Codice Penale art. 218 - Esecuzione.

Donatella Perna

Esecuzione.

[I]. Nelle colonie agricole e nelle case di lavoro i delinquenti abituali [102, 103] o professionali [105] e quelli per tendenza [108] sono assegnati a sezioni speciali.

[II]. Il giudice stabilisce se la misura di sicurezza debba essere eseguita in una colonia agricola, ovvero in una casa di lavoro, tenuto conto delle condizioni e attitudini della persona a cui il provvedimento si riferisce. Il provvedimento può essere modificato nel corso della esecuzione [679 1-2 c.p.p.].

Inquadramento

La norma in esame stabilisce in via generale che i delinquenti abituali, professionali o per tendenza sono assegnati a sezioni speciali degli istituti: ciò in attuazione dei principi ispiratori delle misure di sicurezza, intese come strumenti di recupero e rieducazione del sottoposto, finalità, queste, che esigono trattamenti individualizzati in relazione al caso specifico.

Tuttavia, si ammette ormai da tempo che l'intenzione del legislatore è rimasta del tutto frustrata, posto che la colonia agricola e la casa di lavoro non sono mai state compiutamente realizzate, cosicché hanno finito per assomigliare sempre più al carcere, e gli internati vi sono impiegati come cuochi, lavandai o portavivande (Gallucci, in Rassegna Lattanzi-Lupo, 1183).

Profili generali

L'art. 218, comma 2, dispone che spetta al giudice stabilire se la misura di sicurezza debba essere eseguita in una colonia agricola o in una casa di lavoro, tenendo conto delle condizioni o attitudini del sottoposto: nozioni vaghe, veri e propri contenitori, in cui può rientrare qualsiasi aspetto della personalità di un individuo, difficilmente apprezzabili dal giudice di merito visto che gli è precluso dall'art. 220, comma 2, c.p.p., lo svolgimento di accertamenti peritali sulla personalità ed il carattere dell'imputato (Padovani, Codice, 1292).

Si è osservato che la scelta dovrebbe dipendere di regola dall'essere stato in precedenza l'internato impegnato in attività agricola o artigianale-industriale (Romano-Grasso-Padovani, Commentario, 521).

In ogni caso, a norma dell'art. 218, comma 2, ultimo periodo, il provvedimento può essere modificato nel corso dell'esecuzione, e ciò da un lato conferma che si tratta di una stessa misura, che si differenzia per le modalità esecutive; dall'altro, che il legislatore ha inteso assicurare la costante rispondenza della misura alle attitudini dell'internato.

Bibliografia

Boscarelli, Appunti critici in materia di misure di sicurezza, in Riv. It. d. e p.p., 1964, 349; Canepa-Merlo, Manuale di diritto penitenziario, Milano, 1996; Caraccioli, I problemi generali delle misure di sicurezza, Milano, 1970, 577; Peluso, voce Misure di sicurezza, (profili sostanziali), in Dig. d. pen., Torino, VIII, 1994, 156.

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