Codice di Procedura Penale art. 536 - Pubblicazione della sentenza come effetto della condanna.

Donatella Perna

Pubblicazione della sentenza come effetto della condanna.

1. Nei casi previsti dall'articolo 36 del codice penale, il giudice stabilisce nel dispositivo se la sentenza deve essere pubblicata [543, 642, 694] per intero o per estratto e designa il giornale o i giornali in cui deve essere inserita.

Inquadramento

L'art. 536 dispone che qualora la legge preveda la pubblicazione della sentenza di condanna, il giudice stabilisce, nel dispositivo, se debba essere pubblicata per intero o per estratto e su quali giornali. Se il giudice non provvede, può provvedere il giudice d'appello o, dopo l'irrevocabilità della sentenza, il giudice dell'esecuzione, a richiesta del pubblico ministero. La regola è la pubblicazione per estratto, sicché il giudice è tenuto a motivare espressamente solo la scelta di pubblicare per intero. La modifica dell'art. 36 c.p. a mezzo dell’art. 67 co. 2, l. n. 69/2009, consente di affermare che attualmente la pubblicazione vada eseguita non più mediante stampa periodica, ma solo sul sito web del ministero della Giustizia, e il giudice deve deciderne anche la durata, che non può essere di oltre trenta giorni; in mancanza di apposita previsione, la durata deve intendersi fissata in quindici giorni.

La pubblicazione della sentenza

La pubblicazione della sentenza di condanna è una pena accessoria, , applicabile a seguito di condanna all’ergastolo e in tutti gli altri casi tassativamente previsti dall’art. 36 e dalle leggi speciali (Manzione, 536); essa va altresì distinta dalla pubblicazione della sentenza a fini riparatori del danno derivante da reato, disciplinata dall’art. 543.  Di regola  la pubblicazione va eseguita per estratto, sicché il giudice è tenuto a motivare esclusivamente laddove disponga la pubblicazione per intero (GREVI).

Nonostante la norma si riferisca alla “sentenza” si ritiene che la pubblicazione possa avere ad oggetto anche il decreto penale divenuto irrevocabile.

Nessuna nullità è ricollegata, in generale, all'omissione od all'errore, che possono costituire motivo di impugnazione, ma in giurisprudenza si è ritenuto che la violazione delle regole procedurali possa determinare la nullità dell'ordine di pubblicazione nel caso in cui abbia causato un danno ingiusto all'imputato, come nel caso in cui questi, per la sua particolare qualità, avrebbe goduto di esenzione o risparmio delle spese se la pubblicazione fosse stata eseguita sulla testata giornalistica da lui diretta (Cass. V, n. 49435/2003). Nel caso in cui la pubblicazione sia stata omessa, il rimedio è costituito non già dall'impugnazione della sentenza, ma dalla richiesta di pubblicazione formulata dal pubblico ministero al giudice dell'esecuzione.

In ogni caso, si ritiene che la sentenza che non contenga disposizioni sul punto, non possa essere integrata mediante il procedimento di correzione degli errori materiali (MAIELLO).

Casistica

E' inammissibile il ricorso per cassazione del pubblico ministero avverso la sentenza che ometta la pena accessoria della pubblicazione della sentenza - conseguente di diritto alla condanna per il reato di cui all'art. 474 c.p. - dovendo, in tal caso, il pubblico ministero proporre ricorso al giudice dell'esecuzione (Cass. V, n. 51390/2018).

Le pene accessorie conseguono di diritto alla sentenza di condanna come effetti penali della stessa ai sensi dell'art. 20 c.p., con la conseguenza che non possono essere mantenute in caso di proscioglimento dell'imputato, anche se pronunciato a seguito di estinzione del reato per prescrizione Cass. II, n. 38345/2016: in applicazione del principio, la Corte ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata nella parte in cui disponeva la pena accessoria della pubblicazione della sentenza ai sensi dell'art. 475 c.p., pur in presenza della dichiarazione di prescrizione relativa al reato di cui all'art. 474 c.p.).

Bibliografia

V. sub art. 535

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