Codice di Procedura Penale art. 371 bis - Attività di coordinamento del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo 1 2 .1. Il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo [76-bis ord. giud.] esercita le sue funzioni in relazione ai procedimenti per i delitti indicati nell'articolo 51, comma 3-bis e comma 3-quater e in relazione ai procedimenti di prevenzione antimafia e antiterrorismo. In relazione ai procedimenti per i delitti di cui all'articolo 51, comma 3-bis dispone della direzione investigativa antimafia [70-bis ord. giud.] e dei servizi centrali e interprovinciali delle forze di polizia e impartisce direttive intese a regolarne l'impiego a fini investigativi. In relazione ai procedimenti per i delitti di cui all'articolo 51, comma 3-quater, si avvale altresì dei servizi centrali e interprovinciali delle forze di polizia e impartisce direttive intese a regolarne l'impiego a fini investigativi 3. 2. Il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo esercita funzioni di impulso nei confronti dei procuratori distrettuali al fine di rendere effettivo il coordinamento delle attività di indagine [371; 118-bis att.], di garantire la funzionalità dell'impiego della polizia giudiziaria nelle sue diverse articolazioni e di assicurare la completezza e tempestività delle investigazioni 4. 3. Per lo svolgimento delle funzioni attribuitegli dalla legge, il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, in particolare: a) d'intesa con i procuratori distrettuali interessati, assicura il collegamento investigativo anche per mezzo dei magistrati della direzione nazionale antimafia e antiterrorismo [76-bis 4-5 ord. giud.]; b) cura, mediante applicazioni temporanee dei magistrati della direzione nazionale antimafia e antiterrorismo e delle procure distrettuali [110-bis ord. giud.], la necessaria flessibilità e mobilità che soddisfino specifiche e contingenti esigenze investigative o processuali; c) ai fini del coordinamento investigativo e della repressione dei reati provvede all'acquisizione e all'elaborazione di notizie, informazioni e dati attinenti alla criminalità organizzata e ai delitti di terrorismo, anche internazionale [117]; d) 5; e) 6; f) impartisce ai procuratori distrettuali specifiche direttive alle quali attenersi per prevenire o risolvere contrasti riguardanti le modalità secondo le quali realizzare il coordinamento nell'attività di indagine; g) riunisce i procuratori distrettuali interessati al fine di risolvere i contrasti che, malgrado le direttive specifiche impartite, sono insorti e hanno impedito di promuovere o di rendere effettivo il coordinamento; h) dispone con decreto motivato, reclamabile al procuratore generale presso la corte di cassazione, l'avocazione delle indagini preliminari relative a taluno dei delitti indicati nell'articolo 51, comma 3-bis e comma 3-quater, quando non hanno dato esito le riunioni disposte al fine di promuovere o rendere effettivo il coordinamento [372] e questo non è stato possibile a causa della: 1) perdurante e ingiustificata inerzia nella attività di indagine; 2) ingiustificata e grave violazione dei doveri previsti dall'articolo 371 ai fini del coordinamento delle indagini7; 4. Il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo provvede alla avocazione dopo aver assunto sul luogo le necessarie informazioni personalmente o tramite un magistrato della direzione nazionale antimafia e antiterrorismo all'uopo designato. Salvi casi particolari, il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo o il magistrato da lui designato non può delegare per il compimento degli atti di indagine altri uffici del pubblico ministero 10. 4-bis. Il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo esercita le funzioni di impulso di cui al comma 2 anche in relazione ai procedimenti per i delitti di cui agli articoli 615-ter, terzo comma, 635-ter e 635-quinquies del codice penale nonché, quando i fatti sono commessi in danno di un sistema informatico o telematico utilizzato dallo Stato o da altro ente pubblico o da impresa esercente servizi pubblici o di pubblica necessità, in relazione ai procedimenti per i delitti di cui agli articoli 617-quater, 617-quinquies e 617-sexies del codice penale. Si applicano altresì le disposizioni dei commi 3 e 4 del presente articolo11.
[1] Articolo inserito dall'art. 7 d.l. 20 novembre 1991, n. 367, conv., con modif., in l. 20 gennaio 1992, n. 8. Ma v. artt. 15 e 16 del d.l. cit. [2] Rubrica modificata dall'art. 9, d.l. 18 febbraio 2015, n. 7, conv. con modif. in l. 17 aprile 2015, n. 43, che ha inserito le parole: «e antiterrorismo». [3] Comma da ultimo modificato dall' art. 9, d.l. n. 7, cit., che ha inserito: dopo le parole «procuratore nazionale antimafia» le parole: «e antiterrorismo»; dopo le parole «comma 3-bis», le parole: «e comma 3-quater»; dopo le parole «prevenzione antimafia», le parole: «e antiterrorismo»; ha sostituito alle parole «A tal fine» le parole «In relazione ai procedimenti per i delitti di cui all'articolo 51, comma 3-bis»; ha aggiunto le parole «In relazione ai procedimenti per i delitti di cui all'articolo 51, comma 3-quater, si avvale altresì dei servizi centrali e interprovinciali delle forze di polizia e impartisce direttive intese a regolarne l'impiego a fini investigativi». Precedentemente, il comma era già stato modificato dall'art. 2, d.l. 23 maggio 2008, n. 92, conv., con modif., dalla legge 24 luglio 2008, n. 125 che aveva inserito le parole: «e in relazione ai procedimenti di prevenzione antimafia». [4] L'art. 9, d.l. n. 7, cit., ha inserito dopo le parole: «procuratore nazionale antimafia» le parole: «e antiterrorismo». [5] Lettera soppressa in sede di conversione del d.l. n. 367, cit. [6] Lettera soppressa in sede di conversione del d.l. n. 367, cit. [7] La parola «grave» è stata sostituita alla parola «reiterata» dall'art. 10, comma 1, lett. a) d.l. 4 luglio 2024, n. 92, conv., con modif., dalla l. 8 agosto 2024, n. 112. [8] Numero soppresso in sede di conversione del d.l. n. 367, cit. [9] L'art. 9, d.l. n. 7, cit., ha: inserito dopo le parole: «procuratore nazionale antimafia» le parole: «e antiterrorismo»; alla lettera a), dopo le parole: «direzione nazionale antimafia» ha aggiunto le parole: «e antiterrorismo»; alla lettera b), dopo «direzione nazionale antimafia» ha inserito: «e antiterrorismo», e le parole: «direzioni distrettuali antimafia» le ha sostituite con: «procure distrettuali»; alla lettera c), in fine, ha aggiunto le parole: «e ai delitti di terrorismo, anche internazionale»; alla lettera h), dopo le parole: «comma 3-bis» ha inserito: «e comma 3-quater». [10] L'art. 9, d.l. n. 7, cit., ha inserito dopo le parole: «procuratore nazionale antimafia» e dopo le parole «direzione nazionale antimafia», le parole: «e antiterrorismo». [11] Comma aggiunto dall'art.2-bis, comma 3, lett. b), d.l. 10 agosto 2023, n. 105, conv., con modif., in l. 9 ottobre 2023, n. 137. InquadramentoLa norma disciplina le prerogative e i poteri del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo. I poteri di impulso e coordinamento del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo. Il potere di avocazioneIl procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo non è gerarchicamente sovraordinato alle direzioni distrettuali antimafia, né è titolare delle indagini relative ai reati di cui ai commi 3-bis e 3-quater dell'art. 51 che restano di competenza del procuratore distrettuale individuato dall'art. 51 (a meno che non proceda all'avocazione del relativo procedimento). La norma in commento è strutturata in due parti: la prima (comma 1) indica le forze e i servizi di polizia di cui il procuratore nazionale può avvalersi (anche per i procedimenti di prevenzione antimafia e antiterrorismo) e gli attribuisce il potere di dare direttive sull'impiego a fini investigativi di tali forze e servizi; la seconda (commi 2, 3 e 4), indica i poteri di impulso e coordinamento nei confronti dei procuratori distrettuali attribuiti al procuratore nazionale al fine di rendere effettivo il coordinamento delle attività di indagine, di garantire la funzionalità dell'impiego della polizia giudiziaria nelle sue diverse articolazioni e di assicurare la completezza e tempestività delle investigazioni. A tal fine il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo può anche, quando si tratta di procedimenti di particolare complessità o che richiedono specifiche esperienze e competenze professionali, applicare temporaneamente alle procure distrettuali i magistrati appartenenti alla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo e quelli appartenenti alle direzioni distrettuali antimafia oltre che quelli addetti presso le procure distrettuali alla trattazione di procedimenti in materia di terrorismo anche internazionale nonché, con il loro consenso, magistrati di altre procure della Repubblica presso i tribunali. Il magistrato applicato non può essere designato per la trattazione di affari diversi da quelli indicati nel decreto di applicazione (art. 105, d.lgs. n. 159/2011). L’art. 2-bis, comma 3, lett. b), d.l. 10 agosto 2023, n. 105, conv. con modificazioni dalla legge 9 ottobre 2023 n. 137, ha ampliato l’ambito applicativo del secondo comma della norma in commento aggiungendo il comma 4-bis per effetto del quale i poteri di impulso di cui al terzo comma del procuratore nazionale antimafia possono essere esercitati anche in relazione ai procedimenti per i delitti di cui agli articoli 615-ter, terzo comma, 635-ter e 635-quinquies c.p. nonché per i procedimenti relativi ai delitti di cui agli articoli 617-quater, 617-quinquies e 617-sexies del codice penale quando i fatti sono commessi in danno di un sistema informatico o telematico utilizzato dallo Stato o da altro ente pubblico o da impresa esercente servizi pubblici o di pubblica necessità. Per tali procedimenti il procuratore nazionale antimafia può anche esercitare le prerogative previste dal comma quarto e deve essere informato dei contrasti positivi o negativi tra uffici del pubblico ministero (vedi commento art. 54-ter). Il procuratore nazionale può avocare le indagini relative a taluno dei delitti indicati dall'art. 51, commi 3-bis e 3-quater, e dal comma 4-bis, quando: non hanno dato esito le riunioni disposte al fine di promuovere o rendere effettivo il coordinamento; il fallimento delle riunioni non è stato possibile a causa della: a) perdurante e ingiustificata inerzia nella attività di indagine; b) ingiustificata e reiterata violazione dei doveri previsti dall'articolo 371 ai fini del coordinamento delle indagini. L'avocazione è disposta con decreto dopo aver assunto sul luogo le necessarie informazioni personalmente o tramite un magistrato della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo all'uopo designato. Il decreto è reclamabile al procuratore generale presso la corte di cassazione, nel cui ambito è istituita la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo (art. 103, d.lgs. n. 159/2011). In caso di avocazione le funzioni di pubblico ministero sono esercitate dai magistrati della direzione nazionale antimafia (art. 51, comma 2). Il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo o il magistrato da lui designato non può delegare per il compimento degli atti di indagine altri uffici del pubblico ministero. BibliografiaMari A., sub art. 371-bis, in Codice di procedura penale. Rassegna di giurisprudenza e dottrina, a cura di G. Lattanzi e E. Lupo, Milano, 2017, Vol. V |