Codice Penale art. 255 - Soppressione, falsificazione o sottrazione di atti o documenti concernenti la sicurezza dello Stato.

Angelo Valerio Lanna

Soppressione, falsificazione o sottrazione di atti o documenti concernenti la sicurezza dello Stato.

[I]. Chiunque, in tutto o in parte, sopprime, distrugge o falsifica, ovvero carpisce, sottrae o distrae, anche temporaneamente, atti o documenti concernenti la sicurezza dello Stato od altro interesse politico, interno o internazionale, dello Stato [268] è punito con la reclusione non inferiore a otto anni.

[II]. Si applica la pena dell'ergastolo se il fatto ha compromesso la preparazione o la efficienza bellica dello Stato, ovvero le operazioni militari [259] (1).

(1) Per quanto previsto dal presente comma il testo originario comminava la pena di morte. Per i delitti previsti nel codice penale e in altre leggi diverse da quelle militari di guerra, la pena di morte è stata soppressa e sostituita con l'ergastolo: d.lg.lt. 10 agosto 1944, n. 224 e d.lg. 22 gennaio 1948, n. 21. Per i delitti previsti dalle leggi militari di guerra, la pena di morte è stata abolita e sostituita con quella «massima prevista dal codice penale» (l. 13 ottobre 1994, n. 589). V. ora anche art. 27 4 Cost., come modificato dall'art. 1, l. cost. 2 ottobre 2007, n. 1. V. inoltre la l. 15 ottobre 2008 n. 179, di ratifica del Protocollo n. 13 del 3 maggio 2002 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'Uomo e delle libertà fondamentali, relativo all'abolizione della pena di morte in qualsiasi circostanza.

competenza: Corte d'Assise

arresto: obbligatorio

fermo: consentito

custodia cautelare in carcere: consentita (ma v. art. 275, comma 2 bis, c.p.p.)

altre misure cautelari personali: consentite

procedibilità: d'ufficio

Inquadramento

Delitto compreso nel Capo Primo del Titolo Primo del Libro Secondo del Codice (Titolo intitolato “Dei delitti contro la personalità dello Stato”), tra i delitti contro la personalità internazionale dello Stato.

L'interesse protetto dalla norma è quello — relativo alla personalità dello Stato — a che venga impedita la divulgazione indebita di documenti che riguardino o la sicurezza dello Stato medesimo, ovvero interessi politici di altro genere (siano essi limitati all'ambito interno o destinati ad esplicarsi a livello internazionale). Lo scopo della disposizione codicistica in esame è quindi ricercare nell'esigenza di tenere al riparo tali atti o documenti da ingerenze o manomissioni, che siano originate da intenti diversi rispetto a quello di spionaggio.

Con riferimento al bene giuridico tutelato, si è infatti ritenuto quanto segue: “l'interesse giuridico protetto è quello dello Stato ad impedire che la categoria di documenti attinenti alla sicurezza dello Stato o ad altro interesse politico, interno o internazionale, possa in qualche modo essere manomessa” (Aprile, in Rassegna Lattanzi-Lupo, 2010, 78). Si è altresì scritto che: “la norma tutela l'interesse dello Stato a preservare i documenti attinenti alla sua sicurezza o altro interesse politico da qualsiasi manomissione” (Farini-Trinci, 53).

I soggetti

Soggetto attivo

Trattasi di un reato comune, come si evince dall'utilizzo del termine chiunque per indicarne il soggetto agente; reato che dunque può esser commesso non solo dal cittadino, ma anche dallo straniero o dall'apolide. Laddove se ne renda protagonista un militare, troverà però applicazione l’art. 85 c.p.mil.p.

Secondo la dottrina, però: “non possono essere soggetti attivi del reato gli agenti diplomatici accreditati presso il Governo, anzitutto perché godono di immunità, e poi perché il procurarsi notizie rientra nelle loro incombenze” (Pannain, 1124).

Materialità

La norma espressamente punisce i fatti di soppressione o distruzione (dunque di materiale eliminazione totale o parziale), nonché di falsificazione (ossia di mutamento nell'essenza o nell'apparenza esteriore, di modifica dell'esistente o di creazione di un nuovo originale).

È inoltre prevista una condotta di indebita appropriazione, delineata dalla previsione della punibilità di chi carpisca (ossia, ottenga mediante condotta fraudolenta), sottragga (si impossessi non essendo a ciò legittimato, e quindi rubi), ovvero ancora distragga (sarebbe a dire, destini ad un uso improprio) gli atti o documenti attinenti alla sicurezza dello Stato (Manzini, 20).

L'azione può poi alternativamente risolversi nel semplice fatto di tenere per sé tali atti o documenti — così rendendoli inidonei all'uso proprio (sottrae) — ovvero nel fatto di porli indebitamente nella disponibilità di terzi, che non siano legittimati a conoscerne il contenuto.

Oggetto specifico della protezione apprestata dalla norma è il documento in sé considerato; non quindi la destinazione delle notizie a restare coperte da segreto.

I rapporti della figura delittuosa in esame con i reati di falso sono regolati in base ai principi di specialità e di assorbimento; l'elemento specializzante è qui rappresentato dalla natura degli atti o documenti sui quali si concretizza la condotta materiale del soggetto agente (deve infatti trattarsi non semplicemente di atti o documenti di natura pubblica, bensì che siano specificamente attinenti alla sicurezza dello Stato, ovvero ad altro interesse politico — interno o internazionale — di questo). Il concetto di sicurezza è qui riferito tanto alla sicurezza interna (integrità delle istituzioni, secondo il disegno costituzionale), quanto alla sicurezza esterna (integrità ed indivisibilità territoriale, interessi primari nei rapporti verso l'esterno). La nozione di interesse politico dello Stato si ricava in negativo, potendosi comprendere entro tale alveo qualsivoglia interesse che non rivesta un mero carattere amministrativo (Marconi, 628). 

Elemento psicologico

Il dolo

La norma postula la sussistenza del solo dolo generico, consistente nella coscienza e volontà di sopprimere, distruggere, falsificare, ovvero carpire, sottrarre o distruggere atti o documenti.

Errore di fatto (art. 47 c.p.)

È chiaramente richiesta la consapevolezza — in capo all'agente — della natura dell'oggetto su cui si esplichi l'azione distruttiva; ossia occorre che il soggetto del reato sia ben conscio del fatto di agire su un atto o documento dotato di pertinenza, rispetto ad un profilo di sicurezza dello Stato, ovvero rispetto ad altri interessi, sempre riconducibili allo Stato. La carenza di tale elemento costituirebbe, infatti, un errore di fatto in grado di escludere la punibilità ex art. 47.

Consumazione e tentativo

Si tratta di un delitto di danno, che si consuma nel momento e nel luogo alternativamente si verifichino la soppressione, la distruzione, la sottrazione o la distrazione. Alcun problema si pone, in relazione alla ammissibilità del tentativo.

Forme di manifestazione

Circostanze

È prevista una aggravante ad effetto speciale, che originariamente comportava l'applicazione della pena di morte, ora sostituita dall'ergastolo. Tale circostanza ha una duplice, alternativa possibilità di concretizzazione: può restare infatti integrata allorquando, in diretta dipendenza dalla commissione dei fatti di soppressione, distruzione o falsificazione oggetto di tutela penale:

a. l'apparato bellico dello Stato subisca importanti menomazioni in termini di preparazione o efficienza;

b. scaturisca una compromissione rispetto allo stesso svolgimento delle operazioni militari..

Casistica

La giurisprudenza (Cass. VI, n. 1289/1999) ha ritenuto che gli «atti o documenti» la cui soppressione, falsificazione o sottrazione è punita dalla presente norma devono essere intesi come “entità materiali aventi un contenuto tale da consentire di qualificarli come «concernenti la sicurezza dello Stato o altro interesse politico, interno o internazionale, dello Stato». Secondo l'insegnamento del Supremo Collegio, dunque, occorre riportarsi alla normativa in tema «segreto di Stato» e di «divieto di pubblicazione». Il Supremo Collegio richiama in motivazione l'art. 18 della l. 24 ottobre 1977, n. 801 [abrogata dalla l. n. 124/2007, v. infra] che rinvia, per la definizione di segreto interessante le fattispecie di cui al Libro II, Titolo I, Capo I e V del codice penale, a quella datane dagli artt. 1 e 12 della medesima l. n. 801/1977. Il passaggio concettualmente ancora importante della massima resta però quello nel quale si esclude che — ai fini della esatta delimitazione ontologica dei suddetti concetti — sia necessaria la cristallizzazione in provvedimenti emanati dalla competente autorità. Secondo la Cassazione, dunque, la definizione legislativa della nozione di segreto è scissa dalla formale classificazione dell'autorità, attagliandosi essa invece — pure in assenza di intervento qualificatorio — agli atti comunque connotati da profili di segretezza (per essere essi attinenti alla sicurezza dello Stato o alle altre finalità e interessi previsti dalla legge).

La l. n. 801/1977 citata nella sentenza del Supremo Collegio sopra riportata è stata abrogata dall'art. 44 della l. 3 agosto 2007 n. 124 in tema di segreto di Stato.

Profili processuali

Gli istituti

Il reato in esame è reato procedibile d'ufficio e di competenza della Corte d'Assise; è prevista la celebrazione dell'udienza preliminare.

Per esso:

a) è possibile disporre le intercettazioni;

b) l'arresto in flagranza è obbligatorio; il fermo è consentito;

c) è consentita l'applicazione della custodia in carcere e delle altre misure cautelari personali.

Bibliografia

Farini-Trinci, Diritto Penale - Parte Speciale, Roma, 2015; Manzini, Istituzioni di diritto penale italiano, Padova, 1955; ; Marconi, voce Stato (delitti contro la personalità internazionale dello), in Digesto Penale, XIII, Torino, 1997; Pannain, Novissimo Digesto Italiano, diretto da Azara-Eula, XII, Torino, 1979.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario