Codice Penale art. 123 - Estensione della querela.

Pierluigi Di Stefano

Estensione della querela.

[I]. La querela si estende di diritto a tutti coloro che hanno commesso il reato [58-bis 2, 110].

Inquadramento

L'art. 123 c.p.p. fissa il principio di “indivisibilità” della querela: poiché la querela è una condizione di procedibilità che riguarda il reato in quanto tale e non la persona del singolo responsabile, il querelante non può limitare la procedibilità, nel caso in cui più siano i concorrenti nel reato, a taluno solo degli stessi.

Dalla norma, inoltre, si desume anche il principio della irrilevanza della specifica indicazione della persona del colpevole essendo fondamentalmente necessario ai fini della validità della querela la individuazione del fatto. Perciò non è rilevante che sia erroneamente individuata la persona responsabile del reato (Cass. V, n. 7473/2014) o che siano individuati tutti i responsabili: poiché la querela, è relativa al fatto reato, ha pieno valore anche nei confronti dei soggetti che siano individuati solo successivamente (Cass. III, n. 1654/1997).

L'effetto di limitazione della querela ad alcuni dei responsabili non può neanche essere ottenuto in via indiretta facendo riferimento alla disciplina della rinuncia e della remissione.

Quanto alla rinuncia, il successivo art. 124 prevede che la stessa sia efficace nei confronti di tutti coloro che hanno commesso il reato e l'art. 339, comma 2, c.p.p. ne prevede la inefficacia in caso di sottoposizione a condizioni.

Quanto alla remissione, che comunque è successiva alla proposizione di una querela avente effetto nei confronti di tutti i responsabili del reato, l'art. 155 prevede che, ancorché fatta in favore di uno solo dei responsabili, la stessa si estende a tutti e, anche in questo caso, l'art. 340 c.p.p. prevede espressamente che non possa essere sottoposta a condizioni.

Quindi, nel caso di contestuale querela (che è valida dei confronti di tutti) e rinunzia parziale (atto inefficace perché sottoposto a condizione) “l'intento punitivo ha prevalenza”  (Cass. V, n. 10398/1999).

Concorso di persone

La querela si intende estesa a tutti i responsabili del reato a titolo di concorso ovvero a titolo di cooperazione nel delitto colposo ai sensi dell'art. 113.

Laddove, invece, il fatto sia determinato da condotte indipendenti, la querela non può ritenersi estesa agli autori di fatti diversi da quello denunciato, ancorché, abbiano avuto efficacia causale nella determinazione dell'evento (Cass. IV, n. 3584/2010; Cass. IV, n. 40906/2002).

Casistica

La giurisprudenza ha individuato una tipica ipotesi in cui il singolo evento sia il prodotto di più condotte autonome integranti diversi reati e non la cooperazione colposa ex articolo 113 nel caso, ricorrente nella casistica, di lesioni personali colpose determinate da diversi conducenti di autoveicoli con condotte diverse e caratterizzate da diverse violazioni del codice della strada (Cass. VI, n. 8665/1979). In tale situazione, ferma restando la regola della riferibilità della querela a tutti i reati ravvisabile nei fatti, è comunque possibile limitare la querela ai singoli reati e, in conseguenza, ad alcuni soltanto dei responsabili dell'evento.

Ipotesi spesso trattata è, poi, quella della responsabilità per la diffamazione a mezzo stampa. Da un lato, si è affermato che, spettando al giudice la qualificazione giuridica del fatto, la querela proposta esclusivamente per la diffamazione a mezzo stampa ma espressamente riferita anche alla condotta del direttore responsabile, pur se erroneamente indicato quale colpevole della diffamazione, va ritenuta valida querela per il fatto di omesso controllo ai sensi dell'art. 57 (Cass. V, n. 19020/2009). Si è però anche affermato che, proprio per l'autonomia tra la diffamazione a mezzo stampa e la ipotesi colposa di omesso controllo, lo specifico riferimento in querela alla sola diffamazione a mezzo stampa, ancorché vi sia indicato quale colpevole il direttore responsabile, comporti la procedibilità della sola diffamazione e non anche ai sensi del reato ex art. 57 (Cass. fer., n. 34543/2001; Cass. V, n. 4595/2000). Si segnala, comunque, la necessità in un tale caso di una attenta interpretazione della volontà espressa nell'atto di querela per comprendere se la punizione venga richiesta per il concorso nella diffamazione o anche per qualsiasi altro reato, ivi compreso l'omesso controllo (Cass. V, n. 7741/1999).

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