Codice Penale art. 477 - Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in certificati o autorizzazioni amministrative.

Francesca Romana Fulvi

Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in certificati o autorizzazioni amministrative.

[I]. Il pubblico ufficiale [357], che, nell'esercizio delle sue funzioni, contraffà o altera certificati o autorizzazioni amministrative, ovvero, mediante contraffazione o alterazione, fa apparire adempiute le condizioni richieste per la loro validità, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni [482, 490, 493].

competenza: Trib. monocratico

arresto: non consentito

fermo: non consentito

custodia cautelare in carcere: non consentita

altre misure cautelari personali: non consentite

procedibilità: d'ufficio

Inquadramento

L' art. 477 descrive un titolo di reato meno grave rispetto a quello di cui all'art. 476, sia perché ha una sfera di operatività delle condotte più ristretta e sia perché presenta una maggiore facilità di scoprire il falso (Ramacci, 1966, 88). La fattispecie, inoltre, sanziona un'ipotesi di falsità materiale. Secondo l'orientamento dottrinario più recente il falso materiale, che interviene sulla documentazione dell'atto, aggredisce i requisiti formali di validità del documento e rivela pertanto una violazione già in astratto della legittimazione all'esercizio del potere documentale (Mezzetti, 277; Ramacci, 1966, 141).

Bene giuridico

Cfr. sub art. 476

Soggetti

Soggetto attivo

La falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in certificati o autorizzazioni amministrative è un reato proprio, che può essere commesso solo dal pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni (per la nozione di pubblico ufficiale cfr. sub art. 357). La punibilità è estesa in base all'art. 482 al privato e al pubblico ufficiale fuori dall'esercizio delle sue funzioni e ai sensi dell'art. 493 al pubblico impiegato incaricato di un pubblico servizio nell'esercizio delle sue attribuzioni.

Per la nozione di “esercizio delle proprie funzioni” cfr. sub art. 476.

Soggetto passivo

Cfr. sub art. 476.

Elemento oggettivo

Oggetto materiale

Oggetto materiale del reato sono i certificati o le autorizzazioni amministrative.

Sono certificati quelle documentazioni che non riproducono attività poste in essere dal certificante o fatti avvenuti in sua presenza o da lui direttamente percepiti, ma che si riferiscono ad una conoscenza già acquisita dall'ufficio certificante e che è contenuta in un atto di cui il certificato ripropone gli effetti giuridici (Nappi, 1989, 2). Il certificato, dunque, è atto secondario a carattere riproduttivo, non costitutivo (Ramacci, 1966, 7), perché è preordinato ad attestare la verità o la scienza di quei fatti che non siano stati direttamente percepiti o compiuti dal pubblico ufficiale.

La giurisprudenza (Cass. II, n. 46273/2011) ha affermato che per qualificare come certificato amministrativo un atto proveniente da un pubblico ufficiale devono concorrere due condizioni:

a) l'atto non deve attestare risultati di un accertamento compiuto dal pubblico ufficiale redigente, ma riprodurre attestazioni già documentate;

b) l'atto, pur quando riproduca informazioni desunte da altri atti già documentati, non deve avere una propria distinta e autonoma efficacia giuridica, ma si deve limitare a riprodurre anche gli effetti di quello preesistente.

Sono autorizzazioni quegli atti (o negozi di diritto pubblico discrezionali) da cui deriva immediatamente (in via temporanea o permanente) la rimozione di limiti posti dall'ordinamento all'esercizio di un diritto o di una facoltà preesistente o di una determinata attività. Essi non disciplinano in via generale le condizioni che legittimano l'esercizio di una tale attività in un futuro indeterminato, ovvero le condizioni che possano giustificare in concreto il rilascio di una specifica autorizzazione ad esercitarla (De Marsico, 87; Nappi, 1989, 2; in giurisprudenza: Cass. I, 18 gennaio 1995).

Condotta

Il fatto tipico descritto dall'art. 477 può realizzarsi attraverso tre diverse modalità di condotta, tutte rientranti nella categoria del falso materiale. Quale reato di mera condotta, perciò, si esclude l'operatività dell'art. 40 cpv. Le condotte punite sono le seguenti:

a) contraffarre: consiste nel formare in tutto o in parte un documento che rappresenta falsamente un atto di certificazione o di autorizzazione, indicando un autore o un luogo o una data di redazione diversi da quelli reali. Cfr. sub art. 476;

b) alterare: consiste in un intervento giuridicamente rilevante sul documento rappresentativo di un atto di certificazione o di autorizzazione, che determina una modifica del significato dell'atto. Cfr. sub art. 476;

c) far apparire, mediante contraffazione o alterazione, adempiute le condizioni richieste per la validità dei certificati o delle autorizzazioni amministrative.

Secondo la dottrina quest'ultima ipotesi ricomprendere tutte quelle condotte di falsificazione che ineriscono gli “elementi complementari” dei certificati e delle autorizzazioni, quali, ad esempio, le legalizzazioni di firme, le vidimazioni, le attestazioni del pagamento di tasse (Antolisei, 115; Manzini, 854). La norma, pertanto, contempla quei casi in cui nel medesimo contesto documentale siano presenti più atti, complementari e di «cornice» rispetto a quelli certificativi od autorizzatori e sanziona le ipotesi di falsificazione di atti accessori ai certificati ed alle autorizzazioni, ovvero di atti pedissequi o contestuali a queste, ma pur sempre distinti (si fa riferimento ai casi di atti composti, dove cioè uno stesso documento rappresenti due o più atti contestuali ma di diversa natura) (De Marsico, 587; Nappi, 1989, 5; in giurisprudenza: Cass. S.U., n. 673/1996).

Il falso grossolano

Cfr. sub art. 476

Falso in atti invalidi o nulli

Cfr. sub art. 476

Elemento psicologico

Il dolo

Il reato è punito a titolo di dolo generico, consistente nella coscienza e volontà dell'immutatio veri. Cfr. sub art. 476

Consumazione e tentativo

Consumazione

Il delitto si consuma con la semplice formazione del documento falso, senza che sia necessario l'uso dell'atto falsificato da parte dell'autore del falso. Per quanto concerne la terza modalità di condotta, la consumazione si ha nel momento in cui si è falsamente formata l'attestazione diretta a far apparire adempiute le condizioni richieste per la validità degli atti. In ogni caso, se il falsario fa uso dell'atto, il momento consumativo si sposta a quello in cui si è compiuto il primo fatto dell'uso.

Tentativo

La giurisprudenza prevalente ammette la configurabilità del tentativo quando la condotta si interrompe anteriormente all'uso dell'atto e l'iter criminoso avviato contenga tutti i requisiti descritti dall'art. 56. Per ulteriori approfondimenti cfr. sub art. 476

Forme di manifestazione

Circostanze comuni

Cfr. sub art. 476

Concorso di persone

Cfr. sub art. 476

Rapporti con altri reati

Uso di atto falso

Cfr. sub art. 489.

Concorso di reati

Contraffazione di sostanze alimentari e commercio di sostanze alimentari nocive

Cfr. sub artt. 440 e 444.

Contraffazione delle impronte di una pubblica autenticazione o certificazione

È ammesso il concorso tra i delitti di cui agli artt. 469 e 477, poiché oggetto specifico della tutela penale è, nell'art. 469, l'interesse a garantire il bene giuridico della pubblica fede attribuita ai mezzi simbolici di pubblica autenticazione, mentre nell'art. 477 esso consiste nell'interesse a garantire il bene giuridico della fede pubblica documentale (Cass. IV, n. 27973/2008)

False dichiarazioni sulla identità o su qualità personali proprie o di altri

Cfr. sub art. 496

Ricettazione

Cfr. Cass. V, n. 17979/2013; Cass. II, n. 3356/2012.

Casistica

Certificato

La giurisprudenza ha stabilito che rientrano nella categoria dei “certificati”: la carta di identità e, più in generale, i documenti di identificazione (Cass. II, n. 3356/2012; Cass. V, n. 9604/2011); il passaporto, anche quando è stato rilasciato da autorità straniera (Cass. II, n. 46273/2011); l'annotazione nei registri di iscrizione delle navi dei dati relativi all'armamento (Cass. V, 21 gennaio 1983); la targa automobilistica (Cass. V, n. 25766/2015; Cass. V, n. 46326/2007); il marchio identificativo auricolare dei bovini e il corrispondente passaporto cartaceo, attestante l'avvenuta sottoposizione dell'animale ai prescritti controlli sanitari (Cass. V, n. 17979/2013); l'etichetta di revisione applicata alla carta di circolazione di motocicli ed autoveicoli (Cass. V, n. 49921/2017); il foglio unico di terapia (Cass. n. 15272/2022); il talloncino comprovante l'avvenuta revisione del veicolo, da apporre sulla carta di circolazione (Cass. V, n. 22786/2021). 

Autorizzazione amministrativa

Rientrano nella categoria delle autorizzazioni amministrative: la patente di guida (Cass., n. 12693/2007); il modello di pagamento F24 utilizzato per la corresponsione di somme dovute in seguito alla contestazione di irregolarità fiscali o contravvenzioni (Cass. V, n. 36687/2008); la concessione edilizia C (Cass. S.U., n. 673/1996); le licenze, i permessi (ad esempio permesso di parcheggio riservato a invalidi Cass. V, n. 19567/2010) e le abilitazioni.

Profili processuali

Gli istituti

Si tratta di un reato procedibile d'ufficio e di competenza del tribunale in composizione monocratica.

Per la falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in certificati o autorizzazioni amministrative:

a) l'azione penale deve essere esercitata nelle forme della citazione diretta ai sensi dell'art. 550 c.p.p.;

b) non sono consentiti il fermo e l'arresto in flagranza;

c) non è consentita l'applicazione della custodia in carcere e delle altre misure cautelari personali.

L'interesse ad impugnare

Cfr. sub art. 476

Bibliografia

 De Flammineis, Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in certificati o autorizzazioni amministrative, in Trattato di diritto penale, Parte speciale, Reati contro la fede pubblica, vol. X, Milano, 2013; V. anche sub art. 476.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario