Codice di Procedura Penale art. 662 - Esecuzione delle pene accessorie.

Enrico Campoli

Esecuzione delle pene accessorie.

1. Per l'esecuzione delle pene accessorie [19, 28 s. c.p.; 183 att.], il pubblico ministero, fuori dei casi previsti dagli articoli 32 e 34 del codice penale, trasmette l'estratto della sentenza di condanna agli organi della polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza e, occorrendo, agli altri organi interessati, indicando le pene accessorie da eseguire. Nei casi previsti dagli articoli 32 e 34 del codice penale, il pubblico ministero trasmette l'estratto della sentenza al giudice civile competente.

2. Quando alla sentenza di condanna consegue una delle pene accessorie previste dagli articoli 28, 30, 32-bis e 34 del codice penale, per la determinazione della relativa durata si computa la misura interdittiva di contenuto corrispondente eventualmente disposta a norma degli articoli 288, 289 e 290.

Inquadramento

Con la disciplina dell’art. 662 ci si preoccupa nel dare esecuzione alle pene accessorie,  in relazione ad alcuna delle quali va scomputato il periodo di pre-sofferto cautelare , di differenziare la procedura applicativa in forza della natura delle stesse.

Mentre, difatti, per quelle dettate dagli artt. 32 (interdizione legale) e 34 (decadenza dalla responsabilità genitoriale e sospensione dell’esercizio della stessa) è disposto che il pubblico ministero presso il giudice dell’esecuzione trasmetta l’estratto della sentenza di condanna al giudice civile competente, attese le materie investite, negli altri casi la medesima comunicazione viene fatta agli organi di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza (ovvero ad ogni altro organo interessato) indicando la specifica pena accessoria da applicare.

L’iniziativa del pubblico ministero – pur non costituendo adempimento imprescindibile – si rende necessaria per l’esecuzione della pena accessoria dell’interdizione temporanea dai pubblici uffici in quanto essa non trova applicazione automatica in forza della irrevocabilità della sentenza di condanna stante l’incompatibilità esecutiva laddove siano in corso l’espiazione della reclusione o dell’arresto ovvero l’eventuale affidamento in prova al servizio sociale abbia avuto effetto estintivo ex art. 47, comma 12, ord. pen. – (Cass., I, n. 39004/2021).

L'applicazione delle pene accessorie

Al momento della pronuncia della condanna il giudice deve provvedere anche in relazione alle pene accessorie (artt. 28 -38 c.p.).

Tutte le volte in cui il giudice della cognizione non abbia provveduto in sede di condanna all’applicazione contestuale della pena accessoria, “predeterminata dalla legge nella specie e nella durata”, tale omissione deve essere colmata dalla richiesta del pubblico ministero al giudice dell’esecuzione competente (art. 183 att.).

In tali casi il giudice dell’esecuzione può applicare la pena accessoria nelle forme semplificate di cui al combinato disposto dettato dagli artt. 676 e 667, comma 4.

Il giudice civile competente in merito alle pene accessorie di cui agli artt. 32 e 34 c.p., attesa la loro natura, è quello insediato nella medesima sede territoriale del giudice dell’esecuzione : a seconda della materia d’intervento essa è ripartita internamente fra le varie sezioni specializzate del tribunale civile ovvero del tribunale dei minori.

Il computo del pre-sofferto nelle pene accessorie

Così come per le misure custodiali (art. 657) anche per le misure interdittive, – in quanto entrambe appartenenti al medesimo genus  delle misure cautelari personali –, è previsto, in sede di esecuzione, lo scomputo del periodo  cautelare sofferto nel corso del procedimento.

A differenza delle misure coercitive personali (sia custodiali che non) le misure interdittive non seguono le varie fasi del procedimento ma hanno un periodo massimo di efficacia, ex art. 308, di dodici mesi.

Va esclusa la fungibilità delle sospensioni amministrative disposte dalla cd. legge Severino (artt. 10 e 11 del d. lgs. n. 235/2012) e dall’art. 4 della l. n. 97/2001, con la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici di cui all’art. 28 c.p. : mentre le prime, di chiara natura amministrativa, rispondono alle circoscritte esigenze della P.A., le seconde hanno un contenuto punitivo più ampio, proprio della sanzione penale. E’ per tali ragioni che il disposto di cui all’art. 662, comma 2, c.p.p., in tema di pregresso sofferto cautelare, riguarda solo, ed esclusivamente, le misure interdittive applicate dall’Ag penale ai sensi degli artt. 287 e ss. c.p.p. – (Cass. I, n. 14025/2022).

Casistica

 Il ricorso per cassazione del pubblico ministro avverso la sentenza che ometta l’applicazione di una pena accessoria è inammissibile dovendo essere promosso apposito incidente dinanzi al giudice dell’esecuzione – (Cass., V, n. 47604/2019).

Con la sentenza n. 47502/2022 le Sezioni Unite Penali della Corte di Cassazione hanno sancito il principio di diritto che “la sentenza che abbia omesso di applicare una pena accessoria è ricorribile per cassazione per violazione di legge sia del Procuratore della Repubblica che del Procuratore generale a norma dell’art. 608 cod. proc. pen.”.

Fermo restando il potere della Corte di Cassazione di procedere – ex art. 620 cod. proc. pen. -all’annullamento senza rinvio della pena accessoria predeterminata nella durata applicata illegittimamente qualora l’ufficio del pubblico ministero, in seguito all’irrevocabilità della sentenza, si avveda di tale errore può sempre attivare, a norma degli artt. 662 cod proc. pen. (e 183 disp, att. cod. proc. pen.) l’indicente di esecuzione “semplificato” dettato dall’art. 676 cod. proc. pen. (e non la procedura per correzione dell’errore materiale).  

Bibliografia

Catelani, Manuale dell'esecuzione penale, Milano, 2002; Vicoli, L'esecuzione degli altri provvedimenti sanzionatori penali, in Caprioli-Vicoli, Procedura penale dell'esecuzione, Torino, 2011.

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