Codice Penale art. 388 bis - Violazione colposa dei doveri inerenti alla custodia di cose sottoposte a pignoramento ovvero a sequestro giudiziario o conservativo (1).Violazione colposa dei doveri inerenti alla custodia di cose sottoposte a pignoramento ovvero a sequestro giudiziario o conservativo (1). [I]. Chiunque, avendo in custodia [65, 67 c.p.c.] una cosa sottoposta a pignoramento [491-497, 513-524 c.p.c.] ovvero a sequestro giudiziario o conservativo [2793, 2905, 2906 c.c.; 670-687 c.p.c.; 253-265, 316-323 c.p.p.; 682-686 c. nav.], per colpa [43] ne cagiona la distruzione o la dispersione, ovvero ne agevola la soppressione o la sottrazione, è punito, a querela della persona offesa [120], con la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino a 309 euro. (1) Articolo inserito dall'art. 88 l. 24 novembre 1981, n. 689. competenza: Trib. monocratico arresto: non consentito fermo: non consentito custodia cautelare in carcere: non consentita altre misure cautelari personali: non consentite procedibilità: a querela di parte InquadramentoLa disposizione in esame sanziona la violazione colposa commessa dal custode delle cose sottoposte a pignoramento o sequestro di natura civilistica. Si tratta con tutta evidenza di un reato proprio, potendo essere commesso dal “custode”. La norma ha chiaramente di mira la protezione dell'interesse del privato essendo, difatti, punibile a querela che può essere proposta dal spetta al soggetto in favore del quale è stato disposto il pignoramento, ovvero il sequestro giudiziario o conservativo, in quanto titolare dell'interesse al positivo svolgimento dell'attività esecutiva o cautelare (Cass. VI, n. 31567/2016); si tratta, comunque, di un reato plurioffensivo nel senso indicato nel commento all'art. 388. La disposizione nasce con la l. n. 689/1981 che scorporava questa condotta dalla originaria più ampia formulazione dell'art. 335 che resta ora riferito a violazioni strutturalmente simili ma commesse nel contesto del processo penale o del procedimento amministrativo. Per la sua ampia formulazione risulta chiaramente riferibile a qualsiasi oggetto di custodia, ivi compreso il danaro e i crediti del debitore pignorabili presso il terzo attraverso l'ingiunzione prevista dall'art. 492 c.p.c. (Cass. VI, n. 38128/2009). Si rinvia al commento all'art. 335 per la descrizione delle identiche condotte consistenti in distruzione o dispersione diretta ovvero la agevolazione di tali condotte commesse da terzi. Profili processualiGli istituti Il reato in esame è procedibile a querela ed è di competenza del tribunale monocratico; è prevista la citazione diretta a giudizio ovvero il decreto penale di condanna. BibliografiaMannozzi, Sequestro (sottrazione o danneggiamento di cose sottoposte a), in Dig. pen., Torino, 1997. |