Codice Penale art. 209 - Persona giudicata per più fatti.Persona giudicata per più fatti. [I]. Quando una persona ha commesso, anche in tempi diversi, più fatti per i quali siano applicabili più misure di sicurezza della medesima specie, è ordinata una sola misura di sicurezza. [II]. Se le misure di sicurezza sono di specie diversa, il giudice valuta complessivamente il pericolo che deriva dalla persona e, in relazione ad esso, applica una o più delle misure di sicurezza stabilite dalla legge [219 4]. [III]. Sono in ogni caso applicate le misure di sicurezza detentive [215], alle quali debba essere sottoposta la persona, a cagione del pericolo presunto dalla legge (1). [IV]. Le disposizioni precedenti si applicano anche nel caso di misure di sicurezza in corso di esecuzione, o delle quali non siasi ancora iniziata l'esecuzione. (1) Il comma deve ritenersi implicitamente abrogato in conseguenza della formale abrogazione dell'art. 204 c.p. InquadramentoLa norma regola il caso del concorso di più misure di sicurezza che debbano essere applicate o eseguite in relazione a più fatti reato (o di quasi reato), mentre non contempla l'ipotesi inversa, che presenta maggiori difficoltà interpretative, ovvero quella di un medesimo fatto al quale siano applicabili più misure di sicurezza (Romano-Grasso-Padovani, Commentario, 493). La disposizione, prevedendo la possibilità di una unificazione delle misure di sicurezza analoghe a carico della stessa persona, appare ispirata al principio della valutazione unitaria della pericolosità del soggetto. Concorso di misure di sicurezza in relazione a più fatti di reatoÈ necessario distinguere l'ipotesi in cui il concorso di misure di sicurezza si presenti in sede di cognizione, all'atto della loro applicazione, dall'ipotesi in cui esso si presenti dinanzi al magistrato di sorveglianza, all'atto della loro esecuzione (Romano-Grasso-Padovani, Commentario, 493). Concorso di misure di sicurezza in fase di cognizione La norma in commento prevede che, quando ad un soggetto debbano essere applicate più misure nell'ambito del medesimo procedimento: a) Se si tratta di misure della medesima specie, il giudice applica una sola misura. b) Se si tratta di misure di specie diversa, il giudice decide se applicarne una sola o più d'una, sulla base di un giudizio complessivo di pericolosità sociale del giudicabile. I problemi che si pongono principalmente per il caso sub a) riguardano la nozione di misure della medesima specie: l'espressione ha dato luogo a diverse interpretazioni, alcuni ritenendo sufficiente che le misure siano analoghe, ovvero ispirate da analoghe finalità e prevedano l'imposizione di un trattamento uguale o sostanzialmente analogo (Siclari, 194); altri, invece, richiedendo che siano del tutto identiche (Manzini, Trattato, III, 313). La giurisprudenza ha osservato che il principio secondo cui alla persona giudicata per più fatti non sono applicabili più misure di sicurezza della stessa specie, ma una soltanto, si applica quando l'esecuzione delle misure non sia ancora iniziata o sia in corso, e non anche quando l'esecuzione medesima sia già integralmente avvenuta. In tale ultimo caso, ciascun giudice può disporre la misura di sicurezza conseguente alle disposizioni penali in concreto attuate (Cass. V, n. 8458/1984). È stato di recente affermato che è legittima l'applicazione da parte del giudice della cognizione di una misura di sicurezza di specie analoga a quella già in corso di esecuzione nei confronti dell'imputato in riferimento a un diverso reato, operando l'obbligo di unificazione di misure concorrenti di cui all'art. 209 c.p. solo quando le stesse siano tutte in esecuzione o debbano comunque essere eseguite e, quindi, quando i relativi provvedimenti siano divenuti definitivi (Cass. I, n. 8133/2022). Quanto al caso sub b), i problemi principali sono quelli relativi alla valutazione unitaria della pericolosità del soggetto, che non può essere «suscettiva di frazionamenti o di valutazioni unilaterali» (Rel. n. 19). La dottrina osserva che l'applicazione di più misure in questa ipotesi è nella sostanza eccezionale, e riguarda i soli casi in cui le misure di specie diversa prevedono trattamenti diversi, la cui successiva o contemporanea applicazione sia necessaria in relazione alla pericolosità del soggetto (Romano-Grasso-.Padovani, Commentario, 493). Concorso di misure di sicurezza in fase di esecuzione Nel caso di più misure di sicurezza riguardanti diversi fatti reato oggetto di diversi procedimenti, l'eventuale unificazione di esse conseguente alla valutazione unitaria della pericolosità del soggetto, compete al magistrato di sorveglianza in sede di esecuzione. A tal riguardo la giurisprudenza ha affermato che la valutazione unitaria, costituente il presupposto logico della unificazione delle misure di sicurezza della medesima specie, applicabili alla stessa persona per più fatti commessi anche in tempi diversi, è preclusa qualora l'esecuzione della precedente misura di sicurezza si sia esaurita o sia stata revocata in epoca anteriore a quella in cui deve iniziarsi l'esecuzione della misura successivamente disposta (Cass. I, n. 897/1982). In altri termini, all'unificazione delle misure di sicurezza può procedersi solo quando le diverse misure siano ancora da eseguire o vi sia almeno una parziale coincidenza cronologica tra i rispettivi periodi di esecuzione (Cass., I, n. 1745/1983). È stato altresì precisato che, in caso di unificazione di più misure di sicurezza, l'assorbimento della misura meno grave in quella più grave non ne comporta l'estinzione, ma ne determina soltanto una diversa durata, o la trasformazione in un'altra di specie diversa, in base ai criteri fissati dall'art. 209; ciò significa che, in caso di estinzione di una delle misure unificate, quella residua, una volta accertata la persistente pericolosità del soggetto, riprende in pieno il suo vigore (Cass. I, n. 133/2002). Peraltro, in sede di unificazione di diverse misure di sicurezza applicate separatamente ai sensi dell'art. 209, il magistrato di sorveglianza non può limitarsi a compiere una semplice somma aritmetica, ma deve accertare, alla stregua di una valutazione globale ed unitaria, la persistenza ed il grado della pericolosità sociale dell'interessato riferiti al momento dell'applicazione della misura unificata, fermo restando che il risultato della somma delle singole misure individua il limite massimo di quella unificata, salve eventuali proroghe conseguenti a successive valutazioni del giudice competente in caso di persistenza della pericolosità sociale. (Cass. I, n. 42899/2019). Concorso di misure di sicurezza in relazione a uno stesso fatto di reatoL'ipotesi in cui più misure di sicurezza siano applicabili in relazione al medesimo fatto non è regolata dall'art. 209, ma l'orientamento prevalente della dottrina è che, in tal caso, il giudice non possa procedere al cumulo, ma debba scegliere tra le varie misure quella che meglio si attaglia alla pericolosità del soggetto (Dall'Ora, 299). A sostegno della tesi si sottolinea il carattere unitario della valutazione di pericolosità, l'indeterminatezza nel massimo delle misure di sicurezza, ed il rispetto del principio di legalità, poiché la previsione di cui al comma secondo della norma in commento ammette in via del tutto eccezionale il cumulo delle misure, ma solo in relazione ad una pluralità di fatti. Altra parte della dottrina è invece contraria, osservando che la valutazione unitaria non esclude che debbano applicarsi più misure anche per uno stesso fatto, qualora legalmente previste, e si argomenta dagli artt. 211, u.c., e 219, u.c., che si riferiscono alla possibilità di un'applicazione cumulativa allo stesso soggetto (Romano Grasso-Padovani, Commentario, 495). CasisticaApplicata ad un soggetto, con diversi provvedimenti, la misura di sicurezza della libertà vigilata, non è consentito, in sede di unificazione disposta ai sensi dell'art. 209, comma 1, c.p.p., aggiungere alla libertà vigilata il divieto di soggiorno, ostandovi il principio di legalità, sancito, in materia di misure di sicurezza, dall'art. 25, comma 3, Cost. e dall'art. 199 (Cass. I, n. 2196/1994). BibliografiaDall'Ora, Del concorso di misure di sicurezza, in Giust. pen. 1950, II, 299; Siclari, Applicazione ed esecuzione delle misure di sicurezza personali, Milano, 1977. |