Codice di Procedura Penale art. 520 - Nuove contestazioni all'imputato non presente 1 .

Alessandro Trinci

Nuove contestazioni all'imputato non presente1.

1. Quando intende contestare i fatti o le circostanze indicati negli articoli 516 e 517 all'imputato che non è presente in aula, neppure mediante collegamento a distanza, il pubblico ministero chiede al presidente che la contestazione sia inserita nel verbale del dibattimento [480-483] e che il verbale sia notificato per estratto all'imputato, con l'avvertimento che entro l'udienza successiva può formulare richiesta di giudizio abbreviato, di applicazione della pena a norma dell'articolo 444 o di sospensione del procedimento con messa alla prova, nonché richiedere l'ammissione di nuove prove2.

2. In tal caso il presidente sospende il dibattimento [477] e fissa una nuova udienza per la prosecuzione, osservando i termini indicati nell'articolo 519, commi 2 e 3.

 

[1] Rubrica modificata dall'art. 30, comma 1, lett. m), n. 1 d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150, che ha sostituito le parole  «non presente» alla parola «assente»; per l'entrata in vigore delle modifiche disposte dal citato d.lgs. n. 150/2022, vedi art. 99-bis, come aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162,  conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199. Precedentemente, la presente rubrica era stata modificata dall'art. 10, comma 4 l. 28 aprile 2014, n. 67 (ai sensi del comma 1 dell'art. 15-bis l. n. 67, cit., inserito dall'art. 1 l. 11 agosto 2014, n. 118, tale disposizione si applica ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore [17 maggio 2014] della suddetta l. n. 67, cit., « a condizione che nei medesimi procedimenti non sia stato pronunciato il dispositivo della sentenza di primo grado »; il successivo comma 2 stabilisce che, in deroga a quanto previsto dal comma 1, « le disposizioni vigenti prima della data di entrata in vigore della [suddetta] legge continuano ad applicarsi ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della [medesima] legge quando l'imputato è stato dichiarato contumace e non è stato emesso il decreto di irreperibilità »).

[2] Comma modificato dall'art. 30, comma 1, lett. m), n. 1 d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150, che ha sostituito «che non è presente in aula, neppure mediante collegamento a distanza» alla parola «assente» e ha aggiunto le parole «, con l'avvertimento che entro l'udienza successiva può formulare richiesta di giudizio abbreviato, di applicazione della pena a norma dell'articolo 444 o di sospensione del procedimento con messa alla prova, nonché richiedere l'ammissione di nuove prove» dopo le parole «all'imputato». Per l'entrata in vigore delle modifiche disposte dal citato d.lgs. n. 150/2022, vedi art. 99-bis, come aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162,  conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199. Precedentemente il presente comma era stato modificato dall'art. 10, comma 4 l. n. 67, cit.

Inquadramento

L'articolo in esame consente al pubblico ministero di effettuare nuove contestazioni ai sensi degli artt. 516 e 517 (con esclusione quindi del fatto nuovo ex art. 518) anche nei confronti dell'imputato che non sia fisicamente o virtualmente presente in udienza al momento della modifica degli addebiti.

Aspetti generali

Non potendo condizionare l'adeguamento del thema decidendum alle risultanze dell'istruzione dibattimentale alla presenza (del tutto facoltativa) dell'imputato in udienza, il legislatore ha previsto che la nuova contestazione sia inserita nel verbale di udienza, da notificarsi, per estratto, all'imputato fisicamente assente, con sospensione del dibattimento per un periodo di tempo non inferiore a venti giorni e non superiore a quaranta.

Si ritiene che la richiesta del pubblico ministero sia vincolante per il giudice, il quale non potrebbe esimersi dal sospendere il dibattimento e dal disporre la notifica dell'estratto del verbale d'udienza, nel rispetto dei termini previsti dall'art. 519, commi 1 e 2, per la comparizione dell'imputato e per la citazione della persona offesa (Rafaraci, 150; Rivello, 306).

Ad avviso di alcuni autori, l'estratto del verbale d'udienza, contenente l'imputazione riformulata nel corso del dibattimento, dovrebbe presentare tutti i requisiti enunciati dall'art. 429 c.p.p., essendo assimilabile, quale atto di citazione, al decreto che dispone il giudizio (Rafaraci, 151).

Nella formulazione originaria la norma faceva riferimento all'imputato “assente”. Secondo la dottrina, c on l'uso di tale termine il legislatore aveva inteso fare riferimento a tutte le situazioni in cui l'imputato non fosse fisicamente presente in dibattimento (Rafaraci, 151; Rivello, 307), compresi i casi in cui, per espressa previsione legislativa, l'imputato dovesse considerarsi presente, nonché i casi in cui quest'ultimo fosse evaso durante il dibattimento o fosse comparso ad una precedente udienza dibattimentale. Alcuni autori, tuttavia, sostenevano che per effettuare nuove contestazioni all'imputato assente a causa di espulsione o di allontanamento coattivo dall'aula non fosse necessaria la sospensione del dibattimento a norma dell'art. 520, potendosi riammettere l'imputato stesso, ove possibile, all'udienza (Rafaraci, 149).

Al fine di eliminare qualsiasi dubbio interpretativo sull'ambito applicativo della disciplina delle nuove contestazioni, il d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150 (c.d. riforma Cartabia), con previsione immediatamente efficace, ha chiarito che la disposizione in esame si riferisce a tutte le situazioni in cui l'imputato non sia presente in udienza, fisicamente o attraverso un collegamento a distanza; il che comprende anche le ipotesi in cui, «per espressa previsione legislativa, l'imputato debba considerarsi presente, nonché i casi in cui quest'ultimo sia evaso durante il dibattimento o sia comparso ad una precedente udienza dibattimentale» (così la Relazione illustrativa, p. 307).

Il medesimo decreto ha poi previsto che insieme alla contestazione sia notificato all'imputato l'avvertimento che entro l'udienza successiva può formulare richiesta di giudizio abbreviato, di patteggiamento o di sospensione del procedimento con messa alla prova oppure richiedere nuove prove. La previsione si è resa necessaria per coordinare la disposizione in esame con le modifiche apportate all'art. 519, al cui commento si rinvia.

Contestazione della recidiva

Secondo la giurisprudenza di legittimità, la notifica all'imputato contumace o assente del verbale d'udienza contenente le nuove contestazioni è necessaria, a pena di nullità, pur quando oggetto di contestazione sia la recidiva (Cass. n. 25728/2011; Cass. II, n. 35821/2019, che in caso di omessa notificazione ritiene integrata una nullità non assoluta ma relativa, poiché la modifica non investe il nucleo sostanziale dell'addebito, non recando pregiudizio al diritto dell'imputato di individuare con esattezza il fatto contestatogli, essendo i precedenti penali allo stesso noti).

Si ritiene che il giudice non sia tenuto, nel fissare l'udienza di prosecuzione e nel disporre la notifica dell'estratto del verbale all'imputato assente, ad osservare il termine a difesa stabilito dall'art. 519, comma 2 (Rafaraci, 154).

Contestazione del fatto nuovo

È dubbia la possibilità di contestare fatti nuovi all'imputato non comparso in dibattimento, in quanto l'art. 520 c.p. si riferisce ai «fatti e circostanze indicati negli artt. 516 e 517».

Secondo alcuni, il mancato richiamo dell'art. 518 dimostrerebbe la volontà del legislatore di subordinare la contestazione del fatto nuovo alla presenza in udienza dell'imputato ed alla prestazione del di lui consenso alla contestazione di un fatto nuovo (Rafaraci, 139).

Altri autori, invece, osservano che l'imputato assente può sempre «trasmettere» il proprio consenso alla contestazione di un fatto nuovo; inoltre, in tutti i casi in cui l'imputato assente va considerato presente, deve ritenersi valido il consenso espresso in sua vece dal difensore, rappresentante ex lege (Cordero, 882).

Sanzioni

L’omessa notificazione all'imputato assente dell'estratto del verbale dibattimentale contenente la nuova contestazione determina una nullità assoluta qualora l'elemento modificato, incidendo sul nucleo essenziale del fatto, abbia impedito il pieno esercizio dei diritti difensivi; qualora, invece, la modifica non investa il nucleo sostanziale dell'addebito e non rechi pregiudizio al diritto dell'imputato di individuare con esattezza il fatto contestatogli, l’omessa notificazione determina una nullità relativa, non deducibile con l'impugnazione della sentenza se non eccepita dal difensore presente all'udienza successiva (Cass. II, n. 46342/2016).

Bibliografia

V. sub Artt. 516, 518, 519.

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