Codice di Procedura Penale art. 504 - Opposizioni nel corso dell'esame dei testimoni.InquadramentoLa norma in esame prevede che il presidente decida immediatamente e senza formalità sulle opposizioni formulate nel corso dell'esame dei testimoni, dei periti, dei consulenti tecnici e delle parti private. Finalità dell'opposizioneIl controllo di legalità durante l'esame incrociato è demandato all'organo giudicante che può essere sollecitato dalle parti mediante opposizioni. Rientrano nell'ambito applicativo della norma in esame tutte le questioni attinenti all'inosservanza di una delle prescrizioni normative che governano l'elaborazione della prova orale e che ne garantiscono la corretta formazione: domande non pertinenti al thema probandum, generiche, suggestive, nocive, lesive della dignità dell'esaminando oppure contestazioni non rituali perché, ad esempio, effettuate prima che la deposizione abbia avuto luogo o utilizzando una dichiarazione resa da un soggetto diverso da quello esaminato. La finalità dell'opposizione è quindi quella di evitare che si creino situazioni che possono provocare l'inutilizzabilità della prova. Esulano dal sistema delle opposizioni le questioni attinenti l'ammissibilità della prova e quelle che precedono l'esame che formano oggetto delle eccezioni ex art. 495, comma 4. ProceduraL'opposizione è espressa in forma orale e prima che il dichiarante risponda alla domanda censurata. Nonostante il silenzio della norma, per consentire al giudice di valutare la fondatezza dell'opposizione occorre che l'opponente espliciti le ragioni della doglianza (Paulesu, 219). L'opposizione avvia un microprocedimento incidentale (Mambriani, 453) nel quale il presidente è chiamato ad esprimersi immediatamente (quindi prima che l'esaminato risponda) e senza formalità (quindi oralmente: arg. ex art. 125, commi 1 e 6), in modo da consentire una immediata ripresa dell'esame. La decisione del giudice deve essere riportata nel verbale di udienza in modo integrale ai sensi de l'art. 481, comma 2. Il provvedimento con cui il presidente decide in merito all'opposizione non è soggetto ad alcun mezzo di gravame. Tuttavia, se il presidente, bloccando una domanda che invece era ammissibile, non consente l'acquisizione di una prova ritenuta decisiva, sarà possibile esperire ricorso per cassazione ai sensi dell'art. 606, comma 1, lett. d). Se, invece, il presidente, nonostante l'opposizione, ammette una domanda illegittima o una contestazione non consentita, le dichiarazioni così acquisite dovrebbero essere inutilizzabili ai sensi dell'art. 191 (Corbetta, in Giarda-Spangher, 6454; Rivello, in Chiavario, V, 364). Qualora l'opposizione abbia ad oggetto una domanda formulata dal presidente, si ritiene che debba essere l'intero collegio a decidere in merito alla stessa, essendo improbabile che il presidente si “autocensuri” (Rivello, 363). Tuttavia, il problema rimane per i procedimenti celebrati dal tribunale in composizione monocratica, nei quali il giudice è chiamato a pronunciarsi due volte sulla stessa questione. BibliografiaV. sub Artt. 496-503. |