Codice di Procedura Penale art. 613 - Difensori 1 .

Aldo Aceto

Difensori1.

1. [Salvo che la parte non vi provveda personalmente,] L'atto di ricorso [581], le memorie e i motivi nuovi [5854, 6111] devono essere sottoscritti, a pena di inammissibilità, da difensori iscritti nell'albo speciale della corte di cassazione. Davanti alla corte medesima le parti sono rappresentate dai difensori [6142] 2.

2. Per tutti gli atti che si compiono nel procedimento davanti alla corte, il domicilio delle parti è presso i rispettivi difensori [164], salvo quanto previsto dal comma 4. Il difensore è nominato per la proposizione del ricorso o successivamente; in mancanza di nomina il difensore è quello che ha assistito la parte nell'ultimo giudizio, purché abbia i requisiti indicati nel comma 1.

3. Se l'imputato è privo del difensore di fiducia [96], il presidente del collegio provvede a norma dell'articolo 97.

4. Gli avvisi [1692 att.] che devono essere dati al difensore sono notificati anche all'imputato che non sia assistito da difensore di fiducia.

5. Quando il ricorso concerne gli interessi civili [573], il presidente, se la parte ne fa richiesta, nomina un difensore secondo le norme sul patrocinio dei non abbienti [98].

[1] Per favorire l'esercizio dell'attività giurisdizionale nella vigenza dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, in particolare, per la decisione sui ricorsi proposti per la trattazione a norma degli articoli 127 e 614 del codice di procedura penale, vedi l'art. 23, comma 8, del d.l. 28 ottobre 2020, n. 137, conv., con modif., in l. 18 dicembre 2020, n. 176. Da ultimo, da ultimo v. art. 16 d.l. 30 dicembre 2021, n. 228, conv., con modif. in l. 25 febbraio 2022, n. 15, dispone che «Le disposizioni di cui all'articolo 221, commi 3, 4, 5, 6, 7, 8 e 10 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, nonché le disposizioni di cui all'articolo 23, commi 2, 6, 7, 8, primo, secondo, terzo, quarto e quinto periodo, 8-bis, primo, secondo, terzo e quarto periodo, 9, 9-bis e 10, e agli articoli 23-bis, commi 1, 2, 3, 4 e 7, e 24 del decreto-legge 28 ottobre 2020 n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 dicembre 2020, n. 176, in materia di processo civile e penale, continuano ad applicarsi fino alla data del 31 dicembre 2022»; in particolare, ai sensi dell'art. 16, comma 1-bis d.l. n. 228, cit., aggiunto in sede di conversione, l'art. 23, comma 4, del d.l. n. 137/2020 cit., in materia di processo penale, continua ad applicarsi fino alla data di cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19. V. anche art. 16, comma 2, d.l. n. 228, cit. Per le disposizioni transitorie in materia di videoregistrazioni e di giudizi di impugnazione vedi quanto disposto  dall'art. 94, comma 2, d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150.

[2] Le parole « Salvo che la parte non vi provveda personalmente,» sono state soppresse dall'art. 1, comma 63, l. 23 giugno 2017, n. 103Ai sensi dell'art. 1, comma 95, l. n. 103 , cit., la stessa legge entra in vigore il trentesimo giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale (G.U. n. 154 del 4 luglio 2017).

Inquadramento

Il freddo e razionale tecnicismo della fase di legittimità esige specializzazioni e forme peculiari. Nel luogo in cui il fatto, epurato dal contatto emotivo con la realtà, non deve essere ricostruito, l'interlocutore diretto e privilegiato della Corte di Cassazione non è più l'imputato, ma l'avvocato che ne è, tranne le eccezioni di cui si dirà, il rappresentante ed il domiciliatario.

Per questa ragione il legislatore della riforma (l. 23 giugno 2017, n. 103) ha escluso la possibilità, inizialmente prevista dal codice, che l’imputato possa proporre personalmente ricorso ( v. infra).

La difesa tecnica

L'imputato non è più legittimato a proporre personalmente ricorso per cassazione. Il legislatore della riforma del 2017 ha infatti eliminato l'incipit della norma che faceva salva la possibilità, prevista dall'art. 571 c.p.p., di proporre impugnazione personalmente.

La giurisprudenza ha immediatamente chiarito la portata generale della modifica normativa, affermando il principio che il ricorso per cassazione avverso qualsiasi tipo di provvedimento, compresi quelli in materia cautelare, non può essere proposto dalla parte personalmente (così CassS.U., n. 8914/2018, che ha anche dichiarato la manifesta infondatezza della questione di illegittimità costituzionale dell'art. 613, come modificato dall'art. 1, comma 55, l. n. 103/2017, per asserita violazione degli artt. 24,111, comma 7, Cost. e 6CEDU, nella parte in cui non consente più la proposizione del ricorso in cassazione all'imputato personalmente, in quanto rientra nella discrezionalità del legislatore richiedere la rappresentanza tecnica per l'esercizio delle impugnazioni in cassazione, senza che ciò determini alcuna limitazione delle facoltà difensive. L'elevato livello di qualificazione professionale richiesto dall'esercizio del diritto di difesa in cassazione rende ragionevole l'esclusione della difesa personale, tanto più in un sistema che ammette il patrocinio a spese dello Stato; nel senso che nemmeno il ricorso straordinario ex art. 625-bis può essere proposto dalla parte personalmente, cfr.Cass. IV, n. 31662/2018; nel senso che è inammissibile il ricorso proposto personalmente dal condannato avverso l'ordinanza con cui la Corte di appello abbia dichiarato l'inammissibilità dell'istanza di revisione della sentenza di condanna, cfr. Cass. II n. 8803/2024,). Sono irrilevanti sia l'autenticazione, ad opera di un legale, della sottoscrizione del ricorso, sia la sottoscrizione del difensore "per accettazione" del mandato difensivo e della delega al deposito dell'atto, la quale non attribuisce al difensore la titolarità dell'atto stesso (Cass. III, n. 11126/2021; Cass. VI, n. 54681/2018).

La S.C. ha inoltre precisato che la nuova disciplina si applica a qualsiasi ricorso per cassazione proposto dopo l'entrata in vigore della legge 23 giugno 2017 n. 103, a prescindere dalla data di emissione del provvedimento impugnato, incidendo la novella normativa relativa all'art. 613, comma 1, non già sul diritto ad impugnare, bensì soltanto sulla disciplina delle modalità del suo esercizio (Cass. V, n. 23621/2018;  Cass. V, n. 53203/2018).

Dunque, qualsiasi atto che apre la fase di legittimità del processo, compreso il ricorso straordinario di cui all'art. 625-bis  (Cass. IV, n. 31662/2018)deve essere sottoscritto da un difensore iscritto all'albo speciale della corte di cassazione, altrimenti ad essa non si accede. Il ricorso sottoscritto esclusivamente da difensore non abilitato rende il ricorso insanabilmente inammissibile, destinato ad essere definito nei modi indicati dall'art. 610 (Cass. S.U., n. 31297/2004, che ha ulteriormente precisato che allorché il ricorso per cassazione avverso provvedimento relativo a misure cautelari previste ai fini dell'estradizione per l'estero, sia stato proposto come appello ai sensi dell'art. 310 esclusivamente da difensore non iscritto nell'albo speciale della Corte di Cassazione e il giudice adito l'abbia correttamente qualificato, disponendo la trasmissione degli atti al giudice di legittimità, il principio di conservazione del mezzo di impugnazione di cui all'art. 568, comma 5, stesso codice, non può in nessun caso consentire di derogare alle norme che formalmente e sostanzialmente regolano i diversi tipi di impugnazione; cfr. anche Cass. S.U., n. 47239/2014, che ha escluso che in tal caso possa trovare applicazione la disposizione di cui all'art. 182, comma secondo, c.p.c., per la regolarizzazione del difetto di rappresentanza; si veda, altresì, Cass. II, n. 6596/2024riportata nella casistica).

La richiesta per l'eliminazione degli effetti pregiudizievoli delle decisioni, di cui all'art. 628-bis , introdotto dall ' art. 36, c. 1, d.lgs. n. 150/2022 (cd. Riforma Cartabia), può essere presentata dall'interessato o da un suo procuratore speciale (Cass. V, n. 47183/2023). Per le stesse ragioni, l'imputato può proporre personalmente la richiesta di rimessione del processo di cui all ' art. 48 alla Corte di cassazione , trattandosi di una competenza non demandata a quest'ultima per effetto di un "ricorso" e perciò sottratta all'ambito applicativo della modifica apportata agli artt. 571, comma 1 e 613, comma 1, dalla legge 23 giugno 2017, n. 103 (Cass. V, n. 49483/2019).

Poiché l'imputato (e solo lui, art. 571, comma 1, c.p.p.) poteva sottoscrivere personalmente il ricorso, si riteneva da lui proposto quello che, pur formalmente sottoscritto da difensore non iscritto nell'albo speciale della Corte di Cassazione, recasse in calce l'atto di nomina del difensore sottoscritto dall'imputato, in quanto tale atto ha un implicito, ma evidente valore di condivisione della dichiarazione e dei motivi di ricorso, che quindi devono giuridicamente ritenersi fatti propri dall'imputato, il quale se ne assume la paternità (Cass. S.U., n. 47803/2008).

La giurisprudenza di legittimità aveva però chiarito la portata dell'efficacia “sanante” della sottoscrizione del ricorso da parte dell'imputato precisando che non può intendersi proposto personalmente dall'imputato il ricorso che, formalmente sottoscritto da difensore non iscritto nell'albo speciale della Corte di Cassazione, recasse un ulteriore foglio spillato contenente la nomina del difensore per il grado di appello sottoscritta dall'imputato e ciò sul rilievo che diversamente dall'ipotesi di apposizione in calce o a margine, l'atto di nomina contenuto in un foglio separato non può ritenersi parte integrante del ricorso così da poter ricondurre all'imputato personalmente la paternità della dichiarazione e dei motivi proposti (Cass. III, n. 19713/2015). Tali considerazioni restano valide, ovviamente, per i processi pendenti alla data di entrata in vigore della modifica, dovendosi ritenere tali le impugnazioni già validamente proposte.

E' ammissibile il ricorso in cassazione proposto da avvocato iscritto nell'albo speciale della Corte di cassazione, nominato quale sostituto dal difensore dell'imputato, di fiducia o di ufficio, non cassazionista (Cass. S.U., n. 40518/2016).

In caso di imputato latitante poiché il difensore d'ufficio non iscritto nell'albo speciale della Corte di Cassazione è privo del titolo abilitativo e dunque della legittimazione a proporre l'impugnazione, era considerato inammissibile il ricorso per cassazione proposto nel suo interesse esclusivamente dal difensore d'ufficio, senza che l'imputato stesso avesse a sua volta sottoscritto il ricorso (così insegnava, Cass.  S.U. , n. 24486/2006, che aveva precisato che il difensore non abilitato può richiedere di essere sostituito a norma dell'art. 97, comma quinto, e 30 disp. att.). Attualmente il ricorso proposto dal difensore d'ufficio non iscritto all'albo resta insanabilmente inammissibile, anche se sottoscritto dall'imputato. Poiché l'imputato (e solo lui) poteva presentare personalmente il ricorso la giurisprudenza (Cass. III, n. 51009/2013) ne aveva tratto la conseguenza che il soggetto destinatario del provvedimento reso dal questore a norma dell'art. 75-bis  d.P.R. n. 309/1990 non fosse legittimato a presentare personalmente il ricorso per cassazione contro l'ordinanza di convalida emessa dal giudice di pace, non potendo essere equiparato all'imputato — o all'indagato, per il quale era prevista tale facoltà, sicché, in tali casi, il ricorso può essere presentato unicamente da un difensore iscritto nell'albo speciale della Corte di Cassazione, ai sensi dell'art. 613; allo stesso modo, Cass. III, n. 23334/2016 aveva escluso che l'interessato potesse proporre personalmente ricorso contro l'ordinanza di convalida del provvedimento questorile impositivo dell'obbligo di presentazione ad un ufficio o comando di polizia durante lo svolgimento di manifestazioni sportive. La validità di tali approdi trova oggi maggior linfa dalla eliminazione della legittimazione anche dell'imputato a proporre personalmente ricorso.

Il principio era stato reiteratamente affermato dalla giurisprudenza di legittimità, secondo cui la disposizione di cui all'art. 613, per la quale l'atto di ricorso, le memorie e i motivi nuovi devono essere sottoscritti, a pena di inammissibilità, da difensore iscritto nell'albo speciale della Corte di Cassazione, salvo che la parte non vi provveda personalmente, doveva essere interpretata come ricognitiva della facoltà di proposizione personale dell'impugnazione, che la norma di cui all'art. 571, comma primo, c.p.p. stesso codice riconosce al solo imputato. E ciò perché una simile disposizione, configurandosi come deroga alla regola generale della rappresentanza tecnica, non poteva valere nei confronti di soggetti processuali che, diversi dall'imputato, non risultano in essa contemplati (Cass. S.U. , n. 19/2000). Per cui era ritenuto inammissibile il ricorso per cassazione proposto con atto sottoscritto dalla parte senza la rappresentanza di un avvocato iscritto nell'albo speciale (Cass.  S.U. , n. 34535/2011, che ha ribadito il principio in un caso di riparazione per l'ingiusta detenzione; Cass. IV, n. 3630/2016).

L'iscrizione all'albo non è però necessaria ai fini della materiale presentazione del ricorso (Cass. S.U. , n. 20300/2010). Non v'è motivo di ritenere che tale possibilità sia stata esclusa dalla modifica della norma. Deve però ritenersi inammissibile il ricorso sottoscritto dall'imputato con firma autenticata da difensore iscritto all'albo.

Le parti private diverse dall'imputato, siccome possono stare in giudizio, ai sensi dell'art. 100, comma 1, solo «col ministero di un difensore munito di procura speciale», non possono presentare ricorsi o memorie se non sottoscritti da un difensore iscritto nell'albo speciale. Sicché, per esempio, la persona offesa dal reato non ha il diritto di proporre personalmente ricorso per cassazione, sottoscrivendo il relativo atto, poiché per la valida instaurazione del giudizio di legittimità si applica la regola dettata dall'art. 613, secondo cui l'atto di impugnazione deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da difensori iscritti nell'apposito albo (Cass. S.U. , n. 24/1999; Cass. VI, n. 8995/2015).

Poiché davanti alla Corte di cassazione le parti sono rappresentate dai difensori, eventuali impedimenti a comparire dell'imputato o delle altre parti private non rilevano non essendo previsto il loro diritto a comparire, sia che si proceda con dibattimento, sia che si proceda in camera di consiglio (Cass. VI, n. 35818/2020).

L'albo speciale della corte di cassazione

L'iscrizione all'albo speciale per il patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori è attualmente disciplinata dall'art. 22, l. 31 dicembre 2012, n. 247 (Nuova disciplina dell'ordinamento della professione forense) a mente del quale essa può avvenire in due modi: a) da parte di chi sia iscritto in un albo ordinario circondariale da almeno cinque anni e abbia superato l'esame, scritto e orale, disciplinato dagli artt. 3 e ss., l. n. 1003/1936, e dal r.d. n. 1482/1936, al quale sono ammessi gli avvocati iscritti all'albo; b) da parte da chi, avendo maturato una anzianità di iscrizione all'albo di otto anni, successivamente abbia lodevolmente e proficuamente frequentato la Scuola superiore dell'avvocatura, istituita e disciplinata con regolamento dal Cnf.

Gli avvocati stabiliti devono invece essere iscritti in una sezione speciale dell'albo (art. 9, d.lgs. n. 96/2001). È perciò inammissibile il ricorso per cassazione sottoscritto da difensore munito di abilitazione professionale conseguita in altro Paese membro della Unione Europea, che non abbia dimostrato la sua iscrizione nella sezione speciale dell'albo degli avvocati cassazionisti prevista dall'art. 9 d.ls. n. 96/2001, emanato in attuazione della direttiva 98/5/CE (Cass. I, n. 25210/2015).

La verifica dell'iscrizione del difensore all'albo viene effettuata in sede di esame preliminare dei ricorsi mediante l'ausilio degli strumenti informatici che consentono la consultazione on line dell'elenco degli iscritti all'albo.

La domiciliazione nella fase di legittimità

La peculiarità della fase impedisce oggi all’imputato, di proporre ricorso personalmente, diversamente da quanto prevede, in generale, l’art. 571, comma 1.

In precedenza, come già detto, non era così. Per cui se il ricorrente, sottoscrittore in proprio del ricorso, era privo di difensore di fiducia iscritto all’albo gliene veniva nominato uno d’ufficio ai sensi dell’art. 97. Tale rimedio processuale resta sostanzialmente limitato al solo caso in cui ricorrente non sia l’imputato ma altra parte processuale (il pubblico ministero o la parte civile).

L’imputato assistito da difensore di fiducia iscritto all’albo è domiciliato presso il difensore ai fini delle notificazioni.

Altrimenti occorre distinguere:

1) se nella precedente fase di giudizio l'imputato era assistito da un difensore iscritto all'albo delle giurisdizioni superiori, questi ne è il domiciliatario ex lege, anche in caso di nomina di un difensore d'ufficio (arg. ex comma 2);

2) altrimenti gli avvisi devono essere notificati personalmente alla parte presso la residenza dichiarata o il domicilio eletto o, in mancanza, a mani proprie.

Non opera in questa fase la domiciliazione presso il difensore prevista, per la fase di merito, dall'art. 157, comma 8-bis, sicché il precedente difensore, se non iscritto all'albo, cessa di essere domiciliatario del ricorrente.

Si è però affermato, in tema di impugnazione di misure cautelari reali, che il domicilio «ex lege» dell'indagato residente all'estero presso il difensore di fiducia ai fini delle notifiche nel procedimento di riesame permane anche in caso di ricorso per cassazione del pubblico ministero, quantunque quel difensore non sia abilitato al patrocinio innanzi alla Corte. Ciò perché nei confronti della la persona sottoposta alle indagini che, in quanto residente all'estero, ha nominato i suoi difensori di fiducia in Italia ed ha dichiarato il proprio domicilio all'estero, "le notificazioni sono eseguite mediante consegna al difensore” (art. 169). Per cui, trattandosi di impugnazione di misura cautelare reale, trova applicazione l'art. 324, comma 2, che, in caso di richiesta di riesame, onera l'imputato (o l'indagato), ove non abbia già dichiarato o eletto domicilio o non si sia proceduto al previo invito a dichiarare o ad eleggere il domicilio a norma dell'art. 161 c.p.c., comma 2 (o — deve ritenersi — anche a norma del citato art. 169, comma 1), ad indicare il domicilio presso il quale intende ricevere l'avviso previsto dal comma 6 dell'art. 324 e, in mancanza, l'avviso è notificato mediante consegna al difensore.

Per effetto di tale disposizione l'imputato o l'indagato, che proponga richiesta di riesame e non indichi il domicilio presso il quale intende ricevere l'avviso d'udienza, deve intendersi domiciliato, a tal fine, presso il proprio difensore di fiducia al quale va notificato l'avviso di cui all'art. 324, comma 6 (Cass. III, n. 49437/2009).

La giurisprudenza di legittimità ha chiarito che la determinazione del domicilio dichiarato o eletto, valida per ogni stato e grado del procedimento e, quindi, anche in relazione al giudizio di cassazione ai fini della notificazione dell'avviso di udienza, opera solo per il caso in cui l'imputato non sia assistito da difensore di fiducia cassazionista, giacché, in caso contrario, detto difensore è costituito ex lege domiciliatario della parte a norma dell'art. 613 (Cass. V, n. 11810/2014).

La peculiarità della disciplina prevista dall'art. 613, ha indotto la giurisprudenza a ritenere che la disposizione generale per cui la nomina di un difensore in eccedenza rispetto al numero consentito rimane priva di effetto finché la parte non provvede alla revoca di quelle precedenti, non è applicabile nel giudizio di cassazione, per cui la nomina di un terzo difensore iscritto nell'albo delle giurisdizioni superiori ai fini della presentazione del ricorso o successivamente non può essere considerata eccedente e conferisce a quest'ultimo in via esclusiva nella fase di legittimità la titolarità della difesa ed il diritto a ricevere i relativi avvisi (Cass. S.U., n. 12164/2011; Cass. S.U., n. 1282/1996; cfr. però, Cass. II, n. 17563/2017 secondo cui è inammissibile il ricorso per cassazione presentato dal terzo difensore dell'imputato che abbia già provveduto ad impugnare la sentenza a mezzo di altri due difensori di fiducia, anche se uno di questi sia stato revocato prima della nomina del nuovo fiduciario e del deposito dell'atto di impugnazione redatto da quest'ultimo).

Casistica

Nel giudizio per cassazione, nel caso di revoca del precedente difensore e di nomina di uno nuovo verificatesi nell'immediatezza della celebrazione del processo, non è consentita la concessione di un termine a difesa poiché, in tale giudizio, l'intervento del difensore è meramente eventuale per i procedimenti che si celebrano in pubblica udienza ed è escluso per quelli in camera di consiglio in cui il contraddittorio, salvo che sia diversamente disposto, è meramente cartolare (Cass. V, n. 2655/2022).

Cass. VI, n. 42062 /2017  ha affermato il principio secondo il quale alla luce del combinato disposto di cui agli artt. 571, comma 1, e 613, comma 1, c.p.p., (come modificati dalla legge 23 giugno 2017, n. 103) la regola (in vigore dal 3 agosto 2017) per cui, ferma la legittimazione attiva all'impugnazione delle parti private “interessate”, il ricorso per cassazione (esercizio dello jus postulandi) può essere sottoscritto soltanto da “difensori iscritti all'albo speciale della corte di cassazione” è applicabile a tutti i casi di ricorso per cassazione già consentiti in forma personale e previsti dai codici e da ogni altra legge e, segnatamente – tra questi – anche agli euromandati di arresto. Con la stessa pronuncia è stata dichiarata la manifesta infondatezza della questione di costituzionalità dell'art. 613, comma 1, c.p.p., come modificato dalla l. n. 103/2017. Di rilievo il fatto che, secondo la Corte, l'imputato non può ricorre personalmente nemmeno avverso le ordinanze de libertate, nonostante l'art. 311, c.p.p., gli attribuisca espressamente tale possibilità.

Con sentenza Cass. n. 11414/2018, la S.C.  ha dichiarato inammissibile de plano il ricorso proposto personalmente dalla parte avverso l'ordinanza della Corte di appello che abbia dichiarato inammissibile la dichiarazione di ricusazione.

Nel giudizio di cassazione, la rinuncia al mandato da parte del difensore di fiducia, al quale sia già stato tempestivamente notificato l'avviso di udienza, non ha effetto immediato già in riferimento a tale udienza, che può quindi essere ritualmente celebrata, essendo il difensore di fiducia rinunciante ancora onerato della difesa dell'imputato fino alla eventuale nomina di un difensore di ufficio (Cass. fer., n. 38876/2015);

- la sottoscrizione dell'impugnazione da parte di un difensore non iscritto nell'albo dei patrocinanti in cassazione comporta l'inammissibilità del ricorso, anche nel caso in cui questo costituisca oggetto della conversione di un atto di appello erroneamente proposto (Cass. II, n. 6596/2024 che ha aggiunto che il vizio originario dell'impugnazione non può essere sanato dalla successiva iscrizione all'albo da parte del difensore, né dalla presentazione, avvenuta dopo la scadenza del termine per impugnare, di motivi nuovi da parte di un diverso difensore iscritto all'albo);

-è inammissibile il ricorso per cassazione proposto da avvocato non cassazionista, ancorché successivamente sia depositato atto di nomina di difensore iscritto nell'albo speciale della Corte di cassazione (Cass. II, n. 29575/2022);

- nel giudizio di legittimità, la nomina di un terzo difensore iscritto nell'albo delle giurisdizioni superiori, non effettuata ai fini della presentazione del ricorso, già proposto dagli altri difensori abilitati al patrocinio dinanzi alla Corte di cassazione e a tal fine nominati, deve ritenersi priva di effetti ex art. 24 disp. att. cod. proc. pen. ove non accompagnata dalla revoca di almeno una delle due effettuate in precedenza, sicchè i motivi aggiunti presentati dal terzo difensore devono ritenersi irritualmente proposti, in quanto redatti da difensore privo di valido mandato (Cass. III, n. 16579/2022);

- il ricorso per cassazione ex art. 20, c. 1, legge 10 aprile 1951, n. 287, avverso la sentenza della Corte di appello avente ad oggetto la decisione del tribunale relativa alla formazione degli elenchi dei giudici popolari di Corte d'assise, deve essere sottoscritto da un difensore iscritto nell'albo speciale della Corte di cassazione e munito di procura speciale (Cass. III, n. 10736/2021);

- il ricorso per cassazione presentato personalmente dall'imputato successivamente alla modifica dell'art. 613, c. 1, ad opera dell'art. 1, comma 63, della legge 23 giugno 2017 n. 103, pur se inammissibile, ove sia tempestivo consente, a differenza di quello tardivo, la formazione del rapporto processuale, determinando l'irrevocabilità della sentenza solo alla data in cui è pronunciata la decisione che ne dichiara l'inammissibilità o che lo rigetta, con la conseguenza che è possibile rilevare d'ufficio l'illegalità della pena(Cass. V, n. 8899/2021; Cass. III, n. 38018/2019);

- ai fini del ricorso per cassazione, la nomina del difensore di fiducia costituisce un atto formale che non ammette equipollenti, atteso che l'art. 613, c. 2, nel prevedere espressamente che «il difensore è nominato per la proposizione del ricorso o successivamente», esclude la rilevanza di eventuali nomine precedenti che non contengano l'espresso mandato alla presentazione del ricorso per cassazione, e, a maggior ragione, di nomine basate su "facta concludentia" (Cass. III, n. 7151/2021 che ha ritenuto inammissibile, per difetto di legittimazione, il ricorso per cassazione proposto dal difensore cui era stato revocato il mandato difensivo, considerando irrilevante, agli effetti del giudizio di legittimità, la circostanza che il legale avesse continuato ad assistere l'imputato nella fase di merito anche in epoca successiva alla revoca del mandato);

- la parte civile è legittimata a proporre personalmente ricorso per cassazione avverso la sentenza impugnata, purché si tratti di avvocato iscritto nell'albo speciale per il patrocinio davanti alle magistrature superiori (Cass. IV, n. 10546/2014);

- in tema di ricorso per cassazione, è sempre necessaria la rappresentanza tecnica da parte di difensore abilitato, anche se ricorrente è un avvocato cassazionista, dovendosi escludere l'autodifesa tecnica e la difesa personale dell'interessato (Cass. II, n. 2724/2012);

- la persona offesa che ha diritto alla restituzione delle cose sequestrate è legittimata a partecipare al procedimento di riesame del sequestro, di persona o per mezzo di difensore, la cui nomina rappresenta un onere da assolvere nei casi in cui sia prevedibile il compimento di atti che ne impongano la presenza, mentre costituisce un obbligo nell'eventuale giudizio di legittimità, a pena di inammissibilità. (cfr. Cass. S.U., n. 25933/2008; cfr. Cass. V, 2 febbraio 1993 n. 351, Motolese, non massimata sul punto; contra, Cass. V, 21 gennaio 1999 n. 365, Zotti, non massimata sul punto) (Cass.  S.U. , n. 25932/2008);

- il ricorso per cassazione, proposto avverso il provvedimento di archiviazione nell'interesse della persona offesa dal reato, deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da difensore iscritto nell'albo dei patrocinanti dinanzi alle giurisdizioni superiori, che sia stato nominato mediante dichiarazione resa o consegnata dallo stesso all'autorità procedente ovvero ad essa inviata con raccomandata, non occorrendo peraltro il conferimento al predetto difensore di procura speciale I ai sensi dell'art. 122 (Cass.  S.U. , n. 47473/2007);

- in tema di patrocinio a spese dello Stato, il difensore, purché iscritto nell'albo speciale dei patrocinanti davanti alle magistrature superiori, è legittimato a proporre personalmente il ricorso per cassazione avverso il provvedimento di liquidazione delle sue competenze professionali, emesso in sede di opposizione, in quanto la regola generale della rappresentanza tecnica nel processo penale (art. 613) è eccezionalmente derogata, a favore dell'avvocato cassazionista, in virtù del rinvio formale che l'art. 170 d.P.R. n. 115/2002 opera, in tema di liquidazione di compensi professionali, alla speciale procedura prevista per gli onorari di avvocato dall'art. 29 l. n. 794/1942 e, indirettamente, alle disposizioni degli artt. 86 e 365 c.p.c. (cfr. Cass. S.U. n. 6817/2007) (Cass.  S.U. , n. 6816/2007).

Bibliografia

Galati, sub art. 613, in Codice di procedura penale, a cura di Canzio e Tranchina, Milano, 2012, II, 5522 ss.; Gaeta, Le sezioni Unite dopo l'intervento della Consulta dettano il decalogo della garanzia difensiva, in Guida dir., 2010, n. 28, 61; Scarcella, Non necessaria la procura speciale per impugnare il provvedimento di archiviazione, in Dir. pen e proc., 2008, 8, 979; Dipaola, Inammissibilità del ricorso per cassazione proposto dal difensore del latitante non “cassazionista”, in Cass. pen., 2006, 12; Fumu, La conversione dell'atto non sana il difetto di Procura, in Dir. e giust., 2004, 35, 34; D'Alascio, Sulla legittimazione della «parte» a sottoscrivere personalmente il ricorso per cassazione, in Giur. it., 2001, 1, 114; Berni, Soggetti legittimati a proporre ricorso per Cassazione, in Giur. it., 2002, 32, 604.

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