Codice Penale art. 106 - Effetti dell'estinzione del reato o della pena.

Geppino Rago

Effetti dell'estinzione del reato o della pena.

[I]. Agli effetti della recidiva [99] e della dichiarazione di abitualità [102-104] o di professionalità nel reato [105], si tien conto altresì delle condanne per le quali è intervenuta una causa di estinzione del reato o della pena [151-181, 210].

[II]. Tale disposizione non si applica quando la causa estingue anche gli effetti penali [178, 5563; 322 coord.; 4452 c.p.p.].

Inquadramento

La norma in commento chiarisce di quali sentenze (di condanna) si debba tener conto “agli effetti della recidiva e della dichiarazione di abitualità o di professionalità nel reato”.

L'articolo è strutturato su due commi:

nel primo si stabilisce che si deve tener conto delle sentenze di condanna per le quali è intervenuta una causa di estinzione del reato o della pena;

nel secondo, invece, è previsto che, “agli effetti della recidiva e della dichiarazione di abitualità o di professionalità nel reato”, non si applicano le sentenze di condanne per le quali sia intervenuta una causa che estingua anche gli effetti penali.

Ratio: «la ratio è evidente: essendo in gioco — nell'ottica del codice — una pericolosità sociale qualificata del soggetto, non rileva una causa estintiva successiva alla commissione del reato o all'irrogazione della pena, salvo che la legge non ricolleghi alla causa estintiva (del reato) anche la totale estinzione degli effetti penali»: Romano-Grasso, 123.

Sentenze di condanna: la norma in commento prende in considerazione “le sentenze di condanna”. A tal proposito, è stato opportunamente precisato che, ai fini dell'art. 106 c.p., «non entrano in gioco quella cause di “estinzione del reato” che danno luogo a sentenza di proscioglimento [...] — ossia rispetto alle quali è incompatibile la sentenza di condanna — in quanto queste operano in un momento logico anteriore a quello cui si riferisce l'art. 106 c.p. nel senso che escludono il formarsi della sentenza di condanna che è appunto requisito» per la dichiarazione della recidiva, della abitualità o della professionalità nel reato: Sesso, 118.

Quindi, in pratica, se è pronunciata sentenza di proscioglimento ex art. 129 c.p.p. di queste non si terrà mai conto ai fini dell'art. 106 c.p.: ciò vale sia per le sentenze di estinzione del reato (come ad es. quelle pronunciate a seguito dell'amnistia propria) sia per le pronunce di non punibilità (es. artt. 131-bis, 649).

Gli effetti penali: come risulta testualmente dalla norma in commento, della sentenza di condanna si deve o meno tener conto a seconda che estingua o meno anche “gli effetti penali”.

In proposito è stato osservato che: «gli effetti penali della condanna, dei quali il codice penale non fornisce la nozione né' indica il criterio generale che valga a distinguerli dai diversi effetti di natura non penale che pure sono in rapporto di effetto a causa con la pronuncia di condanna, si caratterizzano per essere conseguenza soltanto di una sentenza irrevocabile di condanna e non pure di altri provvedimenti che possono determinare quell'effetto; per essere conseguenza che deriva direttamente, ope legis, dalla sentenza di condanna e non da provvedimenti discrezionali della pubblica amministrazione, ancorché aventi la condanna come necessario presupposto; per la natura sanzionatoria dell'effetto, ancorché incidente in ambito diverso da quello del diritto penale sostantivo o processuale»: Cass. S.U., n. 7/1994.

Alla stregua della suddetta precisazione, si può, quindi, ritenere quanto segue.

Causa di estinzione del reato o della pena: a norma del primo comma sono irrilevanti (e, quindi, se ne deve tener conto “agli effetti della recidiva e della dichiarazione di abitualità o di professionalità nel reato”) le seguenti cause di estinzione:

- la detenzione domiciliare: l'esito positivo della medesima non esclude la rilevanza della relativa condanna ai fini dell'applicazione della recidiva in quanto gli artt. 47-ter e 47-quinquies l. 26 luglio 1975, n. 354 non prevedono che ad esso consegua l'estinzione della pena e degli effetti penali, né sono suscettibili di essere interpretati in tal senso: Cass. VI, n. 7508/2013;

- l'amnistia impropria: facendo cessare soltanto l'esecuzione della condanna e le pene accessorie e lasciando invece integri gli altri effetti penali della condanna stessa, non impedisce che si debba tenere conto della condanna medesima ai fini della recidiva: Cass. III, n. 50617/2014; Cass. I, n. 2794/1992; Cass. II, n. 4830/1974; Corte Cost. n. 163/1972 ha dichiarato non fondata la questione di costituzionalità del primo comma dell'art. 106, nella parte in cui dispone che, agli effetti dell'applicazione della recidiva, si tiene conto anche delle condanne per le quali sia intervenuta amnistia, nella considerazione che incorre in violazione dell'art. 3, comma 1, Cost. in quanto dà luogo ad una differenza di trattamento rispetto al caso in cui l'amnistia intervenga prima che sia stata pronunziata una condanna. La Corte, infatti, osservò che la denunciata disparità di trattamento è giustificata dato che, nell'amnistia propria «mancando ogni accertamento definitivo di colpevolezza, non si rende possibile far derivare alcun effetto penale, mentre nell'altra [n.d.r.: amnistia impropria] l'ammissibilità di tali effetti trova fondamento nell'avvenuta e non più contestabile qualificazione che illecito penale del fatto di cui si é chiamati a rispondere. Sicché l'art. 151 c.p., quando dispone che l'amnistia sopravvenuta alla condanna fa cessare la sua esecuzione e le pene accessorie ma non gli altri effetti ad essa riconducibili, non induce lesione dell'art. 3 della Costituzione»; Corte cost. n. 69/1975 e n. 179/1975 (ha ribadito la precedente decisione anche in relazione alla dichiarazione di abitualità);

- la sospensione condizionale della pena: Cass. III, n. 28746/2015; Cass. IV, n. 45351/2010;

- l'applicazione di una sanzione sostitutiva ex art. 77 l. 24 novembre 1981, n. 689: è una sentenza di condanna, perché comporta la applicazione di sanzioni. La declaratoria di estinzione del reato, che consegue alla applicazione di una sanzione sostitutiva (art. 77 l. 24 novembre 1981, n. 689 concernente «modifiche al sistema penale»), costituisce una anomalia in relazione al principio che le cause estintive del reato sono quelle che estinguono la cosiddetta punibilità in astratto: nell'ipotesi dell'art. 77 infatti l'estinzione è la conseguenza proprio dell'applicazione di una sanzione. Tale anomalia tuttavia non altera il sistema penale, sia perché l'estinzione del reato può in taluni casi seguire la condanna (come nella sospensione), sia perché l'estinzione del reato rappresenta sempre una mera convenzione giuridica, prevista in relazione a determinati fini ed effetti, in quanto il reato, una volta commesso, è un dato storico ineliminabile e continua a produrre alcuni suoi effetti dal punto di vista giuridico (art. 106, 170): Cass. V, n. 9083/1983;

- la prescrizione ex artt. 172, 173;

- l'indulto e la grazia ex art. 174;

- la liberazione condizionale ex art. 176;

- sospensione del processo con messa alla prova: art. 168-ter.

Causa di estinzione degli effetti penali: a norma del secondo comma sono rilevanti (e, quindi, non se ne deve tener conto “agli effetti della recidiva e della dichiarazione di abitualità o di professionalità nel reato”) le seguenti cause di estinzione:

- la riabilitazione: «Una condanna per la quale sia intervenuta riabilitazione non comporta aggravamento di pena per la recidiva, poiché la riabilitazione estingue anche gli effetti penali della condanna» (Cass. V, n. 544/1970), salvo che «con la nuova condanna non venga emesso un formale provvedimento di revoca. Al di fuori del caso di revoca, la riabilitazione esclude la applicazione della recidiva anche se sia intervenuta prima del giudizio relativo al nuovo reato, ma dopo il momento in cui il medesimo e stato commesso» (Cass. III, n. 212/1961);

- l'esito positivo dell'affidamento in prova al servizio sociale: «l'estinzione di ogni effetto penale determinata dall'esito positivo dell'affidamento in prova al servizio sociale comporta che delle relative condanne non possa tenersi conto agli effetti della recidiva. Nel caso in cui la causa di estinzione della pena, anche se parziale, estingua anche gli effetti penali, non può tenersi conto della condanna ai fini della recidiva e della dichiarazione di abitualità o di professionalità nel reato»: Cass. S.U., n. 5859/2011;

- patteggiamento: «la declaratoria di estinzione del reato conseguente al decorso dei termini e al verificarsi delle condizioni previste dall'art. 445 c.p.p. comporta l'esclusione degli effetti penali anche ai fini della recidiva»: Cass. III, n. 7067/2012;

- cause estintive speciali: art. 556 comma 3;

- abolitio criminis: art. 2 comma 2;

- dichiarazione di illegittimità costituzionale: art. 30 comma 4 l. n. 87/1953.

Bibliografia

Sesso, Abitualità nel reato, in Enc. dir., I, Milano, 1958, 116.

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