Codice di Procedura Penale art. 586 - Impugnazione di ordinanze emesse nel dibattimento.

Raffaello Magi

Impugnazione di ordinanze emesse nel dibattimento.

1. Quando non è diversamente stabilito dalla legge [310, 311 2, 479], l'impugnazione contro le ordinanze emesse nel corso degli atti preliminari ovvero nel dibattimento può essere proposta, a pena di inammissibilità, soltanto con l'impugnazione contro la sentenza [591]. L'impugnazione è tuttavia ammissibile anche se la sentenza è impugnata soltanto per connessione con l'ordinanza.

2. L'impugnazione dell'ordinanza è giudicata congiuntamente a quella contro la sentenza, salvo che la legge disponga altrimenti.

3. Contro le ordinanze in materia di libertà personale [292, 299, 304-307, 309-311] è ammessa l'impugnazione immediata, indipendentemente dall'impugnazione contro la sentenza [245 2o trans.].

Inquadramento

La regola per cui le ordinanze emesse in fase dibattimentale - salvo diversa disposizione di legge - sono impugnabili esclusivamente attraverso l'impugnazione del provvedimento conclusivo realizza un principio di logica sistematica e di economia processuale. Il giudice del dibattimento ha infatti poteri “intermedi”, strumentali al corretto dispiegarsi dell'attività processuale e diversi rispetto al giudizio in senso proprio (ad es. in tema di ammissione e revoca delle prove, di disciplina dell'udienza con eventuale ordine di procedere a porte chiuse, di riunione e separazione, di dichiarazione di assenza dell'imputato con eventuale sospensione del procedimento, di partecipazione a distanza dell'imputato, di composizione originaria del fascicolo per il dibattimento, di rimozione di cause di incompatibilità del difensore, di nomina del perito, di acquisizione di atti di indagine al fascicolo del dibattimento a seguito di contestazione, di integrazione istruttoria ex officio) . Ove tali decisioni, che pure incidono su diritti procedurali - ma che non contengono una statuizione sulla fondatezza o meno della imputazione - fossero autonomamente impugnabili si determinerebbe una potenziale paralisi del giudizio con costante interferenza del giudice di grado superiore su decisioni 'interne' alla fase del grado antecedente e non sempre immediatamente lesive. Si è optato, pertanto, per la immediata impugnabilità delle decisioni relative alla libertà personale (cui vanno aggiunte le ipotesi previste da singole disposizioni, ad es. quelle in tema di sequestro preventivo) e per il differimento del potere di critica (o per la denunzia di nullità) al termine del giudizio negli altri casi. Ciò consente anche il recupero del criterio di fondo relativo all'interesse, posto che per essere ammissibile l'impugnazione dell'ordinanza  la decisione finale deve recare pregiudizio all'impugnante (l'imputato assolto, ad esempio, non può dolersi della mancata assunzione di una prova a discarico oggetto di richiesta).   

Va ricordato che in ipotesi di sospensione del giudizio per pregiudizialità civile o amministrativa (artt. 3 e 479) l'ordinanza di sospensione è ricorribile per cassazione, dunque è autonomamente impugnabile. Non è invece impugnabile l'ordinanza con cui si sospende il giudizio per ritenuta pregiudizialità costituzionale o comunitaria, posto che in tal caso il giudizio resta sospeso sino alla decisione della diversa autorità giurisdizionale. L'ordinanza con cui si dichiara la irrilevanza o manifesta infondatezza di una questione di legittimità costituzionale proposta dalla parte va impugnata congiuntamente alla sentenza . Le decisioni di incompetenza sono sempre assunte con sentenza e possono dare luogo a conflitto.

Le ordinanze endoprocessuali in materie diverse dalla libertà personale

L'ordinanza di ammissione della parte civile è impugnabile esclusivamente insieme con la sentenza (Cass. VI, n. 15866/2004). L'ordinanza di esclusione della parte civile è inoppugnabile, mentre l'ordinanza che denega la richiesta di esclusione della parte civile già ammessa è impugnabile esclusivamente con la sentenza (Cass. S.U., n. 12/1999; Cass. VI, n. 2329/2015; Cass. VII, n. 10880/2013), ma qualora la richiesta di esclusione venga accolta dal giudice dell'impugnazione, la parte civile ha diritto ad impugnarla per cassazione unitamente con la sentenza d'appello (Cass. IV, n. 4101/2013). È invece abnorme, come tale direttamente impugnabile per cassazione (Cass. IV, n. 47323/2014; Cass. I, n. 2877/2005), l'ordinanza con la quale il giudice ammetta la parte civile già esclusa, previa revoca dell'ordinanza di esclusione (Cass. II, n. 43748/2013; Cass. IV, n. 6633/2009).

Sono impugnabili esclusivamente insieme con la sentenza, l'ordinanza di correzione di errore materiale contenuto nel dispositivo della sentenza la cui motivazione non sia stata ancora depositata (Cass. VI, n. 2323/2015; Cass. II, n. 281/2007), di conferma di provvedimenti già assunti e non impugnati (Cass. III, n. 1464/2013; Cass. VI, n. 250/2000), l'ordinanza che dispone il giudizio direttissimo (Cass. VI, n. 40924/2011), l'ordinanza che accoglie o respinge l'istanza di sospensione del processo (Cass. V, n. 16230/2005; Cass. VI, n. 9741/2005) o di rinvio dello stesso ad altra udienza (Cass. V, n. 25006/2005), l'ordinanza di revoca della sospensione del processo già disposta per infermità mentale (Cass. I, n. 29936/2010; Cass. I, n. 25850/2006), il rigetto de plano dell'istanza di applicazione della pena (Cass. III, n. 4743/2008; Cass. VI, n. 1737/1998) sebbene l'orientamento sia controverso (Cass. III, n. 2634/2006), l'ordinanza di inammissibilità dell'istanza di ricusazione già disattesa per gli stessi motivi (Cass. VI, n. 17315/2003).

Le ordinanze in materia di libertà personale

Sono invece immediatamente impugnabili le ordinanze che riguardino la libertà personale (Cass. V, n. 18779/2015), come espressamente stabilito al comma 3 della disposizione in commento.

Le ordinanze in materia di messa alla prova

Risolvendo un contrasto, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno stabilito che l'ordinanza di rigetto della richiesta di sospensione del procedimento con messa alla prova non è immediatamente impugnabile, ma è appellabile unitamente alla sentenza di primo grado, ai sensi dell'art. 586, in quanto l'art. 464-quater, comma 7, nel prevedere il ricorso per cassazione, si riferisce unicamente al provvedimento con cui il giudice, in accoglimento della richiesta dell'imputato, abbia disposto la sospensione del procedimento con la messa alla prova (Cass. S.U., n. 33216/2016) .

In tema di messa alla prova, il procuratore generale presso la corte di appello è legittimato ad impugnare l'ordinanza di accoglimento dell'istanza di sospensione del procedimento unitamente alla sentenza con la quale il giudice dichiara l'estinzione del reato per esito positivo della prova, qualora non sia stata effettuata nei suoi confronti la comunicazione dell'avviso di deposito dell'ordinanza di sospensione (Cass., I, n. 43293/2021).

Le ordinanze che determinano la regressione del giudizio

Qualora l'ordinanza endoprocessuale determini la regressione del giudizio, che dunque non è definito in quella fase con sentenza, non può applicarsi il principio dell'impugnazione differita (Cass. I, n. 4477/2014), ed il termine per impugnare è di quindici giorni decorrenti dalla lettura in udienza del provvedimento o in mancanza dalla notificazione alla parte dello stesso, anche se sia abnorme (Cass. VI, n. 30920/2009), a meno che, inutilmente scaduto il termine, l'impugnazione sia indispensabile per evitare la definitiva stasi del procedimento, nel qual caso è data impugnazione in ogni tempo (Cass. VI, n. 19209/2015; Cass. I, n. 4477/2014). Non è impugnabile il provvedimento con cui il giudice del dibattimento o dell'udienza preliminare, rilevando un difetto di notifica o altro vizio formale del procedimento nella fase delle indagini preliminari, dichiari nullo il decreto di citazione diretta a giudizio o la richiesta di rinvio a giudizio e disponga la restituzione degli atti al pubblico ministero (Cass. S.U., n. 25957/2009; Cass. II, n. 3738/2015; Cass. VI, n. 25810/2014), il provvedimento con cui il giudice del dibattimento restituisca gli atti al giudice dell'udienza preliminare in conseguenza della rilevata nullità del decreto che dispone il giudizio (Cass. S.U., n. 17/1998).

La decisione sull'impugnazione

L'impugnazione della sentenza per connessione con l'ordinanza è ammissibile anche nel caso in cui nell'atto non sia espressamente dichiarata la volontà di impugnare anche l'ordinanza, purché i motivi di gravame si rivolgano espressamente nei confronti dell'ordinanza ritenuta viziata, indicando le ragioni della ritenuta illegittimità di quest'ultima (Cass. S.U., n. 10296/1993; Cass. V, n. 50330/2014; Cass. II, n. 25313/2012).

Sul punto, la dottrina ha fatto osservare come la previsione di discosti dalla regola previgente, dettata dal codice di rito abrogato, che sanzionava con l'inammissibilità l'ipotesi in cui l'appello avverso la sentenza, per connessione con l'ordinanza viziata, non recasse l'espressa impugnazione anche dell'ordinanza (Bargis, 904).

L'ordinanza impugnata insieme con la sentenza non è nulla per difetto di motivazione, e non determina nullità della sentenza, quando nella motivazione della sentenza il giudice abbia integrato la motivazione dell'ordinanza, rielaborandone l'apparato giustificativo (Cass. S.U., n. 17/2000; Cass. VI, n. 26541/2015). Sul tema, si è peraltro ritenuto che solo quando il provvedimento ordinatorio adottato - con ordinanza - nel corso del processo è coerente alla successiva deliberazione, la sua motivazione può essere integrata con quella della sentenza (Cass. VI, n. 26541/2015).

Casistica

L'ordinanza dibattimentale di rigetto della richiesta di immediata declaratoria di estinzione del reato (per condotte riparatorie ex art. 162-ter c.p.) è appellabile solo unitamente alla sentenza di primo grado, e non può essere autonomamente impugnata sotto il profilo della abnormità (Cass. I, n.29562/2018).

Va ritenuta ricorribile per cassazione il provvedimento di rigetto dell'istanza di restituzione, avanzata dal terzo, in relazione alle cose sottoposte a sequestro probatorio disposto dal giudice per l'udienza preliminare (Cass., V, n. 37145/2022).

Bibliografia

Bargis, Impugnazioni, in Conso-Grevi-Bargis, Compendio di procedura penale, Padova, 2012; Galati-Zappalà, Le impugnazioni, in Siracusano-Galati-Tranchina-Zappalà, Diritto processuale penale, Milano, 2011.

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