (art. 357, comma 3-quater).

Profili di diritto intertemporale

Il comma 4-bis della norma in commento è stato aggiunto dall'art. 17, comma 1, lett. b), d.lgs. n. 150/2022, entrato in vigore il 30/12/2022 (art. 99-bis, d.lgs. n. 150/2022, aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. n. 162/2022, conv., con modif., dalla legge n. 199/2022).

Trattandosi di norma processuale, se ne deve ritenere l'applicabilità a tutti i procedimenti pendenti alla data del 30/12/2022 e, dunque, a tutti gli atti da compiere successivamente a tale data.

Casistica

Le dichiarazioni spontanee rese dall'indagato alla polizia giudiziaria, disciplinate dall'art. 350, comma settimo, sono pienamente utilizzabili nella fase delle indagini preliminari (Cass. S.U., n. 1150/2009).

Sono pienamente utilizzabili in dibattimento le dichiarazioni autoaccusatorie spontaneamente rese nell'immediatezza dei fatti dalla persona nei cui confronti vengono svolte le indagini, nel caso in cui l'atto che le include sia stato acquisito al fascicolo per il dibattimento su accordo delle parti, senza che queste ultime abbiano formulato espresse limitazioni circa l'utilizzabilità di detto atto soltanto in relazione a specifici contenuti diversi dalle dichiarazioni stesse (Cass. IV, n. 14074/2024; Cass. II, n. 26209/2017).

Sono utilizzabili nella fase procedimentale , e dunque nell'incidente cautelare e negli eventuali riti a prova contratta, le spontanee dichiarazioni rese dall'indagato, in assenza del difensore e senza gli avvisi ex art. 64, alla polizia giudiziaria e non verbalizzate, purché emerga con chiarezza la libertà del dichiarante nella decisione di rendere le stesse (Cass. II, n. 22962/2022; Cass. IV, n. 2124/2021).

In senso contrario si è affermato che il divieto assoluto di utilizzazione delle dichiarazioni rese dalla persona che sin dall'inizio doveva essere sentita in qualità di imputato o di indagato, previsto dall'art. 63, comma secondo, si applica anche alle dichiarazioni confessorie spontaneamente fornite alla polizia giudiziaria da chi si trova oggettivamente nella condizione di indagato (Cass. III, n. 24944/2015 che ha ritenuto inutilizzabili in sede cautelare le dichiarazioni con cui un soggetto si era attribuito la proprietà della sostanza stupefacente rinvenuta poco prima, nel corso di una perquisizione di P.G., nell'intercapedine di un muro esterno della sua abitazione; Cass. III, n. 36596/2012 secondo cui nel giudizio abbreviato sono inutilizzabili le dichiarazioni rese da chi, sin dall'inizio, avrebbe dovuto essere sentito come persona indagata, a prescindere dalla circostanza che siano state rese spontaneamente ovvero sollecitate).

In tema di giudizio abbreviato, le dichiarazioni spontanee rese alla polizia giudiziaria dalla persona sottoposta alle indagini non sono utilizzabili ove non inserite in un atto sottoscritto dal dichiarante (Cass. I, n. 37676/2022 in un caso di dichiarazioni autoaccusatorie rese dall'indagato, in stato di arresto, nel corso del suo trasferimento in carcere). In senso conforme, Cass. VI, n, 14843/2021; Cass. I, n. 12752/2019.

In senso contrario, si è affermato che sono utilizzabili, ai fini della valutazione dei gravi indizi di colpevolezza per l'applicazione di misure cautelari, le spontanee dichiarazioni rese da un coindagato alla polizia giudiziaria senza l'assistenza del difensore, non verbalizzate ma raccolte in un'annotazione di servizio o in un'informativa di reato, sempre che sia possibile accertare la libertà del dichiarante nella decisione di rendere le stesse (Cass. III, n. 15798/2020).

Le dichiarazioni liberamente rese alla polizia giudiziaria, senza assistenza difensiva, dall'indagato sottoposto a perquisizione, ai sensi dell'art. 350, comma 7, sono utilizzabili nel giudizio abbreviato anche qualora egli si rifiuti di sottoscrivere il verbale in cui sono contenute, non potendosi da ciò solo desumere la loro non spontaneità, ed essendo invece necessario che, a sostegno di tale prospettazione, siano dedotti dalla difesa elementi concreti (Cass. III, n. 9354/2020).  

Bibliografia

F. D’Alessio, Sub art. 350, in Codice di procedura penale. Rassegna di giurisprudenza e dottrina, a cura di G. Lattanzi e E. Lupo, V, Milano, 2017.

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