Codice di Procedura Penale art. 569 - Ricorso immediato per cassazione.

Raffaello Magi

Ricorso immediato per cassazione.

1. La parte che ha diritto di appellare la sentenza di primo grado [593 s.; 27 3 min.] può proporre direttamente ricorso per cassazione [606; 255 trans.].

2. Se la sentenza è appellata da una delle altre parti, si applica la disposizione dell'articolo 580. Tale disposizione non si applica se, entro quindici giorni dalla notificazione del ricorso [584], le parti che hanno proposto appello dichiarano tutte di rinunciarvi [589] per proporre direttamente ricorso per cassazione. In tale caso, l'appello si converte in ricorso e le parti devono presentare entro quindici giorni dalla dichiarazione suddetta nuovi motivi, se l'atto di appello non aveva i requisiti per valere come ricorso.

3. La disposizione del comma 1 non si applica nei casi previsti dall'articolo 606, comma 1, lettere d) ed e). In tali casi, il ricorso eventualmente proposto si converte in appello.

4. Fuori dei casi in cui nel giudizio di appello si sarebbe dovuta annullare la sentenza di primo grado [604], la corte di cassazione, quando pronuncia l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata [623] a norma del comma 1, dispone che gli atti siano trasmessi al giudice competente per l'appello.

Inquadramento

L'art. 569 importa una previsione di matrice processualcivilistica, per dichiarate finalità acceleratorie: la parte titolare del diritto di appellare la decisione di primo grado può optare per il diverso mezzo di impugnazione del ricorso - immediato - per cassazione lì dove deduca vizi diversi dalla mancata assunzione di prova decisiva o inerenti la motivazione della sentenza. La finalità perseguita dal legislatore è quella di rendere accessibile in via diretta il controllo di legittimità (dove non vengano in rilievo questioni di tutela del diritto alla prova o di logicità ricostruttiva del fatto) a fini di economia processuale (ricorso cd. per saltum). Analoga previsione è contenuta nell'art. 311 comma 2 in tema di misure cautelari personali (ricorso immediato avverso il titolo genetico) ed è costruita come alternativa al riesame (con limitazione dei motivi proponibili, consistenti nella sola violazione di legge). La norma, dall'impatto statistico alquanto limitato, presuppone la scelta tra i due rimedi possibili e pertanto non trova applicazione lì dove non sia prevista dalla legge l'appellabilità della sentenza di primo grado. In tali ipotesi di inappellabilità, il ricorso per cassazione è l'unico mezzo di impugnazione esperibile e pertanto può essere proposto per l'intera tipologìa di vizi astrattamente previsti (art. 606 comma 1). Va precisato che la Corte di cassazione nell'esame dell'atto di ricorso non è vincolata, in via generale, alla indicazione della parte circa la tipologìa di motivo proposto, essendo decisiva l'analisi dei contenuti del medesimo. Ben può ritenersi - in tal senso - che una deduzione rubricata quale erronea applicazione di legge contenga in realtà una denunzia di vizio motivazionale.In tal caso il ricorso per saltum andrà convertito in appello ai sensi del comma 3. Rileva, pertanto, la ricostruzione dell'effettivo contenuto dell'atto.  La disposizione del comma 2, in ossequio al principio della tendenziale unicità del giudizio di impugnazione (art. 580) regolamenta l'ipotesi di contestuale proposizione di rimedi diversi avverso la medesima sentenza. Se una delle altre parti ha proposto appello, il ricorso per saltum si converte ex lege in appello (salva l'ipotesi di totale autonomia delle regiudicande) a meno che l'appellante rinunzi a tale gravame e opti per il ricorso in cassazione (sorta di accordo sul mezzo di impugnazione). In tale ultima ipotesi è l'appello a convertirsi in ricorso, con necessario adeguamento dei motivi originariamente proposti dall'appellante entro quindici giorni dalla dichiarazione di rinunzia.

In caso di rilevazione di un vizio della decisione impugnata tale da comportare regressione (art. 604, nonchè 623 comma 1 lett. b) la Corte di cassazione disporrà il rinvio al giudice di primo grado, mentre nelle altre ipotesi di annullamento con rinvio gli atti andranno trasmessi al giudice competente per l'appello.

Il ricorso immediato per cassazione

Il ricorso immediato per cassazione è proponibile esclusivamente avverso la sentenza di primo grado, sicché si applica anche al giudice di pace (Cass. IV, n. 46520/2003), è applicabile alla sola fase di cognizione (Cass.  S.U., n. 16/1998), ed è soggetto alle stesse regole previste dall'art. 568 in tema di interesse all'impugnazione. Nella materia cautelare si applicano esclusivamente le regole dettate specificamente per l'impugnazione dei provvedimenti cautelari (Cass.  S.U., n. 16/1998).

Qualora l'impugnazione proposta sia non quella ordinaria ma quella eccezionale del ricorso "per saltum", la Corte di cassazione deve dapprima interpretare la volontà della parte, per stabilire di quale mezzo abbia realmente inteso avvalersi ed, in caso di dubbio, deve privilegiare il tipo ordinario di gravame. Qualora, pertanto, nell'atto di impugnazione non solo vi sia una formale denuncia di difetto e manifesta illogicità della motivazione ma lo stesso contenuto delle censure, che letteralmente deducono anche violazione di legge, ad onta di tale formale qualificazione, le riveli come sostanzialmente, tutte, dirette avverso la valutazione delle prove in ordine ad una questione di mero fatto, il ricorso appare sostanzialmente proposto ai sensi dell'art. 606, comma 1, lett. e), c.p.p. e va convertito in appello (Cass IV 4264/1996; Cass. II 1848/2013; Cass. II, 17297/2019).

Si tratta di un rimedio acceleratorio modellato sul processo civile (Bargis, 930).

Il ricorso immediato del pubblico ministero avverso sentenza graficamente priva di motivazione o del Procuratore Generale

Per la rilevanza della questione, occorre qui ribadire quanto osservato in sede di commento all'art. 568, per cui il pubblico ministero ha interesse a proporre ricorso immediato per cassazione avverso sentenza affetta da nullità per carenza grafica della motivazione, che non risulta cioè affatto estesa, quando si tratti di sentenza di assoluzione, sia pure nell'obiettiva impossibilità di articolare motivi di censura (Cass. I, n. 48655/2015; Cass. V, n. 43035/2015; Cass. V, n. 20344/2015). E' stato inoltre ritenuto che nel caso di ricorso per cassazione proposto dal Procuratore Generale presso la Corte d'Appello avverso una sentenza astrattamente appellabile ma per la quale – ai sensi dell'art.593-bis comma 2 – non sussistono le condizioni legittimanti il diritto dello stesso a proporre appello (avocazione o acquiescenza al provvedimento da parte del Procuratore della Repubblica), ricorre l'ipotesi del ricorso immediato per cassazione ( Cass. V, n. 10692/2022).

Il ricorso immediato della parte civile

La parte civile costituita, anche quando non coincida con la persona offesa dal reato, ha generale accesso a tutti i mezzi di impugnazione, e pertanto ha diritto ad impugnare, anche con ricorso immediato per cassazione, la sentenza di assoluzione pronunziata all'esito di giudizio abbreviato quando, avendo accettato il rito, essa produca effetti nei giudizi civili ed amministrativi di danno (Cass. VI, n. 24234/2015).

La conversione del ricorso

Il ricorso immediato per cassazione si converte in appello nel caso in cui un'altra parte abbia proposto appello e sussista connessione e non già mero collegamento (Cass. I, n. 2446/2008), ed il principio si applica estensivamente anche a tutti i casi in cui siano stati proposti mezzi d'impugnazione eterogenei avverso la medesima sentenza con unico capo d'imputazione (Cass. IV, n. 17153/2015; Cass. III, n. 29989/2011; Cass. I, n. 2446/2008), intendendosi per medesimezza della sentenza un'unica statuizione del giudice sul medesimo oggetto (Cass.S.U., n. 36084/2005), che non ricorre nel caso in cui, nella stessa sentenza, sia pronunziata condanna in base a riti diversi nei confronti di persone diverse per diversi reati, perché il principio tende esclusivamente ad evitare contrasto di giudicati. La conversione, tuttavia, costituisce provvedimento successivo alla delibazione di ammissibilità del ricorso per cassazione che, dunque, se inammissibile, va dichiarato tale e non già convertito in appello, onde evitare che chi ha erroneamente proposto l'impugnazione si giovi dell'errore a detrimento di chi l'ha correttamente proposta (Cass. III, n. 48492/2013; Cass. III, n. 2233/1998) o che il processo d'impugnazione prosegua pur in presenza di evidenti cause di inammissibilità del gravame, come nel caso di carenza d'interesse (Cass. II, n. 48344/2004; Cass. VI, n. 12975/1998). Essendo fondata sulla proposizione di appello, la conversione non opera nel caso in cui l'appello proposto non sia principale ma incidentale (Cass. III, n. 40540/2014; Cass. VI, n. 33712/2010; Cass. II, n. 8809/1999). La conversione in appello opera invece automaticamente nel caso in cui il ricorso sia stato proposto per omessa assunzione di prova decisiva o per vizio di motivazione, sicché la presenza di uno di tali motivi di ricorso immediato, anche se non esclusivi e subordinati a motivi principali, o se impropriamente redatti in relazione a motivi diversamente qualificati, determina la conversione del ricorso immediato in appello (Cass. III, n. 48978/2014; Cass. II, n. 1848/2014; Cass. VI, n. 26419/2012).

Il giudice e il giudizio di rinvio

Quando la corte di cassazione annulla con rinvio la sentenza impugnata mediante ricorso immediato, trasmette gli atti al giudice competente per l'appello, che nel caso del procedimento innanzi al giudice di pace va individuato nel tribunale (Cass. IV, n. 41694/2004), salvo il caso in cui riconosca la sussistenza di una causa per la quale il giudice d'appello avrebbe dovuto annullare la sentenza di primo grado, perché in tal caso la corte di cassazione deve trasmettere gli atti al giudice di primo grado (Cass. I, n. 24687/2008; Cass. I, n. 46010/2004). Ne consegue che allorché la sentenza sia annullata per difetto grafico di motivazione, il processo va trasmesso al giudice d'appello, al quale, in virtù del principio della totale devoluzione del merito, compete la redazione della motivazione mancante (Cass. S.U., n. 3287/2009). Quando invece sia impugnata per cassazione una sentenza predibattimentale di improcedibilità, in caso di annullamento gli atti vanno trasmessi al giudice di primo grado, dal momento che in tal caso non è consentito l'appello e dunque il ricorso per cassazione è ordinario e non immediato (Cass. S.U., n. 3027/2002), ed altrettanto dicasi per la sentenza con cui il giudice per le indagini preliminari, investito di richiesta di emissione del decreto penale di condanna, prosciolga l'imputato (Cass. S.U., n. 43055/2010; Cass. S.U., n. 6203/1993).

Ove sia annullata con rinvio una sentenza inappellabile emessa dal Giudice di pace (quale è quella di assoluzione, il giudice di rinvio va individuato in altro giudice di pace appartenente al medesimo ufficio (Cass. V, 10970/2020).

Casistica

Il ricorso per saltum è previsto esclusivamente avverso le sentenze appellabili, come si è detto, e nelle ipotesi di cui agli articoli 311 comma 2 e 325 comma 2. Ciò determina talune conseguenze in punto di tassatività, essendo da escludersi la ricorribilità per saltum in ipotesi procedimentali diverse da quelle espressamente previste e tipizzate. Va altresì precisato che lì dove il legislatore abbia previsto come unico mezzo di impugnazione il ricorso per cassazione (arttt. 127 comma 7, 391 comma 4, 428,  437, 448,  461 comma 6, 464-quater comma 7, 469 e  666 comma 6) non può parlarsi di ricorso immediato e non può ritenersi in alcun modo applicabile la norma dell'art. 569. La regolamentazione di tali ipotesi va pertanto ricostruita alla stregua delle singole previsioni facoltizzanti, nonchè in rapporto a quanto previsto dagli artt. 606 e ss.

In materia di prevenzione non è ammesso ricorso immediato per cassazione, non essendo il giudizio di primo grado deciso con sentenza e - in ogni caso -non essendo prevista la ricorribilità per saltum nella disciplina di settore, attualmente contenuta nell'art. 10 d.lgs. n.159/2011 (Cass. VI, n. 33161/2004; Cass. II, n. 31075/2013): il ricorso andrà qualificato come appello e trasmesso al giudice competente (Cass. I, n. 3661/1995, Cass. I, n. 5630/2009).

La sentenza di non luogo a procedere  ex art. 425, emessa dopo l'entrata in vigore della l. n. 103/2017, è impugnabile soltanto mediante appello e avverso la stessa non è ammissibile il ricorso immediato in cassazione ai sensi dell'art. 569  (Cass. IV n. 34872/2018; Cass. IV n. 27526/2018).

La sentenza di non luogo a procedere per difetto di imputabilità del minore è da ritenersi impugnabile sia in appello che con ricorso immediato per cassazione (Cass. V, n. 12864/2022).

Bibliografia

Bargis, Impugnazioni, in Conso-Grevi-Bargis, Compendio di procedura penale, Padova, 2012.

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