Codice Penale art. 194 - Atti a titolo oneroso o gratuito compiuti dal colpevole prima del reato.Atti a titolo oneroso o gratuito compiuti dal colpevole prima del reato. [I]. Gli atti a titolo gratuito, compiuti dal colpevole prima del reato, non sono efficaci rispetto ai crediti indicati nell'articolo 189, qualora si provi che furono da lui compiuti in frode [195; 2901 c.c.] (1). [II]. La stessa disposizione si applica agli atti a titolo oneroso eccedenti la semplice amministrazione ovvero la gestione dell'ordinario commercio; nondimeno, per la revoca dell'atto a titolo oneroso, è necessaria la prova anche della mala fede dell'altro contraente [195; 2901 c.c.]. [III]. Le disposizioni di questo articolo non si applicano per gli atti anteriori di un anno al commesso reato. (1) Per il riferimento all'art. 189, vedi nota a quest'ultimo. InquadramentoLa norma in commento, terza in tema d revocatoria penale, riguarda sia gli atti a titolo gratuito che gli atti a titolo oneroso compiuti dal (futuro) colpevole prima della commissione del reato: si tratta del primo caso introdotto nel nostro ordinamento di previsione di revocabilità di atti di disposizione patrimoniale prima che sorga il credito (Romano-Grasso-Padovani, Commentario, 390). Profili generaliLa natura e le caratteristiche dell'azione revocatoria prevista dalla norma in esame sono sostanzialmente le stesse di quelle già esaminate a proposito della revocatoria ex artt. 192 e 193, sicché per la nozione di “colpevole” del reato, e per l'indicazione dei crediti tutelati, si rinvia al commento degli articoli citati. Quanto invece agli atti inefficaci, sono inefficaci sia gli atti dispositivi a titolo oneroso, che quelli a titolo gratuito, compiuti dal colpevole prima del reato. Atti a titolo gratuito. Gli atti a titolo gratuito non sono senz'altro inefficaci come quelli compiuti dopo la commissione del reato e disciplinati dall'art. 192, ma sono revocabili se ed in quanto il creditore (titolare di uno dei crediti di cui all'art. 316 c.p.p.) fornisca la prova della malafede dell'autore del reato, che può essere rappresentata anche da presunzioni semplici. Atti a titolo oneroso. Gli atti a titolo oneroso, ovvero quelli eccedenti l'ordinaria amministrazione o la gestione dell'ordinario commercio, sono revocabili solo se ed in quanto il creditore revocante fornisca la prova della malafede dell'autore del reato e dell'altro contraente. Quale ulteriore limite di operatività, non sono revocabili gli atti dispositivi a titolo gratuito o oneroso compiuti oltre un anno prima della commissione del reato. Rapporti con l'azione revocatoria ordinaria o paulianaCon l'introduzione dell'azione revocatoria ordinaria o “pauliana”, prevista dall'art. 2901 del codice civile del 1942, a norma del quale sono sempre revocabili gli atti dispositivi sia a titolo gratuito che a titolo oneroso, senza limiti di anteriorità rispetto al sorgere del credito, purché dolosamente preordinati a pregiudicare i creditori, si è posto il problema dei rapporti con la revocatoria penale di cui all'art. 194, che invece pone il limite temporale annuale di cui s'è detto sopra. La dottrina ha infatti osservato che si arriverebbe al paradosso per cui l'autore di un reato godrebbe di un trattamento più favorevole rispetto ad un normale debitore, nel senso che, mentre gli atti dispositivi di quest'ultimo sarebbero revocabili senza limiti di tempo rispetto al sorgere del credito, quelli compiuti dal colpevole sarebbero revocabili solo se compiuti non oltre un anno dalla commissione del reato: se ne dovrebbe quindi dedurre l'avvenuta abrogazione della norma in esame ad opera dell'art. 2901 c.c. (Cavallo, 926). Ma deve escludersi tale abrogazione implicita, ove si rifletta che, in realtà, l'art. 194 prevede che il termine prescrizionale per promuovere l'azione in oggetto inizi a decorrere dal giorno del passaggio in giudicato della sentenza di condanna, e non anche dall'atto di disposizione, come invece sarebbe se la disciplina fosse quella degli artt. 2901 e ss. c.c. (Romano-Grasso-Padovani, Commentario, 391). Presupposti di revocabilitàAtti dispositivi a titolo gratuito. Per gli atti a titolo gratuito, il creditore dovrà provare la malafede del debitore, costituita dalla dolosa preordinazione dell'atto in pregiudizio dei creditori. Atti dispositivi a titolo oneroso. Per gli atti dispositivi a titolo oneroso, il creditore dovrà fornire prova sia della malafede del debitore, intesa come preordinazione dolosa dell'atto dispositivo in pregiudizio dei creditori, sia della partecipazione dell'altro contraente a tale fine (participatio fraudis): in altre parole, il creditore revocante dovrà fornire la prova che il futuro colpevole ha compiuto l'atto dispositivo proprio in prospettiva di non pagare il furturo debito; e che il terzo con lui contraente ne era perfettamente consapevole, pur non richiedendosi che fosse anche consapevole del reato programmato (Romano-Grasso-Padovani, Commentario, 392). Profili processuali. RinvioPer i profili processuali si rinvia sub art. 192. BibliografiaCavallo, Azione revocatoria penale, in Enc. dir., IV, Milano, 1959, 926; Di Salvo, Riflessioni sulla azione revocatoria penale, in Giust. Civ. 1979, I, 1221. |