Codice di Procedura Penale art. 726 - Citazione di testimoni a richiesta dell'autorità straniera [204 bis att.].

Giovanni Diotallevi

Citazione di testimoni a richiesta dell'autorità straniera [204 bis att.].

1. La citazione dei testimoni residenti o dimoranti nel territorio dello Stato, richiesta da una autorità giudiziaria straniera, è trasmessa al procuratore della Repubblica del luogo in cui deve essere eseguita [724 1], il quale provvede per la notificazione a norma dell'articolo 167.

Inquadramento

La citazione di testimoni, residenti o dimoranti nel territorio dello Stato, su domanda di un'Autorità giudiziaria straniera, è stata attribuita al pubblico ministero. È una attività di natura strettamente esecutiva e strumentale e si sostanzia nella certificazione della ricezione del documento, senza compimento di attività istruttoria. Con la citazione, infatti, rimane impregiudicata la sfera di libertà del testimone, cui viene lasciata la piena possibilità di scelta in ordine alla comparizione dinanzi all'Autorità straniera, salvo diversa pattuizione (v. ad es. la Convenzione dello Stato italiano con la Repubblica di S. Marino del 31 marzo 1939, all'art. 31, comma 2).Tuttavia il procuratore della Repubblica, proprio in forza della sua funzione, non può astenersi da una valutazione in ordine alla legittimità della rogatoria inviatagli dal ministro, accertando soprattutto che:

a) la rogatoria provenga da un'Autorità straniera;

b) non siano state violate le norme pattizie in base alle quali deve essere effettuata la notifica;

c) il ministro abbia valutato positivamente l'idoneità delle garanzie in ordine all'immunità della persona citata;

d) sussista la propria competenza per territorio. Se una o più delle suddette condizioni non siano presenti, il procuratore della Repubblica restituisce al ministro la richiesta di rogatoria con i suoi rilievi.

Ambito di applicazione della norma

Il procedimento previsto dall'art. 726 è applicabile solo alla citazione dei testimoni, per la citazione di periti, dell'imputato o di altri soggetti processuali, deve ritenersi utilizzabile il procedimento di garanzia giurisdizionale previsto dal combinato disposto degli artt. 724 e 725. Nel caso di citazione come testimone nel paese estero di soggetto che risulti imputato o condannato nel paese richiedente per altri e diversi procedimenti penali, rispetto a quello per cui è sollecitata la citazione in sede convenzionale, è stata introdotta una normativa, riconducibile ai criteri informatori del cd. principio di specialità, che prevede l'impossibilità di applicazione al testimone comparso, a seguito di citazione, dinanzi all'Autorità giudiziaria del paese richiedente, di qualsiasi misura restrittiva della libertà personale per fatti o condanne anteriori al suo allontanamento dal territorio della parte richiesta. (v. art. 12 Ceag).

Nel caso del soggetto, di cui si domanda la citazione all’estero come testimone, che sia detenuto in Italia per reati commessi nel nostro territorio. l’art. 11 della Ceag prevede, tra le cause ostative al trasferimento del testimone detenuto: il rifiuto dello stesso detenuto, la presenza di esigenze istruttorie riconducibili al procedimento penale pendente nel paese richiesto, la possibilità che il trasferimento possa prolungare i tempi del suo stato di detenzione.

Il Trattato di mutua assistenza, in materia penale, tra Italia e Stati Uniti d’America, prevede anche l’impossibilità per lo Stato ricevente di rifiutare la restituzione della persona trasferita in base alla sua nazionalità e che non potrà richiedere allo Stato di provenienza l’inizio delle procedure di estradizione; stabilisce, altresì, che al detenuto trasferito venga computato il periodo di detenzione nello Stato ricevente, ai fini dell’esecuzione della pena applicata nello Stato da cui è stato trasferito. Lo Stato italiano, anche in assenza di convenzione, può comunque trasferire temporaneamente, nello Stato estero richiedente, la persona citata, una volta che la stessa abbia manifestato il proprio consenso. Resta ferma la necessità della preventiva valutazione positiva da parte del ministro della giustizia e del procuratore della Repubblica territorialmente competente, in relazione ai parametri in base ai quali devono giudicare l’idoneità delle garanzie offerte dallo Stato richiedente per assicurare l’immunità della persona citata come testimone.

Il regime delle notifiche dall'estero

Per la modalità delle notificazioni passive occorre riferirsi all'art. 7 della Ceag nell'ambito dell'Europa e, per gli Stati Uniti d'America, all'art. 4, § 2, del Trattato Italia-Stati Uniti. In entrambi i casi trova applicazione il principio generale del locus regit actum. Le notifiche compiute ai sensi dell'art. 157, commi 3 e 8, o quelle compiute ai sensi dell'art.170 devono essere accompagnate dall'allegazione della cartolina di ricevimento. L'art. 7 della Ceag prevede poi che la prova dell'avvenuta notifica si ricava o dalla ricevuta datata e firmata dal destinatario ovvero da una attestazione della parte sulle modalità della ricezione. Se la notificazione non ha avuto esito positivo, come per l'indirizzo del destinatario sconosciuto con ricerche anagrafiche effettuate, la circostanza deve emergere dagli atti. Le notificazioni che riguardano testi e periti non richiedono, ai sensi dell'art. 726, il c.d. exequatur dello Stato italiano. (v. Diotallevi, 1070 ).

Bibliografia

Diotallevi, Sub art. 726, in Codice di procedura penale. Rassegna di giurisprudenza e dottrina, diretta da Lattanzi-Lupo, Milano, V, 2020,1070; Laszloczky, La cooperazione internazionale negli atti d’istruzione penale, Padova, 1980, 87.

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