Codice Penale art. 65 - Diminuzione di pena nel caso di una sola circostanza attenuante.Diminuzione di pena nel caso di una sola circostanza attenuante. [I]. Quando ricorre una circostanza attenuante, e non è dalla legge determinata la diminuzione di pena, si osservano le norme seguenti: 1) (1); 2) alla pena dell'ergastolo è sostituita la reclusione da venti a ventiquattro anni; 3) le altre pene sono diminuite in misura non eccedente un terzo [132 2]. (1) Il n. 1 del testo originario recitava: «alla pena di morte è sostituita la reclusione da ventiquattro a trenta anni». Per i delitti previsti nel codice penale e in altre leggi diverse da quelle militari di guerra, la pena di morte è stata soppressa e sostituita con l'ergastolo: d.lg.lt. 10 agosto 1944, n. 224 e d.lg. 22 gennaio 1948, n. 21. Per i delitti previsti dalle leggi militari di guerra, la pena di morte è stata abolita e sostituita con quella «massima prevista dal codice penale» (l. 13 ottobre 1994, n. 589). V. ora anche art. 27 4 Cost., come modificato dall'art. 1, l. cost. 2 ottobre 2007, n. 1. V. inoltre la l. 15 ottobre 2008 n. 179, di ratifica del Protocollo n. 13 del 3 maggio 2002 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'Uomo e delle libertà fondamentali, relativo all'abolizione della pena di morte in qualsiasi circostanza. InquadramentoL'art. 65 costituisce il pendant dell'art. 64 in quanto, a differenza di questo, disciplina le modalità con le quali dev'essere determinata la diminuzione della pena nell'ipotesi in cui al reato acceda una sola circostanza attenuante comune (cfr. commento subart. 63). L'articolo in commento stabilisce due regole. La prima riguarda l'ergastolo, il quale, in caso di concessione di un'attenuante è sostituito con la pena della reclusione da venti a ventiquattro anni. Sul punto, è opportuno precisare che la sostituzione, ai sensi dell'art. 65 n. 2, per effetto di circostanze attenuanti, della reclusione da venti a ventiquattro anni alla pena dell'ergastolo, opera solo quando trattasi di reato per il quale detta ultima pena sia prevista indipendentemente dalla sussistenza di circostanze aggravanti. Quando invece l'ergastolo sia previsto solo in conseguenza della ritenuta sussistenza di circostanze aggravanti (come si verifica nel caso dell'omicidio volontario), l'eventuale riconoscimento di circostanze attenuanti, ritenute equivalenti alle aggravanti, non può che dar luogo, in base alla regola di cui all'art. 69 comma 3, all'irrogazione della pena prevista per il reato non circostanziato (e, quindi, nel caso anzidetto, della reclusione non inferiore ad anni 21): Cass. I, n. 4703/1992; Cass. I, n. 5891/1978. Nel caso, in cui, invece, l'ergastolo dipenda da aggravanti e queste soccombano nel giudizio di bilanciamento, la pena dev'essere quella prevista dal codice per il reato-base, sicché la prevalenza dell'attenuante può portare ad una riduzione della pena oltre il limite indicato (di anni venti) e fino a quello consentito dall'ultimo comma dell'art. 67 nel senso che, in caso di concorso di più circostanze attenuanti, la pena non può essere applicata in misura inferiore ad un quarto, intendendosi in tal modo prevenire «trattamenti punitivi incongrui a causa della recessione delle aggravanti»: Cass. I, n. 20801/1991; Cass. I, n. 5891/1978. In senso contrario, in dottrina (Romano) è stato ritenuto che, nell'ipotesi di prevalenza dell'attenuante, il limite della diminuzione è quello di cui all'art. 65 n. 3 e non quello previsto dall'art. 67. La seconda regola stabilisce al n. 3 il limite entro cui le “altre pene” (reclusione; arresto; multa; ammenda) possono essere diminuite. Il limite sotto il quale la pena non può essere diminuita è indicato in un terzo: il che significa che non essendo stato indicato il minimo, la pena può essere diminuita da un minimo di un giorno (quanto alla pena detentiva) o di un euro (per la pena pecuniaria) ad un terzo della pena base (cfr commento subart. 64). Le S.U. n. 877/2023 hanno stabilito che «la pena determinata a seguito dell'erronea applicazione del giudizio di comparazione tra circostanze eterogenee concorrenti è illegale soltanto nel caso in cui essa ecceda i limiti edittali generali previsti dagli artt. 23 e seguenti, 65 e 71 e seguenti, cod. pen., oppure i limiti edittali previsti, per le singole fattispecie di reato, dalle norme incriminatrici che si assumono violate, a nulla rilevando il fatto che i passaggi intermedi che portano alla sua determinazione siano computati in violazione di legge». |