Codice di Procedura Penale art. 645 - Domanda di riparazione.

Vincenzo Tutinelli

Domanda di riparazione.

1. La domanda di riparazione è proposta, a pena di inammissibilità, entro due anni dal passaggio in giudicato della sentenza di revisione [637, 648] ed è presentata per iscritto, unitamente ai documenti ritenuti utili [176 att.], personalmente o per mezzo di procuratore speciale [122], nella cancelleria della corte di appello che ha pronunciato la sentenza.

2. Le persone indicate nell'articolo 644 possono presentare la domanda nello stesso termine, anche per mezzo del curatore indicato nell'articolo 638 ovvero giovarsi della domanda già proposta da altri. Se la domanda è presentata soltanto da alcuna delle predette persone, questa deve fornire l'indicazione degli altri aventi diritto.

Inquadramento

Si tratta dell'atto introduttivo del procedimento finalizzato alla riparazione. La norma ha natura meramente procedimentale.

Casistica — Legittimazione, termini, caratteri della procura speciale

Legittimati sono imputato personalmente e prossimi congiunti indicati nei precedenti articoli. L'atto può essere svolto personalmente o a mezzo di procura speciale.

Attesa la natura essenzialmente civilistica della procedura per il riconoscimento del diritto alla riparazione dell'errore giudiziario, deve ritenersi applicabile, quanto al mandato alla lite, il combinato disposto di cui agli artt. 83 e 365, per cui la proposizione del ricorso per cassazione avverso la decisione della Corte di Appello è riservata al difensore munito di procura speciale, da rilasciare nelle forme prescritte per il processo civile. Quindi essa deve essere conferita, oltre che ad avvocato iscritto nell'albo speciale delle magistrature superiori, con specifico riguardo alla fase processuale cui si riferisce e, perciò, necessariamente dopo che sia stata pubblicata la decisione da impugnare (Cass. III, n. 709/1997). Il termine previsto è di due anni dal passaggio in giudicato della sentenza di revisione.

Il decorso del termine di decadenza previsto dall'art. 645 vigente — come dall'art. 573 del 1930 — nei riguardi dell'interessato comporta la definitiva perdita del diritto a domandare l'indennizzo senza che tale diritto possa ritenersi suscettibile di ripristino in connessione all'esercizio di omologa azione da parte di altro soggetto ancorché condannato — e poi assolto a seguito di altro procedimento di revisione — per gli stessi fatti. In tale situazione non può essere attivato il meccanismo di cui all'art. 644, perché esso riguarda solo il caso degli eredi dell'avente diritto all'indennizzo premorto (Cass. IV, n. 34236/2001).

Ai fini della verifica della tempestività della domanda di riparazione per ingiusta detenzione, il giudice, nel caso in cui la richiesta sia presentata a mezzo del servizio postale, deve fare riferimento alla sua data di spedizione e non a quella della ricezione del plico postale (Cass. IV, n. 647/2017).  

Bibliografia

Vedi sub art. 637.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario