Codice Penale art. 460 - Contraffazione di carta filigranata in uso per la fabbricazione di carte di pubblico credito o di valori di bollo.

Francesca Romana Fulvi

Contraffazione di carta filigranata in uso per la fabbricazione di carte di pubblico credito o di valori di bollo.

[I]. Chiunque contraffà la carta filigranata che si adopera per la fabbricazione delle carte di pubblico credito [458 2] o dei valori di bollo [459 2], ovvero acquista, detiene o aliena tale carta contraffatta, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con la reclusione da due a sei anni e con la multa da 309 euro a 1.032 euro [463]1.

competenza: Trib. monocratico (udienza prelim.)

arresto: facoltativo

fermo: non consentito

custodia cautelare in carcere: consentita

altre misure cautelari personali: consentite

procedibilità: d'ufficio

[1]  Per la confisca di danaro, beni o altre utilità di non giustificata provenienza, nel caso di condanna o di applicazione della pena su richiesta, v. ora artt. 240-bis c.p., 85-bis d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 e 301, comma 5-bis,d.P.R. 23 gennaio 1973, n. 43 (per la precedente disciplina, v. l'art. 12-sexies d.l. 8 giugno 1992, n. 306, conv., con modif., in l. 7 agosto 1992, n. 356)..

Inquadramento

Il delitto in esame è una delle fattispecie previste in materia di falsificazione di carte di pubblico credito e di valori di bollo e, insieme al reato di cui all'art. 461, punisce le attività preparatorie rispetto alla falsificazione (Cincotta, 232). Si tratta di un reato sussidiario che ricorre solo quando la condotta non costituisce un più grave reato. Il legislatore ha voluto anticipare il livello di tutela sanzionando condotte che potevano essere ugualmente punite a titolo di tentativo del delitto ex art. 459, ravvisandosi i comuni requisiti dell'univocità e dell'idoneità (Cincotta, 233). A seguito dell’entrata in vigore del d.lgs. 29 ottobre 2016, n. 202 è stata introdotta anche in riferimento a questa fattispecie l’obbligatorietà della confisca, anche per equivalente, delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato e delle cose che ne sono il prodotto, il prezzo o il profitto: cfr. sub art. 466-bis.  Il delitto de quo, inoltre, è incluso nel catalogo dei reati dalla cui commissione può scaturire in capo agli enti l'applicazione di sanzioni pecuniarie, nonché della sanzione interdittiva per una durata non superiore ad un anno, in forza dell'art. 25-bis comma 1 e 2 d.lgs. 8 giugno 2001, n. 231 (in particolare, l'art. 25-bis comma 1 lett. b) prevede proprio per il delitto di cui all'art. 460 la sanzione pecuniaria di cinquecento quote).

Bene giuridico

Cfr. sub artt. 453 e 459.

Soggetti

Soggetto attivo

Si tratta di un reato comune, che può essere commesso da “chiunque”.

Soggetto passivo

Cfr. sub artt. 453 e 459.

Elemento oggettivo

Oggetto materiale

L'oggetto materiale è costituito dalla carta filigranata che si usa per la fabbricazione delle carte di pubblico credito e dei valori di bollo. La carta filigranata è una carta prodotta dallo Stato o da enti pubblici legittimati all'emissione o da soggetti privati che operino per conto e sotto la sorveglianza dello Stato. Essa ha impressi particolari segni visibili in trasparenza ed è adoperata per realizzare le carte di pubblico credito e i valori di bollo conformemente alle prescrizioni dei regolamenti e decreti ministeriali in materia (Fiandaca, Musco, 2012, 556).

In merito alle ipotesi di acquisto, detenzione e alienazione ci si è chiesti se oggetto materiale delle condotte potessero essere anche le carte filigranate autentiche.

Secondo la dottrina non rientrano nell'ambito di applicazione quelle autentiche (Marinucci-Dolcini, 2011, 223) considerata sia la natura delle carte filigranate sia il numero limitato di soggetti che possono effettuarne la produzione in regime di esclusiva.

Secondo la giurisprudenza, invece, l'espressione “filigrane” va interpretata in senso estensivo, ricomprendendo anche la carta filigranata autentica, non essendo concepibile che, sul piano logico, il legislatore abbia preso in considerazione i mezzi con i quali si fabbrica la carta filogranata e non ciò che costituisce il prodotto dell'uso dei mezzi stessi. La carta filigranata è un sistema anticontraffazione realizzato sfruttando la caratteristica di presentare in alcune zone un dislivello nello spessore, ossia uno spessore diverso, che determina così un disegno leggibile se guardato in controluce. L'impronta impressa — di solito l'effige dello Stato — riproduce una immagine simbolica della sua provenienza, della sua genuinità, concreta espressione delle prerogative statali. A seguito dell'introduzione dell'euro si assiste ad una europeizzazione dei simboli e ad un arricchimento tipologico delle filigrane; infatti, accanto alla filigrana standard, il progresso tecnologico ha permesso di integrare nella stessa banconota anche una filigrana digitale e filigrane infrarosse ed ultraviolette (Cincotta, 232).

Per la definizione di valori di bollo cfr. sub art. 459.

Per la definizione di carte di pubblico credito cfr. sub art. 458.

Condotta

Per le condotte di contraffazione, acquisto e detenzione cfr. sub art. 453, sub art. 454, e sub art. 455.

Diversamente dalle condotte di acquisto previste dagli artt. 453 e 459, quella di acquisto contemplata dall'art. 460 non richiede ai fini della punibilità la sussistenza della finalità della successiva messa in circolazione del bene acquisito.

Per alienazione si intende il trasferimento, a titolo oneroso o gratuito, della proprietà della carta filigranata. È indifferente che l'alienante sia a sua volta detentore, contraffattore, intermediario o un terzo soggetto che ha ricevuto le cose oggetto di tutela dal detentore, dal contraffattore, dall'intermediario o da un terzo (Cadoppi, Canestrari, Manna, Papa, 124).

Elemento psicologico

Il dolo

Il delitto è punito a titolo di dolo generico.

Consumazione e tentativo

Consumazione

 Il reato si consuma nel momento in cui la contraffazione, l’acquisto, la detenzione o l’alienazione sono portate a compimento (Antolisei 2008, 94).

Tentativo

Secondo parte della dottrina il tentativo non è configurabile perché la condotta ha ad oggetto attività preparatorie, di conseguenza si avrebbe un'ulteriore anticipazione della soglia di punibilità (Marinucci, Dolcini, 2011, 221). Per altra parte è ammissibile nei casi della contraffazione e dell'acquisto, con il solo limite (esterno) alla fattispecie rappresentato dalla portata normativa dell'art. 461. Differentemente la detenzione e la vendita sono logicamente incompatibili con il delitto tentato: la detenzione, infatti, è un'attività di per sé permanente e come tale non suscettiva di altre attività prodromiche. Essa, inoltre, costituisce il presupposto della successiva alienazione e, di conseguenza, consuma il reato di per se (Cadoppi-Canestrari-Manna-Papa, 124).

Forme di manifestazione

Circostanze speciali

Art. 52 quater d.lgs. 24 giugno 1998, n. 213: cfr. sub art. 453.

Circostanze comuni

Si applicano le circostanze comuni. Cfr. sub art. 453.

Rapporti con altri reati

L'art. 460 è applicabile solo quando il fatto non costituisce più grave reato. Quando, invece, il fatto rappresenta un reato meno grave il sistema presenta dei profili d‘incoerenza: ad es. nel caso del colpevole che, contraffatta la carta filogranata, o acquistata, ecc., inizia anche il processo di contraffazione di carte equiparate alla moneta o di valori di bollo, senza, però, portarlo a termine. La pena comminata dall'art. 460 per il semplice fatto della contraffazione della carta filigranata o dell'acquisto è più grave di quella risultante nell'ipotesi tentata dei delitti di cui agli artt. 453 e 459, ove si applica la diminuzione prevista dall'art. 56. Non essendo possibile applicare la norma della prima parte dell'art. 81 (data la natura di reato progressivo del fatto di cui si tratta) il coordinamento del sistema è rimesso al giudice. Quest'ultimo dovrà infliggere per il tentativo dei delitti di cui agli artt. 453 e 459 una pena che risulti più grave di quella comminata nel massimo dell'art. 460 (Cadoppi-Canestrari-Manna-Papa, 129).

Falsificazione dei valori di bollo, introduzione nello Stato, acquisto, detenzione o messa in circolazione

La tentata contraffazione dei valori di bollo (artt. 56 e 459) si distingue dalla contraffazione della carta filigranata (art. 460) perché la prima figura delittuosa presuppone il compimento di atti diretti in modo non equivoco allo specifico risultato, mentre la seconda punisce una condotta meramente preparatoria, giudicata dal legislatore penalmente rilevante in relazione alla sua intrinseca pericolosità e, quindi, prescindendo da qualsiasi indagine concreta sull'idoneità funzionale al conseguimento della contraffazione delle monete e dei valori a queste assimilati (Cass. V, 14 marzo 1994)

Fabbricazione o detenzione di filigrane o di strumenti destinati alla falsificazione di monete, di valori di bollo

Cfr. sub art. 461.

Concorso di reati

Attraverso le fattispecie disciplinate dagli artt. 460 e 461 il legislatore ha incriminato autonomamente determinate attività preparatorie quando vengono realizzate da persona diversa dagli autori del prodotto finito o da coloro che hanno posto in essere atti a titolo di concorso, colpendo in tal modo l'intero processo produttivo. La riserva contenuta nell'art. 460 ha la finalità di escludere il concorso materiale tra fattispecie di cui l'una, più grave, ricomprende necessariamente l'altra, meno grave (Neppi Modona, 637). Si avrà un concorso materiale di reati nelle ipotesi in cui in concreto non vi sia stata soluzione di continuità in dipendenza di una nuova risoluzione criminosa, oppure quando nel reato maggiore non si esaurisca tutto il complesso dell'attività esplicatasi fin dall'inizio.

Cause di non punibilità

Cfr. sub art. 463.

Confisca

Cfr. sub art. 466 bis.

L’art. 5 del d.lgs. n. 202/2016, modificando l’art. 12 sexies del d.l. 8 giugno 1992, n. 306, conv. in l. 7 agosto 1992, n. 356, ha esteso tale ipotesi di confisca anche alla fattispecie di cui all’art. 460. Per il commento cfr. sub art. 240-bis.

Profili processuali

 

Gli istituti

Si tratta di un reato procedibile d’ufficio, e di competenza del tribunale in composizione monocratica.

Per la falsificazione dei valori di bollo, introduzione nello Stato, acquisto, detenzione o messa in circolazione di valori di bollo falsificati:

a) è prevista l’udienza preliminare;

b) non è consentito il fermo e l’arresto in flagranza è facoltativo;

c) è consentita l’applicazione la custodia in carcere e delle altre misure cautelari personali.

L’interesse ad impugnare

Cfr. subart. 453.

Bibliografia

Cincotta, Contraffazione di carta filigranata in uso per la fabbricazione di carte di pubblico credito o di valori di bollo, in Trattato di diritto penale, Parte speciale, Reati contro la fede pubblica, a cura di Ramacci, vol. X, Milano, 2013; Neppi Modona, Falsità in valori di bollo e in biglietti di trasporto, in Enc. dir., Milano, 1967, XVI, 629. V. anche sub art. 453.

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