Codice di Procedura Penale art. 386 - Doveri della polizia giudiziaria in caso di arresto o di fermo.Doveri della polizia giudiziaria in caso di arresto o di fermo. 1. Gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria che hanno eseguito l'arresto o il fermo o hanno avuto in consegna l'arrestato, ne danno immediata notizia al pubblico ministero del luogo ove l'arresto o il fermo è stato eseguito. Consegnano all'arrestato o al fermato una comunicazione scritta, redatta in forma chiara e precisa e, se questi non conosce la lingua italiana, tradotta in una lingua a lui comprensibile, con cui lo informano: a) della facoltà di nominare un difensore di fiducia e di essere ammesso al patrocinio a spese dello Stato nei casi previsti dalla legge; b) del diritto di ottenere informazioni in merito all'accusa; c) del diritto all'interprete ed alla traduzione di atti fondamentali; d) del diritto di avvalersi della facoltà di non rispondere; e) del diritto di accedere agli atti sui quali si fonda l'arresto o il fermo; f) del diritto di informare le autorità consolari e di dare avviso a un familiare o ad altra persona di fiducia1; g) del diritto di accedere all'assistenza medica di urgenza; h) del diritto di essere condotto davanti all'autorità giudiziaria per la convalida entro novantasei ore dall'avvenuto arresto o fermo; i) del diritto di comparire dinanzi al giudice per rendere l'interrogatorio e di proporre ricorso per cassazione contro l'ordinanza che decide sulla convalida dell'arresto o del fermo;2 i-bis) della facoltà di accedere ai programmi di giustizia riparativa34. 1-bis. Qualora la comunicazione scritta di cui al comma 1 non sia prontamente disponibile in una lingua comprensibile all'arrestato o al fermato, le informazioni sono fornite oralmente, salvo l'obbligo di dare comunque, senza ritardo, comunicazione scritta all'arrestato o al fermato5 . 1-ter. La comunicazione scritta di cui al comma 1 viene allegata agli atti in forma di documento informatico. Se l'originale è redatto in forma di documento analogico, si osservano le disposizioni degli articoli 110, comma 4, e 111-ter, comma 36. 2. Dell'avvenuto arresto o fermo gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria informano immediatamente il difensore di fiducia eventualmente nominato ovvero quello di ufficio designato dal pubblico ministero a norma dell'articolo 97 [104 2]. 3. Qualora non ricorra l'ipotesi prevista dall'articolo 389, comma 2 [380 3, 381 3], gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria pongono l'arrestato o il fermato a disposizione del pubblico ministero al più presto e comunque non oltre ventiquattro ore [13 Cost.] dall'arresto o dal fermo. Entro il medesimo termine trasmettono il relativo verbale [357, 373 3], anche per via telematica 7, salvo che il pubblico ministero autorizzi una dilazione maggiore. Il verbale contiene l'eventuale nomina del difensore di fiducia, l'indicazione del giorno, dell'ora e del luogo in cui l'arresto o il fermo è stato eseguito e l'enunciazione delle ragioni che lo hanno determinato nonché la menzione dell'avvenuta consegna della comunicazione scritta o dell'informazione orale fornita ai sensi del comma 1-bis 89. 4. Gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria pongono l'arrestato o il fermato a disposizione del pubblico ministero mediante la conduzione nella casa circondariale o mandamentale [285; 18 min.; 9, 20, 20-bis att. min.] del luogo dove l'arresto o il fermo è stato eseguito, salvo quanto previsto dall'articolo 558 [97 2 att.] 10 11. Se l'arrestato o fermato e' donna incinta o madre di prole di eta' inferiore a un anno, gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria lo pongono a disposizione del pubblico ministero mediante la conduzione presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri12. 5. Il pubblico ministero può disporre che l'arrestato o il fermato sia custodito in uno dei luoghi indicati nel comma 1 dell'articolo 284 [18 min.], ovvero, se ne possa derivare grave pregiudizio per le indagini, presso altra casa circondariale o mandamentale 13. Se l'arrestato o fermato è madre di prole di età superiore a un anno e inferiore a tre anni, il pubblico ministero puo' disporre che sia custodito presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri14. 6. Gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria trasmettono il verbale di fermo anche al pubblico ministero che lo ha disposto [384 1], se diverso da quello indicato nel comma 1. 7. L'arresto o il fermo diviene inefficace se non sono osservati i termini previsti dal comma 3 15.
[1] Lettera modificata dall'art. 3, comma 1, lett. c) d.l. 16 settembre 2024, n. 131, non ancora convertito, che ha sostituito le parole «a un familiare o ad altra persona di fiducia» alle parole «ai familiari». [2] L'art. 19, comma 1, lett. a), n. 1) d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150 ha sostituito il segno di interpunzione: «;» al segno di interpunzione: «.». Per l'entrata in vigore delle modifiche disposte dal citato d.lgs. n. 150/2022, vedi art. 99-bis, come aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199. [3] Lettera aggiunta dall'art. 19, comma 1, lett. a), n. 1) d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150. Per l'entrata in vigore delle modifiche disposte dal citato d.lgs. n. 150/2022, vedi art. 99-bis, come aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199. Per l'applicazione vedi l’art. 92, comma 2-bis, d.lgs. n. 150 cit., come aggiunto, in sede di conversione, dall’art. 5-novies d.l. n. 162, cit. [4] Comma così sostituito dall'art. 1, comma 1, lett. e), n. 1), d.lg. 1° luglio 2014, n. 101. Il testo era il seguente: «Gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria che hanno eseguito l'arresto o il fermo o hanno avuto in consegna l'arrestato, ne danno immediata notizia al pubblico ministero del luogo ove l'arresto o il fermo è stato eseguito. Avvertono inoltre l'arrestato o il fermato della facoltà di nominare un difensore di fiducia». [5] Comma inserito dall'art. 1, comma 1, lett. e), n. 2), d.lg. 1° luglio 2014, n. 101. [6] Comma inserito dall'art. 19, comma 1, lett. a), n. 2) d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150. Ai sensi dell'art. 87, comma 5, d.lgs. n. 150, cit.: « Le disposizioni di cui agli articoli 111, commi 2-bis, 2-ter e 2-quater, 111-bis, 111-ter, 122, comma 2-bis, 172, commi 6-bis e 6-ter, 175-bis, 386, comma 1-ter, 483, comma 1-bis, 582, comma 1-bis, del codice di procedura penale, così come introdotte dal presente decreto, si applicano a partire dal quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione dei regolamenti di cui ai commi 1 e 3, ovvero a partire dal diverso termine previsto dal regolamento di cui al comma 3 per gli uffici giudiziari e per le tipologie di atti in esso indicati. Sino alle stesse date, la dichiarazione e l'elezione di domicilio prevista dal comma 2 dell'articolo 153-bis del codice di procedura penale, come introdotto dall'articolo 10, comma 1, lettera e), del presente decreto, nonché le comunicazioni previste dal comma 3 dello stesso articolo 153-bis sono effettuate con le forme ivi previste in alternativa al deposito in via telematica». [7] L'art. 1, d.l. 1° luglio 2013, n. 78, conv., con modif., dalla l. 9 agosto 2013, n. 94, ha inserito le parole: «, anche per via telematica». [8] I commi 3 e 4 sono stati sostituiti dall'art. 23, d.lg. 14 gennaio 1991, n. 12, che ha anche così modificato il testo del comma 7. [9] Comma modificato dall'art. 1, comma 1, lett. e), n. 3), d.lg. 1° luglio 2014, n. 101, che ha aggiunto infine le seguenti parole: «nonché la menzione dell'avvenuta consegna della comunicazione scritta o dell'informazione orale fornita ai sensi del comma 1-bis». [10] I commi 3 e 4 sono stati sostituiti dall'art. 23, d.lg. 14 gennaio 1991, n. 12, che ha anche così modificato il testo del comma 7. [11] In sede di conversione, l'art. 1, d.l. 22 dicembre 2011, n. 211, conv. con modif., in l. 17 febbraio 2012, n. 9, ha inserito, in fine all'articolo, le parole: «salvo quanto previsto dall'articolo 558». [12] Periodo aggiunto dall'art. 15, comma 5 d.l. 11 aprile 2025, n. 48, in corso di conversione. [13] Comma così modificato dall'art. 20, l. 8 agosto 1995, n. 332. [14] Periodo aggiunto dall'art. 15, comma 5 d.l. 11 aprile 2025, n. 48, in corso di conversione. [15] I commi 3 e 4 sono stati sostituiti dall'art. 23, d.lg. 14 gennaio 1991, n. 12, che ha anche così modificato il testo del comma 7. InquadramentoL'art. 386 indica, in attuazione di quanto previsto dalla parte finale della direttiva 32 della legge delega del 1987, i doveri della polizia giudiziaria in caso di arresto in flagranza o di fermo. A norma dell'art. 120 disp. att. c.p.p., agli adempimenti previsti dall'art. 386 possono provvedere anche ufficiali e agenti di polizia giudiziaria diversi da quelli che hanno eseguito l'arresto o il fermo; se l'arresto o il fermo è stato eseguito da agenti di polizia giudiziaria, questi provvedono a darne immediata notizia all'ufficiale di polizia giudiziaria competente ad adottare il provvedimento di liberazione previsto dall'art. 389 comma 2. L’informazione dell’arresto o del fermo al P.M. competente e le comunicazioni spettanti all’arrestato o fermatoLa p.g. deve immediatamente dare notizia dell'arresto in flagranza o del fermo al pubblico ministero del luogo ove l'arresto o il fermo è stato eseguito (ovvero, per i reati previsti dall'art. 51, comma 3-bis, c.p.p., al procuratore della Repubblica distrettuale); deve, inoltre, consegnare all'arrestato o al fermato una comunicazione scritta, redatta in forma chiara e precisa e, se questi non conosce la lingua italiana, tradotta in una lingua a lui comprensibile, con cui lo informano: a ) della facoltà di nominare un difensore di fiducia e di essere ammesso al patrocinio a spese dello Stato nei casi previsti dalla legge; b ) del diritto di ottenere informazioni in merito all'accusa; c ) del diritto all'interprete ed alla traduzione di atti fondamentali; d ) del diritto di avvalersi della facoltà di non rispondere; e ) del diritto di accedere agli atti sui quali si fonda l'arresto o il fermo; f ) del diritto di informare le autorità consolari e di dare avviso ai familiari; g ) del diritto di accedere all'assistenza medica di urgenza; h ) del diritto di essere condotto davanti all'autorità giudiziaria per la convalida entro novantasei ore dall'avvenuto arresto o fermo; i ) del diritto di comparire dinanzi al giudice per rendere l'interrogatorio e di proporre ricorso per cassazione contro l'ordinanza che decide sulla convalida dell'arresto o del fermo; i-bis ) questa lettera, aggiunta dall'art. 19, comma 1, lett. a), d. lgs. n. 150 del 2022 – c.d. “riforma Cartabia” – (in vigore dal 30 giugno 2023, ex art. 92, comma 2-bis, d. lgs. cit., introdotto dall'art. 5-novies l. n. 199 del 2022), prevede che l'arrestato ed il fermato siano informati anche della facoltà di accedere ai nuovi programmi di giustizia riparativa. Nei casi in cui la predetta comunicazione scritta non sia prontamente disponibile in una lingua comprensibile per l'arrestato o per il fermato, le prescritte informazioni sono fornite oralmente, salvo l'obbligo di dare comunque, senza ritardo, comunicazione scritta all'arrestato o al fermato. A norma del nuovo comma 1-ter della disposizione in commento, inserito dall'art. 19, comma 1, lett. a), d. lgs. n. 150 del 2022 - c.d. ”riforma Cartabia” – (in vigore, ai sensi dell'art. 87, comma 5, stesso d. lgs., “a partire dal quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione dei regolamenti di cui ai commi 1 e 3 – da emanare in materia di processo penale telematico – ovvero a partire dal diverso termine di cui al comma 3 per gli uffici giudiziari e per le tipologie di atti in esso indicati”), la comunicazione scritta di cui al comma 1 va allegata agli atti in forma di documento informatico; se l'originale è redatto in forma di documento analogico, si osservano le disposizioni di cui agli artt. 110, comma 4, e 111-ter, comma 3, del codice di rito, cui si rinvia. Secondo la giurisprudenza, la comunicazione prevista dall'art. 386 costituisce, nei casi di arresto in flagranza, atto del procedimento di arresto in flagranza e condizione di validità del solo arresto, sicché la sua omissione non dispiega alcun effetto sull'efficacia dei successivi atti del procedimento e del processo (Cass. II, n. 6013/2018); in caso di arresto di straniero alloglotto, si è, inoltre, ritenuto che, nel caso di mancata o incompleta traduzione della comunicazione inerente alle garanzie ed ai diritti difensivi, previsti dall'art. 386, commi 1 e 1-bis, il diritto di difesa nei confronti dell'arrestato è comunque soddisfatto dall'assistenza, in sede di udienza di convalida, di un interprete che traduca le contestazioni e le ragioni che hanno determinato l'emissione del provvedimento nei suoi confronti, nonché dalla traduzione anche orale dell'ordinanza cautelare emessa all'esito della predetta udienza (Cass. V, n. 11068/2018). L’informazione dell’arresto o del fermo al difensore dell’arrestato o del fermatoLa polizia giudiziaria deve anche informare immediatamente dell'avvenuto arresto o fermo il difensore di fiducia eventualmente nominato ovvero quello di ufficio designato dal P.M. ai sensi dell'art. 97 c.p.p., cui si rinvia. Secondo la giurisprudenza, peraltro, non è causa di nullità o di inefficacia dell'atto l'inosservanza, da parte della polizia giudiziaria, dell'obbligo di avvisare immediatamente il difensore, di fiducia o d'ufficio, dell'avvenuto arresto in flagranza o fermo, atteso che, in mancanza di una previsione espressa in tal senso, ovvero di una espressa sanzione processuale, detto obbligo di informazione non è riferibile in modo diretto all'assistenza dell'arrestato nel compimento degli atti garantiti (Cass. VI, n. 34083/2013; Cass. IV, n. 25235/2014; Cass. I, n. 26163/2019). La messa a disposizione del P.M. dell’arrestato o fermato e la redazione del verbaleQualora l'arrestato od il fermato non debbano essere immediatamente rimessi in libertà (cfr. art. 389 c.p.), gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria lo pongono a disposizione del pubblico ministero al più presto e comunque (nel rispetto di quanto previsto dall'art. 13 Cost.) non oltre ventiquattro ore dall'arresto o dal fermo; entro il medesimo termine trasmettono il relativo verbale, anche per via telematica, salvo che il pubblico ministero autorizzi una dilazione maggiore. Il verbale di fermo è trasmesso dagli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria anche al pubblico ministero che lo ha disposto, se diverso da quello indicato nel comma 1. Si prevede, in particolare, che gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria pongano o il fermato a disposizione del pubblico ministero mediante la conduzione nella casa circondariale o mandamentale del luogo dove l'arresto o il fermo è stato eseguito, salvo quanto previsto dall'art. 558 (cui si rinvia); il pubblico ministero può disporre che l'arrestato o il fermato sia custodito in uno dei luoghi indicati nel comma 1 dell'art. 284 [cui si rinvia), ovvero, se ne possa derivare grave pregiudizio per le indagini, presso altra casa circondariale o mandamentale. Il verbale [che, ai sensi dell'art. 431, comma 1, lett. b), c.p.p. – cui si rinvia –, costituisce atto irripetibile, in quanto tale destinato ad essere inserito nel fascicolo per il dibattimento] contiene: – l'eventuale nomina del difensore di fiducia; – l'indicazione del giorno, dell'ora e del luogo in cui l'arresto o il fermo è stato eseguito; – l'enunciazione delle ragioni che lo hanno determinato; – la menzione dell'avvenuta consegna della comunicazione scritta o dell'informazione orale fornita ai sensi del comma 1-bis. È stato ritenuto valido il verbale di arresto in cui siano indicati i nominativi di tutti gli operanti che l'hanno eseguito, ma che sia stato redatto e sottoscritto mediante sigle autografe solo da alcuni di essi (Cass. VI, n. 28133/2010). La giurisprudenza di legittimità è costantemente orientata nel senso che il termine di 24 ore entro il quale la polizia giudiziaria deve mettere l'arrestato o il fermato a disposizione del P.M. decorre dalla materiale esecuzione dell'arresto o del fermo (Cass. III, n. 42829/2003: ne consegue che, nel computo di tale termine, è compreso anche il trattenimento in commissariato, che, in quanto idoneo ad integrare una misura restrittiva della libertà personale, è equiparato alla figura del fermo), ovvero dal momento della materiale apprensione della persona e non da quello della redazione del verbale, che rappresenta soltanto la forma di documentazione dell'attività compiuta (Cass. IV, n. 4227/2000; conforme, Cass. VI, n. 5157/2018: fattispecie nella quale i fermati, che si trovavano a bordo dell'imbarcazione abbordata dalla Guardia di Finanza per ragioni di controllo delle frontiere marine, erano rimasti liberi nella persona fino all'esecuzione del provvedimento di fermo disposto dal Pubblico ministero, non potendo di fatto allontanarsi a causa delle attività di polizia di frontiera che erano in corso in alto mare; la S.C. ha ritenuto irrilevante, ai fini della decorrenza del termine di cui all'art. 386, la parziale limitazione della libertà di movimento subita dai prevenuti mentre si trovavano a bordo della propria imbarcazione abbordata in alto mare dai militari della Guardia di Finanza, poiché si era trattato di una limitazione relativa, avente per oggetto il mezzo nautico e le connesse attività di controllo di esso, senza che gli occupanti dello stesso fossero stati fisicamente limitati nella libertà personale, costretti o segregati in altro modo, a nulla rilevando la circostanza che, a causa del controllo di polizia e della localizzazione dell'imbarcazione, gli stessi non potessero allontanarsi o darsi alla fuga, essendo stata legittimamente abbordata l'imbarcazione a norma degli artt. 110 e 111 della Convenzione di Montego Bay). Il verbale d'arresto documenta, con validità probatoria, esclusivamente l'attività svolta dalla polizia giudiziaria in occasione dell'atto coercitivo, ma non anche le attività di indagine antecedenti pur se richiamate e riassunte nella parte giustificativa del verbale medesimo, con la conseguenza che le risultanze di queste sono utilizzabili a fini di prova solo se asseverate da documentazione autonoma nelle forme di legge (Cass. I, n. 23311/2015: fattispecie in cui è stata annullata con rinvio la sentenza di condanna per il reato di detenzione di armi, emessa a seguito di giudizio abbreviato, utilizzando la parte del verbale di arresto nella quale si riassumeva la precedente attività di osservazione effettuata dalla polizia giudiziaria al fine di provare che nei luoghi di ritrovamento delle armi dimorassero gli arrestati, senza che tale attività di P.G. risultasse asseverata da autonomo verbale o anche da sommaria annotazione). La facoltà del pubblico ministero di autorizzare una “dilazione maggiore” delle 24 ore per la trasmissione del verbale di fermo o di arresto va esercita caso per caso, tenendo conto delle specifiche circostanze di fatto, di tempo e di luogo, tali da rendere impossibile ovvero oggettivamente difficoltosa la trasmissione degli atti entro le prescritte 24 ore (Cass. I, n. 45424/2011, precisando che la relativa autorizzazione va succintamente motivata, non potendo ritenersi rimessa alla mera discrezionalità del P.M.); in tali oggettive difficoltà non possono essere ricomprese le modalità organizzative o gli orari degli uffici giudiziari, che invece devono essere articolati secondo le priorità delle funzioni e delle competenze istituzionali, tra cui anche la pronta attivazione del pubblico ministero per l'immediata liberazione dell'arrestato o del fermato ai sensi dell'art. 389 (Cass. VI, n. 20509/2003). L'autorizzazione del P.M. a trasmettere il verbale di arresto oltre il termine di 24 ore dall'applicazione della misura può essere concessa anche oralmente (e, quindi, anche a mezzo telefono), poiché l'art. 386, comma 3, non prevede l'adozione di forme particolari, purché siano esplicitate le ragioni della dilazione concessa al fine di consentire il controllo dell'operato degli organi inquirenti (Cass. IV, n. 18843/2012; Cass. III, n. 8082/2019). La predetta autorizzazione di una “dilazione maggiore” delle 24 ore per la trasmissione del verbale di fermo o di arresto incontra un limite nella prevista necessità di richiedere la convalida entro 48 ore dall'arresto o fermo (art. 390, comma 1, c.p.p.). La trasmissione del verbale di arresto al pubblico ministero entro il termine indicato dall'art. 386 può avvenire con qualsiasi mezzo idoneo, purché la stessa sia effettuata per l'intero contenuto dell'atto, e non mediante semplice comunicazione per riassunto, consentendo al P.M. di controllare immediatamente la ritualità delle circostanze nelle quali la restrizione della libertà si è verificata (Cass. VI, n. 101/1990, con la precisazione che il verbale di arresto o di fermo deve essere trasmesso per l'intero contenuto dell'atto, e non mediante semplice comunicazione per riassunto, poiché attraverso esso l'arrestato – come il fermato – viene posto a disposizione del P.m., che, in tal modo, è in grado di controllare immediatamente la ritualità delle circostanze nelle quali la restrizione della libertà si è verificata; conforme, Cass. VI, n. 4603/1993: la S.C. ha ritenuto legittima la trasmissione del verbale mediante telefax, da considerare equipollente al telegramma, al fonogramma e alla raccomandata, allorché esso sia consigliato da particolari ragioni). L'arresto o il fermo diviene inefficace se i predetti termini non sono osservati; in proposito, la giurisprudenza ha osservato che il richiamo operato dall'art. 391, comma 4, c.p.p. alla previsione di cui all'art. 386, comma 3, si riferisce esclusivamente al rispetto del termine delle ventiquattro ore, entro cui la polizia giudiziaria deve porre l'arrestato a disposizione del pubblico ministero e non anche al luogo materiale, ove nel frattempo mantenerlo in custodia, essendo sufficiente che lo stesso rimanga a disposizione del pubblico ministero in una idonea camera di sicurezza (Cass. VI, n. 45711/2016; Cass. V, n. 23653/2018). Si è ritenuto che non si verifica l'effetto sanzionatorio dell'inefficacia dell'arresto qualora l'organo di polizia abbia provveduto alla tempestiva trasmissione del verbale de quo, ma esso, per disorganizzazione interna degli uffici destinatari, non sia stato ricevuto o trattenuto (Cass. VI, n. 101/1990: fattispecie in cui il verbale di arresto era stato portato presso gli uffici della procura ma non trattenuto dal magistrato, che pure era presente in ufficio, per ragioni organizzative interne; la S.C. ha rigettato il ricorso, tendente a far dichiarare la inefficacia della misura restrittiva, articolato sul presupposto che il verbale di arresto non era stato trasmesso entro le 24 ore, confondendosi l'obbligo della – tempestiva – trasmissione con la materiale “presa in carico” da parte dell'ufficio destinatario). Le modifiche introdotte con d.l. n. 131 del 16 settembre 2024L'art. 3, comma 1, del d.l. n. 131 del 16 settembre 2024 (entrato in vigore il 17 settembre 2024 e da convertire entro il 1 novembre 2024) ha sostituito, all'interno del comma 1, lett. f), della disposizione in commento, le parole «ai familiari» con le parole «a un familiare o ad altra persona di fiducia» , in tal modo ampliando il novero dei soggetti legittimati ad essere avvisati dall'arrestato o dal fermato dell'intervenuto arresto o fermo ; anche di ciò l'arrestato ed il fermato dovranno essere informati dagli ufficiali e da gli agenti di polizia giudiziaria che hanno eseguito l'arresto o il fermo o hanno avuto in consegna l'arrestato, attraverso la comunicazione scritta di cui al comma 1. In difetto di disposizioni transitorie ad hoc , la disposizione (all'evidenza in re ipsa insuscettibile di utile applicazione retroattiva) si applica agli arresti ed ai fermi avvenuti a partire dal momento della sua entrata in vigore. BibliografiaV. sub art. 381. |