Codice di Procedura Penale art. 734 - Deliberazione della corte di appello 1.

Giovanni Diotallevi

Deliberazione della corte di appello 1.

1. La corte di appello delibera in ordine al riconoscimento senza ritardo, e comunque non oltre novanta giorni dal ricevimento della richiesta, pronunciando sentenza, nella quale enuncia espressamente gli effetti che ne conseguono, osservate le forme di cui all’articolo 127.

2. Nei casi disciplinati dagli articoli 730, 732 e 741 la corte di appello decide sulla base della richiesta scritta del procuratore generale e delle memorie presentate dalle parti.

3. Avverso la decisione della corte di appello il procuratore generale, l’interessato e il difensore possono proporre ricorso per cassazione per violazione di legge. La decisione della Corte di cassazione è adottata entro sessanta giorni dal ricevimento del ricorso.

[1] Articolo così sostituito  dall'art. 8, comma 1, lett. d),  d.lgs. 3 ottobre 2017, n. 149. 

Inquadramento

L'art. 8, comma 1, lett. d),  d.lgs. n. 149/2017 che ha sostituito il testo del precedente art. 734 non ha modificato il comma 1, limitandosi a specificare che la decisione della Corte d'appello deve intervenire senza ritardo e comunque entro novanta giorni dalla richiesta. La Corte d'appello delibera ex art.127, indicando gli effetti del riconoscimento. Il termine di novanta giorni ha natura ordinatoria, e la sua violazione non determina alcuna invalidità (Cass., VI, n. 2189/2019).

La Corte, ex art. 205 disp. att., può chiedere al ministro della giustizia il testo, con la traduzione delle leggi straniere o delle convenzioni internazionali utili ai fini della decisione. La richiesta deve essere formulata, a pena d'inammissibilità, in modo preciso e puntuale (Cass. VI, n. 7067/2010). L'Autorità giudiziaria può interpellare l'Autorità consolare italiana presso lo Stato straniero ai sensi del d.lgs. n. 71/2011, o quella straniera in Italia. La normativa straniera può essere applicata in toto oppure disapplicata in modo parziale o totale (Cass. III, 16051/2011). L'incidente di esecuzione per modificare l'entità della pena da scontare, per un errore di calcolo rifluito nella sentenza di riconoscimento è inammissibile, in quanto può essere fatto valere dinanzi all'autorità giudiziaria straniera con i rimedi previsti da quell'ordinamento o con l'impugnazione della sentenza di riconoscimento (Cass. V, n. 43424/2004).

La deliberazione della Corte d'appello

Il presidente della Corte fissa la data dell'udienza; per le notificazioni è irrilevante l'elezione di domicilio effettuata nel giudizio svolto dinanzi all'Autorità Giudiziaria estera; si applicano le prescrizioni previste dall'art. 157 (Cass. VI, n. 45207/2013). Se l'interessato è privo di un difensore di fiducia, viene nominato un difensore d'ufficio.

Il comma 2 dell'art. 734 prevede che nell'ipotesi di riconoscimento di sentenze penali straniere per gli effetti previsti dal codice penale, dal codice civile e per il riconoscimento delle disposizioni civili di sentenze penali straniere la corte di appello decide sulla base della richiesta scritta del procuratore generale e delle memorie presentate dalle parti.

Se l'interessato è detenuto o internato in località ubicata fuori del distretto della Corte d'appello, e qualora egli ne faccia richiesta, deve essere sentito prima del giorno dell'udienza dal magistrato di sorveglianza del luogo (v. Cass. I, 26 febbraio 1993, Carlino). L'udienza deve, invece essere rinviata qualora sussista un legittimo impedimento dell'interessato che abbia chiesto di essere sentito personalmente e che non sia detenuto o internato in luogo diverso da quello in cui ha sede la Corte (v. sin da Cass. I, 20 febbraio 1996, Grandieri). L'unica ipotesi di nullità assoluta è rappresentata dall'omessa citazione dell'interessato. La mancata osservanza delle altre disposizioni dà luogo a nullità di ordine generale a regime intermedio, da dedurre immediatamente dopo il mancato compimento (per l'omessa audizione dell'imputato che sia comparso (Cass. VI, 23 maggio 1995, Esposito), e per l' omessa audizione da parte del magistrato di sorveglianza dell'indagato detenuto o internato in luogo posto fuori dalla circoscrizione del giudice (v. sin da Cass. I, 20 dicembre 1991, Marzella). Il consenso dello Stato estero per il riconoscimento da parte della Corte d'appello della sentenza straniera è valido anche se manifestato con l'espressione “in linea di massima equivalente”, essendo possibile, per lo Stato estero, di confermarlo o di ritirarlo, a seconda che ritenga o meno congrua la determinazione da effettuarsi in sede di riconoscimento (Cass. I, n. 26683/2002). Ai fini del riconoscimento di sentenza penale straniera per il rispetto del requisito della doppia incriminazione è sufficiente che la legge dello Stato richiesto contempli come reato il fatto per cui vi sia stata condanna all'estero al momento della decisione, e non anche al momento della sua commissione, come invece previsto allorquando dalla sentenza straniera si facciano discendere effetti penali propri dell'ordinamento italiano. (Cass., VI, n. 13571/2020). Gli effetti del riconoscimento decorrono dall'irrevocabilità della decisione, anche se il riconoscimento non parifica l'atto straniero a quello italiano, ma lo assume unicamente come fatto giuridico, pur riconoscendo alla sentenza natura costitutiva, per alcuni effetti tassativamente determinati, come l'applicabilità dell'art. 29, comma 1, c.p., e la relativa applicazione della pena accessoria (Cass. IV, 10 aprile 1997), che, se discrezionale, deve essere specificamente motivata (Cass. VI, n. 20766/2014; Cass. VI, n. 23851/2013) anche per le pene accessorie previste dall'art. 85 d.P.R. n. 309/1990 (Cass. VI, n. 41727/2010).

L'impugnazione della decisione della Corte

  Ex art. 734, comma 2, il P.G. e (non più l'interessato a seguito della l. n. 103/2017, che ha eliminato la possibilità per la parte imputato di presentare ricorso personalmente) e il difensore,  possono ricorrere per cassazione entro il termine di quindici giorni dalla notificazione o dalla comunicazione dell'avviso di deposito della sentenza. L'esecuzione del provvedimento è sospesa dalla presentazione del ricorso  ex art. 588, comma 1. Il ricorso può essere proposto per violazione di legge deducendosi l'assenza di un presupposto. Così è stata annullata con rinvio la sentenza che non enunci espressamente gli effetti conseguenti al riconoscimento (Cass. VI, n. 30831/2013). La Cassazione decide entro sessanta giorni dalla ricezione del ricorso.  Divenuta irrevocabile, la sentenza viene iscritta nel casellario giudiziale ex art. 688, comma 2. 

È stato ritenuto che non possa essere oggetto dell'istanza di restituzione in termini ex art. 175 c.p.p. la sentenza pronunziata, ai sensi dell'art. 734 e all'esito di una procedura camerale, dalla Corte d'appello che abbia riconosciuto una sentenza definitiva emessa dall'Autorità giudiziaria straniera, a conclusione di un processo nel quale il condannato ha avuto la possibilità di difendersi. (Cass. I, n. 1599/2006). 

Bibliografia

De Amicis, in Cooperazione giudiziaria penale, a cura di Marandola, Milano, 251 e ss; Diotallevi, sub art. 734, in Codice di procedura penale. Rassegna di giurisprudenza e dottrina, diretta da Lattanzi-Lupo, Milano, ,V, 2020, 1126 ss.

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