Codice di Procedura Penale art. 725 - Esecuzione delle rogatorie 1 .

Giovanni Diotallevi

Esecuzione delle rogatorie 1.

1. Per il compimento degli atti richiesti si applicano le disposizioni del presente codice, salva l'osservanza delle forme espressamente richieste dall'autorità giudiziaria straniera che non siano contrarie ai principi dell'ordinamento giuridico dello Stato.

2. Si applica l'articolo 370, comma 3.

3. L'autorità giudiziaria può autorizzare, con decreto motivato, la presenza al compimento degli atti richiesti di rappresentanti o incaricati dell'autorità richiedente. Quando la richiesta proviene da autorità diverse da quelle di Stati membri dell'Unione europea, l'autorizzazione è comunicata al Ministro della giustizia.

4. Se nel corso dell'esecuzione il procuratore della Repubblica rileva l'opportunità del compimento di atti ulteriori non indicati nella richiesta, ne informa senza ritardo l'autorità richiedente ai fini dell'integrazione della richiesta. Si osservano, in quanto compatibili, le disposizioni di cui all'articolo 724, commi 7 e 9.

Inquadramento

 Poiché il rapporto di assistenza giudiziaria intercorre tra Stati la legge applicabile verrà individuata in relazione alla duplice prospettazione, attiva e passiva, della rogatoria. Pertanto mentre la valutazione della ammissibilità e della rilevanza della stessa va fatta secondo la legge dello Stato richiedente, l'esecuzione materiale degli atti deve avvenire secondo la lex fori con la previsione della possibilità da parte del legislatore di adeguarsi alle forme espressamente richieste dall'Autorità straniera, sempre che le medesime non siano contrarie ai principi dell'ordinamento giuridico dello Stato. Sotto il vigore della precedente normativa è stato così ritenuto che, qualora il consigliere della corte d'appello, delegato dal presidente per il compimento dell'interrogatorio richiesto, erroneamente avesse delegato, a sua volta, un organo di P.G. per l'espletamento dell'atto, non si sarebbe potuta configurare alcuna violazione di principi fondamentali o norme inderogabili di ordine pubblico, né delle disposizioni della Convenzione di assistenza giudiziaria di Strasburgo e la questione si sarebbe potuta dedurre solo dinanzi all'A.G. rogante, unica in grado di valutare la rispondenza delle forme impiegate nell'esecuzione della rogatoria ai principi fondamentali del proprio ordinamento interno (Cass. VI, n. 5743/2014; in dottrina Ubertis, 2014,696).

Questo è un principio di diritto internazionale universalmente riconosciuto (v. fin da Cass. I, 22 ottobre 1981, Li Calzi), nonché per precisi riscontri in sede convenzionale art. 3 n. 1 della Ceag). In tal modo si è resa possibile, ad esempio, la prestazione del giuramento non più previsto nel nostro processo penale. Così l'esecuzione in Italia di un sequestro conservativo richiesto dall'Autorità elvetica è stato fatto rientrare tra le attività previste nel concetto di « ampia collaborazione », contemplato dall'art. 1 comma 1 della Ceag. Ai sensi dell'art. 15, § 4 della Convenzione, esso non costituisce mezzo di ricerca della prova, regolato con gli altri mezzi istruttori dall'art. 3 della Convenzione, ma una misura cautelare (Cass. VI, 2 maggio 1997, Huber). Non è stata definita abnorme l'ordinanza con cui la Corte d'appello in corso di procedimento ha modificato la precedente ordinanza che ha dato esecuzione alla richiesta, dovendosi comunque applicare il principio generale secondo cui l'ordinanza è provvedimento emesso allo stato degli atti e, come tale, sempre modificabile. Così è stata ritenuta legittima la sospensione dell'esecuzione di un sequestro conservativo in attesa che lo Stato richiedente quantificasse il danno cagionato dalla condotta dell'indagato (Cass. VI, 7 novembre 2001, Gasparini).

È stato invece ritenuto abnorme il provvedimento con cui il giudice delle indagini preliminari dichiari il non luogo a provvedere sulla richiesta di assistenza giudiziaria proveniente da autorità amministrativa elvetica, avente ad oggetto la contestazione di un illecito amministrativo relativo alla violazione dei limiti di velocità di circolazione, perché determina una stasi non rimediabile negli adempimenti degli obblighi di cooperazione internazionale, in particolare dell'Accordo di assistenza giudiziaria tra Italia e Svizzera (art. II) in base al quale non occorre la rilevanza penale del fatto oggetto della rogatoria, essendo sufficiente la possibilità di investire, con riferimento alla violazione amministrativa, anche l'autorità giudiziaria penale. (Cass. I, n. 45590/2012).

Per quanto riguarda il sequestro preventivo è stato ritenuto legittimo il provvedimento disposto anteriormente all'attivazione di una rogatoria internazionale, in riferimento a beni esistenti all'estero, dovendosi distinguere il momento decisorio della misura, rientrante nella competenza dell'autorità giudiziaria interna secondo la normativa nazionale, da quello esecutivo, su cui il controllo è di esclusiva competenza dell'autorità straniera secondo la sua legislazione (Cass. III, n. 49437/2009). Sono state ritenute suscettibili di deroga le nostre disposizioni sulle notifiche, trattandosi di atti destinati a confluire in un procedimento penale straniero, sempre che la forma di notifica diversa non sia contraria ai principi dell'ordinamento italiano.  

La competenza in genere e per le rogatorie di natura investigativa

 L'esecuzione della rogatoria per atti di natura investigativa è, in base all'art. 724, come modificato dal d.lgs. n. 149/2017 di competenza del procuratore del luogo dove essere eseguito l'atto. Quando la domanda di assistenza ha ad oggetto atti che devono essere eseguiti in più distretti all'esecuzione provvede il procuratore del luogo nel quale deve compiersi il maggior numero di atti, ovvero, se di eguale numero, quello nel cui distretto deve compiersi l'atto di maggiore importanza investigativa. L'espresso richiamo all'art. 370, comma 3 consente comunque al pubblico ministero competente, qualora non ritenga di procedere personalmente, per singoli atti di delegare, secondo la rispettiva competenza per materia, il pubblico ministero del luogo. In ogni caso tutte le attività di acquisizione probatoria siano compiute dal giudice, « il quale per la sua posizione di terzietà, conferisce all'atto rogato il livello più elevato di affidamento che lo Stato sia in grado di assicurare » (Corte cost. n. 336/1996).  La previsione dell'art. 725, comma 1, deve considerarsi un caso di competenza funzionale, assolutamente inderogabile, stante l'espressa statuizione legislativa. della rogatoria (Cass. I, n. 10540/2012).

Le caratteristiche della procedura

Con il d.lgs. n. 52/2017 l'Italia ha emanato le norme di attuazione della Convenzione relativa all'assistenza giudiziaria penale tra gli Stati membri dell'Unione europea, fatta a Bruxelles il 29 maggio 2000. È stata introdotta una chiara distinzione tra cooperazione tra Stati membri dell'UE e cooperazione con altri Stati, essendo basata quest'ultima su Trattati bi o multilaterali e/o cortesia internazionale. Tuttavia questo procedimento  pur nella sua struttura sommaria, con il richiamo esplicito alle norme del codice di procedura penale ha affermato l'obbligo di prevedere la presenza dell'imputato e del suo difensore dove è prevista la procedura in camera di consiglio ai sensi dell'art. 127Il richiamo all'art. 127dovrebbe comportare l'applicazione del principio della nullità assoluta ex artt. 178, comma 1, lett. c), e 179, comma 1, nell'ipotesi in cui non sia stato dato ritualmente avviso all'imputato e al suo difensore. La loro presenza è necessaria allo stesso modo in cui tale presenza è richiesta nel caso di assunzione della prova davanti al giudice con lo strumento dell'incidente probatorio, mentre se si tratta di un atto al quale l'imputato non deve partecipare o di atti che non prevedono la presenza dell'imputato, dell'indagato o del suo difensore, come ad es. l'audizione di un testimone, il contenuto della richiesta rimane segreta e l'interessato può anche non conoscere la formulazione della richiesta di assistenza (Giovene, 578, Diotallevi , 1067).  

Bibliografia

Calvanese, Le rogatorie nello spazio «Schengen»: quali poteri ha il Ministro della giustizia?, in Cass. pen. 2002, 1659; Diotallevi, Sub art. 725, in Codice di procedura penale. Rassegna di giurisprudenza e dottrina, diretta da Lattanzi-Lupo, Milano, Aggiornamento, V, 2020, 1067; Diotallevi, Dalle rogatorie all’ordine di indagine europeo in Lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia (A vent’anni dal Consiglio europeo di Tampere), di Di Stasi - Rossi, 2020, 367; Felicioni, L’oggetto della rogatoria: la consegna di materiale genetico-molecolare, in Cass. pen. 2008, 3449; Giovene, voce Rogatorie, in Dig. d. pen., Torino, 2000, 578; Ubertis, La prova acquisita all’estero e la sua utilizzabilità in Italia, in Cass. pen. 2014, 696.

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