Codice Penale art. 232 - Minori o infermi di mente in stato di libertà vigilata.Minori o infermi di mente in stato di libertà vigilata. [I]. La persona di età minore o in stato d'infermità psichica [89] non può essere posta in libertà vigilata, se non quando sia possibile affidarla ai genitori, o a coloro che abbiano obbligo di provvedere alla sua educazione o assistenza, ovvero a istituti di assistenza sociale [1905 att. c.p.p.]. [II]. Qualora tale affidamento non sia possibile o non sia ritenuto opportuno, è ordinato, o mantenuto, secondo i casi, il ricovero nel riformatorio [223], o nella casa di cura e di custodia [219]. [III]. Se, durante la libertà vigilata, il minore non dà prova di ravvedimento o la persona in stato d'infermità psichica si rivela di nuovo pericolosa, alla libertà vigilata è sostituito, rispettivamente, il ricovero in un riformatorio [223] o il ricovero in una casa di cura e di custodia [219] (1). (1) V. artt. 36 1 e 402 d.P.R. 22 settembre 1988, n. 448. InquadramentoSi tratta della disposizione che regola l'applicazione della libertà vigilata a minori di età od infermi di mente, prevedendo che tali soggetti possano essere sottoposti a tale misura solo quando vi siano i genitori o persone o enti assistenziali cui affidarli: quando ciò non sia possibile (mancanza oggettiva delle persone o enti cui affidare l'infermo o il minore) o non sia opportuno (inidoneità soggettiva dei possibili destinatari), è ordinato il ricovero in un riformatorio o in una casa di cura e custodia; il legislatore parte infatti dal presupposto che minori ed infermi di mente non siano in grado di badare a se stessi, e quindi di osservare le prescrizioni connesse alla libertà vigilata (Rel. 235). La materia è stata profondamente modificata dall'introduzione dell'ordinamento minorile, cosicché si pongono delicati problemi di coordinamento in relazione alla precedente disciplina, e soprattutto in relazione all'ipotesi di sostituzione della libertà vigilata con il riformatorio giudiziario (Romano-Grasso-Padovani, Commentario, 571). Profili generaliCome già osservato nella parte introduttiva, la disciplina codicistica va coordinata con il nuovo ordinamento minorile: l'art. 36 d.P.R. n. 448/1988 stabilisce infatti che la libertà vigilata, cui sono connesse prescrizioni inerenti attività di studio o di lavoro o comunque utili per l'educazione, possa essere applicata ai minori solo se è possibile affidarli ai genitori o a persone con essi coabitanti. Il confronto con l'art. 232 in commento ha suscitato qualche perplessità in dottrina, essendosi osservato che la disciplina codicistica offre più opportunità di applicazione rispetto alla norma di legge speciale, prevedendo — quali soggetti affidatari — oltre ai genitori e alle persone coabitanti con il minore, anche l'ente di assistenza, e coloro che hanno l'obbligo di educare ed assistere il minore stesso: sotto tale profilo è quindi da escludere che la legislazione speciale abbia abrogato in parte qua la normativa codicistica (Musco). Sostituzione della libertà vigilata con la casa di cura e custodiaSe durante l'esecuzione della libertà vigilata, il minore non dà prova di ravvedimento, o la persona in stato di infermità psichica si rivela nuovamente pericolosa, alla libertà vigilata è sostituto, rispettivamente, il ricovero in un riformatorio, o il ricovero in una casa di cura e custodia. La dottrina ha osservato che l'espressione « si riveli di nuovo pericolosa », riferita all'infermo psichico, deve intendersi come un aggravamento della pericolosità sociale in forme tali da poter essere contrastato solo con la misura di sicurezza detentiva (Romano-Grasso-Padovani, Commentario, 572). Con riferimento, poi, alla possibilità di sostituire la libertà vigilata con il riformatorio giudiziario, in relazione al minore che non dia prova di ravvedimento, si pone un problema di compatibilità con la nuova disciplina delle misure di sicurezza minorili, tant'è che secondo alcuni autori la norma codicistica deve ritenersi inapplicabile ai minori (Marinucci-Dolcini, Codice, 1779). Secondo la giurisprudenza, in caso di trasgressione agli obblighi imposti con la libertà vigilata da parte di un soggetto con problemi psichici, la misura può essere sostituita con il ricovero in casa di cura ex art. 232, che è norma speciale rispetto all'art. 231, e consente un trattamento più favorevole per il condannato, che in tal modo può essere anche curato (Cass. I, n. 39498/2007). Secondo Cass. S.U., n. 34091/2011, l'art. 232, comma 3, non riguarda la libertà vigilata applicata per effetto della dichiarazione di abitualità nel reato, poiché detta disposizione è esclusivamente rivolta a disciplinare la situazione della persona già dichiarata pericolosa per infermità di mente. CasisticaÈ legittima la sostituzione della libertà vigilata con il ricovero in una casa di cura e custodia del condannato che abbia commesso gravi violazioni delle prescrizioni inerenti alla misura di sicurezza non detentiva, e abbia manifestato conclamate e gravi turbe psichiche dopo la condanna, senza che sia necessario accertarlo mediante perizia psichiatrica (Cass., I, n. 39498/2007). BibliografiaAlessandri, Pena e infermità mentale, in Riv. it. dir. e proc. pen. 1976; Caraccioli, I problemi generali delle misure di sicurezza, Milano, 1970; Musco, voce Misure di sicurezza, in Enc. dir. Aggiornamento, I, Milano, 1997. |