Codice di Procedura Penale art. 602 - Dibattimento di appello 1 .Dibattimento di appello1. 1. Fuori dei casi previsti dall'articolo 599, quando dispone che l'udienza si svolga con la partecipazione delle parti, la corte provvede in pubblica udienza. Nell'udienza, il presidente o il consigliere da lui delegato fa la relazione della causa2. [1-bis. Se le parti richiedono concordemente l'accoglimento, in tutto o in parte, dei motivi di appello a norma dell'articolo 599-bis, il giudice, quando ritiene che la richiesta deve essere accolta, provvede immediatamente; altrimenti dispone la prosecuzione del dibattimento. La richiesta e la rinuncia ai motivi non hanno effetto se il giudice decide in modo difforme dall'accordo.] 3 2. [Se le parti richiedono concordemente l'accoglimento, in tutto o in parte, dei motivi di appello a norma dell'articolo 599, comma 4, il giudice, quando ritiene che la richiesta deve essere accolta, provvede immediatamente; altrimenti dispone la prosecuzione del dibattimento. La richiesta e la rinuncia ai motivi non hanno effetto se il giudice decide in modo difforme dall'accordo.] 4 3. Nel dibattimento può essere data lettura, anche di ufficio, di atti del giudizio di primo grado nonché, entro i limiti previsti dagli articoli 511 e seguenti, di atti compiuti nelle fasi antecedenti. 4. Per la discussione si osservano le disposizioni dell'articolo 523.
[1] Con riferimento alle misure urgenti per contrastare l'emergenza epidemiologica da COVID-19, v. art. 23 d.l. 9 novembre 2020, n. 149, per le modalità di svolgimento delle udienze dei giudizi penali di appello. Successivamente l'intero decreto è stato abrogato dall'articolo 1, comma 2, della legge 18 dicembre 2020, n. 176. Restano validi gli atti e i provvedimenti adottati e sono fatti salvi gli effetti prodottisi e i rapporti giuridici sorti sulla base del medesimo decreto. V. ora l'art. 23-bis del d.l. 28 ottobre 2020, n. 137, conv., con modif., in l. 18 dicembre 2020, n. 176. Da ultimo, da ultimo v. art. 16 d.l. 30 dicembre 2021, n. 228, conv., con modif. in l. 25 febbraio 2022, n. 15, dispone che «Le disposizioni di cui all'articolo 221, commi 3, 4, 5, 6, 7, 8 e 10 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, nonché le disposizioni di cui all'articolo 23, commi 2, 6, 7, 8, primo, secondo, terzo, quarto e quinto periodo, 8-bis, primo, secondo, terzo e quarto periodo, 9, 9-bis e 10, e agli articoli 23-bis, commi 1, 2, 3, 4 e 7, e 24 del decreto-legge 28 ottobre 2020 n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 dicembre 2020, n. 176, in materia di processo civile e penale, continuano ad applicarsi fino alla data del 31 dicembre 2022»; in particolare, ai sensi dell'art. 16, comma 1-bis d.l. n. 228, cit., aggiunto in sede di conversione, l'art. 23, comma 4, del d.l. n. 137/2020 cit., in materia di processo penale, continua ad applicarsi fino alla data di cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19. V. anche art. 16, comma 2, d.l. n. 228, cit. Per le disposizioni transitorie in materia di videoregistrazioni e di giudizi di impugnazione vedi quanto disposto dall'art. 94, comma 2, d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150, come modificato dall' art. 5-duodecies, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199 e, da ultimo, dall'art. 17, comma 1, d.l. 22 giugno 2023, n. 75, conv., con modif., in l. 10 agosto 2023, n. 112. [2] Comma modificato dall'articolo 34, comma 1, lett. h) d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150 che prima delle parole: «Nell'udienza» ha inserito le seguenti: «Fuori dei casi previsti dall'articolo 599, quando dispone che l'udienza si svolga con la partecipazione delle parti, la corte provvede in pubblica udienza.». Per le disposizioni transitorie in materia di videoregistrazioni e di giudizi di impugnazione vedi quanto disposto dall'art. 94, comma 2, d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150, come modificato dall' art. 5-duodecies, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199 e, da ultimo, dall'art. 17, comma 1, d.l. 22 giugno 2023, n. 75, conv., con modif., in l. 10 agosto 2023, n. 112. [3] Comma inserito dall'art. 1, comma 57, l. 23 giugno 2017, n. 103, ai sensi dell'art. 1, comma 95, l. n. 103, cit., la stessa legge entra in vigore il trentesimo giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale (G.U. 154 del 4 luglio 2017) e successivamente abrogato dall'articolo 98, comma 1, lett. a) d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150, ., a decorrere dalla data di entrata in vigore del medesimo decreto. Per l'entrata in vigore delle modifiche disposte dal citato d.lgs. n. 150/2022, vedi art. 99-bis, come aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199. [4] Comma introdotto dall'art. 2 l. 19 gennaio 1999, n. 14, la quale ha «ripristinato» la norma vigente anteriormente alla sentenza della Corte cost. n. 435 del 1990, citata sub art. 599 e successivamente abrogato dall'art. 2 d.l. 23 maggio 2008, n. 92, conv., con modif., dalla legge 24 luglio 2008, n. 125. InquadramentoLa trattazione in pubblica udienza, nell'assetto introdotto con la vigenza del d.lgs. n. 150 del 2022 avviene nelle sole ipotesi in cui non vi sia la trattazione camerale non partecipata (art. 598 bis) o camerale partecipata (art. 599). La riforma ha abrogato i commi 1 bis e 2 (v. sub art. 599 bis). In pubblica udienza si tiene la relazione orale della causa. Tale modalità, tipica del giudizio di impugnazione dibattimentale, ha lo scopo di informare il collegio sui fatti, sullo svolgimento e sugli esiti del primo giudizio e sui contenuti delle doglianze. Il Legislatore del 1988 ha ritenuto opportuno mantenere tale modello di trattazione, pur con i rischi correlati ad una esposizione necessariamente 'selettiva' dei materiali istruttori e degli argomenti di critica, ritenendosi utile la responsabilizzazione preventiva di uno dei componenti del collegio, anche al fine di garantire un maggior approfondimento dei temi di causa. Nel dibattimento può essere data lettura anche di ufficio degli atti confluiti nel fascicolo del dibattimento in primo grado, da ritenersi integralmente utilizzabili ai fini della decisione. La previsione espressa di applicabilità dell'art. 523, per la fase della discussione, ne rende possibile la interruzione, ai sensi del comma 6 di tale norma, lì dove il collegio ritenga assolutamente necessaria l'assunzione di nuove prove (art. 603, comma 3). La riunione dei procedimenti d'appello trattati con riti differentiIl giudice d'appello può riunire, ove ne ricorrano le condizioni processuali e sostanziali, giudizi d'appello che seguono riti differenti, con l'unico limite per cui, nella sentenza, siano osservate le diverse norme processuali e sostanziali che regolano i diversi riti applicati ai diversi imputati (Cass. III, n. 14592/2015). Lo svolgimento della relazioneLa relazione ha funzione meramente espositiva e non incide sul contraddittorio, come ritenuto anche dalla dottrina, che ha segnalato l'onere delle parti di evidenziare gli aspetti eventualmente trascurati o non adeguatamente lumeggiati dal relatore (Zappalà, 195), sicché la sentenza può essere pronunziata anche in base a ragioni non esposte nella relazione (Cass. VI, n. 21398/2005) e non vi è nullità in ipotesi di omissione della relazione (Cass. I, n. 207/2018). Se la relazione sia svolta, anche prima dell'instaurazione del rapporto processuale, mediante trasmissione del testo della medesima ai difensori a mezzo posta elettronica e contestuale messa a disposizione in cancelleria, non si determina alcuna nullità (Cass. I, n. 9284/2014) . In proposito, non ricorre nullità laddove nel verbale non siano inserite le censure svolte dal difensore in udienza circa l'adeguatezza della relazione svolta (Cass. VI, n. 43207/2010). L'acquisizione degli atti precedenti alla fase dibattimentale di primo gradoL'acquisizione di atti assunti in fasi precedenti al dibattimento di primo grado è consentita laddove il giudice dell'appello disponga la rinnovazione del dibattimento (Spangher, 3234), ma anche laddove il giudice d'appello non abbia disposto la rinnovazione purché abbia garantito il contraddittorio delle parti sull'acquisizione (Cass. S.U., n. 33748/2005), ed anche in tal caso l'acquisizione e la lettura sono consentite nei limiti previsti per il dibattimento di primo grado (Cass. VI, n. 11792/2013). Nel caso in cui il dibattimento di primo grado sia stato interamente pretermesso, il giudice d'appello può dare luogo, in sede di rinnovazione del dibattimento, all'intera istruttoria (Cass. II, n. 847/2012). L'omessa verbalizzazione delle richieste difensive è suscettibile di determinare nullità esclusivamente qualora riguardi le conclusioni, il diritto di prendere la parola per ultimo, l'immotivato rigetto di un'istanza di prove rilevanti per la decisione (Cass. IV, n. 43355/2003). L'immutabilità del giudiceIl principio di immutabilità del giudice previsto dall'articolo 525 si applica anche al giudizio di appello, sicché il giudice o il collegio che decide deve corrispondere al giudice o al collegio che ha partecipato alla trattazione del giudizio e, se eseguita, alla rinnovazione del dibattimento. Se tuttavia le parti nulla eccepiscono nel corso dell'udienza, nessuna nullità deriva dall'omissione, dinanzi al nuovo giudice o al collegio diversamente composto, della relazione illustrativa prevista in apertura del dibattimento d'appello (Cass. I, n. 20216/2001). Nel giudizio di appello ordinario, il principio trova applicazione con esclusivo riferimento al caso in cui sia stata rinnovata l'istruttoria dibattimentale e con riferimento all'assunzione delle nuove prove orali, mentre in caso contrario non occorre che il collegio deliberante sia composto in modo eguale al collegio che ha verificato la regolare costituzione delle parti, risolto le questioni preliminari, respinto la richiesta di rinnovazione del dibattimento (Cass. I, n. 207/2018; Cass. II, n. 26135/2011), acquisito prove documentali precostituite. La discussione e la pronunzia della sentenzaNel caso in cui il giudice d'appello pronunzii sentenza senza avere sentito le parti, la sentenza è viziata da nullità di ordine generale a regime intermedio, che è deducibile per la prima volta con il ricorso per cassazione in considerazione del fatto che proprio il fatto causativo della nullità ha impedito di dedurla entro la pronunzia della sentenza (Cass. II, n. 52608/2014). CasisticaIl principio di immanenza della parte civile esclude che la mancata partecipazione di questa al giudizio d'appello equivalga a rinunzia alla costituzione (Cass. II, n. 24063/2008), così come la mancata presentazione delle conclusioni della parte civile nel giudizio di appello non integra gli estremi della revoca tacita della costituzione di parte civile, di cui all'art. 82, comma 2, essendo quest'ultima norma applicabile al solo giudizio di primo grado (Cass.V n. 24637/2018; Cass. VI, n. 25012/2013). BibliografiaSpangher, Atti processuali penali, Milano, 2013; Zappalà, Art. 602, in Chiavario, Commento al nuovo codice di procedura penale, Torino, 1989-1991. |