Codice di Procedura Penale art. 601 - Atti preliminari al giudizio.

Raffaello Magi

Atti preliminari al giudizio.

1. Fuori dei casi previsti dall'articolo 591, il presidente ordina senza ritardo la citazione dell'imputato appellante; ordina altresì la citazione dell'imputato non appellante se vi è appello del pubblico ministero o se ricorre alcuno dei casi previsti dall'articolo 587 [o se l'appello è proposto per i soli interessi civili]1.

2. Quando la corte, anteriormente alla citazione, dispone che l'udienza si svolga con la partecipazione delle parti, ne è fatta menzione nel decreto di citazione. Nello stesso decreto è altresì indicato se l'appello sarà deciso a seguito di udienza pubblica ovvero in camera di consiglio, con le forme previste dall'articolo 1272.

3. Il decreto di citazione per il giudizio di appello contiene i requisiti previsti dall'articolo 429, comma 1, lettere a), d-bis), f), g), l'avvertimento all'imputato che non comparendo sarà' giudicato in assenza nonché l'indicazione del giudice competente e, fuori dal caso previsto dal comma 2, l'avviso che si procederà con udienza in camera di consiglio senza la partecipazione delle parti, salvo che l'appellante o, in ogni caso, l'imputato o il suo difensore chiedano di partecipare nel termine perentorio di quindici giorni dalla notifica del decreto. Il decreto contiene altresì l'avviso che la richiesta di partecipazione può essere presentata dalla parte privata esclusivamente a mezzo del difensore. Il termine per comparire non può essere inferiore a quaranta giorni3.

4. È ordinata in ogni caso la citazione del responsabile civile [83 s.], della persona civilmente obbligata per la pena pecuniaria [89] e della parte civile [76 s.]; questa è citata anche quando ha appellato il solo imputato contro una sentenza di proscioglimento.

5. Almeno quaranta giorni prima della data fissata per il giudizio di appello [172 5], è notificato avviso ai difensori. L'avviso è, altresì, comunicato al procuratore generale 4.

6. Il decreto di citazione è nullo se l'imputato non è identificato in modo certo, se non contiene l'avvertimento all'imputato che non comparendo sarà giudicato in assenza ovvero se manca o è insufficiente l'indicazione di uno dei requisiti previsti dall'articolo 429, comma 1, lettera f)5.

[1] Comma modificato dall'articolo 34, comma 1, lett. g) num. 1)  d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150, che ha sostituito  le parole: «pubblico ministero o» alle parole «pubblico ministero,» e ha soppresso le parole: «o se l'appello è proposto per i soli interessi civili».  Per l'entrata in vigore delle modifiche disposte dal citato d.lgs. n. 150/2022, vedi art. 99-bis, come aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199Per le disposizioni transitorie in materia di videoregistrazioni e di giudizi di impugnazione vedi quanto disposto  dall'art. 94, comma 2, d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150, come modificato dall' art. 5-duodecies, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199  e, da ultimo, dall'art. 17 , comma 1, d.l. 22 giugno 2023, n. 75, conv., con modif., in l. 10 agosto 2023, n. 112.

[2] Comma sostituito dall'articolo 34, comma 1, lett. g) num. 2)  d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150, il testo precedente alla sostituzione era il seguente: <<2. Quando si procede in camera di consiglio a norma dell'articolo 599, ne è fatta menzione nel decreto di citazione.>>.  Per le disposizioni transitorie in materia di videoregistrazioni e di giudizi di impugnazione vedi quanto disposto  dall'art. 94, comma 2, d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150, come modificato dall' art. 5-duodecies, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199  e, da ultimo, dall'art. 17 , comma 1, d.l. 22 giugno 2023, n. 75, conv., con modif., in l. 10 agosto 2023, n. 112.

[3] Comma modificato dall'articolo 34, comma 1, lett. g) num. 3)  d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150 che, al primo periodo, le parole: «dall'articolo 429, comma 1, lettere a), d-bis), f), g)» sono sostituite alle parole: «dall'articolo 429 comma 1 lettere a), f), g)» e dopo le parole: «giudice competente» sono inserite le seguenti: «e, fuori dal caso previsto dal comma 2, l'avviso che si procederà con udienza in camera di consiglio senza la partecipazione delle parti, salvo che l'appellante o, in ogni caso, l'imputato o il suo difensore chiedano di partecipare nel termine perentorio di quindici giorni dalla notifica del decreto. Il decreto contiene altresì l'avviso che la richiesta di partecipazione può essere presentata dalla parte privata esclusivamente a mezzo del difensore»; al secondo periodo, la parola: «quaranta» è sostituita alla parola: «venti».  Per le disposizioni transitorie in materia di videoregistrazioni e di giudizi di impugnazione vedi quanto disposto  dall'art. 94, comma 2, d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150, come modificato dall' art. 5-duodecies, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199  e, da ultimo, dall'art. 17 , comma 1, d.l. 22 giugno 2023, n. 75, conv., con modif., in l. 10 agosto 2023, n. 112.Vedi inoltre l’art. 92, comma 2-bis, d.lgs. n. 150 cit., come aggiunto, in sede di conversione, dall’art. 5-novies d.l. n. 162, cit. Successivamente dall'art. 2, comma 1, lett. bb), numero 1) d.lgs. 19 marzo 2024, n. 31 che  dopo le parole: «lettere a), d-bis), f), g)» ha inserito  le seguenti: «, l'avvertimento all'imputato che non comparendo sarà giudicato in assenza».

[4] Comma modificato dall'articolo 34, comma 1, lett. g) num. 4)  d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150 che ha sostituito la parola: «quaranta» è sostituita alla parola: «venti».  Per le disposizioni transitorie in materia di videoregistrazioni e di giudizi di impugnazione vedi quanto disposto  dall'art. 94, comma 2, d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150, come modificato dall' art. 5-duodecies, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199  e, da ultimo, dall'art. 17 , comma 1, d.l. 22 giugno 2023, n. 75, conv., con modif., in l. 10 agosto 2023, n. 112. Successivamente dall'art. 2, comma 1, lett. bb), numero 2) d.lgs. 19 marzo 2024, n. 31 che  dopo il primo periodo ha aggiunto il seguente: «L'avviso e', altresi', comunicato al procuratore generale.».

[5] Comma modificato dall'art. 2, comma 1, lett. bb), numero 3) d.lgs. 19 marzo 2024, n. 31 che  dopo  le parole: «in modo certo»  sono inserite le seguenti: «, se non contiene l'avvertimento all'imputato che non comparendo sarà giudicato in assenza».

Inquadramento

L'art. 601 è stato radicalmente innovato dal d.lgs. n.150/2022 (v. sub art. 598 bis) . La disposizione attuale prevede che quando non ricorrono ipotesi di inammissibilità, il presidente ordina la citazione dell'imputato appellante ed anche la citazione dell'imputato non appellante ove vi sia appello del pubblico ministero oppure ricorra una ipotesi di estensione dell'appello. Non è più prevista l'ipotesi di citazione dell'imputato non appellante lì dove l'appello sia proposto per i soli interessi civili (v. sub art. 573, comma, 1 bis). Cita altresì il responsabile civile, il civilmente obbligato per la pena pecuniaria e la parte civile, e quest'ultima anche nel caso in cui l'appello sia proposto dal solo imputato avverso sentenza di proscioglimento. Tra la notificazione del decreto di citazione e l'udienza fissata per la trattazione deve intercorrere un termine non minore di quaranta i giorni e il decreto di citazione deve contenere l'indicazione del giudice competente, le generalità dell'imputato o quant'altro valga ad identificarlo, il luogo, la data e l'ora dell'udienza di comparizione, il tutto a pena di nullità, ed inoltre la firma del giudice e dell'ausiliario e la data di sottoscrizione. La cd. riforma Cartabia impone altresì che nel decreto di citazione lì dove la Corte abbia optato per la trattazione in presenza se ne faccia menzione nel decreto di citazione (con indicazione delle modalità di trattazione camerale o pubblica). In caso diverso, dovrà essere indicato che si procederà in camera di consiglio non partecipata, salva la facoltà di richiesta della trattazione in presenza (v. sub art.598 bis). Entro lo stesso termine di quaranta giorni è notificato avviso dell'udienza ai difensori. Va altresì indicata nel decreto di citazione la facoltà, per l'imputato e la persona offesa, di accedere ai programmi di giustizia riparativa.

Verrà pertanto riportata, nei limiti della utilità, la giurisprudenza maturata durante la vigenza del precedente testo di legge.

Quanto ai profili di diritto intertemporale va ricordato che la disciplina transitoria espressa di cui all'articolo 94 del d.lgs. n. 150 del 2022 (come modificato in sede di conversione del d.l. n.162 del 2022) ha previsto che per le impugnazioni proposte entro il 30 giugno 2023, continuano ad applicarsi le disposizioni dettate con l'articolo 23, commi 8, primo, secondo, terzo, quarto e quinto periodo, e 9, nonché le disposizioni di cui all'articolo 23-bis, commi 1, 2, 3, 4 e 7, del decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 dicembre 2020, n. 176. Si tratta, essenzialmente, delle disposizioni dettate in periodo emergenziale Covid, tese a regolamentare le modalità di celebrazione dell'udienza e la richiesta di trattazione orale. Va tuttavia rilevato che quanto alla disposizione che regolamenta il termine a comparire (art. 601 comma 3) le disposizioni transitorie nulla hanno previsto in merito e la norma è entrata in vigore il 30 dicembre del 2022. Si ritiene pertanto preferibile la interpretazione per cui la nuova disposizione (termine non inferiore a quaranta giorni) sia di immediata applicazione (ai decreti di citazione emessi dopo il 30 dicembre del 2022), pur innestandosi sul tessuto normativo antecedente, rimasto in vigore sino al 30 giugno 2023.

Circa tale aspetto – ossia la immediata vigenza della disposizione di cui all'art.601, comma 3 con termine a comparire non inferiore a quaranta giorni – è sorto tuttavia un contrasto interpretativo tra le sezioni semplici, di recente rimesso alle Sezioni Unite (che dovranno pronunziarsi alla udienza del 27 giugno 2024). In particolare, la tesi indicata nel testo è stata seguita da Cass. III, n. 5481/2024Cass. IV n. 48056/2023, Cass. II, n.49644/2023) mentre secondo un diverso orientamento la vigenza delle nuove disposizioni in tema di ‘termine a comparire' è strettamente correlata alla non/vigenza del cd. rito pandemico. Siccome il cd. rito pandemico (art.23 e 23-bis d.l. n.137 del 2020) è stato prorogato sino alla data del 30 giugno 2024 ne deriva il ‘trascinamento' della sospensione di efficacia anche dell'art.601 c.p.p. sino a tale data (v. Cass. II n. 7990/2024; Cass. V n. 5347/2024). Vi è contrasto anche in tema di individuazione, nel caso di immediata vigenza del novellato articolo 601 (al 30 dicembre 2022) dell'actum cui ricollegare la applicazione del nuovo termine a comparire (sentenza impugnabile o decreto di citazione a giudizio). Per la necessità di ricollegare la nuova disposizione alle sole decisioni emesse dopo il 30 dicembre 2022 Cass. II n. 6010 del 2024.

Il termine dilatorio

La violazione del termine di comparizione, che non può essere integrato da ulteriore termine concesso in misura pari al solo periodo mancante (Cass. II, n. 30019/2014; Cass. VI, n. 19744/2013; Cass. IV, n. 40897/2012; Cass. V, n. 30075/2010), non corrisponde ad omessa citazione dell'imputato ma riguarda il suo intervento nel giudizio e pertanto determina una nullità di ordine generale a regime intermedio, come tale sanabile ai sensi dell'articolo 184 a séguito di comparizione (Cass. IV, n. 40897/2012) e deducibile esclusivamente nei termini previsti dall'articolo 182 (Cass. V, n. 2954/2010), ossia immediatamente dopo gli atti preliminari o, se non sono previsti altri atti, entro la deliberazione della sentenza che definisce lo stesso grado di giudizio, indipendentemente dalla presenza o assenza in udienza dell'imputato e del suo difensore (Cass. S.U., n. 22242/2011). In ogni caso, poiché non è in discussione l'intervenuta citazione dell'imputato, la concessione del nuovo termine, nella sua intera estensione, non deve essere eseguita necessariamente mediante notificazione di nuovo decreto di citazione, ma è sufficiente che il giudice d'appello rinvii la trattazione ad udienza fissata oltre l'intera estensione del termine, dal momento che l'imputato è rappresentato in udienza dal difensore che assiste alla pronunzia dell'ordinanza di rinvio (Cass. II n. 193/2020Cass. II, n. 52599/2014). 

Il decreto di citazione delle parti e l'avviso ai difensori

Il decreto di citazione, che non contiene i medesimi elementi previsti per il decreto che dispone il giudizio a causa dell'intervenuto superamento di quella fase e delle connesse esigenze di garanzia (Zappalà, 189), rivolto alle parti e l'avviso rivolto ai difensori costituiscono due atti distinti ed autonomi, perché il primo tende ad informare la parte della fissazione dell'udienza, mentre il secondo tende a consentire al difensore di predisporre la difesa tecnica. Ne consegue che nel caso in cui sussista incertezza circa la data dell'udienza di comparizione nell'avviso al difensore, si determina nullità assoluta (Cass. III, n. 8277/2010) indipendentemente dal fatto che presso lo stesso difensore, quale domiciliatario dell'imputato, sia stato notificato il decreto di citazione contenente la data correttamente indicata (Cass. III, n. 26507/2015), ed a condizione, in ogni caso, che l'errore sia effettivamente idoneo ad ingenerare confusione e non si tratti di un errore agevolmente riconoscibile come tale (Cass. V, n. 9669/2015; Cass. II, n. 17085/2011). Nullità assoluta si verifica se sussista incertezza sull'identificazione dell'imputato (Spangher, 3227), nonché quando, ove il giudice d'appello sia organizzato in sezioni, nel decreto di citazione o nell'avviso non sia indicata la sezione assegnataria del giudizio (Cass. V, n. 3868/2015 ; in senso contrario v. però Cass. IV, n. 16093/2018), come in tutti i casi in cui non sia adeguatamente indicato il luogo della comparizione (Cass. VI, n. 29264/2010), ed altresì nel caso in cui l'udienza sia trattata prima dell'orario indicato (Cass. V, n. 3849/2015) e qualora sia erroneamente indicato il provvedimento impugnato, se l'errore è tale da ingenerare incertezza effettiva circa il giudizio da trattare (Cass. VI, n. 43385/2013; Cass. VI, n. 19824/2009). È relativa, invece, la nullità che si determina a séguito dell'omessa indicazione dell'orario di udienza, poiché esso è desumibile dal ruolo affisso al pubblico ed in mancanza dall'orario di rito (Cass. III, n. 12516/2011). Non è prevista invece alcuna nullità nel caso in cui il decreto di citazione non contenga indicazioni riguardo ad elementi diversi dall'identificazione dell'imputato e dalla data ora e luogo dell'udienza, come ad esempio l'indicazione delle norme violate (Cass. V, n. 29932/2014), né nel caso in cui, procedendosi nelle forme camerali, tale indicazione non sia stata inserita nel decreto di citazione o nell'avviso (Cass. III, n. 45947/2012; Cass. VI, n. 36563/2012). È invece causa di nullità di ordine generale a regime intermedio l'omessa notificazione all'imputato del decreto di anticipazione dell'udienza, che egli non abbia richiesto (Cass. I, n. 20121/2011).

Imputato irreperibile

L'estensione al grado di appello delle disposizioni relative al giudizio di primo grado (art. 598) esclude che possa essere trattato il giudizio in caso di irreperibilità - non derivante da colpa - dell'imputato, atteso che il procedimento va sospeso.

Le conseguenze della nullità della notificazione del decreto di citazione

Qualora la notificazione del decreto di citazione all'imputato sia nulla, e questo compaia in udienza al solo fine di eccepire la nullità, deve essere disposta la rinotificazione del decreto di citazione, non essendo sufficiente la diffida dell'imputato a comparire nuovamente ad udienza rinviata oltre il termine dilatorio, a pena di nullità assoluta (Cass. V, n. 44861/2014).

Le conseguenze della nullità della notificazione dell'avviso al difensore

L'avviso deve essere notificato, a pena di nullità assoluta, al difensore di fiducia che sia stato nominato, e non già al difensore di ufficio (Cass. S.U., n. 24630/2015; Cass. IV, n. 7968/2014). Tuttavia, nel momento in cui la notificazione sia stata ritualmente eseguita al difensore nominato di fiducia o di ufficio, la sopravvenuta nomina di altro difensore, anche previa revoca del precedente, non determina il diritto a nuova notificazione (Cass. IV, n. 14700/2013; Cass. I, n. 49620/2009). La nullità della notificazione dell'avviso di udienza ad uno dei due difensori di fiducia deve essere eccepita dall'imputato o dall'altro difensore o dal sostituto nominato anche di ufficio per l'udienza, a pena di decadenza, immediatamente dopo gli atti preliminari o, se non sono previsti altri atti, prima della pronunzia della sentenza che definisce il grado di giudizio (Cass. S.U., n. 22242/2011; Cass. S.U., n. 39060/2009; Cass. II, n. 28563/2015; Cass. VI, n. 13874/2014; Cass. II, n. 41729/2014). È valida, in generale, la notificazione al difensore di un'unica copia dell'atto, quando egli ne sia destinatario anche quale domiciliatario dell'imputato, a condizione che nello stesso sia espressamente indicato che il difensore è destinatario della notificazione anche quale domiciliatario (Cass. VI, n. 39176/2015; Cass. II, n. 38058/2014). La nullità della notificazione al difensore del differimento dell'udienza già fissata è invece sanata quando risulti che il difensore ne abbia avuto conoscenza (Cass. VI, n. 24962/2011).

Le conseguenze della nullità della notificazione del decreto di citazione alla parte civile

Nel caso in cui alla parte civile costituita nel giudizio di primo grado non sia stato notificato il decreto di citazione per il giudizio d'appello, si determina una nullità di ordine generale a regime intermedio che investe la sentenza impugnata con riferimento alle sole statuizioni civili (Cass. II, n. 10813/2012).

Le conseguenze della nullità della notificazione del decreto di citazione al responsabile civile

Nel caso in cui al responsabile civile appellante non sia notificato il decreto di citazione per il giudizio d'appello, ricorre nullità di ordine generale a regime intermedio, che può tuttavia essere eccepita esclusivamente dal responsabile civile pretermesso, non sussistendo interesse dell'imputato all'osservanza della norma violata (Cass. IV, n. 47288/2014; Cass. IV, n. 3462/2008).

La citazione dei coimputati non impugnanti

Il giudice d'appello deve citare i coimputati non impugnanti che potrebbero giovarsi dell'appello proposto dall'imputato diligente ai sensi dell'articolo 587. Ove non vi provveda, non si determina alcuna nullità, perché i coimputati pretermessi possono ricorrere al giudice dell'esecuzione per ottenere, ricorrendone i presupposti, la pronunzia estensiva degli effetti favorevoli conseguiti all'appello dell'imputato diligente (Cass. I, n. 1454/2014; Cass. I, n. 16678/2013).

L'errore nell'individuazione del rito

Nel caso in cui il giudice d'appello abbia proceduto nelle forme camerali al di fuori dei casi di legge, si determina nullità relativa del procedimento, che va eccepita immediatamente a pena di decadenza (Cass. VI, n. 38114/2009; Cass. V, n. 26059/2005). Al contrario, ove sia stato trattato nelle forme pubbliche un giudizio d'appello per il quale avrebbe dovuto applicarsi il rito camerale, non sussiste alcuna nullità, poiché la forma pubblica è maggiormente garantita (Cass. VI, n. 21977/2008).

Casistica

È abnorme la sentenza d'appello pronunziata all'esito di udienza svoltasi prima della data indicata nel decreto di citazione (Cass. V, n. 29830/2015);

Il decreto di citazione per il giudizio di appello è nullo nell'ipotesi in cui rechi un'erronea indicazione del provvedimento impugnato, causando un'incertezza non superabile in ordine al processo da trattare (Cass. III n. 7865/2016).

L'inesatta indicazione della data di comparizione per il dibattimento integra una nullità assoluta ai sensi degli artt. 601 commi 3 e 6, 429 comma primo lett. f), 178 comma primo lett. c) e 179 comma primo c.p.p., in quanto la trattazione della causa in giorno diverso da quello fissato per la comparizione nel decreto di citazione impedisce l'intervento dell'imputato e l'esercizio del diritto di difesa, equivalendo ad omessa citazione (Cass. III, n. 9464/2018; Cass. V n. 12641/2016).

Nel giudizio penale di appello, vigente la disciplina emergenziale pandemica da Covid-19, che prevede la trattazione in udienza camerale non partecipata ove non sia richiesta la modalità in presenza, la violazione del termine a comparire stabilito dall'art. 601, comma 3, cod. proc. pen. può essere dedotta nelle conclusioni scritte, trattandosi di termine funzionale all'esercizio del diritto di difesa (Cass., V. , n. 5739/2022). 

Le modifiche introdotte dal collegato Cartabia

Con il d.lgs. n.31/2024 sono state apportate limitate variazioni al testo dell’articolo 601, esclusivamente finalizzate alla completezza dei doveri informativi nei confronti dell’imputato (avviso circa le conseguenze della mancata comparizione, previsto a pena di nullità) e nei confronti del Procuratore Generale (dovere di comunicazione).

Bibliografia

Spangher, Atti processuali penali, Milano, 2013; Zappalà, Art. 601, in Chiavario, Commento al nuovo codice di procedura penale, Torino, 1989-1991.

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