Codice Penale art. 373 - Falsa perizia o interpretazione.

Pierluigi Di Stefano

Falsa perizia o interpretazione.

[I]. Il perito [61 c.p.c.; 221 c.p.p.] o l'interprete [122-124 c.p.c.; 143 c.p.p.], che, nominato dall'Autorità giudiziaria, dà parere o interpretazioni mendaci, o afferma fatti non conformi al vero, soggiace alle pene stabilite nell'articolo precedente [375-377, 384 1-2].

[II]. La condanna importa, oltre l'interdizione dai pubblici uffici [28], l'interdizione dalla professione o dall'arte [30].

competenza: Trib. monocratico

arresto: non consentito

fermo: non consentito

custodia cautelare in carcere: consentita

altre misure cautelari personali: consentite; v: 2902 c.p.p.

procedibilità: d'ufficio

Inquadramento

Il reato di falsa perizia o interpretazione prevede l'ipotesi del dare pareri o interpretazioni mendaci ovvero dell'affermare fatti non conformi al vero. Come le altre disposizioni di tutela della prova, il bene giuridico protetto è quello dell'ordinato svolgimento dell'attività giudiziaria e la persona offesa è, quindi, esclusivamente lo Stato-collettività. L'interesse del privato danneggiato dalla falsa perizia non è  direttamente tutelato (Cass. VI, n. 5240/2018). Tale regola resta ferma anche nel caso in cui il reato sia aggravato ai sensi dell'art. 383-bis ovvero quando dal fatto deriva una condanna alla reclusione; la ragione dell'aggravante è indicata nel maggiore danno che dalla falsità è derivato all'interesse dell'Amministrazione della Giustizia; quindi il condannato non assume la qualifica di persona offesa (Cass. VI, n. 17375/2015).

Si rinvia alla trattazione della falsa testimonianza per temi comuni, quale quello della consumazione e dell'elemento soggettivo.

La disciplina del reato in esame è completata dagli art. 383-bis e 384-ter  (circostanze aggravanti), 376 (ritrattazione) e 384 (causa di non punibilità).

I soggetti

Si tratta di un reato proprio che riguarda i soggetti che assumono le qualifiche indicate dalla disposizione. Tra i soggetti attivi rientra il consulente tecnico d'ufficio nominato nel corso di un procedimento civile (Cass. n. 14101/2007), anche nel corso di un accertamento tecnico preventivo ai sensi dell'art. 696 c.p.c. (Cass. n. 10651/2003). Dal novero di tali soggetti, invece, sono stati esclusi i consulenti di parte sia delle parti private che del pubblico ministero; per quest’ultimo, se del caso, è configurabile il reato di falso ideologico (Cass. V, n. 18521/2020).

Essendo i soggetti attivi pubblici ufficiali, la norma prevede espressamente l'applicabilità della interdizione dai pubblici uffici cui si aggiunge, in relazione alle qualità professionali sfruttate per la commissione del reato, l'interdizione dalla professione o dall'arte.

Materialità

Delle due forme di commissione del reato, quella della affermazione di fatti non conformi al vero non pone particolari problemi, essendo sostanzialmente una condotta corrispondente a quella di falsa testimonianza. Le difficoltà vi sono invece per la condotta di fornire parere od interpretazione mendace, in quanto il perito formula un giudizio che può dirsi mendace solo in presenza di una divergenza intenzionale, voluta e cosciente, tra il convincimento reale e quello manifestato (Cass. VI, n. 36654/2015). Ovvero: sotto il profilo oggettivo si deve potere affermare con certezza che la valutazione è falsa e, sotto il profilo soggettivo, che il tecnico aveva un convincimento contrario a quello, invece, riportato nell’elaborato tecnico (Cass. VI, n. 12654/2016). Ovvie, quindi, le difficoltà applicative, non essendo in sé sufficiente fare riferimento ai risultati controvertibili della attività tecnica quando di tratti di accertamenti con valutazione dei risultati. Quindi, in presenza di pareri autorevoli ma difformi nonché dell'adesione del giudice ad una stima diversa da quella prospettata dal consulente d'ufficio, il risultato della perizia è obiettivamente controvertibile per cui la configurazione del reato richiede la certezza dell'infedeltà del risultato offerto dal consulente incriminato (Cass. VI, n. 48915/2015).

Forme di manifestazione

In modo simile alla falsa testimonianza, è necessario che la perizia che sia atta ad ingannare ma non anche che sia stata in concreto utilizzata, quindi il reato ricorre, ad es., anche nel caso del procedimento civile concluso con una transazione (Cass. n. 35566/2011).

Nel rapporto tra falsa perizia commessa inducendo in errore il perito (artt. 48 e 373) per mezzo di un fatto costituente frode processuale (art. 374), va applicata la sola disposizione dell'art. 373 che prevede una offesa maggiore dello stesso bene giuridico (Cass. n. 1531/1999).

Profili processuali

Gli istituti

Il reato in esame è procedibile d'ufficio ed è di competenza del tribunale monocratico.

Per esso:

a) è possibile disporre le intercettazioni;

b) l'arresto in flagranza è consentito; il fermo non è consentito;

c) è consentita l'applicazione della custodia in carcere e delle altre misure cautelari personali.

Bibliografia

Barni M. e Cateni C., L'art. 374-bis e la consulenza medico legale di parte, in Riv. it. medicina legale 1998; Fioravanti, Perizia od interpretazione (falsità in), in Dig. pen. Torino, 1995; Feola, Bernardel e Marsella, Il rapporto tra la fattispecie di reato di falsa perizia ex art. 373 c.p. e la nuova fattispecie di falsità in processo penale e depistaggio, in Riv. it. medicina legale, 2017, 481; Mazza, Mistificazioni peritali e lealtà processuale, in Studi senesi 2000; Sartirana, Responsabilità per falsa perizia nel giudizio penale e civile, in Ventiquattrore avvocato 2005.

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