Codice di Procedura Penale art. 353 - Acquisizione di plichi o di corrispondenza.Acquisizione di plichi o di corrispondenza. 1. Quando vi è necessità di acquisire plichi sigillati o altrimenti chiusi, l'ufficiale di polizia giudiziaria [57] li trasmette intatti al pubblico ministero [347] per l'eventuale sequestro [103 6, 254]. 2. Se ha fondato motivo di ritenere che i plichi contengano notizie utili alla ricerca e all'assicurazione di fonti di prova che potrebbero andare disperse a causa del ritardo, l'ufficiale di polizia giudiziaria informa col mezzo più rapido il pubblico ministero il quale può autorizzarne l'apertura immediata [356] e l'accertamento del contenuto1. 3. Se si tratta di lettere, pieghi, pacchi, valori, telegrammi o altri oggetti di corrispondenza [15 Cost.; 616 c.p.] lettere, pieghi, pacchi, valori, telegrammi o altri oggetti di corrispondenza, anche se in forma elettronica o se inoltrati per via telematica, per i quali è consentito il sequestro a norma dell'articolo 254, gli ufficiali di polizia giudiziaria, in caso di urgenza, ordinano a chi è preposto al servizio postale, telegrafico, telematico o di telecomunicazione di sospendere l'inoltro. Se entro quarantotto ore dall'ordine della polizia giudiziaria il pubblico ministero non dispone il sequestro, gli oggetti di corrispondenza sono inoltrati [357 2e]2.
[1] L'art. 9 l. 18 marzo 2008, n. 48 ha modificato il presente comma, aggiungendo, in fine, le seguenti parole: «e l'accertamento del contenuto». [2] Comma così modificato dall'art. 9 l. 18 marzo 2008, n. 48. Il testo precedente recitava: «3. Se si tratta di lettere, pieghi, pacchi, valori, telegrammi o altri oggetti di corrispondenza per i quali è consentito il sequestro a norma dell'articolo 254, gli ufficiali di polizia giudiziaria, in caso di urgenza, ordinano a chi è preposto al servizio postale di sospendere l'inoltro. Se entro quarantotto ore dall'ordine della polizia giudiziaria il pubblico ministero non dispone il sequestro, gli oggetti di corrispondenza sono inoltrati». InquadramentoLa norma disciplina il potere della polizia giudiziaria di intercettare la corrispondenza privata, regolandone presupposti, modalità e conseguenze del suo esercizio. È norma strumentale alle determinazioni che l'autorità giudiziaria può assumere ai sensi dell'art. 254. I presupposti di applicazione della normaLettere, pieghi, pacchi, valori, telegrammi e altri oggetti di corrispondenza, anche se inoltrati per via telematica, possono essere sequestrati presso coloro che forniscono servizi postali, telegrafici, telematici o di telecomunicazioni se l'autorità giudiziaria abbia fondato motivo di ritenere che siano stati spediti dall'imputato o che siano a lui diretti, anche sotto nome diverso o per mezzo di persona diversa, o che comunque possono avere relazione con il reato (art. 254). La giurisprudenza ha chiarito che la sottoposizione a controllo e la utilizzazione probatoria della corrispondenza epistolare non è soggetta alla disciplina delle intercettazioni di conversazioni o comunicazioni, dovendosi invece seguire le forme del sequestro di corrispondenza di cui agli artt. 254 e 353 e, nel caso di corrispondenza di detenuti, anche le particolari formalità stabilite dall'art. 18 ter ord. pen. (Cass. S.U., n. 28997/2012; ciò nondimeno il ricorso allo strumento dell'intercettazione telefonica non determina alcuna conseguenza; infra, § Casistica). La norma in commento ipotizza che la polizia giudiziaria intercetti o abbia notizia di: plichi sigillati o altrimenti chiusi; lettere, pieghi, pacchi, valori, telegrammi e altri oggetti di corrispondenza, anche se inoltrati per via telematica. Nel primo caso essa attribuisce all'ufficiale di PG il potere di acquisire i plichi sigillati o altrimenti chiusi e di trasmetterli intatti al P.M. per l'eventuale sequestro ai sensi dell'art. 254. L'accertamento immediato del contenuto (precedente, cioè, al sequestro del plico) è consentito solo se concorrono tutte le seguenti circostanze: a) vi è fondato (e verificabile) motivo di ritenere che il plico contenga notizie utili alla ricerca e all'assicurazione delle fonti di prova; b) tali fonti potrebbero andare disperse a causa del ritardo; c) vi è l'autorizzazione all'apertura immediata e all'accertamento del contenuto da parte del P.M. che deve essere a tal fine informato con il mezzo più rapido. Dunque, il pericolo di dispersione della prova legittima il pubblico ministero ad autorizzare l'apertura anticipata del plico ad opera della polizia giudiziaria. Se il plico contiene tracce o cose pertinenti al reato, può esserne effettuato il sequestro di iniziativa ai sensi dell'art. 354. Nel secondo caso, gli ufficiali di polizia giudiziaria possono ordinare al preposto al servizio postale, telegrafico, telematico o di telecomunicazione di sospendere l'inoltro di lettere, pieghi, pacchi, valori, telegrammi e altri oggetti di corrispondenza, anche se inoltrati per via telematica, se vi è motivo di ritenere che siano stati spediti dall'imputato o che siano a lui diretti, anche sotto nome diverso o per mezzo di persona diversa, o che comunque possono avere relazione con il reato (se cioè vi è motivo di ritenere che ricorrono gli estremi del sequestro). Proprio perché strumentale all'eventuale adozione del sequestro, la sospensione non può protrarsi oltre il termine di quarantotto ore dall'ordine, superato il quale senza che il pubblico ministero abbia disposto il sequestro la corrispondenza deve essere senz'altro inoltrata. All'acquisizione dei plichi e della corrispondenza non possono procedere agenti di polizia giudiziaria (art. 113, disp. att.). CasisticaL’art. 353, comma secondo, consente al pubblico ministero, in caso di urgenza, di autorizzare la polizia giudiziaria all’apertura immediata e all’accertamento del contenuto di plichi sigillati ed è, pertanto, legittimo il provvedimento autorizzativo che abbia assunto la forma – imprecisa ma più garantistica sotto il profilo sostanziale, implicando un successivo intervento di controllo del giudice – di un decreto di intercettazione della corrispondenza adottato dal pubblico ministero nell’imminenza del controllo ai sensi dell’art. 267, comma secondo (Cass. II, n. 20794/2016). BibliografiaD’Alessio, Sub art. 353, in Codice di procedura penale. Rassegna di giurisprudenza e dottrina, a cura di G. Lattanzi e E. Lupo, V, Milano, 2017. |