Codice di Procedura Penale art. 741 - Procedimento relativo al riconoscimento delle disposizioni civili di sentenze penali straniere.Procedimento relativo al riconoscimento delle disposizioni civili di sentenze penali straniere. 1. A domanda dell'interessato [732], nel medesimo procedimento e con la stessa sentenza prevista dall'articolo 734 possono essere dichiarate efficaci le disposizioni civili della sentenza penale straniera di condanna alle restituzioni o al risarcimento del danno. 2. Negli altri casi, la domanda è proposta da chi ne ha interesse alla corte di appello nel distretto della quale le disposizioni civili della sentenza penale straniera dovrebbero essere fatte valere. Si osservano le disposizioni degli articoli 733 e 734. InquadramentoLe possibilità di riconoscimento sono due, in relazione al fatto se sia stato già proposto un riconoscimento della sentenza straniera ex art. 730 o 731, ovvero se la domanda di riconoscimento è presentata dall'interessato in assenza delle altre richieste di riconoscimento ex artt. 730, 731, 732; in questo caso sarà attivata una autonoma procedura (Diotallevi). La dichiarazione cumulativaL’interessato può presentare domanda, perché, nello stesso procedimento e con la sentenza prevista ex art. 734, la Corte d’appello dichiari l’efficacia nello Stato delle disposizioni civili della sentenza straniera di condanna relative alle restituzioni ed al risarcimento del danno. La richiesta presuppone l’esistenza di una condanna specifica e non generica. Infatti, nel caso in cui la condanna, ad es. al risarcimento dei danni, non sia stata specificata nel suo ammontare, il soggetto interessato deve agire ai sensi dell’art. 732 in modo da ottenere il riconoscimento per gli effetti di cui all’art. 12, comma 1, n. 4, c.p., per poi instaurare il relativo procedimento civile ex art. 651. Non può riconoscersi la sentenza straniera se la stessa abbia condannato il soggetto al risarcimento del danno con prestazioni diverse da quelle previste dalla nostra legge civile ex art. 31 disp. prel. c.c. De Amicis, 289 ss. In tema di riconoscimento degli effetti civili di sentenze penali straniere emesse in uno Stato aderente alla Convenzione di Lugano del 16 settembre 1988 e del 30 ottobre 2007, il modello procedimentale previsto, anche alla luce del regolamento CE 414 del 2001, non è esclusivo, ma concorrente con quello previsto dall’art. 741, ove compatibili, dovendo, tuttavia, accordarsi prevalenza alla disciplina convenzionale, essendo necessario che sia prodotta la documentazione richiesta dall’art. 54 e che siano verificate le condizioni ostative di cui all’art. 34, non in tutto coincidenti con quelle previste dall’art. 733, richiamato dall’art. 741 (Cass. VI, n. 49261/2016). Sempre in tema di riconoscimento di sentenze penali straniere ad istanza del soggetto interessato a conseguire le restituzioni o il risarcimento del danno derivanti dal reato, mentre l'art. 732 regola l'ipotesi in cui tale soggetto intenda far valere il giudicato penale di condanna per conseguire le proprie pretese attraverso un nuovo ed autonomo giudizio l'art. 741 dello stesso codice disciplina il caso in cui la sentenza straniera già contenga statuizioni civili, di restituzione o risarcimento, suscettibili di diretta ed immediata esecuzione; in questo caso il soggetto interessato deve presentare la relativa domanda alla corte d'appello nel cui distretto dovrebbero esser fatte valere le predette statuizioni, salvo che sia già stato avviato, ad istanza della parte pubblica, un procedimento per l'esecuzione delle statuizioni penali (confluendo all’interno di detto procedimento, la domanda del soggetto interessato alle disposizioni civili). (Cass. VI, n. 14041/2014). La richiesta autonomaSe la domanda di riconoscimento è presentata dall'interessato in assenza delle altre richieste di riconoscimento ex artt. 730,731,732 sarà attivata una autonoma procedura. L'art. 741 disciplina il caso in cui la sentenza straniera già contenga statuizioni civili, di restituzione o risarcimento, suscettibili di diretta ed immediata esecuzione; in questo caso il soggetto interessato presenterà la relativa domanda alla corte d'appello nel cui distretto dovrebbero esser fatte valere le predette statuizioni (Cass. VI, n. 14041/2015). Qualora l'istante alleghi una traduzione della sentenza la Corte d'appello procedente è tenuta a disporre una traduzione officiosa solo se vi sia dubbio sull'attendibilità di quella prodotta, ovvero se l'utilizzo di quest'ultima possa pregiudicare i diritti di difesa della persona condannata, e sempre che sia stato eccepito il concreto pregiudizio derivante dalla mancata ulteriore traduzione (Cass. VI, n. 14041/2015), v. De Amicis, 238. L'impugnazione della sentenzaIl PG e l'interessato possono ricorrere per cassazione in ordine alla sentenza che ha deciso sull'istanza di riconoscimento; la sentenza che decide sui capi civili deve essere iscritta nel casellario giudiziale. BibliografiaDe Amicis, in Cooperazione giudiziaria penale, a cura di Marandola, Milano, 288 e ss; Diotallevi , sub art. 741, in Codice di procedura penale. Rassegna di giurisprudenza e dottrina, diretta da Lattanzi-Lupo, Milano, V, 1150. |