Codice di Procedura Penale art. 600 - Provvedimenti in ordine all'esecuzione delle condanne civili.Provvedimenti in ordine all'esecuzione delle condanne civili. 1. Se il giudice di primo grado ha omesso di pronunciare sulla richiesta di provvisoria esecuzione proposta a norma dell'articolo 540, comma 1, ovvero l'ha rigettata, la parte civile [76 s.] può riproporla mediante impugnazione della sentenza di primo grado [576] al giudice di appello il quale, a richiesta della parte, provvede con ordinanza in camera di consiglio. 2. Il responsabile civile [83 s., 575] e l'imputato [574] possono chiedere con le stesse forme la revoca o la sospensione della provvisoria esecuzione. 3. Su richiesta delle stesse parti, il giudice di appello può disporre, con le forme previste dal comma 1, che sia sospesa l'esecuzione della condanna al pagamento della provvisionale [539 2, 540 2] quando possa derivarne grave e irreparabile danno1.
[1] La Corte cost., con sentenza 27 luglio 1994, n. 353, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale del terzo comma dell'art. 600 «nella parte in cui prevede che il giudice d'appello può disporre la sospensione dell'esecuzione della condanna al pagamento della provvisionale "quando possa derivarne grave e irreparabile danno" anziché "quando ricorrono gravi motivi"». InquadramentoL'art. 600 prevede che se il giudice di primo grado non si è pronunziato sulla richiesta della parte civile di provvisoria esecuzione o l'ha rigettata, la parte civile può riproporla, impugnando la sentenza, al giudice d'appello, che a richiesta di parte decide con ordinanza in camera di consiglio. Nello stesso modo l'imputato e il responsabile civile possono chiedere al giudice d'appello la revoca o la sospensione della provvisoria esecuzione che sia stata concessa dal giudice di primo grado. Gli stessi possono chiedere al giudice d'appello di sospendere l'esecuzione della condanna provvisionale quando ricorrono gravi motivi. Tale presupposto è stato individuato dalla Corte cost. n. 353/1994 in luogo del previgente presupposto del grave ed irreparabile danno. L'istanza di revoca o sospensione della provvisoria esecuzioneL'istanza dell'imputato o del responsabile civile diretta alla revoca o sospensione della provvisoria esecuzione, al pari dell'istanza della parte civile intesa ad ottenere la provvisoria esecuzione della condanna (Garavelli, 187), è proposta, a pena di inammissibilità, insieme con l'appello avverso la sentenza (Cass. III, n. 2860/2015) e la decisione sulla stessa è inoppugnabile (Cass. I, n. 44603/2013; Cass. II, n. 3012/2010), come ritenuto anche in dottrina (Garavelli, 582).La stessa può essere decisa de plano, non essendovi alcun richiamo al rito camerale di cui all'art.127 c.p.p. (Cass. I, n. 39585/2019). I gravi motivi ed il danno grave ed irreparabilePrima dell'intervento della Corte costituzionale, che ha sostituito al presupposto del danno grave ed irreparabile il presupposto dei gravi motivi, la gravità ed irreparabilità del danno, in base alla quale il giudice d'appello può sospendere l'esecuzione della condanna provvisionale, doveva consistere nella disintegrazione del bene conteso, mentre quando si tratti di condanna al pagamento di somme di danaro, esso non poteva ritenersi integrato né in ragione delle condizioni economiche dell'obbligato né in relazione alla dedotta difficoltà di recupero delle somme versate in esecuzione della condanna (Cass. I, n. 4380/1995). All'esito dell'intervento del giudice costituzionale, la giurisprudenza ha individuato i gravi motivi nella sussistenza di una apparente fondatezza dell'impugnazione e nel pericolo conseguente all'esecuzione del provvedimento, alla stregua di quanto previsto dall'articolo 283 c.c. (Spangher, 3217). Pertanto la sospensione va concessa nel caso in cui sia documentata una verosimile insolvenza del creditore in caso di successivo annullamento della condanna (Cass. IV, n. 30019/2006; Cass. VI, n. 45056/2005) oppure una sostanziale indigenza dell'obbligato conseguente al pagamento coatto della provvisionale, che comprometta la sua stessa possibilità di provvedere ai bisogni ordinari della vita (Cass. IV, n. 40075/2015; Cass. IV, n. 45897/2015), e la prova di tali circostanze deve essere fornita dall'istante la sospensione (Cass. IV, n. 51194/2015). In senso analogo, è stato evidenziato che ai fini dell'accoglimento della richiesta di sospensione dell'esecuzione di una provvisionale è necessaria la ricorrenza di un pregiudizio eccessivo per il debitore, in rapporto ad un palese stato di insolvibilità del destinatario o ad altre circostanze tali da rendere impossibile o altamente difficoltoso il recupero di quanto pagato nel caso di modifica della decisione di condanna (Cass. III n. 16164/2019). La dottrina ha opportunamente chiarito che la norma in commento va posta in diretta correlazione con l'articolo 540 (Bargis, 966). CasisticaÈ abnorme il provvedimento con cui il giudice d'appello, rigettando l'istanza di revoca o sospensione della provvisoria esecuzione, condanni l'istante al pagamento delle spese del procedimento (Cass. V, n. 44000/2009). L'ordinanza camerale assunta ex art. 600, comma 2, e la sentenza di appello che decide sulle questioni civili, sono atti radicalmente diversi per natura giuridica, per la funzione che svolgono, per il momento in cui sono adottati, per il tipo di cognizione che presuppongono e di decisione che adottano; non è, quindi, consentito sollecitare in sede di legittimità un controllo della motivazione della sentenza di appello basato, non sulla sua coerenza interna, ma in rapporto alla precedente ordinanza relativa alle statuizioni civili (Cass. VI, n. 10081/2005). BibliografiaBargis, Impugnazioni, in Conso-Grevi-Bargis, Compendio di procedura penale, Padova, 2012; Garavelli, Art. 600, in Chiavario, Commento al nuovo codice di procedura penale, Torino, 1989-1991; Spangher, Atti processuali penali, Milano, 2013. |