Codice di Procedura Penale art. 612 - Sospensione dell'esecuzione della condanna civile.Sospensione dell'esecuzione della condanna civile. 1. A richiesta dell'imputato o del responsabile civile [83 s.], la corte di cassazione può sospendere, in pendenza del ricorso, l'esecuzione della condanna civile [540, 600, 605], quando può derivarne grave e irreparabile danno. La decisione sulla richiesta di sospensione della condanna civile è adottata dalla corte di cassazione con ordinanza in camera di consiglio [611]. InquadramentoLa norma replica, in sede penale, la possibilità, per l'imputato e il responsabile civile, di ottenere la sospensione dell'esecuzione della condanna civile prevista anche in sede civile per la fase della legittimità. I presupposti negativi e positivi di applicabilità della normaLa possibilità per l'imputato di ottenere, in sede di legittimità, la sospensione dell'esecuzione della condanna civile è facoltà attribuita anche in sede civile dall'art. 373, c.p.c. che la subordina ai medesimi presupposti: il danno grave ed irreparabile. Il tertium comparationis legittima, sul piano costituzionale, la medesima previsione in sede penale ancorata agli stessi presupposti (per la diversa conclusione circa la legittimità dell'art. 600, si veda la sentenza n. 353 del 1994 della Corte cost. che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 600, terzo comma, nella parte in cui prevede che il giudice d'appello può disporre la sospensione dell'esecuzione della condanna al pagamento della provvisionale «quando possa derivarne grave e irreparabile danno», anziché «quando ricorrono gravi motivi»). La giurisprudenza penale di legittimità esclude che oggetto di sospensione possa essere il ristoro delle spese processuali sostenute dalla parte civile (Cass. IV, n. 22772/2015) oppure la condanna generica al risarcimento dei danni in favore della parte civile (Cass. VI, n. 40543/2010, che spiega, a tal fine, che la richiesta di inibitoria può avere ad oggetto esclusivamente decisioni dotate di efficacia esecutiva). Il danno grave e irreparabile. Le somme di danaro Sulla premessa che il danno può essere ravvisato anche in riferimento all'esecuzione che ha ad oggetto beni fungibili (Cass. IV, n. 40075/2015) e con indirizzo decisamente costante, la giurisprudenza di legittimità interpreta la norma nel senso che è necessaria la prova, ad onere dell'interessato, dell'assoluta necessità della somma di danaro oggetto di condanna al soddisfacimento di bisogni essenziali non altrimenti frontegiabili (Cass. IV, n. 45897/2015) e che tale somma abbia un'incidenza rilevante sul proprio patrimonio (Cass. IV, n. 51194/2015; nello stesso senso Cass. IV, n. 40075/2015, cit., che parla di importo in assoluto tanto elevato da incidere sensibilmente sullo stato economico di qualunque persona, ovvero quando esso risulta elevato se commisurato al patrimonio complessivo dell'obbligato, patrimonio da valutare anche nella prospettiva degli incrementi futuri conseguenti allo svolgimento dell'attività lavorativa o di qualsiasi attività lucrativa). La Cass. V, n. 39900/2006 , ha spiegato che può costituire danno grave ed irreparabile anche quello derivante dal versamento di una somma di denaro, quando questa sia particolarmente elevata in rapporto alle complessive disponibilità dell'obbligato e questi corra quindi il rischio di essere privato di beni necessari per le sue esigenze esistenziali; condizioni, queste, che si verificano, nel caso di soggetto titolare di soli redditi da lavoro, quando l'adempimento dell'obbligazione non gli consentirebbe il mantenimento del suo tenore di vita o comunque il ripristino, in termini ragionevoli, della situazione patrimoniale pregiudicata dall'esecuzione, tenuto anche conto dei limiti di pignorabilità stabiliti dalla legge. La Cass. II, n. 29925/2018 ha precisato che in presenza di più coobbligati, ai fini della valutazione dell'irreparabilità del danno, deve tenersi conto anche del carattere solidale dell'obbligazione, e della specifica azione di regresso accordata all'interessato nei confronti dei coobbligati, di tal che è onere di quest'ultimo dimostrare anche la concreta inidoneità della predetta azione di regresso a soddisfare le lamentate esigenze riguardanti il soddisfacimento dei propri bisogni essenziali. Non è perciò sufficiente la pura e semplice allegazione di essere stato ammesso al patrocinio a spese dello Stato. I beni materiali Il danno grave e irreparabile deve essere inteso nel senso di un pregiudizio eccessivo che il debitore subisce e che può consistere nella distruzione di un bene non reintegrabile (Cass. V, n. 19351/2018). La domandaLa domanda di sospensione può essere contenuta nel ricorso stesso, che è il primo atto di contestazione delle statuizioni, anche civili, assunte in appello, non essendo necessaria un'apposita ed autonoma istanza interlocutoria di sospensione (Cass. IV, n. 42030/2006; in senso contrario Cass. V, n. 1471/1992, che esige una richiesta di carattere interlocutorio, da introdursi «medio tempore», in attesa della decisione del ricorso ed esclude l'ammissibilità di una richiesta avanzata nella forma di conclusione terminativa da esaminarsi solo in sede di decisione del ricorso). E’ possibile procedere all'esame dell'istanza senza formalità, con procedimento de plano, cioé senza adozione di contraddittorio preventivo (Cass. S.U., n. 53153/2016). BibliografiaGalati, sub art. 612, in Codice di procedura penale, a cura di Canzio e Tranchina, Milano, 2012, II, 5519 ss.; Mazzotta, Una insolita interpretazione letterale si rivela in contrasto con quanto statuito dalla Corte Costituzionale, in Cass. pen, 2011, 3887. |