Codice di Procedura Penale art. 369 bis - Informazione della persona sottoposta alle indagini sul diritto di difesa. 1Informazione della persona sottoposta alle indagini sul diritto di difesa. 1 1. Al compimento del primo atto a cui il difensore ha diritto di assistere e, comunque, prima dell'invito a presentarsi per rendere l'interrogatorio ai sensi del combinato disposto degli articoli 375, comma 3, e 416, ovvero, al più tardi, contestualmente all'avviso della conclusione delle indagini preliminari ai sensi dell'articolo 415-bis, il pubblico ministero, a pena di nullità degli atti successivi, notifica alla persona sottoposta alle indagini la comunicazione della nomina del difensore d'ufficio 2. 2. La comunicazione di cui al comma 1 deve contenere: a) l'informazione della obbligatorietà della difesa tecnica nel processo penale, con l'indicazione della facoltà e dei diritti attribuiti dalla legge alla persona sottoposta alle indagini; b) il nominativo del difensore d'ufficio e il suo indirizzo e recapito telefonico; c) l'indicazione della facoltà di nominare un difensore di fiducia con l'avvertimento che, in mancanza, l'indagato sarà assistito da quello nominato d'ufficio; d) l'indicazione dell'obbligo di retribuire il difensore d'ufficio ove non sussistano le condizioni per accedere al beneficio di cui alla lettera e) e l'avvertimento che, in caso di insolvenza, si procederà ad esecuzione forzata; d-bis) l'informazione del diritto all'interprete ed alla traduzione di atti fondamentali; 3 e) l'indicazione delle condizioni per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato.
[1] Articolo inserito dall'art. 19 l. 6 marzo 2001, n. 60. [2] Comma modificato dall'art. 1, comma 1, lett. d), n. 1, d.lg. 1° luglio 2014, n. 101, che ha inserito la frase: «ovvero, al più tardi, contestualmente all'avviso della conclusione delle indagini preliminari ai sensi dell'articolo 415-bis». [3] Lettera inserita dall'art. 1, comma 1, lett. d), n. 2), d.lg. 1° luglio 2014, n. 101. InquadramentoÈ norma che “completa” quella che la precede ma è destinata solo alla persona sottoposta alle indagini (l’informazione di garanzia è destinata anche alla persona offesa). L’informazione sul diritto di difesaAggiunta dall'art. 19, legge n. 60/2001 (Disposizioni in materia di difesa d'ufficio), la norma assolve alla funzione di rendere effettivo, sotto ogni profilo, il diritto di difesa e di creare un contatto tra il difensore d'ufficio (individuato a norma dell'art. 97) e il suo assistito al quale la nomina deve essere per l'appunto comunicata. L'informazione assolve, dunque, a funzioni diverse dall'informazione di garanzia (destinata ad informare l'interessato dell'esistenza di un procedimento penale) ma in qualche modo la completa. L'informazione presuppone che la persona sottoposta alle indagini sia priva di difensore di fiducia (o che non l'abbia ancora nominato; Cass. V, n. 37122/2009) e che il pubblico ministero debba procedere al compimento di un atto al quale il difensore ha diritto di assistere con avviso (per l'elenco di tali atti si rinvia al commento degli artt. 364 e 365; sulla necessità che si tratti degli atti di indagine del P.M. e non posti in essere di iniziativa della PG, infra, § “Casistica”). In ogni caso, deve essere notificata: 1) prima dell'invito a presentarsi per rendere l'interrogatorio (anche se delegato alla polizia giudiziaria); 2) al più tardi, ove non siano stati posti in essere atti garantiti, contestualmente alla notificazione dell'avviso di conclusione delle indagini preliminari (415-bis). L'omessa notificazione dell'informazione rende nulli gli atti successivi (infra, § “Casistica”). Non altrettanto il legislatore dispone espressamente in caso informazione priva di uno o più dei contenuti prescritti dal comma secondo ma si ritiene che tale mancanza determini la nullità dell'informazione generale, a regime intermedio (infra, § “Casistica”). CasisticaÈ manifestamente infondata la questione di costituzionalità dell'art. 369-bis c.p.p., in quanto deve escludersi che sia irragionevole la scelta del legislatore di prevedere che l'obbligo della notifica della comunicazione della nomina del difensore di ufficio sorga con il compimento del primo atto del pubblico ministero e non anche con il compimento degli atti posti in essere di propria iniziativa dalla polizia giudiziaria, in particolare con l'atto di arresto dell'indagato, in riferimento al quale gli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria sono comunque tenuti agli adempimenti disciplinati dall'art. 386 c.p.p. (Cass. IV, n. 35935/2003). È manifestamente infondata la questione di costituzionalità dell'art. 369-bis c.p.p., in quanto deve escludersi che sia irragionevole la scelta del legislatore di prevedere che l'obbligo della notifica della comunicazione della nomina del difensore d'ufficio sorga con il compimento del primo atto del pubblico ministero al quale il difensore ha diritto di assistere, e non anche con il compimento degli atti posti in essere di propria iniziativa dalla polizia giudiziaria (Cass. IV, n. 32612/2002; nella specie, l'indagato aveva provveduto alla nomina del difensore di fiducia subito dopo la perquisizione e il sequestro posti in essere dalla polizia giudiziaria e la Corte ha ribadito come l'obbligo del pubblico ministero di provvedere alla comunicazione di cui all'art. 369-bis c.p.p. comunque non sussista quando la persona sottoposta alle indagini abbia già il difensore di fiducia). In tema di “informazione di garanzia”, prevista dall'art. 369 c.p.p., e di “informazione alla persona sottoposta alle indagini sul diritto alla difesa”, prevista dall'art. 369-bis c.p.p. (art. 19 l. 6 marzo 2001, n. 60), mentre la prima deve essere emessa, sia pure non necessariamente prima o contestualmente, quando si procede ad un atto “a sorpresa”, la seconda (la cui omissione è espressamente sanzionata con la nullità degli atti successivi) deve esserlo prima dell'invito a rendere interrogatorio o, comunque, prima dell'espletamento di un atto d'indagine cui il difensore abbia diritto di assistere, restando comunque esclusa la necessità di entrambe le informazioni ove esista già agli atti la nomina di un difensore di fiducia nell'unico procedimento o anche in uno solo dei procedimenti poi riuniti (Cass. III, n. 44022/2001). L'informazione della persona sottoposta alle indagini sul diritto di difesa, ai sensi dell'art. 369-bis c.p.p., deve precedere, a pena di nullità, l'avviso di conclusione delle indagini di cui all'art. 415-bis c.p.p.nel solo caso in cui, nel corso di queste ultime, siano state espletate attività alle quali il difensore abbia diritto di assistere, in quanto l'art. 369-bis c.p.p. prevede che l'informazione di garanzia possa direttamente precedere l'invito a presentarsi a rendere l'interrogatorio richiesto dall'indagato (Cass. III, n. 15219/2022). L'omessa tempestiva comunicazione della nomina del difensore di ufficio , prevista dall'art. 369-bis c.p.p., integra una nullità di carattere generale e non assoluto, sicché deve essere eccepita dalla parte, a pena di decadenza, prima del compimento dell'atto o, quando ciò non sia possibile, immediatamente dopo (Cass. VI, n. 51126/2019che ha ritenuto tardiva l'eccezione di nullità del decreto di perquisizione, in quanto privo della indicazione del difensore, proposta a distanza di quasi tre anni dal compimento dell'atto; Cass. V, n. 11060/2018 che ha precisato che si tratta di nullità a regime intermedio e non un'ipotesi di nullità assoluta, perché essa non è espressamente definita come tale da una specifica disposizione di legge, e né è riferita all'omessa citazione dell'imputato o all'assenza del difensore nei casi in cui è obbligatoria la sua presenza). Non costituisce causa di nullità del decreto penale di condanna la mancata indicazione dell'indirizzo e del recapito telefonico del difensore nominato di ufficio, trattandosi di indicazioni richieste esclusivamente dal secondo comma dell'art. 369-bis c.p.p. in tema di informazione sul diritto di difesa, ma non previste dall'art. 460 c.p.p. tra i requisiti del decreto penale di condanna (Cass. III, n. 29287/2015). L'omessa indicazione, nell'informazione sul diritto di difesa ex art. 369-bis c.p.p., dei requisiti ivi prescritti (nella specie, l'indirizzo ed il recapito telefonico del difensore d'ufficio), integra una nullità generale a regime intermedio, da ritenersi sanata ove non tempestivamente dedotta (Cass. III, n. 41092/2011). L'obbligo di informazione alla persona sottoposta alle indagini sul diritto di difesa, previsto dall'art. 369-bis c.p.p., sorge con il compimento del primo atto del Pubblico Ministero al quale il difensore ha il diritto di assistere, e non anche con l'esecuzione degli atti posti in essere di propria iniziativa dalla polizia giudiziaria (Cass. V, n. 25465/2014). Ai fini di una valida emissione del decreto di citazione a giudizio a seguito di opposizione a decreto penale non è richiesta la previa notifica dell'informazione di garanzia di cui all'art. 369-bis c.p.p. (Cass. III, n. 27072/2008 secondo cui la norma non contempla l'art. 464 c.p.p. concernente il giudizio di opposizione a decreto penale ed in ogni caso ha inteso assicurare all'indagato la possibilità di espletare la propria difesa prima dell'esercizio dell'azione penale). L'atto di citazione a giudizio nel procedimento penale avanti al giudice di pace non deve contenere, a pena di nullità, le informazioni prescritte dall'art. 369-bis c.p.p., dato che tale norma, pure in sé applicabile nel procedimento in questione, riguarda solo l'attività del P.M. ed il caso che si compia un atto cui il difensore ha diritto di assistere, o che si spedisca invito a presentarsi per rendere interrogatorio, restando così estranea alla disciplina della citazione contenuta nell'art. 20 d.lgs. 28 agosto 2000, n. 274. (Cass. IV, n. 1271/2005).
BibliografiaMari A., sub artt. 369-bis, in Codice di procedura penale. Rassegna di giurisprudenza e dottrina, a cura di G. Lattanzi e E. Lupo, Vol. V, Milano, 2017. |