Codice Penale art. 467 - Contraffazione del sigillo dello Stato e uso del sigillo contraffatto.Contraffazione del sigillo dello Stato e uso del sigillo contraffatto. [I]. Chiunque contraffà il sigillo dello Stato, destinato a essere apposto sugli atti del Governo, ovvero, non essendo concorso [110] nella contraffazione, fa uso di tale sigillo da altri contraffatto, è punito con la reclusione da tre a sei anni e con la multa da 103 euro a 2.065 euro [7 n. 2, 469, 470]. competenza: Trib. monocratico arresto: facoltativo fermo: non consentito custodia cautelare in carcere: consentita altre misure cautelari personali: consentite procedibilità: d'ufficio InquadramentoL'art. 468 delinea una disposizione a più norme. La dottrina ha osservato che si tratta di una fattispecie di rarissima applicazione, perché l'apposizione del sigillo dello Stato rappresenta una mera formalità che completa un atto sottoposto ad una serie di controlli rimessi a vari organi. Di conseguenza la sua eventuale contraffazione altro non sarebbe che il completamento di ben altri falsi, per lo più documentali, attinenti al contenuto dell'atto stesso (Catelani, 118). Bene giuridicoLa dottrina prevalente individua l'interesse tutelato nel bene di categoria fede pubblica, cfr. sub art. 453. La fede pubblica, nel caso dei contrassegni, si specifica nell'apparenza e nell'affidamento che il soggetto ripone sulla conformità al reale della provenienza dell'atto dallo Stato o da un ente pubblico, ovvero dell'avvenuto esercizio legittimo di un potere di autenticazione o certificazione. Secondo un orientamento dottrinario la fattispecie di cui all'art. 467 tutelerebbe in via mediata e riflessa anche lo svolgimento e l'esecuzione degli atti del Governo, quale organo costituzionale (art. 95 commi 1 e 2 Cost.) perché l'oggetto materiale su cui cade la condotta è il sigillo dello Stato, segno distintivo che serve per conferire il crisma dell'ufficialità all'attività del Governo. Tale tesi si basa sull'argomento testuale per cui non avrebbe avuto senso l'inciso inserito dal legislatore subito dopo il riferimento al sigillo dello Stato, che, teleologicamente, indica il suo scopo precipuo: quello di venire «destinato a essere apposto sugli atti del Governo». SoggettiSoggetto attivo L'art. 467 prevede un generalizzato dovere di astensione da parte di chi non sia legittimato a formare o usare gli strumenti destinati ad apporre i contrassegni. Pertanto per individuare l'autore del reato si deve fare riferimento alle norme che attribuiscono il potere di formare gli strumenti destinati ad apporre le impronte. Il fatto può essere commesso sia dal privato sia dal pubblico ufficiale, anche in occasione dell'esercizio della pubblica funzione di cui sia titolare. In quest'ultima ipotesi, troverà applicazione l'aggravante di cui all'art. 61 n. 9 (Cadoppi, Canestrari, Manna, Papa, 165). Elemento oggettivoOggetto materiale Oggetto materiale del reato è il sigillo dello Stato, cioè il c.d. «grande sigillo dello Stato» custodito dal Ministro della Giustizia, c.d. Guardasigilli, e utilizzato per la vidimazione delle leggi e degli altri atti dello Stato. L'art. 1 d.lgs. 5 maggio 1948, n. 535 ne descrive la forma (una stella a cinque raggi bianca, bordata di rosso, accollata agli assi di una ruota di acciaio dentata, tra due rami di olivo e di quercia, legati da un nastro di rosso, con la scritta di bianco in carattere capitale «Repubblica Italiana»). La giurisprudenza ha precisato che la contraffazione del sigillo recante la dicitura “Repubblica Italiana” e il relativo stemma, in uso presso le amministrazioni dello Stato, integra invece il reato ex art. 468 (Cass. V, n. 13271/1999). Per la nozione di sigillo cfr. sub art. 468 La dottrina ha chiarito che nelle ipotesi di cui agli artt. 467, 468 e 471 oggetto materiale non è il contrassegno, ma lo strumento destinato ad imprimerlo (Nappi, 1999, 51). La scelta si giustifica in considerazione della circostanza che nel caso dei segni rappresentativi dello svolgimento di una pubblica attività (provenienza, autenticazione e certificazione) la salvaguardia del bene fede pubblica richiede un'anticipazione della tutela agli strumenti destinati all'apposizione del contrassegno. Condotta L'art. 467 delinea una disposizione a più norme, poiché individua due autonome fattispecie incriminatici: la prima sanziona la contraffazione realizzata dal falsificatore, mentre la seconda l'uso da una parte del mero spenditore dei sigilli contraffatti. Dottrina e giurisprudenza hanno chiarito che l'uso del sigillo contraffatto costituisce un'autonoma ipotesi delittuosa rispetto al delitto di contraffazione di sigillo, soltanto nel caso in cui il soggetto che realizza detto uso non sia responsabile anche di concorso nella contraffazione (Cass. V, n. 6037/1998; Manzini, 625). Per la nozione di contraffazione cfr. sub art. 453 e sub art. 468 e per quella di uso e sub art. 468 (fermo restando il diverso oggetto materiale dell'ipotesi delittuosa di cui all'art. 467). Dal dettato normativo dell'art. 467 si evince che non rientrano tra le condotte penalmente rilevanti l'alterazione (Marini, 671) e la mera detenzione del sigillo contraffatto da parte di chi non è concorso nella contraffazione (Manzini, 624). La giurisprudenza è divisa sulla nozione di atti del Governo. Secondo un indirizzo tale locuzione individua l'attività del Governo in senso stretto, quale organo di vertice del potere esecutivo (Cass. V, n. 1977/1997); un diverso orientamento afferma, al contrario, che l'espressione si riferisce all'attività in senso lato del complesso delle amministrazioni che rappresentano l'organizzazione dello Stato e attraverso le quali vengono esercitate le pubbliche funzioni (Cass. V, 10 ottobre 1991). La dottrina ha preferito questa seconda soluzione interpretativa, perché più in linea con lo spirito della legge, intesa in senso non strettamente letterale (Cadoppi, Canestrari, Manna, Papa, 166). Tuttavia la disposizione deve essere coordinata con la successiva di cui all'art. 468. Di conseguenza non rientrano nell'ambito di applicazione dell'art. 467 le contraffazioni aventi ad oggetto sigilli di «un ente pubblico o di un pubblico ufficio». La norma sembra pertanto restringere, da altra angolazione, il proprio ambito applicativo ai grandi apparati direttivi del potere esecutivo. Il falso grossolano Cfr. sub art. 468 Il falso innocuo Cfr. sub art. 468 Elemento psicologicoIl dolo Il reato è punito a titolo di dolo generico. La dottrina prevalente assegna rilevanza non solo al dolo intenzionale, ma anche a quello eventuale (Marini, 676; Nappi, 1999, 3). In merito alla condotta di uso è, inoltre, necessario che il soggetto abbia consapevolezza che il sigillo che utilizza è stato da altri contraffatto. Consumazione e tentativoConsumazione Il reato si consuma quando il sigillo dello Stato viene contraffatto, non essendo necessario anche il suo uso (Cass. V, 16 novembre 1981), oppure quando si pone in essere il primo comportamento di uso del sigillo contraffatto, sempre che l'uso non sia posto in essere dal contraffattore. Tentativo La dottrina dominante ammette il tentativo nelle fattispecie previste dall'art. 467 (Manzini, 626; Marini, 676). Un altro orientamento, invece, in riferimento alla contraffazione non lo ritiene configurabile perché trattandosi di un reato di pericolo la punibilità del tentativo renderebbe penalmente rilevante il pericolo di un pericolo, con un'eccessiva anticipazione della tutela. Il tentativo d'uso, invece, non sarebbe possibile perché il delitto può ritenersi consumato già con il primo atto di esecuzione (Cristiani, 1957, 22). Forme di manifestazioneCircostanze Si ritiene applicabile la circostanza aggravante di cui all'art. 61, n. 2 e quella attenuante prevista dall'art. 62, n. 4. Unità o pluralità di reatiCfr. sub art. 468. Rapporti con altri reatiContraffazione di altri pubblici sigilli Cfr. sub art. 468. Concorso di reatiDelitti di falso documentale Cfr. sub art. 468. CasisticaNon integra il reato ex art. 467, la contraffazione del sigillo recante la dicitura «Repubblica Italiana» e il relativo stemma, in uso presso le amministrazioni dello Stato. Profili processualiGli istituti Si tratta di reato procedibile d'ufficio e di competenza del tribunale in composizione collegiale. Per la contraffazione del sigillo dello Stato ed uso del sigillo contraffatto: a) è prevista l'udienza preliminare; b) non è consentito il fermo e l'arresto in flagranza è facoltativo; c) sono consentite l'applicazione della custodia in carcere e delle altre misure cautelari personali. L’interesse ad impugnare La Cassazione (Cass. S.U., n. 46982/2007) ha riconosciuto al privato la qualità di persona offesa dei reati di falso e, in quanto tale, la legittimazione a proporre opposizione alla richiesta di archiviazione. BibliografiaCatelani, I delitti di falso, Milano, 1989; Cristiani, voce Falsità in contrassegni, in Nss. D.I., Torino, 1957; De Martino, Contraffazione del sigillo dello Stato ed uso del sigillo contraffatto, in Trattato di diritto penale, Parte speciale, Reati contro la fede pubblica, vol. X, Milano, 2013; Marini, Falsità in sigilli, strumenti e segni di autenticazione e certificazione pubblici, in Enc. dir., Milano, 1967, XVI; Nappi, voce Falsità in sigilli e contrassegni, in Enc. giur., Roma, 1989, XIV; Nappi, Falso e legge penale, Milano, 1999; Papa, Falsità in pubblici sigilli, strumenti di autenticazione o certificazione, in Dig. pen., Torino, 1994. |