Codice di Procedura Penale art. 380 - Arresto obbligatorio in flagranza.Arresto obbligatorio in flagranza. 1. Gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria [57, 383; 214 coord.] procedono all'arresto [13 Cost.] di chiunque [343] è colto in flagranza [382; 230 coord.] di un delitto [224 coord.] non colposo [43 c.p.], consumato o tentato [56 c.p.], per il quale la legge stabilisce la pena dell'ergastolo o della reclusione non inferiore nel minimo a cinque anni e nel massimo a venti anni [379] 1. 2. Anche fuori dei casi previsti dal comma 1, gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria procedono all'arresto di chiunque è colto in flagranza di uno dei seguenti delitti non colposi, consumati o tentati: a) delitti contro la personalità dello Stato previsti nel titolo I del libro II del codice penale per i quali è stabilita la pena della reclusione non inferiore nel minimo a cinque anni o nel massimo a dieci anni [379]; a-bis) delitto di violenza o minaccia ad un Corpo politico, amministrativo o giudiziario o ai suoi singoli componenti previsto dall'articolo 338 del codice penale 2; a-ter) delitto di lesioni personali a personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria e a chiunque svolga attività ausiliarie ad essa funzionali previsto dall'articolo 583-quater, secondo comma, del codice penale3; a-quater) delitto di danneggiamento previsto dall'articolo 635, quarto comma, del codice penale4; b) delitto di devastazione e saccheggio previsto dall'articolo 419 del codice penale; c) delitti contro l'incolumità pubblica previsti nel titolo VI del libro II del codice penale per i quali è stabilita la pena della reclusione non inferiore nel minimo a tre anni o nel massimo a dieci anni [379]; d) delitto di riduzione in schiavitù previsto dall'articolo 600, delitto di prostituzione minorile previsto dall'articolo 600-bis, primo comma, delitto di pornografia minorile previsto dall'articolo 600-ter, commi primo e secondo, anche se relativo al materiale pornografico di cui all'articolo 600-quater.1, e delitto di iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile previsto dall'articolo 600-quinquies del codice penale5; d.1) delitti di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro previsti dall'articolo 603-bis, secondo comma, del codice penale6; d-bis) delitto di violenza sessuale previsto dall'articolo 609-bis, escluso il caso previsto dal terzo comma, e delitto di violenza sessuale di gruppo previsto dall'articolo 609-octies del codice penale7; d-ter) delitto di atti sessuali con minorenne di cui all'articolo 609-quater, primo e secondo comma, del codice penale8; e) delitto di furto quando ricorre la circostanza aggravante prevista dall'articolo 4 della legge 8 agosto 1977, n. 533, o taluna delle circostanze aggravanti previste dall'articolo 625, primo comma, numeri 2), prima ipotesi, 3) e 5), nonchè 7-bis), del codice penale, salvo che ricorra, in questi ultimi casi, la circostanza attenuante di cui all'articolo 62, primo comma, numero 4), del codice penale9; e-bis) delitti di furto previsti dall'articolo 624-bis del codice penale, salvo che ricorra la circostanza attenuante di cui all'articolo 62, primo comma, numero 4), del codice penale10; f) delitto di rapina previsto dall'articolo 628 del codice penale e di estorsione previsto dall'articolo 629 del codice penale; f.1) delitto di truffa, quando ricorre la circostanza aggravante prevista dall'articolo 640, terzo comma, del codice penale11; f-bis) delitto di ricettazione, nell'ipotesi aggravata di cui all'articolo 648, primo comma, secondo periodo, del codice penale12; g) delitti di illegale fabbricazione, introduzione nello Stato, messa in vendita, cessione, detenzione e porto in luogo pubblico o aperto al pubblico di armi da guerra o tipo guerra o parti di esse, di esplosivi, di armi clandestine nonche' di più armi comuni da sparo, escluse quelle previste dall'articolo 2, comma terzo, della legge 18 aprile 1975, n. 11013; h) delitti concernenti sostanze stupefacenti o psicotrope puniti a norma dell'art. 73 del testo unico approvato con decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, salvo che per i delitti di cui al comma 5 del medesimo articolo14; i) delitti commessi per finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine costituzionale per i quali la legge stabilisce la pena della reclusione non inferiore nel minimo a quattro anni o nel massimo a dieci anni1516; l) delitti di promozione, costituzione, direzione e organizzazione delle associazioni segrete previste dall'articolo 1 della legge 25 gennaio 1982, n. 17, delle associazioni di carattere militare previste dall'articolo 1 della legge 17 aprile 1956, n. 561, delle associazioni, dei movimenti o dei gruppi previsti dagli articoli 1 e 2 della legge 20 giugno 1952, n. 645, delle organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi di cui all'articolo 3, comma 3, della legge 13 ottobre 1975, n. 654 17; l-bis) delitti di partecipazione, promozione, direzione e organizzazione della associazione di tipo mafioso prevista dall'articolo 416- bis del codice penale18; l-ter) delitti di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, di maltrattamenti contro familiari e conviventi e di atti persecutori, previsti dagli articoli 387-bis, 572 e 612-bis del codice penale 19; m) delitti di promozione, direzione, costituzione e organizzazione della associazione per delinquere prevista dall'articolo 416 commi 1 e 3 del codice penale, se l'associazione è diretta alla commissione di più delitti fra quelli previsti dal comma 1 o dalle lettere a) , b) , c) , d) , f) , g) , i) del presente comma20; m-bis) delitti di fabbricazione, detenzione o uso di documento di identificazione falso previsti dall'articolo 497-bis del codice penale21 m-ter) delitti di promozione, direzione, organizzazione, finanziamento o effettuazione di trasporto di persone ai fini dell'ingresso illegale nel territorio dello Stato, di cui all'articolo 12, commi 1 e 3, del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e successive modificazioni22 m-quater ) delitto di omicidio colposo stradale o nautico previsto dall'articolo 589-bis, secondo e terzo comma, del codice penale, salvo che il conducente si sia immediatamente fermato, adoperandosi per prestare o attivare i soccorsi, e si sia messo immediatamente a disposizione degli organi di polizia giudiziaria23 m-quinquies) delitto di resistenza o di violenza contro una nave da guerra, previsto dall'articolo 1100 del codice della navigazione24. 3. Se si tratta di delitto perseguibile a querela e la querela non è contestualmente proposta, quando la persona offesa non è prontamente rintracciabile, l'arresto in flagranza, nei casi di cui ai commi 1 e 2, è eseguito anche in mancanza della querela che può ancora sopravvenire. In questo caso, se la querela non è proposta nel termine di quarantotto ore dall'arresto oppure se l'avente diritto dichiara di rinunciarvi o rimette la querela proposta, l'arrestato è posto immediatamente in libertà. Gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria che hanno proceduto all'arresto effettuano tempestivamente ogni utile ricerca della persona offesa. Quando la persona offesa è presente o è rintracciata ai sensi dei periodi precedenti, la querela può essere proposta anche con dichiarazione resa oralmente all'ufficiale o all'agente di polizia giudiziaria, ferma restando la necessità di rendere alla persona offesa, anche con atto successivo, le informazioni di cui all'articolo 90-bis25.
[1] Per il potere dell'autorità giudiziaria di ritardare l'esecuzione di provvedimenti di arresto, e per quello degli ufficiali di polizia giudiziaria addetti alle unità specializzate antidroga nonché delle autorità doganali di omettere o ritardare l'arresto, v. art. 98 d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309. Per il potere del pubblico ministero di ritardare l'esecuzione o disporre che sia ritardata l'esecuzione dell'arresto quando sia necessario in relazione alle indagini in tema di sequestro di persona a scopo di estorsione, v. l'art. 7 d.l. 15 gennaio 1991, n. 8, conv., con modif., in l. 15 marzo 1991, n. 82. V. anche nota 1 sub art. 253. Una ipotesi particolare di arresto obbligatorio fuori flagranza, e per un reato con pena inferiore a tre anni di reclusione, era stata introdotta dall'art. 7, comma 12, d.l. 30 dicembre 1989, n. 416, conv., con modif., in l. 28 febbraio 1990, n. 39, relativo allo straniero che viola gli obblighi della sorveglianza speciale. Per un'ipotesi di flagranza differita, in materia di delitti commessi nei centri di permanenza per i rimpatri, v. art. 14, commi 7-bis e 7-ter, d.lgs. 25 luglio 1998 n. 286. [2] Lettera inserita dall'art. 2, comma 1, l. 3 luglio 2017, n. 105. [3] Lettera inserita dall'art. 2, comma 1, lett. a), d.l. 1° ottobre 2024, n. 137, conv., con modif., in l. 18 novembre 2024, n. 171. [4] Lettera inserita dall'art. 2, comma 1, lett. a), d.l. 1° ottobre 2024, n. 137, conv., con modif., in l. 18 novembre 2024, n. 171 che, in sede di conversione, ha sostituito le parole: «635, quarto comma» alle parole «635, terzo comma». [5] Lettera modificata dall'art. 11, comma 1, l. 3 agosto 1998, n. 269 e successivamente dall'art. 12, comma 1, l. 6 febbraio 2006, n. 38. [6] Lettera inserita dall'art. 4, comma 1, l. 29 ottobre 2016, n. 199. [7] Lettera inserita dall'art. 2, d.l. 23 febbraio 2009, n. 11, conv., con modif., in l. 23 aprile 2009, n. 38. [8] Lettera inserita dall'art. 5, l. 1° ottobre 2012, n. 172. [9] Lettera modificata dall'art. 3, comma 25, lett. a), l. 15 luglio 2009, n. 94. Da ultimo, modificata dall'art. 8, d.l. 14 agosto 2013, n. 93, conv. con modif., in l. 15 ottobre 2013, n. 119. Precedentemente la stessa lettera era stata modificata dall'art. 10, comma 1, l. 26 marzo 2001, n. 128. Tale formulazione, era stata dichiarata costituzionalmente illegittima con sentenza della Corte cost.16 febbraio 1993, n. 54, nella parte in cui prevedeva «l'arresto obbligatorio in flagranza per il delitto di furto aggravato ai sensi dell'art. 625, primo comma, numero 2, prima ipotesi, del codice penale, nel caso in cui ricorra la circostanza attenuante prevista dall'art. 62, numero 4 dello stesso codice». [10] Lettera inserita dall'art. 10, comma 2, l. n. 128, cit. [11] Lettera inserita dall'art. 11, comma 3 d.l. 11 aprile 2025, n. 48, in corso di conversione. [12] Lettera inserita dall'art. 8, d.l. 14 agosto 2013, n. 93, conv. con modif., in l. 15 ottobre 2013, n. 119. [13] Lettera sostituita dall'art. 10, d.l. 13 maggio 1991, n. 152, conv., con modif., in l. 12 luglio 1991, n. 203. [14] Lettera sostituita dall'art. 2, comma 1, d.l. 8 agosto 1991, n. 247, conv., con modif., in l. 5 ottobre 1991, n. 314 e successivamente modificata dall''art. 2, comma 1-bis, d.l. 23 dicembre 2013, n. 146, conv., con modif., in l. 21 febbraio 2014, n. 10. [15] Lettera modificata dall'art. 13, comma 1,d.l. 27 luglio 2005, n. 144, conv., con modif., in l. 31 luglio 2005, n. 155. [16] V. anche l'art. 1, d.l. 15 dicembre 1979, n. 625, conv., con modif., in l. 6 febbraio 1980, n. 15, art. 11, l. 29 maggio 1982, n. 304 e artt. 21 e 29 l. 18 aprile 1975, n. 110. [17] Lettera dapprima modificata dall'art. 4, d.l. 8 giugno 1992, n. 306, conv., con modif., nella l. 7 agosto 1992, n. 356, e successivamente dall'art.6 comma 2- bis, d.l. 26 aprile 1993, n. 122, conv., con modif., in l. 25 giugno 1993, n. 205. Ai sensi dell'art. 8, tabella A, d.lgs. 1 marzo 2018, n. 21, il riferimento all'art. 3, comma 3, della legge 13 ottobre 1975, n. 654, è ora da intendersi all'art. 604-bis, comma 2, c.p. [18] Lettera inserita dall'art. 4, comma 6, lett. b), d.l. 8 giugno 1992, n. 306, conv., con modif., in l. 7 agosto 1992, n. 356. [19] L'art. 2, comma 15, l. 27 settembre 2021, n. 134, in vigore dal 19 ottobre 2021, ha sostituito la presente lettera. Il testo della lettera, come inserito dall'art. 2, d.l. 14 agosto 2013, n. 93, conv. con modif. dalla l. 15 ottobre 2013, n. 119, era il seguente: "l-ter) delitti di maltrattamenti contro familiari e conviventi e di atti persecutori, previsti dall'articolo 572 e dall'articolo 612-bis del codice penale". [20] Per ulteriori ipotesi di arresto obbligatorio in flagranza v. l'art. 12, comma 4, d.lgs. 25 luglio 1998, n. 286. [21] Lettera inserita dall'art. 2, comma 1-ter, d.l. 18 febbraio 2015, n. 7, conv., con modif. in l. 17 aprile 2015, n. 43. [22] Lettera inserita dall'art. 3-bis, comma 2, d.l. 18 febbraio 2015, n. 7, conv., con modif. in l. 17 aprile 2015, n. 43. [23] Lettera dapprima aggiunta dall'art. 1, comma 5 lett.a), l. 23 marzo 2016, n. 41 e successivamente sostituito dall'art. 2, comma 1, l. 26 settembre 2023, n. 138. Il testo della lettera era il seguente: «delitto di omicidio colposo stradale previsto dall'articolo 589-bis, secondo e terzo comma, del codice penale ». [24] Lettera aggiunta dall'art. 3-bis, comma 1, d.l. 14 giugno 2019, n. 53, conv., con modif, in l. 8 agosto 2019, n. 77. [25] Comma sostituito dall'art. 3, comma 1, l. 24 maggio 2023, n. 60, a decorrere dal 16 giugno 2023. Il testo precedente era il seguente: «3. Se si tratta di delitto perseguibile a querela, l'arresto in flagranza è eseguito se la querela viene proposta, anche con dichiarazione resa oralmente all'ufficiale o all'agente di polizia giudiziaria presente nel luogo. Se l'avente diritto dichiara di rimettere la querela, l'arrestato è posto immediatamente in libertà ». InquadramentoL'art. 380 (che costituisce attuazione della direttiva n. 32 della legge delega del 1987, e trova copertura costituzionale nel terzo comma dell'art. 13 Cost.) individua i delitti per i quali è obbligatorio l'arresto in flagranza di reato: – deve sempre trattarsi di delitti non colposi; – può trattarsi di delitti consumati o tentati: “l'esplicita indicazione dei delitti tentati è resa necessaria dall'autonomia di tale figura rispetto all'ipotesi tipica, con la conseguenza che, quando la legge fa riferimento a quest'ultima, l'estensione alla prima può avvenire solo avuto riguardo alla materia disciplinata dalla legge e l'estensione non sarebbe nella specie consentita trattandosi di disposizione che introduce limitazioni alla libertà personale” (così la Relazione al Progetto preliminare del c.p.p., 213). I predetti delitti sono individuati, con presunzione iuris et de iure, attraverso il riferimento al loro grado di gravità, determinato secondo uno schema duplice, ovvero alternativamente in riferimento: – alla cornice edittale astratta (determinata ai sensi degli artt. 379 e 278): deve trattarsi di delitti puniti con la pena dell'ergastolo oppure, ad un tempo, della reclusione non inferiore sia nel minimo a cinque anni che nel massimo a venti anni (dette condizioni devono concorrere); – al nomen iuris, ovvero nominativamente, a prescindere dalla cornice edittale [cfr. delitti nominativamente indicati nelle lettere da a) ad m-quinquies) del comma 2]. Il catalogo di questi ultimi delitti, individuati, nel rispetto della lettera b) della direttiva 32 della legge delega, avendo riguardo a «speciali esigenze di tutela della collettività» (parametro costituzionalmente compatibile, perché delimitabile “in relazione ai reati che hanno quali caratteristiche l'uso di armi o di altri mezzi di violenza contro le persone, la riferibilità ad organizzazioni criminali comuni e politiche, la direzione lesiva verso le condizioni di base della sicurezza collettiva e dell'ordine democratico”: così la Relazione al Progetto preliminare del c.p.p., 212, richiamando Corte cost., n. 1/1980) è stato progressivamente arricchito, incidendo anche sull'applicazione di ulteriori istituti (si pensi, in particolare, per la sua rilevanza, alla prevista utilizzabilità in altri procedimenti delle intercettazioni rilevanti ed indispensabili per l'accertamento di delitti per i quali è obbligatorio l'arresto in flagranza: cfr. art. 270, comma 1, c.p.p., cui si rinvia). La Corte costituzionale (n. 54/1993) ha dichiarato l'illegittimità dell'art. 380, comma 2, lett. e) per eccesso di delega, “nella parte in cui prevede l'arresto obbligatorio in flagranza per il delitto di furto aggravato ai sensi dell'art. 625, comma primo, n. 2, prima ipotesi, c.p., nel caso in cui ricorra la circostanza attenuante prevista dall'art. 62, comma primo, n. 4, c.p.”, poiché tale fattispecie non denota “speciali esigenze di tutela della collettività”; la l. n. 128 del 2001 ha recepito la suddetta indicazione, novellando le lettere e) ed e-bis) nel senso di escludere – ricorrendo la predetta attenuante – l'obbligatorietà dell'arresto. L'art. 13, comma terzo, Cost., che attribuisce all'autorità di p.s., “in casi eccezionali di necessità e urgenza indicati tassativamente dalla legge”, il potere di adottare provvedimenti che restringano provvisoriamente la libertà personale, legittima la deroga prevista dall'art. 380 alla garanzia della riserva di giurisdizione; la previsione di casi di obbligatorietà dell'arresto, in deroga al principio generale dell'esclusione di automatismi in materia precautelare e cautelare, trova giustificazione (anche costituzionale) nell'esigenza di evitare che il riconoscimento alla p.g. di significativi margini di discrezionalità quanto all'effettuazione o meno dell'arresto potesse determinare applicazioni anomale dell'istituto (D'Ambrosio 1989, 367). L'arresto obbligatorio in flagranza non è mai consentito: – per i delitti colposi; – per le contravvenzioni. Per la nozione di “flagranza” si rinvia sub art. 382. L'obbligo di arresto da parte di ufficiali o agenti di polizia giudiziaria (così come la facoltà di arresto in flagranza da parte del privato) non giustifica, di per sé, l'uso di armi contro persone che, dopo aver tentato di consumare un delitto, per sottrarsi alla cattura, si diano alla fuga (Cass. V, n. 7570/1999). La Corte costituzionale (n. 109/1999) ha dichiarato costituzionalmente illegittimo, per violazione degli artt. 2,3,13,24 e 76 Cost. (in relazione all'art. 2 punto 100 l. 16 febbraio 1987 n. 81, recante delega legislativa al Governo della Repubblica per l'emanazione del nuovo codice di procedura penale): – l'art. 314, comma 1, c.p.p., nella parte in cui non prevede che chi è stato prosciolto con sentenza irrevocabile perché il fatto non sussiste, per non aver commesso il fatto, perché il fatto non costituisce reato o non è previsto dalla legge come reato, ha diritto a un'equa riparazione per la detenzione subita a causa di arresto in flagranza o di fermo di indiziati di delitto, entro gli stessi limiti stabiliti per la custodia cautelare; – l'art. 314, comma 2, c.p.p., nella parte in cui non prevede che lo stesso diritto, nei medesimi limiti, spetta al prosciolto per qualsiasi causa o al condannato che nel corso del processo sia stato sottoposto ad arresto in flagranza o a fermo di indiziato di delitto quando, con decisione irrevocabile, siano risultate insussistenti le condizioni per la convalida. I soggetti legittimati ad eseguire l’arresto in flagranzaLegittimati ad eseguire un arresto in flagranza, per i delitti che lo consentono, sono: – gli ufficiali di polizia giudiziaria; – gli agenti di polizia giudiziaria. Sono tali, rispettivamente, i soggetti indicati dall'art. 57, commi 1 e 3, e commi 2 e 3, c.p.p., ai quali si rinvia. Secondo parte della giurisprudenza, nel caso di reati per i quali è previsto l'arresto in flagranza, il Pubblico Ministero ha il potere di disporre l'arresto dell'autore dei medesimi: ciò si deve ritenere in base all'interpretazione sistematica degli artt. 55, comma 2, e 56, comma 1, c.p.p., che riconoscono al P.M. un potere di sovraordinazione, di indirizzo e di direttiva della polizia giudiziaria anche in materia coercitiva; d'altro canto la concezione che verrebbe riservato alla polizia giudiziaria ed interdetto al P.M. il potere di arresto in flagranza in virtù di una interpretazione restrittiva della direttiva n. 32 della legge delega del 1987, trova smentita significativa nell'art. 476, comma 1, c.p.p. (cui si rinvia), che prevede appunto una legittimazione in tal senso del P.M. per i reati commessi in udienza (Cass. VI, n. 2095/1994: principio affermato con riferimento a reato di false dichiarazioni al P.M.; conforme, Cass. VI, n. 2000/1993, per la quale l'arresto in flagranza di reato non è di per sé reso illegittimo dalla circostanza che ad ordinarlo sia stato il pubblico ministero e che la polizia giudiziaria si sia limitata ad eseguire tale ordine, costituendo quest'ultimo piuttosto una garanzia per l'imputato, il quale non ha pertanto alcun interesse a dolersene – nella specie si trattava di arresto in flagranza per il reato di cui all'art. 371-bis c.p.; in senso contrario, peraltro, cfr. Cass. VI, n. 1332/1994). Per la facoltà di arresto da parte dei privati si rinvia sub art. 383; fuori da questo caso, non è mai consentito l'arresto da parte di organi giudiziari che non esercitano funzioni penali (cfr. art. 214 disp. coord. c.p.p.). È possibile ritardare l'esecuzione dell'arresto, per finalità di acquisizione probatoria, per numerosi delitti previsti dal codice penale (ad es., sequestro di persona a scopo di estorsione, riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù, prostituzione minorile, pornografia minorile, detenzione di materiale pornografico, iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile, tratta di persone, acquisto e detenzione di schiavi, estorsione, usura, riciclaggio) o dalla legislazione speciale (ad es., per i delitti in materia di stupefacenti, a norma dell'art. 98 d.P.R. n. 309 del 1990). Agli ufficiali di polizia giudiziaria ed alle autorità doganali è attribuita, ai sensi dell'art. 9, comma 6, l. n. 146 del 2006, la facoltà di omissione o ritardo nel compimento di atti di propria competenza, e quindi anche dell'arresto in flagranza, anche nel caso in cui i predetti soggetti non rientrino tra quelli che possono beneficiare della causa di giustificazione prevista dal primo comma della citata norma (Cass. VI, n. 25508/2017): in tali casi, la sussistenza della flagranza deve essere verificata con riferimento non al momento dell'arresto, bensì a quello in cui avrebbe potuto essere effettuato (Cass. VI, n. 14216/2007: fattispecie in tema di delitti concernenti gli stupefacenti e ritardata esecuzione dell'arresto); inoltre, il termine di ventiquattro ore entro cui la polizia giudiziaria deve porre l'arrestato a disposizione dell'arrestato e il connesso termine per la convalida dell'arresto decorrono dal momento in cui l'arresto è stato effettivamente eseguito e non da quello in cui avrebbe potuto essere effettuato (Cass. VI, n. 5188/1998: stessa fattispecie da ultimo citata). La giurisprudenza ha chiarito che l'eventuale illegittimità della perquisizione non inficia la validità dell'arresto in flagranza, operato all'esito dell'esecuzione dell'atto, e del conseguente sequestro obbligatorio di cose costituenti corpo del reato (Cass. IV, n. 16094/2009; Cass. III, n. 19000/2015: fattispecie relativa all'arresto in flagranza per la detenzione di sostanza stupefacente rinvenuta e sequestrata all'esito di perquisizione domiciliare della quale era stata lamentata l'illegittimità). I soggetti che devono essere arrestati in flagranzaChiunque, se maggiorenne, deve essere arrestato in flagranza di reato nei casi di cui all’art. 380, salve le specificazioni che seguiranno nei §§ 3.1 e 3.2. Per la possibilità di arresto in flagranza nei casi in cui è necessaria l’autorizzazione a procedere, si rinvia sub art. 343. Parlamentari, ministri e giudici costituzionali Ai sensi dell'art. 68, comma secondo, Cost., senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza; ove si tratti di reati per i quali è previsto l'arresto soltanto facoltativo in flagranza (cfr. sub art. 381), sarà necessario, per procedervi, ottenere l'autorizzazione della Camera di appartenenza; l'esecuzione della misura precautelare resta sospesa durante il tempo necessario per ottenere la predetta autorizzazione, ma nessuna disposizione spiega quale sia, nelle more, lo status dell'arrestando, se, in particolare, egli possa allontanarsi (e, perché no, far perdere le sue tracce); se la Camera di appartenenza viene sciolta, la richiesta di autorizzazione diviene inefficace dal momento dell'inizio della nuova legislatura, ma può essere ripresentata alla Camera competente nel momento in cui essa si insedia (cfr. anche l. n. 140 del 2003, recante “Disposizioni per l'attuazione dell'articolo 68 della Costituzione nonché in materia di processi penali nei confronti delle alte cariche dello Stato”). Le medesime garanzie sono previste anche per i giudici costituzionali (art. 3, l. cost. n. 1/1948), e per i ministri (art. 10, comma 1, l. cost. n. 1/1989). L’arresto in flagranza nel procedimento minorile Cfr. sub art. 381, § 3.2. I delitti perseguibili a querela di parteQuando si tratta di delitti procedibili a querela di parte, l'arresto in flagranza può essere eseguito soltanto nei casi in cui la querela venga proposta (anche con una dichiarazione resa oralmente) al soggetto che si accinga ad eseguirlo, presente nel luogo; nel caso in cui la p.o. legittimata alla querela e già querelante dichiari di rimettere la querela, l'arrestato deve essere immediatamente rimesso in libertà. Tale ipotesi poteva in origine “ricorrere solo per i casi previsti dalla lett. e) quando si verificano le condizioni di cui all'art. 649 c.p.” [così la Relazione al Progetto preliminare del c.p.p., 213, che peraltro dimenticava uno dei casi di cui alla lett. f), ovvero l'estorsione tentata commessa senza violenza alle persone]. Come precisato dalla giurisprudenza (Cass. II, n. 12309/2017), il contenuto letterale della norma impone una condizione e prevede una facilitazione correlata alla peculiarità della situazione: – la condizione consiste nella verifica che la querela sia proposta ad opera della persona offesa. La ratio di una simile disposizione è, infatti, quella che l'ufficiale o l'agente di P.G. che provvedono all'arresto verifichino se la condizione di procedibilità esista in quel frangente, perché altrimenti verrebbe a mancare uno dei presupposti giustificativi della limitazione della libertà personale, la quale in tanto può avvenire tramite l'arresto in quanto l'azione penale sia già esercitabile; – la facilitazione consiste, invece, nella deroga alle normali forme di presentazione della querela, la quale, nell'ipotesi in esame, considerate le contingenze del caso e la necessità di provvedere nell'immediatezza, può essere presentata attraverso una manifestazione orale della volontà punitiva da parte della persona offesa. L'esistenza di questa forma agevolata di presentazione della querela evidenzia che la verifica della sussistenza della condizione di procedibilità va svolta al momento, in quanto, se bastasse la presentazione in qualsiasi tempo della querela, non sarebbe necessaria alcuna facilitazione perché la parte offesa esprima la sua volontà punitiva. Il che equivale a dire che non è possibile procedere all'arresto nell'attesa che la persona offesa valuti se presentare o meno la querela nei confronti dell'arrestato. Ne consegue che la verifica dell'esistenza delle condizioni richieste dalla norma de qua deve essere operata con riguardo al momento in cui l'arresto viene materialmente eseguito e non al differente frangente in cui il relativo verbale viene redatto. L'arresto può, pertanto, essere eseguito solo nel caso in cui la querela sia stata contestualmente presentata dalla persona offesa; peraltro, un'eventuale querela presentata al di fuori del luogo e del tempo dell'arresto non pregiudica il successivo esercizio dell'azione penale, ma non incide sulla legittimità dell'atto, non essendo possibile la successiva sanatoria della mancanza della condizione di procedibilità esistente al momento dell'arresto. In applicazione del principio, la giurisprudenza ha ritenuto illegittimo l'arresto in flagranza eseguito per un reato perseguibile a querela, qualora quest'ultima non sia stata proposta dalla persona offesa all'ufficiale o all'agente di polizia giudiziaria presente nel luogo, come richiesto dall'art. 381, comma 3, non rilevando che essa sia stata sporta altrove nella stessa giornata (cfr., sempre in riferimento ad arresti facoltativi dichiarati illegittimi, Cass. III, n. 16385/2012, in fattispecie di querela sporta presso il presidio ospedaliero, e Cass. II, n. 12309/2017, in fattispecie di arresto facoltativo illegittimo). Casistica
Reati in materia di armi Per eseguire un arresto obbligatorio in flagranza di reato per i reati indicati dalla lett. g), l'impiego, nel corpo della disposizione, del termine “armi” al plurale, non vuole intendere la necessità che il reato abbia ad oggetto una pluralità di armi clandestine, e questo assunto trova conferma testuale nel rilievo che il legislatore, in riferimento ai reati aventi ad oggetto armi comuni da sparo non alterate, ha espressamente richiesto, per legittimare l'arresto obbligatorio, che la condotta di illecita detenzione riguardi “più” armi (Cass. I, 12/02/2003, Guida dir. 2003, n. 23, 76). Reati in materia di sostanze stupefacenti Merita di essere segnalato che la previsione attuale della obbligatorietà dell'arresto in flagranza per i delitti concernenti sostanze stupefacenti o psicotrope puniti a norma dell'art. 73 d.P.R. n. 309 del 1990,salvo che per i delitti di cui al comma 5 del medesimo articolo (lett. h), produce notevoli incertezze, poiché l'integrazione di quest'ultima fattispecie di reato autonomo, per la quale l'arresto non è obbligatorio e non è consentito (cfr. sub art. 381), è connotata da ampi spazi di discrezionalità. La giurisprudenza ha osservato, quanto all'evenienza che sia dedotto l'uso personale della sostanza stupefacente rinvenuta, che «la valutazione del giudice sulla legittimità dell'arresto, pur non potendo estendersi all'accertamento dell'esistenza dei gravi indizi di colpevolezza, deve tuttavia essere intesa alla verifica della sussistenza delle condizioni legittimanti la privazione della libertà personale, condizioni tra le quali deve ritenersi inclusa la configurabilità (non solo astratta) del reato per cui si è proceduto all'arresto e la sua attribuibilità alla persona arrestata, con la conseguenza che la detenzione di sostanza stupefacente non legittima l'arresto in flagranza quando non emergono (non già gravi indizi, bensì) elementi sintomatici della destinazione della sostanza all'uso di terzi» (Cass. III, n. 28522/2018: fattispecie nella quale i necessari elementi sintomatici erano certamente esistenti, avendo il g.i.p. dato conto della detenzione di un bilancino di precisione, e considerato il peso lordo delle sostanze stupefacenti tratte in sequestro). Le modifiche introdotte dalla l. n. 138 del 2023.L’art. 2, comma 1, l. n. 138 del 2023 ha sostituito la lettera m-quater) dell’articolo in commento con la seguente: «m-quater) delitto di omicidio colposo stradale o nautico previsto dall’articolo 589-bis, secondo e terzo comma, del codice penale, salvo che il conducente si sia immediatamente fermato, adoperandosi per prestare o attivare i soccorsi, e si sia messo immediatamente a disposizione degli organi di polizia giudiziaria». Le modifiche introdotte dal d.l. n. 137 del 2024L’art. 2, comma 1, lett. a), d. l. n. 137 del 1° ottobre 2024, recante “Misure urgenti per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari, socio-sanitari, ausiliari e di assistenza e cura nell’esercizio delle loro funzioni nonché di danneggiamento dei beni destinati all’assistenza sanitaria, in vigore dal 2 ottobre 2004 e da convertire, quindi entro il 1° dicembre 2024, ha inserito, nell’art. 380, comma 2, dopo la lettera a-bis), le seguenti lettere: a-ter) delitto di lesioni personali a personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria e a chiunque svolga attività ausiliarie ad essa funzionali previsto dall’articolo 583-quater, secondo comma, del codice penale; a-quater) delitto di danneggiamento previsto dall’articolo 635, terzo comma, del codice penale. BibliografiaD’Ambrosio, sub art. 380 c.p.p., in AA.VV., Commento al nuovo codice di procedura penale, coordinato da Chiavario, vol. IV, 370, Torino |