Codice di Procedura Penale art. 635 - Sospensione dell'esecuzione.Sospensione dell'esecuzione. 1. La corte di appello può in qualunque momento disporre, con ordinanza, la sospensione dell'esecuzione della pena o della misura di sicurezza [656 s.], applicando, se del caso, una delle misure coercitive previste dagli articoli 281, 282, 283 e 284 [291]. In ogni caso di inosservanza della misura [276], la corte di appello revoca l'ordinanza e dispone che riprenda l'esecuzione della pena o della misura di sicurezza. 2. Contro l'ordinanza che decide sulla sospensione dell'esecuzione, sull'applicazione delle misure coercitive e sulla revoca, possono ricorrere per cassazione [606] il pubblico ministero e il condannato. InquadramentoNel corso del procedimento di revisione per reato commesso in concorso non è causa di sospensione dell'esecuzione il rinvio a giudizio del concorrente nel reato che si sia autoaccusato di esserne l'autore materiale, essendo indispensabili le verifiche giudiziali in ordine a dichiarazioni accusatorie, non escludenti l'ipotesi concorsuale (Cass. I, n. 6619/2008). In caso di rigetto da parte della Corte di appello della richiesta di sospensione dell'esecuzione della pena in pendenza di un procedimento di revisione, la Corte di cassazione non può disporre la sospensione stessa, essendo limitato il suo sindacato all'esame del ricorso avverso l'ordinanza di diniego. (Cass. I, n. 10779/2008). Il provvedimento con il quale il giudice, nel pronunciare sentenza di rigetto della richiesta di revisione, dispone, ai sensi dell'art. 637, comma quarto, c.p.p., la ripresa dell'esecuzione della pena, precedentemente sospesa ai sensi dell'art. 635 stesso codice, ha effetto immediato, indipendentemente dall'eventuale impugnazione della suddetta sentenza, in considerazione sia del principio generale dell'immediata eseguibilità dei provvedimenti in materia di libertà (art. 588, comma secondo, c.p.p.), sia del fatto che tanto la sospensione quanto il ripristino dell'esecuzione costituiscono vicende interne ad un unico rapporto esecutivo, avente il suo titolo nella sentenza irrevocabile che ha formato oggetto della richiesta di revisione e non in quella che respinge tale richiesta. (Cass. I, n. 44704/2016). CasisticaNel corso del procedimento di revisione per reato commesso in concorso non è causa di sospensione dell’esecuzione il rinvio a giudizio del concorrente nel reato che si sia autoaccusato di esserne l’autore materiale, essendo indispensabili le verifiche giudiziali in ordine a dichiarazioni accusatorie, non escludenti l’ipotesi concorsuale (Cass. I, n. 6619/2008). In caso di rigetto da parte della Corte di appello della richiesta di sospensione dell'esecuzione della pena in pendenza di un procedimento di revisione, la Corte di cassazione non può disporre la sospensione stessa, essendo limitato il suo sindacato all'esame del ricorso avverso l'ordinanza di diniego (Cass. I, n. 10779/2008). Il provvedimento con il quale il giudice, nel pronunciare sentenza di rigetto della richiesta di revisione, dispone, ai sensi dell'art. 637, comma 4, la ripresa dell'esecuzione della pena, precedentemente sospesa ai sensi dell'art. 635 stesso codice, ha effetto immediato, indipendentemente dall'eventuale impugnazione della suddetta sentenza, in considerazione sia del principio generale dell'immediata eseguibilità dei provvedimenti in materia di libertà (art. 588, comma 2), sia del fatto che tanto la sospensione quanto il ripristino dell'esecuzione costituiscono vicende interne ad un unico rapporto esecutivo, avente il suo titolo nella sentenza irrevocabile che ha formato oggetto della richiesta di revisione e non in quella che respinge tale richiesta. (Cass. I, n. 44704/2016). BibliografiaV. sub art. 629. |