Codice Penale art. 259 - Agevolazione colposa.

Angelo Valerio Lanna

Agevolazione colposa.

[I]. Quando l'esecuzione di alcuno dei delitti preveduti dagli articoli 255, 256, 257 e 258 è stata resa possibile, o soltanto agevolata, per colpa [43] di chi era in possesso dell'atto o documento o a cognizione della notizia, questi è punito con la reclusione da uno a cinque anni.

[II]. Si applica la reclusione da tre a quindici anni se sono state compromesse la preparazione o la efficienza bellica dello Stato [268], ovvero le operazioni militari.

[III]. Le stesse pene si applicano quando l'esecuzione dei delitti suddetti è stata resa possibile o soltanto agevolata per colpa [43] di chi aveva la custodia o la vigilanza dei luoghi o delle zone di terra, di acqua o di aria, nelle quali è vietato l'accesso nell'interesse militare dello Stato [682].

competenza: Corte d'Assise (secondo comma); Trib. monocratico (primo comma)

arresto: facoltativo (primo comma); obbligatorio (secondo comma)

fermo: non consentito (primo comma); consentito (secondo comma)

custodia cautelare in carcere: consentita (ma v. art. 275, comma 2 bis, c.p.p.)

altre misure cautelari personali: consentite

procedibilità: d'ufficio

Inquadramento

Delitto compreso nel Capo Primo del Titolo Primo del Libro Secondo del Codice (Titolo intitolato “Dei delitti contro la personalità dello Stato”), tra i delitti contro la personalità internazionale dello Stato.

Il bene giuridico tutelato è il medesimo dei delitti dolosi che precedono.

La previsione colposa tende evidentemente — in ragione dell'importanza degli interessi coinvolti — ad apprestare una sorta di protezione preventiva; essa infatti obbliga determinati soggetti, che abbiano la disponibilità materiale di atti o documenti, ovvero che siano comunque a conoscenza delle notizie segrete o riservate, ad attenersi ad una forma particolarmente accorta di diligenza, nella custodia di tali cose.

I soggetti

Soggetto attivo

Trattasi, con tutta evidenza, di un reato proprio, nonostante l'utilizzo del termine chiunque. Dello stesso può infatti rendersi autore solo il soggetto che abbia il possesso (in senso civilisticamente inteso e la cui scaturigine risieda verosimilmente nella funzione svolta, ovvero nella carica ricoperta) dell'atto o del documento; così come se ne può rendere protagonista chi abbia cognizione di una determinata notizia, della quale sia stata vietata — ad opera dell'autorità competente — la divulgazione; infine, il fatto può esser commesso da chi abbia la custodia o la vigilanza dei luoghi protetti indicati nel dettato dell'ultimo comma.

La struttura del reato

Il modello legale in esame non configura una ipotesi di concorso colposo nel delitto doloso posto in essere da terzi, ma , una figura autonoma di reato colposo, che resta integrata in assenza di accordo con gli autori dei reati ex artt. 255, 256, 257 e 258 richiamati dal dettato normativo. Il legislatore ha qui dunque postulato che l'esecuzione di tali delitti — ad opera di soggetti terzi — sia stata resa possibile, o anche solo agevolata, dalla condotta colposa dell'autore del reato de quo.

Si tratta di una figura che mira a punire, in sostanza, proprio la condotta tenuta dal soggetto che sia deputato alla conservazione e protezione del segreto o della notizia riservata; in tale schema tipico, il delitto doloso altrui – perpetrato, come sopra specificato, in carenza di intese con il soggetto titolare di una posizione di garanzia – ha la veste di evento del reato (Gallo – Musco, 119).

Materialità

La terminologia usata dal legislatore — “rendere possibile” e “agevolare” — ha una estensione previsionale molto ampia; essa, infatti, assorbe in sé condotte di tipo sia commissivo che omissivo, purché esse appaiano — all'esito di un giudizio controfattuale — causalmente efficienti rispetto alla produzione dell'evento. E quindi, sono da ricondurre sotto l'egida normativa del reato de quo tutte le condotte senza le quali l'evento indicato negli articoli precedenti non si sarebbe realizzato. Il termine “agevolare” sta peraltro ad indicare semplicemente il fatto che la condotta colposa tenuta dall'agente possa aver reso più facile, meno rischiosa la perpetrazione del fatto tipico ex artt. 255, 256, 257 e 258.

È stato infatti scritto che: “la condotta si concretizza nel rendere possibile o agevolare, da parte di chi è in possesso dell'atto o del documento o a cognizione della notizia, la commissione di uno dei delitti presupposti da parte di un terzo senza che vi sia accordo col medesimo” (Aprile, in Rassegna Lattanzi-Lupo 2010, 106).

Altra condotta atta ad integrare il reato è quella di chi — avendo la custodia o la vigilanza di luoghi o zone di terra, acqua o aria, laddove sia vietato l'accesso a tutela dell'interesse militare dello Stato — renda possibile o agevoli la commissione, ad opera di altri, di alcuno dei delitti che precedono e che sono specificamente richiamati nel dettato codicistico; la norma richiede sempre che ciò avvenga per colpa.

Elemento psicologico

Il reato è punibile a titolo di colpa. L'esistenza della presente norma rende chiaro come non sia immaginabile la commissione colposa di uno dei delitti di cui agli artt. 255 e seguenti.

Consumazione

In tema di consumazione del reato, è stato scritto che “il delitto si perfeziona con la commissione da parte di terzi di uno dei delitti richiamati” (Trinci-Farini, 54). È insomma essenziale — perché la presente figura tipica colposa resti integrata — che venga perfezionato ad opera di terzi un illecito, che sia riconducibile ad una delle previsioni incriminatrici su base dolosa richiamate nel testo dell'articolo ora in esame.

Forme di manifestazione del reato

Circostanze

Il secondo comma tipizza una circostanza aggravante ad effetto speciale, che si concretizza allorquando — in diretta derivazione causale rispetto alla condotta di agevolazione colposa — risultino alternativamente compromesse o la preparazione bellica, ovvero la efficienza della macchina bellica, o infine si produca nocumento allo svolgimento delle operazioni militari italiane.

Possono qui mutuarsi le considerazioni già svolte in relazione agli articoli che precedono.

Profili processuali

Gli istituti

Il reato in esame è reato procedibile d'ufficio; esso è di competenza — in relazione all'ipotesi di cui al primo comma — del Tribunale in composizione monocratica; diviene invece competente la Corte d'Assise, in presenza dell'aggravante tipizzata dal secondo comma. È prevista la celebrazione dell'udienza preliminare.

Per esso:

a) l'arresto in flagranza è facoltativo; il fermo è consentito solo in relazione all'ipotesi circostanziata;

b) è consentita l'applicazione della custodia in carcere e delle altre misure cautelari personali.

Bibliografia

Albeggiani, I reati di agevolazione colposa, Milano, 1984; Farini-Trinci, Diritto Penale - Parte Speciale, Roma, 2015; Gallo-Musco, Delitti contro l’ordine costituzionale, Bologna, 1984; Insolera, voce Spionaggio, in Enc. dir. , XLIII, Milano, 1990; Marconi, voce Stato (delitti contro la personalità internazionale dello), in Digesto Penale, XIII,Torino, 1997.

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