Codice di Procedura Penale art. 367 - Memorie e richieste dei difensori.InquadramentoLa norma in commento attribuisce ai difensori delle parti private la facoltà di interloquire con il pubblico ministero in forma scritta e di effettuare richieste scritte Le memorie e le richieste del difensoreL'art. 121 attribuisce alle parti la facoltà di presentare al giudice, in ogni stato e grado del procedimento, memorie o richieste scritte. L'art. 391-octies attribuisce al difensore della persona sottoposta alle indagini la facoltà di presentare al pubblico ministero elementi di prova a favore del proprio assistito. Ampia è l'interlocuzione con il pubblico ministero quando vengano adottate misure cautelari personali o reali; lo stesso pubblico ministero non può esercitare l'azione penale se prima non sollecita egli stesso un contraddittorio anticipato con la persona sottoposta alle indagini (artt. 415-bis, 416). Nel sistema processuale italiano il pubblico ministero è tenuto a svolgere anche accertamenti su fatti e circostanze a favore dell'indagato: l'impone la sua collocazione ordinamentale ma anche il principio di completezza delle indagini preliminari (art. 358, al cui commento si rinvia). Di qui l'espressa previsione di una interlocuzione scritta con il pubblico ministero e di un potere sollecitatorio esercitabile dai difensori delle parti private sin dalla fase delle indagini preliminari, interlocuzione e sollecitazioni peraltro già consentite (anche in forma verbale) quando il difensore della persona sottoposta a indagini partecipa agli atti ai quali ha diritto di assistere, con o senza avviso. BibliografiaMari A., Sub artt. 366, in Codice di procedura penale. Rassegna di giurisprudenza e dottrina, a cura di G. Lattanzi e E. Lupo, Vol. V, Milano, 2017. |