Codice di Procedura Penale art. 732 - Riconoscimento delle sentenze penali straniere per gli effetti civili.Riconoscimento delle sentenze penali straniere per gli effetti civili. 1. Chi ha interesse a far valere in giudizio le disposizioni penali di una sentenza straniera per conseguire le restituzioni o il risarcimento del danno [741] o per altri effetti civili, può domandare il riconoscimento della sentenza [10 min.] alla corte di appello nel distretto della quale ha sede l'ufficio del casellario locale del luogo di nascita della persona cui è riferito il provvedimento giudiziario straniero, o alla Corte di appello di Roma 1. [1] Comma modificato dall'art. 53, comma 3 d.P.R. 14 novembre 2002, n. 313, con effetto dalla data indicata dall'art. 55 del medesimo decreto. InquadramentoL’art. 732 prevede la disciplina di attuazione per alcune delle ipotesi di cui all’art. 12, comma 1, n. 4, c.p. Esso regola l’ipotesi in cui il soggetto intenda far valere il giudicato penale di condanna per conseguire le proprie pretese attraverso un nuovo ed autonomo giudizio (dovendo in tal caso presentare la relativa domanda alla Corte d’appello del distretto in cui ha sede l’ufficio del casellario locale del luogo di nascita della persona cui si riferisce la sentenza straniera) salvo che sia già stato avviato, ad istanza della parte pubblica, un procedimento per l’esecuzione delle statuizioni penali (Cass. VI, n. 14041/2015). L’impulso per l’attivazione del procedimento di riconoscimento spetta al privato che abbia interesse a far valere in giudizio le disposizioni penali della sentenza straniera agli effetti civili. È ammessa, però, la possibilità per l’interessato di rivolgersi al ministro della giustizia o a quello degli esteri per ottenere, tramite i canali ufficiali, la sentenza e la relativa traduzione (Cass. VI, n. 14041/15). In tema di riconoscimento degli effetti civili di sentenze penali straniere emesse in uno Stato aderente alla Convenzione di Lugano del 16 settembre 1988 e del 30 ottobre 2007, il modello procedimentale previsto da detta Convenzione, anche alla luce del Regolamento CE 414 del 2001, non è esclusivo, ma concorrente con quello previsto dall’art. 741, ove compatibili, dovendo, tuttavia, accordarsi prevalenza alla disciplina convenzionale, essendo necessario che sia prodotta la documentazione richiesta dall’art. 54 della Convenzione e che siano verificate le condizioni ostative di cui all’art. 34, non in tutto coincidenti con quelle previste dall’art. 733, richiamato dall’art. 741 (Cass. VI n. 49261/2016). Qualora l’istante alleghi una traduzione della sentenza, la Corte d’appello procedente è tenuta a disporre una traduzione officiosa solo se vi sia dubbio sull’attendibilità di quella prodotta, ovvero se l’utilizzo di quest’ultima possa pregiudicare i diritti di difesa della persona condannata, e sempre che sia stato eccepito il concreto pregiudizio derivante dalla mancata ulteriore traduzione (Cass. VI, n. 14041/2014). La sentenza deve essere stata pronunciata per un delitto. Poiché in questo caso non vi è stato il vaglio preventivo del P.G., la Corte d’appello potrà chiedere alle Autorità estere competenti, anche tramite il ministero della giustizia, la documentazione e le informazioni opportune (Pittaro, in Chiavario, IV). Nel caso in cui l’iniziativa sia stata assunta per altri motivi dal ministro della giustizia il privato interessato può affiancare la sua domanda alla richiesta del PG. La richiesta comunque non può essere avanzata in sede di incidente di esecuzione (Cass. IV, 10 maggio 2000, Zasfrir). Gli « altri effetti civili » conseguenti al riconoscimentoQuando nell'art. 732 si parla di « altri effetti civili », sono ricompresi nella locuzione non solo quelli strettamente privatistici, ma tutti gli effetti « non penali », tra cui quelli di natura amministrativa di donazione per ingratitudine ex art. 801 c.c. e così via. Allo stesso modo il danneggiato dal reato sarà interessato a far valere nello Stato la sentenza di condanna ai fini del risarcimento del danno, anche se relativa a una condanna generica alle restituzioni o al risarcimento del danno; l'imputato ed il responsabile civile vorranno far riconoscere una sentenza di proscioglimento per l'esclusione della responsabilità del soggetto prosciolto, il coniuge a far valere la sentenza di condanna ai fini dello scioglimento del matrimonio, l'erede per escludere il condannato dalla successione (Pittaro, in Chiavario, IV; Pisani, 381). Le modifiche relative alla capacità d'agire dell'individuo, determinate da una condanna penale straniera, possono considerarsi « efficaci » anche in assenza del riconoscimento, derivando direttamente dalla legge dello Stato di appartenenza dell'individuo e, quindi, riconosciuta ai sensi del rinvio operato a tale legge dalle norme di diritto internazionale privato, come l'art. 17 disp. prel. c.c. v. Diotallevi, 1118. In tema di riconoscimento della sentenza penale straniera "per gli effetti civili", l'art. 12 c. p. si applica sia ai casi in cui rilevi l'esecuzione delle disposizioni civili della sentenza, sia a quelli in cui sia richiesta l'utilizzazione della sentenza in autonomo giudizio civile in Italia per ottenere la condanna alle restituzioni o al risarcimento del danno, ovvero agli "altri effetti civili", comprendendo tale espressione tutti gli altri effetti di tipo strettamente privatistico, inclusi l'utilizzo probatorio nel procedimento civile della sentenza irrevocabile di condanna emessa all'estero. (In motivazione, la Corte ha precisato che esula dal giudizio di riconoscimento la verifica della concreta efficacia della sentenza nel giudizio civile, occorrendo un mero vaglio di "idoneità" del titolo straniero ad essere utilizzato a fini civili nel nostro ordinamento, non essendo neppure richiesta l'esistenza di un procedimento in corso) (Cass VI, n. 5256/2020). In base all'art. 653, è stata riconosciuta efficacia di giudicato, nel giudizio per responsabilità disciplinare davanti alle pubbliche Autorità, all'accertamento che il fatto non sussiste o che l'imputato non lo ha commesso. Non è invece applicabile l'art. 741 relativo all'efficacia nel nostro ordinamento di capi civili restitutori della sentenza straniera, in quanto gli stessi devono avere un contenuto specifico. All'ipotesi in esame dovrà essere invece applicata l'art. 651, in quanto il giudice italiano deve operare in modo da quantificare il risarcimento, come indicato nel suddetto articolo (Cass. V, n. 21903/2001). BibliografiaDe Amicis, Rogatorie in Cooperazione giudiziaria penale, a cura di Marandola, Milano, 2018, 242; Diotallevi, sub art. 732, in Codice di procedura penale. Rassegna di giurisprudenza e dottrina, diretta da Lattanzi-Lupo, Milano, Aggiornamento, V, 2020,1118;Pisani, Gli altri effetti civili (art. 732 c.p.p.) del riconoscimento della sentenza penale straniera, in Riv. it. dir. e proc. pen. 2002, 381. |