Codice Penale art. 193 - Atti a titolo oneroso compiuti dal colpevole dopo il reato.Atti a titolo oneroso compiuti dal colpevole dopo il reato. [I]. Gli atti a titolo oneroso, eccedenti la semplice amministrazione ovvero la gestione dell'ordinario commercio, i quali siano compiuti dal colpevole dopo il reato, si presumono fatti in frode rispetto ai crediti indicati nell'articolo 189 (1). [II]. Nondimeno, per la revoca dell'atto, è necessaria la prova della mala fede dell'altro contraente [195; 2901 c.c.]. (1) Per il riferimento all'art. 189, vedi nota a quest'ultimo. InquadramentoLa norma in commento estende l'azione revocatoria agli atti a titolo oneroso, eccedenti la semplice amministrazione ovvero la gestione dell'ordinario commercio: per tutti gli altri atti a titolo oneroso compiuti dal colpevole dopo il reato, i soggetti titolari dei crediti di cui all'art. 189, oggi art. 316 c.p.p., come tutti gli altri creditori, potranno esperire la revocatoria ordinaria di cui agli artt. 2901 e ss. c.c. La limitazione (Rel. n. 197) trova la sua ragione nella presunzione di frode degli atti suddetti che, se riferita a tutti gli atti a titolo oneroso compiuti dal colpevole dopo il reato, avrebbe sostanzialmente comportato la paralisi di una sua qualunque attività, e sarebbe quindi stata eccessivamente penalizzante, soprattutto nel caso dell'imprenditore (Romano-Grasso-Padovani, Commentario, 388). Profili generaliLa natura e le caratteristiche dell'azione revocatoria prevista dalla norma in esame sono sostanzialmente le stesse di quelle esaminate a proposito della revocatoria ex art. 192, sicché per la nozione di “colpevole” del reato, e per l'indicazione dei crediti tutelati, si rinvia al commento dell'art. 192. Quanto invece agli atti inefficaci, sono inefficaci gli atti dispositivi a titolo oneroso (Romano-Grasso-Padovani, Commentario, 388): · Eccedenti l'ordinaria amministrazione. Tali sono quelli diversi dalla mera conservazione del patrimonio: alienazione di beni, prestazioni di garanzie, stipulazione di mutui, o locazioni ultranovennali. · Eccedenti l'ordinario commercio. Tali sono quelli che, per quantità o qualità, eccedono l'ordinaria gestione dell'impresa: cessioni d'azienda, liquidazioni straordinarie. Anche in tal caso, per stabilire se l'atto è stato compiuto prima o dopo il reato, vale quanto già osservato sub art. 192, cui si fa rinvio. Gli atti predetti, per espressa disposizione di legge, si presumono fatti in frode rispetto ai creditori indicati nell'art. 189 (ora art. 316 c.p.p.), Condizioni di revocabilità: presunzione di frode e malafede del terzoLa presunzione di frode, da intendersi iuris tantum (Cass. II, n. 3810/2008), cioè suscettibile di prova contraria (Di Salvo), può consistere anche soltanto nella mera consapevolezza, da parte del terzo, del pregiudizio che l'atto dispositivo poteva arrecare ai creditori. Essa tuttavia non può essere limitata ai casi di simulazione ovvero di irrisorietà del prezzo pattuito, configurandosi, invece, laddove non venga dimostrata la neutralità degli atti rispetto agli interessi dei creditori: la Corte ha pertanto confermato la legittimità della decisione impugnata, secondo cui la congruità del prezzo pagato per la cessione di quote societarie non escludeva la fraudolenza dell'atto, atteso che tale operazione aveva consentito di rendere liquido un "asset" patrimoniale non agevolmente dismettibile (Cass. V, n. 7586/2019). Detta presunzione, da sola, non è però sufficiente per la revocabilità dell'atto dispositivo, essendo anche necessario che il creditore provi la malafede dell'altro contraente, ovvero la consapevolezza del terzo del pregiudizio che l'atto poteva arrecare ai creditori, consapevolezza che può essere provata anche da presunzioni semplici, senza che sia necessaria la collusione tra il terzo ed il debitore : ciò non significa, tuttavia, che il terzo debba sapere, al momento del compimento dell'atto, di stipulare con l'autore di un reato (Romano-Grasso-Padovani, Commentario, 389): La giurisprudenza ha affermato che possono formare oggetto di sequestro conservativo, oltre che i beni di proprietà dell'imputato o del responsabile civile, anche i beni di proprietà di terzi, a condizione che emergano elementi da cui risulti la mala fede dei terzi acquirenti o la simulazione del contratto d'acquisto (Cass. II, n. 3810/2008). Gli atti di trasferimento oneroso o gratuito compiuti dall'imputato, dopo la consumazione del reato, al fine di eludere le pretese creditorie dello Stato o dei terzi danneggiati, essendo revocabili ex art. 193 c.p., non escludono l'assoggettamento a sequestro conservativo dei beni mobili o immobili che ne formano oggetto, a prescindere da ogni collegamento di detti beni con il reato per cui si procede (Cass. II, n. 4724/2019). Profili processuali. RinvioPer i profili processuali si rinvia sub art. 192. BibliografiaDi Salvo, Riflessioni sulla azione revocatoria penale, in Giust. civ. 1979, I, 1221. |