Codice Penale art. 459 - Falsificazione dei valori di bollo, introduzione nello Stato, acquisto, detenzione o messa in circolazione di valori di bollo falsificati.Falsificazione dei valori di bollo, introduzione nello Stato, acquisto, detenzione o messa in circolazione di valori di bollo falsificati. [I]. Le disposizioni degli articoli 453, 455 e 457 si applicano anche alla contraffazione o alterazione di valori di bollo e alla introduzione nel territorio dello Stato [4 2], o all'acquisto, detenzione e messa in circolazione di valori di bollo contraffatti; ma le pene sono ridotte di un terzo. [II]. Agli effetti della legge penale, s'intendono per valori di bollo la carta bollata, le marche da bollo, i francobolli e gli altri valori equiparati a questi da leggi speciali [7 n. 3]. competenza: Trib. monocratico (udienza prelim. in relazione all'art. 453) arresto: facoltativo (in relazione agli artt. 453 e 455) fermo: consentito (in relazione all'art. 453) custodia cautelare in carcere: consentita (in relazione all'art. 453) altre misure cautelari personali: consentite (in relazione all'art. 453) procedibilità: d'ufficio InquadramentoIl delitto in esame è una delle fattispecie previste in materia di falsificazione di valori di bollo. Con esso il legislatore ha parificato (salvo che per la pena) quest’ultimi alle monete, sanzionandone la contraffazione e l’alterazione, ovvero punendo l'introduzione nello Stato, l'acquisto, la detenzione o la messa in circolazione di quelli falsificati. L'art. 459 al comma 2 fornisce la nozione legale di valori di bollo, intendendo per tale la carta bollata, le marche da bollo, i francobolli e gli altri valori equiparati a questi da leggi speciali. Il concetto di “valore di bollo” è elemento normativo del fatto e parimenti lo sono i referenti contenutistici esplicitati nella fattispecie (Cadoppi-Canestrari-Manna-Papa, 109) e rileva, in tema di errore, ai sensi dell'art. 47 comma 3. Il legislatore ha ritenuto che tale ipotesi presenta un minor disvalore rispetto alle precedenti: la pena irrogata è, infatti, quella prevista dall'art. 453 o dall'art. 454, ridotta di un terzo. Il delitto de quo, inoltre, è incluso nel catalogo dei reati dalla cui commissione può scaturire l’applicazione in capo agli enti di sanzioni pecuniarie, nonché della sanzione interdittiva per una durata non superiore ad un anno, in forza del nuovo art. 25-bis comma 1 lett. e) e 2 d.lgs. 8 giugno 2001, n. 231. Bene giuridicoCfr. sub art. 453. Secondo un orientamento dottrinario le falsità in valori di bollo e in biglietti di trasporto tutelano l'interesse dello Stato o di altri enti pubblici alla produzione e alla messa in circolazione in regime di monopolio di determinati oggetti, corrispondenti all'imposizione di un tributo indiretto ovvero prodotti in funzione di corrispettivo di un pubblico servizio messo a disposizione degli utenti (Neppi Modona, 1967, 622). SoggettiSoggetto attivo Si tratta di un reato comune, che può essere commesso da “chiunque”. Soggetto passivo Soggetto passivo è lo Stato. Se si aderisce, invece, alla tesi della plurioffensività è sia il pubblico ufficiale che riceve atti con valori falsificati sia il singolo utente leso nell'interesse a non ricevere cose diverse per origine o provenienza da quelle pattuite (Neppi Modona, 1967, 626). Elemento oggettivoOggetto materiale I valori di bollo sono i contrassegni che hanno la funzione di documentare l'avvenuto pagamento dell'imposta o della tassa che lo Stato impone al compimento di alcuni atti o negozi giuridici (imposte indirette) o a singoli fatti relativi all'utilizzazione di pubblici servizi (tasse) e sono rappresentazioni di un credito verso lo Stato, derivanti dall'avvenuto pagamento di un tributo prima del compimento dell'atto o del negozio o dell'accadimento del fatto cui è ricollegato l'insorgere dell'obbligazione pecuniaria. L'art. 459 al comma 2 contempla un norma definitoria che individua, agli effetti della legge penale, i valori di bollo, distinguendo quattro categorie fondamentali: a) la carta bollata (carta filigranata con impresso il bollo dello Stato, art. 4 d.P.R. 26 ottobre 1972, n. 642); b) le marche da bollo ovvero i segni valore, attualmente in uso, di carta colorata, impressa o gommata nel verso, emesse dallo Stato italiano, che si applicano sulla carta o altra materia contenente scritti o disegni e che servono ad attestare il pagamento della relativa tassa di bollo e la loro utilizzazione è modalità di pagamento dell'imposta di bollo (Manzini, 581); c) i francobolli (i francobolli di Stato esteri sono equiparati a quelli italiani ai sensi dell'art. 33 d.P.R. 29 marzo 1973, n. 156); d) tutti gli altri valori equiparati ai francobolli da leggi speciali di settore (si pensi, ad es., all'art. 33, d.P.R. 29 marzo 1973 n. 156 che parifica i francobolli di Stati esteri a quelli dello Stato italiano). A seguito dell'adesione dell'Italia all'euro sono oggetto di tutela i valori convertiti nella nuova valuta (in merito alla transizione all'euro vedi l'art. 1-bis d.l. 25 settembre 2001, n. 350 inserito dalla l. di conversione 23 novembre 2001, n. 409). La norma richiede che i valori siano ancora in corso (il criterio giuridico, infatti, è lo stesso già indicato per le monete aventi corso legale), o, se fuori corso, ne deve essere ancora consentito il cambio con quelli in corso per un tempo apprezzabile (ai sensi dell'art. 33 d.P.R. n. 156/1973 se i fatti previsti dagli artt. 459, 460 e 461 si riferiscono a francobolli non in corso, ma che hanno avuto corso legale, emessi sia dallo Stato italiano che da Stati esteri, si applicano le pene stabilite da tali articoli ridotte di un terzo). Poiché questa elencazione ha carattere tassativo non rientrano nell'ambito di applicazione della disposizione le marche emesse dallo Stato, che non siano da bollo, salvo che ciò non sia espressamente previsto da leggi speciali (Crespi, Forti, Zuccalà, 1285), e le marche emesse da enti diversi dallo Stato (Cristiani, 1994, 69). La tutela penale dei francobolli (alla cui disciplina sono assimilati i biglietti e le cartoline postali se la falsità ricade sulla rappresentazione grafica del francobollo su di essi impressa) non si estende oltre i valori in uso come tali al momento della consumazione del delitto, cioè oltre l'uso corrispondente alla naturale destinazione dei valori di bollo. Di conseguenza non rientra nella previsione della norma, ad es., l'uso a scopo di collezione di francobolli falsificati, che in ogni caso, ricorrendone i presupposti, potrà integrare il reato di truffa (Antolisei, 2008, II, 85). Secondo un orientamento della Cassazione non rientra nell'ambito di applicazione dell'art. 459 l'acquisto, la detenzione e la messa in circolazione di valori da bollo alterati, pena violazione del divieto di analogia. Oggetto materiale della previsione incriminatrice sono, infatti, i valori bollati contraffatti e non quelli alterati (Cass. V, n. 38533/2009). Per un altro indirizzo, invece, sulla base di una interpretazione sistematica della norma incriminatrice effettuata in relazione all'art. 464 che equipara, ai fini della punibilità del fatto, l'uso dei valori «alterati» a quello dei valori «contraffatti», anche la detenzione e la messa in circolazione di valori bollati «alterati» sono punibili ai sensi dell'art. 459 (Cass. V, n. 41010/2014; Cass. V, n. 13780/2012). La Cassazione ha asserito che le norme speciali che disciplinano i singoli settori del ‘bollo' integrano un elemento della norma incriminatrice solo per quanto riguarda l'individuazione dei valori di bollo e non anche i casi in cui ne è richiesto l'uso. Di conseguenza la modifica o l'abrogazione di norme che disciplinano tali casi, non incidendo sulla struttura essenziale del reato, ma comportando soltanto una variazione del contenuto del precetto, non configurano successione di leggi penali nel tempo, ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 2 (Cass. V, n. 26652/2004; Cass. V, n. 18068/2002). Condotta La fattispecie sanziona le condotte descritte agli artt. 453, 455 e 457: cfr. sub art. 453, sub art. 454 e sub art. 455. Il rinvio dell'art. 459 alle disposizioni degli artt. 453, 455 e 457 non è un semplice richiamo “quoad poenam”, ma riguarda l'intera struttura dei reati, di conseguenza per l'individuazione delle relative fattispecie si deve far riferimento al contenuto delle disposizioni richiamate (per cui rilevano le nozioni di «previo concerto» e di «intermediario»: Neppi Modona, 629. Non sono richiamati, invece, gli artt. 454 e 456, poiché i valori di bollo sono confezionati con materiale privo di valore intrinseco (ne ha uno nominale) e non hanno una funzione monetaria che possa essere compromessa dalla circolazione di contrassegni falsi (Nappi, 1989, 4). La non configurabilità della condotta di alterazione «in diminuzione» ex art. 454 è dedotta non solo dall'assenza di un'espressa previsione ma anche dalla considerazione di carattere sistematico che l'alterazione non può consistere solo nel fatto di cancellare o comunque far scomparire il «valore». Elemento psicologicoIl dolo Il rinvio agli artt. 453, 455 e 457 riguarda l'intera struttura dei reati, di conseguenza acquistano importanza le differenziazioni sotto il profilo dell'elemento soggettivo contenute negli articoli citati (Neppi Modona, 629). Cfr. sub art. 453, sub art. 454, e sub art. 455. Consumazione e tentativoConsumazione Il reato si consuma quando sia stata compiuta l'attività di contraffazione o di alterazione dei valori di bollo, oppure quando si sia realizzata la condotta di introduzione nel territorio dello Stato o di acquisto o di detenzione o di messa in circolazione dei valori di bollo falsificati. Non costituisce, infatti, elemento essenziale l'uso conforme alla normale destinazione dei valori bollati contraffatti o alterati, che integra, invece, qualora ne ricorrano i requisiti, il reato di cui all'art. 464 (Cass. V, 26 novembre 1987). Tentativo Cfr. sub artt. 453, 455 e 457. Forme di manifestazioneCircostanze speciali Art. 52-quater d.lgs. 24 giugno 1998, n. 213: cfr. sub art. 453. Circostanze comuni Cfr. sub art. 453. Unità o pluralità di reatiCfr. sub art. 453. Rapporti con altri reatiCfr. sub artt. 460, 464, 648. Concorso di reatiTruffa Secondo un indirizzo dottrinale il delitto de quo concorre con quello di truffa quando l’agente si avvale di particolari artifici e raggiri atti ad ingannare il destinatario circa la genuinità dell’oggetto e non necessari per l’integrazione del modello legale. L’esame che deve essere condotto caso concreto per caso concreto (CINCOTTA, 230). Cause di non punibilitàCfr. sub art. 463. CasisticaOggetto materiale Rientrano nel novero dei valori di bollo di cui all'art. 459 comma 2 i moduli in bianco per cambiali, in quanto costituiti da foglietti di apposita carta fabbricata dallo Stato, bollata e filigranata, secondo le disposizioni di cui all'art. 4 e all. A, prima parte, art. 9, d.P.R. 26 ottobre 1972, n. 642, modificato dal d.P.R. 30 dicembre 1982, n. 955 (Cass. V, 26 novembre 1987). Condotta Integra gli estremi del reato di cui all'art. 459: a) l'aver reso illeggibile l'importo di valori bollati apposto su cambiali, e l'aver poi messo in circolazione tali valori (Cass. V, n. 41010/2014); b) il possesso dell'hard disk contenente le immagini dei valori bollati, quando l'agente sia sorpreso nella imminenza di procedere alla stampa delle immagini riprodotte (la detenzione di tale supposto informatico è equiparabile a quella della matrice per la stampa delle marche contraffatte: Cass. V, n. 11157/2006). c) detenere marche da bollo contraffatte sia nello stemma della Repubblica e nel logo dell'Agenzia delle entrate, sia nel supporto cartaceo e nella tecnica di stampa e prive soltanto di quei dati - importo e codice a barre – da apporre al momento della vendita da parte dei rivenditori autorizzati (Cass. II, n.3848/2019). Profili processualiGli istituti Si tratta di un reato procedibile d'ufficio, e di competenza del tribunale in composizione monocratica. Per la falsificazione dei valori di bollo, introduzione nello Stato, acquisto, detenzione o messa in circolazione di valori di bollo falsificati: a) è prevista l'udienza preliminare nell'ipotesi che rinvia all'art. 453, mentre l'azione penale deve essere esercitata nelle forme della citazione diretta ai sensi dell'art. 550 c.p.p. nelle ipotesi che rinviano agli artt. 455 e 457; b) è consentito il fermo nelle ipotesi di cui all'art. 453; c) l'arresto in flagranza è facoltativo nelle ipotesi di cui agli artt. 453 e 455, mentre non è consentito in riferimento a quelle di cui all'art. 457; d) la custodia in carcere è consentita nelle ipotesi di cui all'art. 453, mentre non è consentita in riferimento a quelle di cui artt. 455 e 457; e) le altre misure cautelari personali sono consentite nelle ipotesi di cui all'art. 453, mentre non sono consentita in riferimento a quelle di cui artt. 455 e 457. L'interesse ad impugnare Cfr. sub art. 453. BibliografiaCincotta, Falsificazione dei valori di bollo, introduzione nello Stato, acquisto, detenzione o messa in circolazione di valori di bollo falsificati, in Trattato di diritto penale, Parte speciale, Reati contro la fede pubblica, a cura di Ramacci, vol. X, Milano, 2013; Neppi Modona, Falsità in valori di bollo e in biglietti di trasporto, in Enc. dir., Milano, 1967, XVI, 629. V. anche sub art. 453. |