Codice di Procedura Penale art. 352 - Perquisizioni.

Aldo Aceto

Perquisizioni.

1. Nella flagranza del reato [382] o nel caso di evasione [385 c.p.], gli ufficiali di polizia giudiziaria [13, 14 Cost.; 57; 113 att.] procedono a perquisizione personale o locale [609 c.p.; 103 1, 247 s., 356, 357 2d] quando hanno fondato motivo di ritenere che sulla persona si trovino occultate cose o tracce pertinenti al reato che possono essere cancellate o disperse ovvero che tali cose o tracce si trovino in un determinato luogo o che ivi si trovi la persona sottoposta alle indagini o l'evaso.

1-bis. Nella flagranza del reato, ovvero nei casi di cui al comma 2 quando sussistono i presupposti e le altre condizioni ivi previsti, gli ufficiali di polizia giudiziaria, adottando misure tecniche dirette ad assicurare la conservazione dei dati originali e ad impedirne l'alterazione, procedono altresì alla perquisizione di sistemi informatici o telematici, ancorché protetti da misure di sicurezza, quando hanno fondato motivo di ritenere che in questi si trovino occultati dati, informazioni, programmi informatici o tracce comunque pertinenti al reato che possono essere cancellati o dispersi 1.

2. Quando si deve procedere alla esecuzione di un'ordinanza che dispone la custodia cautelare [284-286, 292] o di un ordine che dispone la carcerazione [656] nei confronti di persona imputata [60, 61] o condannata per uno dei delitti previsti dall'articolo 380 ovvero al fermo di una persona indiziata di delitto [384], gli ufficiali di polizia giudiziaria [57; 113 att.] possono altresì procedere a perquisizione personale o locale se ricorrono i presupposti indicati nel comma 1 e sussistono particolari motivi di urgenza che non consentono la emissione di un tempestivo decreto di perquisizione [247].

3. La perquisizione domiciliare [225 coord.] può essere eseguita anche fuori dei limiti temporali dell'articolo 251 quando il ritardo potrebbe pregiudicarne l'esito.

4. La polizia giudiziaria trasmette senza ritardo, e comunque non oltre le quarantotto ore, al pubblico ministero del luogo dove la perquisizione è stata eseguita il verbale delle operazioni compiute [347]. Il pubblico ministero, nelle quarantotto ore successive, decide con decreto motivato sulla convalida della perquisizione2 3.

4-bis. Salvo che alla perquisizione sia seguito il sequestro, entro dieci giorni dalla data in cui hanno avuto conoscenza del decreto di convalida, la persona nei cui confronti vengono svolte le indagini e la persona nei cui confronti la perquisizione è stata disposta o eseguita possono proporre opposizione, sulla quale il giudice provvede a norma dell'articolo 127. Si applica la disposizione di cui all'articolo 252-bis, comma 3 4.

 

[1] Comma inserito dall'art. 9 l. 18 marzo 2008, n. 48.

[2] Comma così modificato dall'art. 17, comma 1, lett. d), n.1), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150, che ha sostituito il periodo: «Il pubblico ministero, nelle quarantotto ore successive, decide con decreto motivato sulla convalida della perquisizione.» al periodo: «Il pubblico ministero, se ne ricorrono i presupposti, nelle quarantotto ore successive, convalida la perquisizione.». Per l'entrata in vigore delle modifiche disposte dal citato d.lgs. n. 150/2022, vedi art. 99-bis, come aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199.

[3] V. art. 27 l. 19 marzo 1990, n. 55. Per le perquisizioni e la «cattura» di navi ed aeromobili sospetti di attendere al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope v. artt. 99 e 103 d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309. V. anche l'art. 25-bis d.l. 8 giugno 1992, n. 306, conv., con modif., nella l. 7 agosto 1992, n. 356. Si veda, infine, l'art. 5 d.l. 26 aprile 1993, n. 122, conv., con modif., nella l. 25 giugno 1993, n. 205.

[4] Comma inserito dall'art. 17, comma 1, lett. d), n. 2), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150. Per l'entrata in vigore delle modifiche disposte dal citato d.lgs. n. 150/2022, vedi art. 99-bis, come aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199.

Inquadramento

Il pericolo della dispersione delle cose e tracce pertinenti al reato può comportarne la ricerca urgente su persone e in luoghi in assenza del provvedimento dell’autorità giudiziaria. La norma attribuisce alla polizia giudiziaria questo potere stabilendone presupposti e cause in ossequio a quanto prevedono gli artt. 13 e 14 Cost.

I presupposti della perquisizione di iniziativa

Il potere della polizia giudiziaria di perquisire di iniziativa persone e luoghi inviolabili ai sensi degli artt. 13 e 14 Cost. è costituito dal verificarsi dell'insieme dei seguenti presupposti :

a ) la flagranza di un qualsiasi reato o l'evasione;

b ) il fondato (e verificabile con giudizio ex ante) motivo che sulla persona o in un determinato luogo si trovino occultate le cose o le tracce pertinenti al reato;

c ) il pericolo che tali cose o tracce possano essere cancellate o disperse;

oppure

a ) la flagranza di un qualsiasi reato o l'evasione;

b ) il fondato (e verificabile ex ante) motivo che in un determinato luogo si trovi la persona sottoposta alle indagini o l'evaso;

oppure

a ) la necessità di procedere alla esecuzione di un'ordinanza che applica la custodia cautelare o che dispone la carcerazione per uno dei delitti per i quali è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza di reato; oppure

b ) l'esecuzione di un fermo di persona indiziata di delitto;

c ) il fondato (e verificabile ex ante) motivo che in un determinato luogo si trovi la persona da catturare/arresta- re/fermare; oppure

d ) il fondato (e verificabile ex ante) motivo che sulla persona o in un determinato luogo si trovino occultate le cose o le tracce pertinenti al reato;

e ) il pericolo che tali cose o tracce possano essere cancellate o disperse;

f ) motivi di urgenza che non consentono di attendere la tempestiva emissione di un decreto di perquisizione.

La polizia giudiziaria può procedere alla perquisizione di sistemi informatici e telematici nei soli casi di flagranza di reato, esecuzione di un'ordinanza che applica la custodia cautelare o che dispone la carcerazione per uno dei delitti per i quali è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza di reato, fermo. In questi casi, quando vi è fondato (e verificabile ex ante) motivo di ritenere che nei sistemi informatici e telematici si trovino occultati dati, informazioni, programmi informatici o tracce comunque pertinenti al reato che possono essere cancellati o dispersi.

La perquisizione del domicilio informatico è ammessa anche se i sistemi sono protetti da misure di sicurezza ma è necessario che siano adottate, nella sua esecuzione, misure tecniche dirette ad assicurare la conservazione dei dati originali e ad impedirne l'alterazione. A tal fine la polizia giudiziaria può avvalersi di un ausiliario ai sensi dell'art. 348.

L'urgenza del provvedere, che attribuisce alla polizia giudiziaria il potere di eseguire d'iniziativa la perquisizione, potrebbe rendere logicamente incompatibile il rispetto degli orari stabiliti dall'art. 251 per l'esecuzione dell'atto se poi ne viene pregiudicato l'esito. Di qui la possibilità della polizia giudiziaria di agire d'iniziativa anche “in tempo di notte” (per quanto l'esecuzione della perquisizione domiciliare in violazione dei limiti temporali previsti dall'art. 251 non determina alcuna nullità né l'inutilizzabilità a fini di prova di quanto rinvenuto, versandosi unicamente in ipotesi di mera irregolarità; Cass. IV, n. 21304/2022).

La perquisizione è atto a sorpresa; non ne può (e non ne deve) essere avvisato il destinatario e, dunque, nemmeno il difensore, che però ha diritto di assistere (art. 356).

Per quanto la norma nulla dica a proposito, si deve ritenere che anche la perquisizione d'iniziativa debba essere eseguita nei modi stabiliti dagli artt. 248 e segg. La norma in commento, in definitiva, costituisce in capo alla PG il potere di agire di iniziativa ad un atto già regolato altrove nelle sue modalità esecutive.

Alle perquisizioni deve procedere l'ufficiale di polizia giudiziaria ma nei casi di urgenza possono essere effettuate anche da agenti di polizia giudiziaria (art. 113, disp. att.; infra, § 5. Casistica). Poiché la norma richiama espressamente le perquisizioni che la polizia giudiziaria può effettuare di iniziativa ai sensi dell'art. 352, si deve ritenere che tale facoltà dia preclusa nelle perquisizioni “speciali” (infra, § 4) previste da norme estranee al codice di rito.

Gli adempimenti successivi

Della perquisizione viene redatto verbale (art. 357, comma 2, lett. d) che deve essere trasmesso al pubblico ministero del luogo nel quale è stata eseguita non oltre le quarantotto ore successive alla perquisizione stessa. Nelle successive quarantotto ore il pubblico ministero decide sulla convalida con decreto motivato. 

L’obbligo del pubblico ministero di motivare il decreto è stato introdotto dall’art. 17, comma 1, lett. d, n. 1, d.lgs. n. 150/2022. Nella versione precedente era previsto che il pubblico ministero convalidasse (o meno) la perquisizione senza doverne spiegare le ragioni.

La Corte costituzionale, con sentenza Corte cost. n. 247/2022 ha dichiarato non fondate, nei sensi di cui in motivazione, le questioni di legittimità costituzionale dell’art. 352, nella parte in cui non prevede che il decreto del PM, di convalida della perquisizione eseguita d'iniziativa dalla PG, debba essere motivato, sollevate, in riferimento agli artt. 2, 13, 14 e 111, sesto comma, Cost., dal Tribunale ordinario di Lecce, in composizione monocratica e le questioni di legittimità costituzione dell’art. 125, comma 3, nella parte in cui non prevede che la nullità, per difetto di motivazione, del decreto del PM, di convalida della perquisizione, sia assoluta e rientri tra quelle considerate dall'art. 179, comma 2, sollevate, in riferimento agli artt. 2, 13, 14 e 111, sesto comma, Cost., dal Tribunale ordinario di Lecce, in composizione monocratica.

Secondo il Giudice delle leggi, l’art. 352, anche prima delle modifiche introdotte dalla cd. Riforma Cartabia, si presta ad una interpretazione conforme a Costituzione in quanto, benché il riferimento all'«atto motivato» compaia solo nel secondo comma dell'art. 13 Cost., a proposito delle perquisizioni disposte ab origine dall'autorità giudiziaria, e non nel successivo terzo comma, a proposito della convalida dei «provvedimenti provvisori» adottati dall'autorità di pubblica sicurezza nei casi eccezionali di necessità e urgenza, tassativamente indicati dalla legge, l'esigenza della motivazione anche della convalida deve ritenersi implicita nel dettato costituzionale, rimanendo altrimenti frustrata la ratio della garanzia apprestata dall'art. 13 Cost. Non avrebbe senso, infatti, che la norma costituzionale richieda l'atto motivato quando l'autorità giudiziaria, titolare ordinaria del potere, operi di sua iniziativa, e non pure nell'ipotesi - più delicata - in cui sia chiamata a verificare se la polizia giudiziaria abbia agito nell'ambito dei casi eccezionali di necessità e urgenza nei quali la legge le consente di intervenire. Un'esegesi letterale della norma determinerebbe, secondo la Corte costituzionale, una ingiustificabile differenza di disciplina rispetto alla analoga ipotesi della convalida del sequestro, per la quale invece la motivazione è richiesta (art. 355, comma 2,)

Quanto alla nullità del decreto di convalida, la previsione di una nullità di carattere relativo non rende impossibile o eccessivamente difficoltoso, a giudizio della Corte costituzionale, l'esercizio del diritto di difesa della parte interessata poiché - intervenendo di regola la perquisizione nella fase delle indagini preliminari - essa è posta in grado di eccepire l'eventuale nullità della convalida fino alla chiusura della discussione nell'udienza preliminare o, se questa manchi, nella fase degli atti introduttivi del dibattimento, entro il termine previsto dall'art. 491, comma 1. (art. 181, comma 2.). Diversamente, accogliendo le questioni, si perverrebbe all'incongruo risultato di attribuire all'obbligo di motivazione del decreto di convalida della perquisizione uno "statuto rafforzato" persino rispetto all'obbligo di motivazione delle sentenze.

Il verbale è depositato nella segreteria del pubblico ministero entro il terzo giorno successivo al compimento dell'atto e il difensore ha facoltà di estrarne copia nei cinque giorni successivi. Se il difensore non ha assistito alla perquisizione, deve essergli notificato l'avviso di deposito del verbale e il termine di cinque giorni decorre dalla data della notificazione dell'avviso (art. 366, al cui commento si rinvia).

Se la perquisizione dà esito negativo e il pubblico ministero la convalida avverso il relativo decreto non è ammesso riesame. Per questo motivo, il comma 4-bis (aggiunto dall'art. 17, comma 1, lett. d.lgs. n. 150/2022) ha esteso al decreto di convalida della perquisizione la facoltà di opposizione prevista dall'art. 252-bis (al cui commento si rinvia).

Le perquisizioni atipiche (o speciali)

Disposizioni speciali attribuiscono alla polizia giudiziaria il potere di perquisire luoghi e persone al di fuori dei casi previsti dalla norma in commento.

L'art. 41, T.U.L.P.S., in materia di pubblica sicurezza, attribuisce agli ufficiali e agli agenti della polizia giudiziaria, che abbiano notizia, anche se per indizio, della esistenza, in qualsiasi locale pubblico o privato o in qualsiasi abitazione, di armi, munizioni o materie esplodenti, non denunciate o non consegnate o comunque abusivamente detenute, il potere di procedere immediatamente a perquisizione e sequestro.

In tema di ordine pubblico, l'art. 4, l. n. 152/1975, stabilisce che: «1. In casi eccezionali di necessità e di urgenza, che non consentono un tempestivo provvedimento dell'autorità giudiziaria, gli ufficiali ed agenti della polizia giudiziaria e della forza pubblica nel corso di operazioni di polizia possono procedere, oltre che all'identificazione, all'immediata perquisizione sul posto, al solo fine di accertare l'eventuale possesso di armi, esplosivi e strumenti di effrazione, di persone il cui atteggiamento o la cui presenza, in relazione a specifiche e concrete circostanze di luogo e di tempo non appaiono giustificabili. 2. Nell'ipotesi di cui al comma precedente la perquisizione può estendersi per le medesime finalità al mezzo di trasporto utilizzato dalle persone suindicate per giungere sul posto. 3. Delle perquisizioni previste nei commi precedenti deve essere redatto verbale, su apposito modulo, che va trasmesso entro quarantotto ore al procuratore della Repubblica e, nel caso previsto dal primo comma, consegnato all'interessato».

Analoghi poteri sono attribuiti alla polizia giudiziaria:

dall'art. 27, l. n. 55/1990 («1. Gli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria, nel corso di operazioni di polizia per la prevenzione e la repressione del delitto previsto dall'articolo 416-bis del codice penale e di quelli commessi in relazione ad esso, nonché dei delitti previsti dagli articoli 648-bis e 648-ter dello stesso codice e di quelli indicati nei medesimi articoli, possono procedere in ogni luogo al controllo e all'ispezione dei mezzi di trasporto, dei bagagli e degli effetti personali quando hanno fondato motivo di ritenere che possono essere rinvenuti denaro o valori costituenti il prezzo della liberazione della persona sequestrata, o provenienti dai delitti predetti, nonché armi, munizioni o esplosivi. Dell'esito dei controlli e delle ispezioni è redatto processo verbale in appositi moduli, trasmessi entro quarantotto ore al procuratore della Repubblica, il quale, se ne ricorrono i presupposti, li convalida entro le successive quarantotto ore. 2. Nelle medesime circostanze, in casi eccezionali di necessità ed urgenza che non consentono un tempestivo provvedimento dell'autorità giudiziaria, gli ufficiali di polizia giudiziaria possono altresì procedere a perquisizioni, dandone notizia, senza ritardo, e comunque entro quarantotto ore, al procuratore della Repubblica il quale, se ne ricorrono i presupposti, le convalida entro le successive quarantotto ore»);

– dall'art. 25-bis, d.l. n. 306/1992, conv. con mod. dalla l. n. 356/1992 («1. Gli ufficiali di polizia giudiziaria possono procedere a perquisizioni locali di interi edifici o di blocchi di edifici dove abbiano fondato motivo di ritenere che si trovino armi, munizioni o esplosivi ovvero che sia rifugiato un latitante o un evaso in relazione a taluno dei delitti indicati nell'articolo 51, comma 3-bis, del codice di procedura penale ovvero ai delitti con finalità di terrorismo. 2. Nel corso delle operazioni di perquisizione di cui al comma 1 può essere sospesa la circolazione di persone e di veicoli nelle aree interessate. 3. Delle operazioni di perquisizione di cui al comma 1 è data notizia immediatamente, e comunque entro dodici ore, al procuratore della Repubblica presso il tribunale del luogo in cui le operazioni sono effettuate il quale, se ne ricorrono i presupposti, le convalida entro le successive quarantotto ore»);

– dall'art. 12, comma 7, d.lgs. n. 286/1998, in tema di immigrazione, che attribuisce agli ufficiali e agenti di polizia giudiziaria operanti nelle province di confine e nelle acque territoriali il potere di procedere al controllo e alle ispezioni dei mezzi di trasporto e delle cose trasportate, ancorché soggetti a speciale regime doganale, quando, anche in relazione a specifiche circostante di luogo e di tempo, sussistono fondati motivi di ritenere che possano essere utilizzati per uno dei reati previsti dal medesimo art. 12, nonché quello di procedere a perquisizioni, con l'osservanza delle disposizioni di cui all'articolo 352, commi 3 e 4;

– dall'art. 5, d.l. n. 122/1993, conv., con modif., dalla l. n. 205/1993, che, quando si procede per il delitto di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa di cui all'art. 604-bis, comma1, lett. b), e 2, c.p. o per un reato aggravato dall'art. 604-ter c.p., o per uno dei reati previsti dalla l. n. 962/1967 in materia di prevenzione e repressione del delitto di genocidio, ha attribuito agli ufficiali di polizia giudiziaria, quando ricorrano motivi di particolare necessità ed urgenza che non consentano di richiedere l'autorizzazione telefonica del magistrato competente, il potere di procedere a perquisizioni dandone notizia, senza ritardo e comunque entro quarantotto ore, al procuratore della Repubblica, il quale, se ne ricorrono i presupposti, le convalida entro le successive quarantotto ore.

In materia di traffico di sostanze stupefacenti, l'art. 99, d.P.R. n. 309/1990, attribuisce alla nave italiana da guerra o in servizio di polizia, che incontri in mare territoriale o in alto mare una nave nazionale, anche da diporto, che si sospetta di essere adibita al trasporto di sostanze stupefacenti o psicotrope, può fermarla, sottoporla a visita ed a perquisizione del carico, catturarla e condurla in un porto dello Stato o nel porto estero più vicino, in cui risieda una autorità consolare. Lo stesso potere può essere esercitato su navi non nazionali nelle acque territoriali e, al di fuori di queste, nei limiti previsti dalle norme dell'ordinamento internazionale.

L'art. 103, comma 3, d.P.R. n. 309/1990, attribuisce agli ufficiali di polizia giudiziaria impegnati nel corso di operazioni di polizia per la prevenzione e la repressione del traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, quando ricorrano motivi di particolare necessità ed urgenza che non consentano di richiedere l'autorizzazione telefonica del magistrato competente, il potere di procedere a perquisizioni dandone notizia, senza ritardo e comunque entro quarantotto ore, al procuratore della Repubblica il quale, se ne ricorrono i presupposti, le convalida entro le successive quarantotto ore.

L'art. 33, l. n. 4/1929, attribuisce agli ufficiali della polizia tributaria (personale, cioè, appartenente ai ruoli «ispettori» e «sovrintendenti» del Corpo della guardia di finanza) il potere di procedere a perquisizione domiciliare, qualora abbiano notizia o fondato sospetto di violazioni delle leggi finanziarie costituenti reato, con esclusivo riferimento, però, alle violazioni di leggi concernenti i tributi doganali, la privativa dei sali e tabacchi, le imposte di fabbricazione sugli spiriti, zuccheri e polveri piriche e negli altri casi in cui sia espressamente stabilito dalle leggi speciali.

Profili di diritto intertemporale

Il comma 4 ed il comma 4-bis della norma in commento sono stati, rispettivamente, sostituito (c. 4) ed aggiunto (comma 4-bis) dall'art. 17, comma 1, lett. d), d.lgs. n. 150/2022, entrato in vigore il 30/12/2022 (art. 99-bis, d.lgs. n. 150/2022, aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. n. 162/2022, conv., con modif., dalla legge n. 199/2022).

Trattandosi di norma processuale, se ne deve ritenere l'applicabilità a tutti i procedimenti pendenti alla data del 30/12/2022 e, dunque, a tutti gli atti da compiere successivamente a tale data. Nulla esclude, peraltro, che l'opposizione possa essere proposta avverso le perquisizioni effettuate prima del 30/12/2022 se a tale il termine per proporla non è già perento (la novità, peraltro, riguarderebbe solo l'opposizione perché la necessità dell'adozione del decreto motivato di convalida era già stata ritenuta implicita dalla Corte costituzionale; infra § “Casistica”).

Casistica

G   L'atto di perquisizione personale eseguito dalla polizia giudiziaria ai sensi dell'art. 352 è atto indifferibile ed urgente per il quale non è necessaria la traduzione immediata all'indagato di lingua straniera in quanto il reperimento di un interprete è incompatibile con la particolare urgenza dell'adempimento investigativo; la mancata comprensione dell'atto esplicherà i suoi effetti solo sul termine per l'impugnazione dell'eventuale conseguente sequestro (Cass. S.U., n. 265/2005).

L'illegittimità della perquisizione non invalida il conseguente sequestro , qualora vengano acquisite cose costituenti corpo di reato o a questo pertinenti, dovendosi considerare che il potere di sequestro non dipende dalle modalità con le quali le cose, oggettivamente sequestrabili, sono state reperite, ma è condizionato unicamente all'acquisibilità del bene e alla insussistenza di divieti probatori espliciti o univocamente enucleabili dal sistema (Cass. II, n. 15784/2017).

Sono illegittimi i provvedimenti di perquisizione e sequestro probatorio operati di iniziativa dalla polizia giudiziaria oppure disposti dal pubblico ministero qualora non trovino giustificazione in una notizia di reato legittimamente acquisita o siano eseguiti in assenza di elementi idonei a configurare una specifica ipotesi di reato (Cass. III, n. 28151/2013).

La polizia giudiziaria è legittimata a compiere, sulla base di notizie confidenzialmente apprese, perquisizioni di iniziativa nel caso di sospetto di illecita detenzione di armi, in forza del disposto dell'art. 41 del r.d. 18 giugno 1931, n. 773 (Cass. I, n. 38605/2021).

La disciplina dell'attività di perquisizione e sequestro diretta alla ricerca di armi, ai sensi dell'art. 41, r.d. 18 giugno 1931, n. 773, ha carattere speciale rispetto alla disciplina generale dei mezzi di ricerca della prova contenuta nel codice di procedura penale, desumibile dall'esplicita previsione contenuta all'art. 225 disp. att. c.p.p. Ne consegue che, poiché detta attività di perquisizione e sequestro non presuppone l'esistenza di una notizia di reato, non occorre la preventiva autorizzazione dell'autorità giudiziaria, anche nel caso in cui non sia eseguita contestualmente alla ricezione dell'informazione anonima, né che la persona sottoposta a controllo sia avvisata del diritto all'assistenza di un difensore (Cass. VI, n. 16844/2018).

La perquisizione effettuata ai sensi dell'art. 103, comma 3, d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, si differenzia da quella d'iniziativa della polizia giudiziaria disciplinata dal codice di rito per il fatto che non presuppone l'esistenza di una notizia di reato e rientra in un'attività di carattere preventivo, ma al pari di quella, seppure sia eseguita illegittimamente, non rende illegittimo l'eventuale sequestro della sostanza stupefacente e delle altre cose pertinenti al reato, all'esito rinvenute (Cass. IV, n. 3196/2020).

In materia di stupefacenti, i controlli sui mezzi di trasporto, eseguiti d'iniziativa della polizia giudiziaria ex art. 103 del d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, quando vi sia motivo di ritenere che possano rinvenirsi sostanze stupefacenti o psicotrope, non richiedono, diversamente dalla perquisizione formale, il previo avviso alla parte della facoltà di farsi assistere da un difensore (Cass. VI, n. 41986/2019, in fattispecie in cui il controllo era eseguito sul manubrio della bicicletta del ricorrente, il quale aveva dato luogo con il proprio contegno a motivo di sospetto).

In tema di reati tributari, è legittima, e non determina alcuna nullità o inutilizzabilità dell'atto, l'esecuzione di una perquisizione domiciliare di iniziativa da parte di organi di polizia giudiziaria diversi dalla Guardia di Finanza, in quanto la legge non attribuisce agli organi di polizia tributaria una competenza funzionale, assoluta ed inderogabile, per l'accertamento delle violazioni tributarie, le quali ben possono costituire oggetto di prevenzione e repressione da parte degli altri organi di polizia giudiziaria (Cass. III, n. 14724/2008).

In caso di sequestro del corpo del reato o di cose al reato pertinenti, operato, d'iniziativa, da agenti e non da ufficiali di polizia giudiziaria, il giudice ha il compito di verificare se costoro hanno agito in una situazione caratterizzata dalla necessità e dell'urgenza, che sono i presupposti di legittimità dell'atto compiuto (Cass. II, n. 5651/2007).

Quando gli agenti di polizia giudiziaria vengono a trovarsi in una situazione dagli inequivoci e oggettivi connotati di gravità ed urgenza, quale appunto può essere quella in cui taluno venga sorpreso nella flagranza di reato, legittimamente spiegano il loro pronto e diretto intervento per gli accertamenti necessari, anche attraverso perquisizioni e sequestri, e non hanno alcun obbligo di illustrare, nel verbale redatto ex art. 357, l'eccezionalità del loro intervento ex art. 113 disp. att., essendo tale eccezionalità evidenziata concretamente dalla stessa situazione operativa (Cass. VI, n. 2091/1999).

È legittimo il sequestro di apparecchi di videopoker eseguito da vigili urbani, pur essendo questi ultimi solo agenti, e non ufficiali, di polizia giudiziaria, in quanto per tali apparecchiature la necessità e l'urgenza di provvedere è “in re ipsa”, stante il fine di assicurare il corpo del reato, suscettibile di confisca obbligatoria in caso di condanna, e di evitare che, mediante eventuali modificazioni del congegno elettronico, possano disperdersi le tracce del reato (Cass. III, n. 42899/2004).

Ai sensi dell'art. 5 legge 7 marzo 1986, n. 65 e dell'art. 57, comma secondo, lett. b) la qualità di agenti di polizia giudiziaria è espressamente attribuita alle guardie dei comuni, alle quali è riconosciuto il potere di intervento nell'ambito territoriale dell'ente di appartenenza e nei limiti delle proprie attribuzioni, tra le quali rientra lo svolgimento di funzioni attinenti all'accertamento di reati di qualsiasi genere, che si siano verificati in loro presenza, e che richieda un pronto intervento anche al fine di acquisizione probatoria (Cass. I, n. 1193/1994 che ha ritenuto legittimo il sequestro, ex art. 113 disp. att., di fuochi di artificio operato da un istruttore della polizia municipale, in relazione al reato di cui all'art. 678 c.p.).

Sulla distinzione tra ufficiali e agenti di polizia giudiziaria, si rimanda al commento dell'art. 57.  

Bibliografia

 D’Alessio, Sub art. 352, in Codice di procedura penale. Rassegna di giurisprudenza e dottrina, a cura di G. Lattanzi e E. Lupo, V, Milano, 2017.

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