Codice di Procedura Penale art. 668 - Persona condannata per errore di nome.Persona condannata per errore di nome. 1. Se una persona è stata condannata in luogo di un'altra per errore di nome, il giudice dell'esecuzione provvede alla correzione nelle forme previste dall'articolo 130 soltanto se la persona contro cui si doveva procedere è stata citata come imputato anche sotto altro nome per il giudizio [66]; altrimenti si provvede a norma dell'articolo 630, comma 1, lettera c). In ogni caso l'esecuzione contro la persona erroneamente condannata è sospesa. InquadramentoL’art. 668 disciplina due diverse situazioni, entrambe riconducibili ad un errore di nome della persona condannata : una prima in cui l’identità anagrafica di quest’ultima, regolarmente citata in giudizio per tale, non è corretta, nel qual caso potrà procedersi alla correzione a mezzo della procedura di cui all’art. 130, ed una seconda in cui l’errore risiede nell’individuazione corretta della persona fisica per la quale dovrà farsi accesso all’istituto della revisione di cui al’art. 630, comma 1, lett. c). E’ di tutta evidenza che l’identità anagrafica non assume alcun significato processuale invalidante del processo penale perché il soggetto che vi è sottoposto ben può celare le proprie reali generalità quanto fornirne di false : è per tale ragione che l’art. 66 sancisce che “l’impossibilità di attribuire all’imputato le sue esatte generalità non pregiudica il compimento di alcun atto da parte dell’autorità procedente quando sia certa l’identità fisica della persona”. Del resto l’art. 68 stabilisce, relativamente all’errore sulla identità fisica, che, in ogni stato e grado del processo, “il giudice ... pronuncia sentenza a norma dell’art. 129”. La correzione dell’errore materiale del nome del condannatoL’indicazione erronea del nome del condannato, regolamentata dall’art. 668, riguarda ovviamente non solo la situazione in cui lo stesso non è totalmente collimante con la corretta identità anagrafica dello stesso bensì anche quelle in cui tale individuazione è parzialmente difforme (nome corretto/cognome sbagliato; viceversa; etc.) ovvero si è solo in presenza di meri refusi (genere maschile/femminile; etc.).
In tali casi, laddove il soggetto condannato sia stato regolarmente citato in giudizio, il giudice competente può provvedere alla correzione materiale d’ufficio e senza formalità proprio in considerazione del fatto che si tratta di “errori od omissioni che non determinano nullità e la cui eliminazione non comporta una modifica essenziale dell’atto” (130).
Quando, successivamente alla irrevocabilità della sentenza, è dedotta l’erronea indicazione delle generalità della persona condannata, il giudice dell’esecuzione, verificato che il soggetto interessato abbia partecipato al giudizio, sia pure sotto altro nome, può procedere alla correzione dell’identità anagrafica con la procedura di cui all’art. 130 (Cass. I, n. 14046/2014).
Il ricorso alla revisioneL’altro caso di persona condannata per errore di nome è quello in cui, a prescindere dalla certezza sull’identità anagrafica, quella che è carente è l’identità fisica della stessa. In tali casi, mentre il giudice della cognizione concluderà il procedimento nei confronti della persona erroneamente individuata con l’assoluzione per non aver commesso il fatto il giudice dell’esecuzione disporrà la sospensione dell’esecuzione e dovrà darsi luogo, nelle forme previste, alla revisione ex art. 630, comma 1, lett. c). L’accertamento in merito all'erroneità dell’identità fisica è demandato al giudice dell'esecuzione, il quale dovrà stabilire se la persona nei cui confronti si doveva procedere sia stata, anche sotto altro nome, citata a giudizio, ed in caso negativo trasmettere gli atti al giudice competente per la revisione, il quale è tenuto a verificare anche le nuove prove prodotte dall'istante per dimostrare la propria estraneità ai fatti (Cass., I, n. 13564/2009) CasisticaIn tema di casellario giudiziale e dei carichi pendenti, spetta al giudice dell’esecuzione, e non al giudice di cui all'art. 40, comma 1, d.P.R. n. 313/2002, la competenza a decidere sulla domanda di cancellazione di un titolo di condanna dal certificato penale fondata dal richiedente sull'allegazione di non essere il soggetto destinatario del titolo stesso (Cass., I, n. 6980/2018).
BibliografiaCatelani, Manuale dell'esecuzione penale, Milano, 2002; Dalia-Ferraioli, Manuale di diritto processuale penale, Padova, 2013. |