Codice di Procedura Penale art. 410 - Opposizione alla richiesta di archiviazione 1 2 .1. Con l'opposizione alla richiesta di archiviazione [408, 411] la persona offesa dal reato [90, 91] chiede la prosecuzione delle indagini preliminari indicando, a pena di inammissibilità, l'oggetto della investigazione suppletiva e i relativi elementi di prova. 2. Se l'opposizione è inammissibile e la notizia di reato è infondata, il giudice [328] dispone l'archiviazione con decreto motivato e restituisce gli atti al pubblico ministero. 3. Fuori dei casi previsti dal comma 2, il giudice provvede a norma dell'articolo 409, commi 2, 3, 4 e 5, ma, in caso di più persone offese, l'avviso per l'udienza è notificato al solo opponente. [1] In tema di disposizioni per la semplificazione delle attività di deposito di atti, documenti e istanze nella vigenza dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 v. quanto disposto dall'art. 24, comma 6-quinquies del d.l. 28 ottobre 2020, n. 137, conv., con modif., in l. 18 dicembre 2020, n. 176. Da ultimo, v. art. 16, comma 1, d.l. 30 dicembre 2021, n. 228, conv., con modif. in l. 25 febbraio 2022, n. 15, che dispone che «Le disposizioni di cui all'articolo 221, commi 3, 4, 5, 6, 7, 8 e 10 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, nonché le disposizioni di cui all'articolo 23, commi 2, 6, 7, 8, primo, secondo, terzo, quarto e quinto periodo, 8-bis, primo, secondo, terzo e quarto periodo, 9, 9-bis e 10, e agli articoli 23-bis, commi 1, 2, 3, 4 e 7, e 24 del decreto-legge 28 ottobre 2020 n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 dicembre 2020, n. 176, in materia di processo civile e penale, continuano ad applicarsi fino alla data del 31 dicembre 2022»; in particolare, ai sensi dell'art. 16, comma 1-bis, aggiunto in sede di conversione, l'art. 23, comma 4, del d.l. n. 137/2020 cit., in materia di processo penale, continua ad applicarsi fino alla data di cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19. V. anche art. 16, comma 2, d.l. n. 228, cit. [2] V. quanto disposto dall'art. 87, comma 6-bis, d.l. 10 ottobre 2022, n. 150, come modificato dall' art. 5-quater, comma 1, lett. b), d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199. InquadramentoL'art. 410 prende in considerazione l'opposizione della persona offesa sia nella sua formulazione tecnica, — posta dal legislatore come requisito di ammissibilità —, che nella sua esplicazione procedimentale, esplicazione che trova disciplina nei medesimi modi ordinari di cui all'art. 409, commi 2, 3, 4 e 5. L'opposizione della persona offesa: valutazione propedeutica dei requisiti di ammissibilità
Profili generali L'opposizione della persona offesa, in relazione a qualsiasi tipo di richiesta di archiviazione essa vada a frapporsi, — e cioè, sia essa basata sull'infondatezza della notizia di reato, sull'estinzione del reato, sulla mancanza di una condizione di procedibilità, sulla tenuità del fatto o sull'essere rimasti ignoti gli autori del reato —, deve rispettare due fondamentali parametri: indicare al giudice i motivi per i quali sono necessarie indagini suppletive ed individuare i corrispettivi elementi di prova da acquisire. Occorre distinguere la figura della persona offesa da quella del soggetto danneggiato dal reato: quest'ultimo, come accade ad esempio nel delitto di false dichiarazioni al pubblico ministero, nel quale la persona offesa è unicamente lo Stato — collettività, non è legittimato a proporre opposizione alla richiesta di archiviazione — (Cass. VI, n. 8996/2015). La prosecuzione delle indagini Nel richiedere la prosecuzione delle indagini l'opponente, — unico soggetto che in presenza di più persone offese ha diritto a ricevere l'avviso di fissazione dell'udienza camerale —, deve, nel proprio atto, non limitarsi a criticare l'operato dell'ufficio del pubblico ministero ma indicare, costruttivamente, i temi d'indagine incompleti e gli elementi di prova correlati che ritiene debbano essere acquisiti. L'opposizione è preordinata esclusivamente ad impedire che il giudice provveda de plano sulla richiesta di archiviazione del pubblico ministero per cui essa deve essere strutturata sulla pertinenza e la specificità degli atti di indagine richiesti, pertinenza e specificità che devono essere valutate dal giudice per le indagini preliminari senza alcuna anticipazione di valutazione riguardo alla loro capacità probatoria, in quanto tale analisi è affidata allo sviluppo del contraddittorio in udienza camerale (Cass. V, n. 6442/2015). Il decreto di archiviazione e di inammissibilitàProfili generali Al giudice per le indagini preliminari, pur in presenza dell'atto di opposizione della persona offesa, e fermo restando il fatto che anch'egli, come il pubblico ministero, ritenga la notizia di reato infondata ovvero che, a differenza di quest'ultimo, valuti che si versi in un'altra delle situazioni delineate dall'art. 411, comma 1, può dar luogo, de plano, al decreto (motivato) di archiviazione, purché la stessa sia inammissibile. La persona offesa che, pertanto, nel proprio atto di opposizione, deduca argomenti che riguardano esclusivamente la fondatezza della notizia di reato, non ha diritto alla fissazione dell'udienza camerale in quanto la valutazione di ammissibilità necessita dell'indicazione dell'oggetto delle investigazione suppletiva e dei relativi elementi di prova (Cass. VI, n. 18029/2015). Decreto A differenza di quanto accade all'esito dell'udienza camerale, fissata a seguito dell'opposizione della persona offesa, i cui provvedimenti sono assunti con ordinanza, l'archiviazione de plano ex art. 410 viene pronunciata con decreto. Così come avviene per il decreto di archiviazione (de plano) di cui all'art. 409 anche per quello (de plano) ex art. 410 è prevista la forma motivata: mentre, però, nel primo la motivazione attiene unicamente alle ragioni di merito dell'archiviazione nel secondo, oltre a quest'ultime, occorre anche esporre le ragioni per le quali le indagini suppletive richieste dall'opponente siano considerate non “utili”. Il giudice per le indagini preliminari deve, quindi, sempre valutare la pertinenza e la rilevanza degli elementi di prova su cui si fonda l'opposizione senza effettuare alcun giudizio prognostico sull'esito delle stesse trovando tale momento decisionale ingresso solo in seguito all'udienza camerale in cui può svilupparsi il contraddittorio delle parti (Cass. V, n. 8890/2015). Il decreto di archiviazione emesso “de plano” in ragione dell’inammissibilità dell’opposizione per intervenuta prescrizione dei reati denunciati è legittimo (Cass., II, n. 37301/2019). Restituzione degli atti al P.M. Nel pronunciare il decreto di archiviazione ex art. 410, comma 2, il giudice per le indagini preliminari deve dar luogo anche a tutte le delibazioni in merito ai beni in sequestro ovvero alla pronuncia di falsità dei documenti. Sebbene gli atti siano restituiti all'ufficio del pubblico ministero ogni successiva questione attinente eventuali incidenti di esecuzione investe il giudice che ha deliberato l'archiviazione (art. 665, comma 1). La regolamentazione dell'udienza camerale a seguito di opposizione della persona offesaProfili generali L'udienza camerale, a seguito dell'opposizione della persona offesa, è la stessa che il giudice fissa, d'ufficio, tutte le volte nelle quali non concorda con la richiesta di archiviazione presentata dall'ufficio del pubblico ministero. Udienza L'ultimo comma dell'art. 410 opera un espresso rimando ai commi 2, 3, 4 e 5 dell'art. 409, con l'unica differenza che, in caso di più persone offese, l'avviso di fissazione dell'udienza camerale va notificato solo all'opponente. Mentre l'ufficio del pubblico ministero, qualora all'esito delle indagini preliminari si orienti per la richiesta di archiviazione, deve dare avviso a tutte le persone offese che ne abbiano fatto richiesta, — e per i reati della cd. violenza di genere, deve darlo, in ogni caso, a tutte —, per il giudice l'onere di avviso ricade solo in capo a chi di esse abbia formulato opposizione. Pur non avendo ricevuto avviso, la persona offesa (non opponente) ha diritto di partecipare all'udienza ex art. 127 e di essere, se lo vuole, sentita. Revoca provvedimento Si è posta in giurisprudenza la questione del se una volta emesso il decreto di archiviazione quest'ultimo, in presenza di un atto di opposizione della persona offesa erroneamente non valutato, possa essere revocato oppure la stessa possa essere rimessa in termini per formularla. Il provvedimento con il quale il giudice per le indagini preliminari, dopo avere emesso il decreto di archiviazione de plano accoglie una successiva istanza di restituzione nel termine avanzata dalla persona offesa per proporre opposizione e fissa la relativa udienza camerale è stato dichiarato abnorme in quanto il decreto di archiviazione può essere modificato solo in seguito ad una richiesta di riapertura delle indagini del pubblico ministero (art. 414) ovvero a seguito di una decisione di annullamento in sede di legittimità per violazione del principio del contraddittorio (Cass. VI, n. 14538/2015; Cass. V, n. 32676/2015). CasisticaL'ordinanza con la quale il giudice per le indagini preliminari rigetta l'opposizione e dispone, contestualmente, l'archiviazione del procedimento motivando l'inammissibilità della prima sulla base del mancato assolvimento dell'onere probatorio che la legge fa ricadere, invece, sul pubblico ministero, è abnorme e va annullata (Cass. II, n. 39266/2015). BibliografiaAprile-Silvestri, Le indagini preliminari e l'archiviazione, Milano, 2011; Varone, L'archiviazione della notizia di reato, Milano, 2015. |