Codice di Procedura Penale art. 420 quinquies - Atti urgenti 1 .Atti urgenti 1. 1. Finché le ricerche della persona nei cui confronti è stata emessa la sentenza di non doversi procedere ai sensi dell'articolo 420-quater sono in corso, il giudice che l'ha pronunciata assume, a richiesta di parte, le prove non rinviabili nelle forme di cui all'articolo 401. Del giorno, dell'ora e del luogo stabiliti per il compimento dell'atto è dato avviso almeno ventiquattro ore prima al pubblico ministero, alla persona offesa e ai difensori già nominati nel procedimento in cui è stata pronunciata la sentenza. 2. Per lo stesso periodo di tempo indicato nel comma 1, il giudice che ha pronunciato la sentenza di non doversi procedere ai sensi dell'articolo 420-quater resta competente a provvedere sulle misure cautelari e sui provvedimenti di sequestro fino alla perdita di efficacia prevista dal comma 7 dell'articolo 420-quater.
[1] [1] Gli attuali artt. 420, 420-bis, 420-ter, 420-quater e 420-quinquies sono stati introdotti in sostituzione dell'originario art. 420 dall'art. 19, comma 2, l. 16 dicembre 1999, n. 479. Articolo successivamente sostituito dall'art. 9, comma 4, l. 28 aprile 2014, n. 67. Per l'applicazione v. l'art.15-bis, l .n. 67, cit.; il testo precedente era il seguente: «Assenza e allontanamento volontario dell'imputato. 1. Le disposizioni degli articoli 420-bis e 420-ter non si applicano quando l'imputato, anche se impedito, chiede o consente che l'udienza preliminare avvenga in sua assenza o, se detenuto, rifiuta di assistervi. L'imputato in tali casi è rappresentato dal difensore. 2. L'imputato che, dopo essere comparso, si allontana dall'aula di udienza è considerato presente ed è rappresentato dal difensore» e , da ultimo, sostituito dall'articolo 23, comma 1, lett. f) d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150; il testo precedente alla sostituzione era il seguente: <<Nuove ricerche dell'imputato e revoca della sospensione del processo. 1. Alla scadenza di un anno dalla pronuncia dell'ordinanza di cui al comma 2 dell'articolo 420-quater, o anche prima quando ne ravvisi l'esigenza, il giudice dispone nuove ricerche dell'imputato per la notifica dell'avviso. Analogamente provvede a ogni successiva scadenza annuale, qualora il procedimento non abbia ripreso il suo corso.2. Il giudice revoca l'ordinanza di sospensione del processo: a) se le ricerche di cui al comma 1 hanno avuto esito positivo; b) se l'imputato ha nel frattempo nominato un difensore di fiducia; c) in ogni altro caso in cui vi sia la prova certa che l'imputato è a conoscenza del procedimento avviato nei suoi confronti; d) se deve essere pronunciata sentenza a norma dell'articolo 129.3. Con l'ordinanza di revoca della sospensione del processo, il giudice fissa la data per la nuova udienza, disponendo che l'avviso sia notificato all'imputato e al suo difensore, alle altre parti private e alla persona offesa, nonché comunicato al pubblico ministero.4. All'udienza di cui al comma 3 l'imputato può formulare richiesta ai sensi degli articoli 438 e 444.>> InquadramentoAnalogamente a quanto già previsto dalla legge n. 217 del 2014, l'art. 23, d.lgs. n. 150 del 2022, ha disciplinato l'ipotesi in cui, successivamente alla pronuncia della sentenza di non doversi procedere, ma prima che essa divenga definitiva, sia necessario assumere prove non rinviabili. GeneralitàL’istanza di assunzione di prove non rinviabili L'art. 420-quinquies, come riformulato dal d.lgs. n. 150/2022, stabilisce che l'assunzione degli atti urgenti è curata dal giudice che ha pronunciato la sentenza e nelle forme dell'incidente probatorio. Per quanto non sia specificato, l'istanza di assunzione di tali prove può essere avanzata da tutte le parti. In tal modo (Mele) il legislatore ha replicato la previsione contenuta nell'art. 420-quater, comma 3, specificamente rinviando all'art. 401 c.p.p. quanto alle modalità secondo cui tale assunzione deve avvenire. In dottrina sono state espresse perplessità su tale previsione in quanto, benché siano richiamate le forme dell'incidente probatorio, essa consente l'assunzione delle prove con un contraddittorio «imperfetto» (Mangiaracina), non essendo presente l'imputato. Tale considerazione potrebbe suggerire una valutazione particolarmente cauta del concetto di non rinviabilità delle prove, rigorosamente ispirata al principio di non dispersione della prova e perciò limitata a quelle prove che rischiano di essere disperse o di essere inquinate nel corso del tempo previsto per la prosecuzione delle ricerche della persona interessata. Una tale interpretazione appare coerente con i limiti fissati dall'art. 111, quinto comma, Cost., il quale consente che l'assunzione possa avvenire senza contraddittorio solo in casi di accertata impossibilità di natura oggettiva. Sempre in quest'ottica, e allo scopo di recuperare l'integrità del contraddittorio, si potrebbe ritenere che, una volta che il processo sia riaperto a seguito del rintraccio dell'imputato, il giudice disponga, ove sia ancora possibile, la riassunzione delle prove, questa volta alla presenza dell'imputato. Si sono mosse severe critiche a tale previsione (Centorame), osservandosi come la possibilità di assumere prove non rinviabili, mentre si giustificava nell'ipotesi di sospensione del procedimento prevista in caso di assenza dalla legge del 2014, in cui si determinava una mera interruzione dell'iter procedimentale, essa appare distonica nel caso previsto dall'art. 420-quinquies riformulato dal d.lgs. n. 150 del 2022, in cui interviene una sentenza di non doversi procedere che determina la conclusione (sia pure in termini precari) del processo e preclude una decisione nel merito. Si è altresì ritenuta non praticabile l'assimilazione di tale situazione a quella disciplinata dall'art. 346 c.p.p. il quale consente, in mancanza di una condizione di procedibilità che può ancora sopravvenire, lo svolgimento degli atti di indagine necessari per acquisire prove non rinviabili. A differenza di questa, la situazione contemplata dall'art. 420-quinquies rinnovato attiene ad un'ipotesi in cui l'azione penale è già stata esercitata ed in cui la condizione di procedibilità è costituita dalla perenzione del processo. Profili di diritto intertemporale Profili di diritto intertemporaleLa disciplina transitoria approntata all'art. 89 del d.lgs. n. 150/2022 dà puntuale attuazione al criterio di delega che ha imposto di avvisare il condannato, nel provvedimento di esecuzione, che, ove si sia proceduto in sua assenza, potrà attivare i rimedi previsti che sono, a seconda dei casi, la remissione nel termine per impugnare o la rescissione del giudicato. Su questa base, l'art. 89 del d.lgs. n. 150/2022 distingue due ipotesi: a) per i processi pendenti in cui, alla data di entrata in vigore del decreto [30 dicembre 2022], sia stata già pronunciata (in qualsiasi stato e grado) ordinanza con cui si è disposto procedersi in assenza dell'imputato, continuano ad applicarsi le disposizioni procedurali ante riforma (art. 89, comma 1); b) in deroga a tale previsione, nei processi in cui alla data di entrata in vigore del decreto [30 dicembre 2022], nell'udienza preliminare o nel giudizio di primo grado, sia stata già disposta la sospensione del processo ai sensi dell'art. 420-quater, comma 2, c.p.p. nella sua previgente formulazione e l'imputato non sia stato ancora rintracciato, il giudice provvede, invece, ai sensi del novello art. 420-quater c.p.p., con conseguente emanazione della sentenza di non doversi procedere per assenza “impediente”. In questo caso, si applicano, altresì, gli artt. 420-quinquies e 420-sexies c.p.p., introdotti dalla riforma (art. 89, comma 2, d.lgs. n. 150). In sintesi, vale la regola che, se il giudice è già intervenuto sulla costituzione delle parti ed ha già pronunciato ordinanza con cui ha disposto procedersi in assenza dell'imputato, si dovrà procedere con la vecchia disciplina nei procedimenti in corso al 30 dicembre 2022, i quali proseguiranno con l'applicazione ultrattiva delle previgenti disposizioni del codice di rito e di quelle attuative in materia di assenza, comprese quelle relative alle questioni di nullità in appello e alla rescissione del giudicato. In via di eccezione, si applicano le nuove disposizioni, a partire dalla disciplina della sentenza di non luogo a procedere per assenza “impediente”, quando non sia stata già dichiarata l'assenza dell'imputato ma siano state già disposte le sue ricerche di cui al comma 2 dell'art. 420-quater c.p.p. e l'imputato non sia stato ancora reperito: in tali processi, anziché disporsi nuove ricerche ai sensi dell'art. 420-quinquies nel testo previgente, il giudice provvederà ai sensi dell'art. 420-quater c.p.p. come ora modificato, con applicazione delle norme conseguenti. CasisticaAtti urgenti Con riferimento alla disciplina dettata dall'art. 420 quinquies, la stessa può così sintetizzarsi: a ) finché le ricerche della persona nei cui confronti è stata emessa la sentenza di non doversi procedere sono in corso, il giudice che l'ha pronunciata assume, a richiesta di parte, le prove non rinviabili nelle forme dell'incidente probatorio; b ) del giorno, dell'ora e del luogo stabiliti per il compimento dell'atto è dato avviso almeno ventiquattro ore prima al pubblico ministero, alla persona offesa e ai difensori già nominati nel procedimento in cui è stata pronunciata la sentenza; c ) per lo stesso periodo di tempo sopra indicato, il giudice che ha pronunciato la sentenza di non doversi procedere resta competente a provvedere sulle misure cautelari e sui provvedimenti di sequestro fino alla perdita di efficacia prevista dal comma 7 dell'articolo 420-quater. BibliografiaCentorame, Verso un nuovo processo penale in assenza: chiaroscuri della legge delega n. 134 del 2021, in Indice pen., 2022; Mangiaracina, Alla ricerca di un nuovo statuto per l’imputato assente, in sistemapenale.it; Mele, Il processo in assenza, in Relazione su novità normativa la “riforma Cartabia”, Ufficio del Ruolo e del Massimario della Corte di cassazione, 2, 2023, 101 ss. |