Codice di Procedura Penale art. 575 - Impugnazione del responsabile civile e della persona civilmente obbligata per la pena pecuniaria.

Sergio Beltrani

Impugnazione del responsabile civile e della persona civilmente obbligata per la pena pecuniaria.

1. Il responsabile civile [83 s.] può proporre impugnazione [581 s.] contro le disposizioni della sentenza riguardanti la responsabilità dell'imputato [533] e contro quelle relative alla condanna di questi e del responsabile civile alle restituzioni, al risarcimento del danno e alla rifusione delle spese processuali [538-541, 600]. L'impugnazione è proposta col mezzo che la legge attribuisce all'imputato.

2. Lo stesso diritto spetta alla persona civilmente obbligata per la pena pecuniaria [89] nel caso in cui sia stata condannata [534].

3. Il responsabile civile può altresì proporre impugnazione contro le disposizioni della sentenza di assoluzione relative alle domande proposte per il risarcimento del danno e per la rifusione delle spese processuali [541 2, 542].

Inquadramento

L'art. 575 « conferisce al responsabile civile ed al civilmente obbligato per la pena pecuniaria il diritto di proporre impugnazione non solo contro la sentenza civile emessa nei loro confronti, ma anche avverso la pronuncia di condanna penale dell'imputato, in conformità della duplicità di interessi, sia diretto che immediato, riscontrabile nella posizione di tali soggetti chiamati a rispondere per fatto non proprio » (Relazione al Progetto preliminare del codice di procedura penale, 287).

In particolare:

il responsabile civile (comma 1) e la persona civilmente obbligata per la pena pecuniaria (che abbia riportato condanna: comma 2) possono proporre impugnazione (attivando lo stesso mezzo che sarebbe per legge attivabile dall'imputato) contro i capi ed i punti della sentenza riguardanti l'affermazione di responsabilità dell'imputato, e contro quelli riguardanti la condanna dell'imputato e del responsabile civile al risarcimento del danno ed alle restituzioni, nonché alla rifusione delle spese processuali;

il responsabile civile (comma 3) può, inoltre, impugnare i capi ed i punti della sentenza di assoluzione riguardanti le domande di risarcimento del danno e di rifusione delle spese processuali.

Il responsabile civile

 

Legittimazione all'impugnazione

La legittimazione all'impugnazione del responsabile civile è limitata alle disposizioni delle sentenze di condanna riguardanti la responsabilità dell'imputato concernente gli interessi civili e le sentenze di assoluzione nei limiti delle statuizioni sulle domande di risarcimento del danno e di rifusione delle spese processuali.

È stata, conseguentemente, esclusa la legittimazione ad impugnare la sentenza di non doversi procedere per essere il reato estinto per intervenuta prescrizione, in ossequio al principio della tassatività delle impugnazioni (Cass. I, n. 31130/2004); si è successivamente precisato che il responsabile civile è legittimato a ricorrere per cassazione avverso la sentenza di non doversi procedere per l'intervenuta prescrizione del reato pronunziata dal giudice d'appello, soltanto se la stessa contiene anche statuizioni concernenti le richieste avanzate dalla parte civile, ed in tal caso l'eventuale annullamento della sentenza può essere disposto esclusivamente con rinvio al giudice civile ai sensi dell'art. 622 (Cass. IV, n. 37992/2008).

È stata ammessa la legittimazione del responsabile civile ad impugnare la sentenza con la quale — in sede di giudizio di rinvio seguito ad annullamento parziale del giudice di legittimità — sia stato assolto l'imputato, responsabile in solido al risarcimento dei danni in favore della parte civile, per il rilievo che tale decisione esclude l'eventuale giudizio civile di regresso, comportando inevitabili conseguenze a carico del responsabile civile il quale, a differenza di quanto previsto nell'art. 194 del previgente codice di rito, è legittimato, ex art. 575, comma 1, a proporre impugnazione contro le disposizioni della sentenza riguardanti la responsabilità dell'imputato, nonché contro quelle relative alla condanna di questi e del responsabile civile alle restituzioni, al risarcimento del danno e alla rifusione delle spese processuali (Cass. III, n. 28168/2003).

Il difensore

L'attribuzione del diritto di impugnazione al difensore dell'imputato costituisce un'eccezione al principio generale della spettanza di detto diritto al soggetto direttamente interessato al provvedimento giudiziale, e quindi non è estensibile al difensore del responsabile civile, il quale può impugnare solo se munito di procura speciale (Cass. IV, n. 11722/1987).

La condanna alle spese

Secondo la giurisprudenza, anche il Ministero della difesa, il cui ricorso contro una sentenza di condanna al risarcimento dei danni cagionati da un reato commesso da propri dipendenti alla parte civile, presentato in qualità di responsabile civile, venga rigettato o dichiarato inammissibile, deve essere condannato al pagamento delle spese processuali, poiché in tale caso egli agisce a tutela dei propri interessi patrimoniali privatistici, resistendo ad una domanda di analoga natura, e non costituisce parte necessaria che esercita pubblici poteri autoritativi (Cass. I, n. 40795/2021). 

Applicazioni: ricorso per cassazione.

Secondo la giurisprudenza, il responsabile civile può far valere con il ricorso per cassazione il vizio della sentenza d'appello che, in riforma, ai soli fini civili, della sentenza assolutoria di primo grado sulla base di un diverso apprezzamento dell'attendibilità di una prova dichiarativa ritenuta decisiva, lo abbia condannato al risarcimento dei danni, senza previa rinnovazione dell'istruzione dibattimentale, perché la sua posizione è assimilabile a quella dell'imputato - dovendo sopportare, insieme a quest'ultimo, le conseguenze civili derivanti dal reato - e partecipa pertanto delle medesime garanzie (Cass. IV, n. 37956/2021).

La persona civilmente obbligata per la pena pecuniaria

 

Legittimazione all'opposizione contro decreto penale di condanna

Il civilmente obbligato per la pena pecuniaria è legittimato a proporre opposizione avverso il decreto penale di condanna solo nel caso in cui esso contenga nei suoi confronti una espressa statuizione di condanna al pagamento della pena corrispondente alla sanzione pecuniaria inflitta all'imputato; in difetto di tale statuizione, il predetto soggetto non è legittimato a proporre opposizione avverso il decreto penale (Cass. III, n. 2119/1999; Cass. III, n. 17713/2013).

Bibliografia

AA.VV., Le impugnazioni, coordinato da Aimonetto, in Giurisprudenza sistematica di diritto processuale penale, diretta da Chiavario ed Marzaduri, Torino, 2005; Chiliberti, Azione civile e nuovo processo penale, Milano, 2006.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario