Codice Penale art. 224 - Minore non imputabile.

Donatella Perna

Minore non imputabile.

[I]. Qualora il fatto commesso da un minore degli anni quattordici sia preveduto dalla legge come delitto, ed egli sia pericoloso [203], il giudice, tenuto specialmente conto della gravità del fatto e delle condizioni morali della famiglia in cui il minore è vissuto, ordina che questi sia ricoverato nel riformatorio giudiziario o posto in libertà vigilata [228].

[II]. Se, per il delitto, la legge stabilisce [la pena di morte o] (1) l'ergastolo, o la reclusione non inferiore nel minimo a tre anni, e non si tratta di delitto colposo [43], è sempre ordinato il ricovero del minore nel riformatorio per un tempo non inferiore a tre anni (2).

[III]. Le disposizioni precedenti si applicano anche al minore che, nel momento in cui ha commesso il fatto preveduto dalla legge come delitto, aveva compiuto gli anni quattordici, ma non ancora i diciotto, se egli sia riconosciuto non imputabile, a norma dell'articolo 98 [227] (3).

(1) Per i delitti previsti nel codice penale e in altre leggi diverse da quelle militari di guerra, la pena di morte è stata soppressa e sostituita con l'ergastolo: d.lg.lt. 10 agosto 1944, n. 224 e d.lg. 22 gennaio 1948, n. 21. Per i delitti previsti dalle leggi militari di guerra, la pena di morte è stata abolita e sostituita con quella «massima prevista dal codice penale» (l. 13 ottobre 1994, n. 589). V. ora anche art. 27 4 Cost., come modificato dall'art. 1, l. cost. 2 ottobre 2007, n. 1. V. inoltre la l. 15 ottobre 2008 n. 179, di ratifica del Protocollo n. 13 del 3 maggio 2002 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'Uomo e delle libertà fondamentali, relativo all'abolizione della pena di morte in qualsiasi circostanza.

(2) La Corte cost., con sentenza 20 gennaio 1971, n. 1, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del presente comma «nella parte in cui rende obbligatorio ed automatico, per i minori degli anni quattordici, il ricovero, per almeno tre anni, in riformatorio giudiziario».

(3) V. pure art. 36 d.P.R. 22 settembre 1988, n. 448.

Inquadramento

Originariamente la disposizione in oggetto, relativamente al minore non imputabile e socialmente pericoloso, che avesse commesso un delitto, prevedeva l'applicazione del riformatorio o della libertà vigilata; al comma secondo era poi stabilita una presunzione di pericolosità nei confronti del minore che avesse commesso un delitto non colposo, punibile con la pena dell'ergastolo o della reclusione non inferiore nel minimo a tre anni, presunzione in base alla quale era in tali casi sempre ordinato il ricovero del minore per un tempo non inferiore a tre anni. Tale disposizione è stata dichiarata costituzionalmente illegittima (Corte Cost. n. 1/1971) per contrasto con il principio di ragionevolezza, nella parte in cui prevedeva l'obbligatorietà del ricovero in riformatorio giudiziario per i minori degli anni quattordici, per almeno tre anni. La presunzione è poi definitivamente sparita dall'ordinamento a seguito della l. n. 663/1986, che ha soppresso tutte le presunzioni di pericolosità.

Profili generali

Premesso l'ambito applicativo originario, l'introduzione del d.P.R. n. 448/1988 ne ha notevolmente mutato la sfera di operatività, ora limitata solo a delitti particolarmente gravi: la norma riveste ormai carattere eccezionale nell'ambito del sistema sanzionatorio minorile (Romano-Grasso-Padovani, Commentario, 553).

Ai fini dell'applicazione della misura, è sempre necessario accertare che il minore non imputabile abbia commesso il fatto di reato; che non vi siano cause di giustificazione; che sussista il coefficiente psicologico necessario, doloso o colposo.

Stante l'abrogazione di tutte le presunzioni di pericolosità, l'applicazione della misura è altresì subordinata al previo accertamento della pericolosità sociale del minore.

La giurisprudenza ha affermato che, a seguito della sentenza della Corte cost. n. 324/1998, la quale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 222 nella parte in cui prevedeva l'applicazione anche ai minori della misura di sicurezza del ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario, deve ritenersi conforme al principio di legalità applicare nei confronti del minore non imputabile per vizio totale di mente e socialmente pericoloso, la misura del riformatorio giudiziario, da eseguire nelle forme del collocamento in comunità a norma dell'art.36, comma 2, d.P.R. n. 448/1988, trattandosi di situazione analoga a quella disciplinata dall'art. 98, cui fa rinvio l'art. 224, comma 3, dello stesso codice.

In tal caso, la durata minima della misura non potrà essere quella prevista dall'art. 222, comma 2, c.p., essendo divenuta tale norma inapplicabile ai minori a seguito della richiamata sentenza della Corte costituzionale, ma sarà quella prevista dall'art. 224, comma 2, per il riformatorio giudiziario (Cass, I, n. 3710/1999).

Casistica

Ai fini della pronuncia della sentenza di non luogo a procedere per difetto di imputabilità del minore infraquattordicenne, il giudice deve fissare l'udienza preliminare e darne avviso all'esercente la potestà genitoriale: siffatta interpretazione dell'art. 26 d.P.R. n. 448/1988, ne garantisce la compatibilità con il disposto dell'art. 224, che consente l'applicazione di misure di sicurezza al minore non imputabile ritenuto pericoloso, nonché con l'ulteriore effetto sfavorevole della iscrizione nel casellario giudiziale ex art. 3, comma 1, del d.P.R. n. 313/2002, iscrizione che viene cancellata solo al raggiungimento della maggiore età (Cass. IV, n. 11541/2020).

Bibliografia

Alessandri, Pena e infermità mentale, in Riv. it. dir. e proc. pen. 1976, 227; Caraccioli, I problemi generali delle misure di sicurezza, Milano, 1970, 577; Piccione, Libertà dall'ospedale psichiatrico in dismissione e rischi di regressione istituzionale, in Riv. Aic, 2014, n. 4.

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