Codice Penale art. 493 bis - Casi di perseguibilità a querela (1).Casi di perseguibilità a querela (1). [I]. I delitti previsti dagli articoli 490 e 491, quando concernono una cambiale o un titolo di credito trasmissibile per girata o al portatore, sono punibili a querela della persona offesa. [II]. Si procede d'ufficio, se i fatti previsti dagli articoli di cui al precedente comma riguardano un testamento olografo. (1) Articolo sostituito dall'art. 2 d.lg. 15 gennaio 2016, n. 7. Il testo recitava: «[I]. I delitti previsti dagli articoli 485 e 486 e quelli previsti dagli articoli 488, 489 e 490, quando concernono una scrittura privata, sono punibili a querela della persona offesa. [II]. Si procede d'ufficio, se i fatti previsti dagli articoli di cui al precedente comma riguardano un testamento olografo ». L'articolo era stato inserito dall'art. 89 l. 24 novembre 1981, n. 689. InquadramentoL'art. 493 bis è stato recentemente modificato dall'art. 2 comma 1 lett. f) d.lgs. 15 gennaio 2016, n. 7 recante «Disposizioni in materia di abrogazione di reati e introduzione di illeciti con sanzioni pecuniarie civili, a norma dell'art. 2 comma 3 l. 28 aprile 2014, n. 67» al fine di coordinare la previsione con gli interventi normativi operati sui delitti di falso. Ambito di applicazione della normaL'art. 493 bis è stato introdotto dall'art. 89 l. 24 novembre 1981, n. 689. Nella previgente versione la perseguibilità a querela era prevista per i delitti di cui agli artt. 485, 486, nonché quelli previsti dagli artt. 488, 489 e 490 quando concernevano una scrittura privata. L'art. 2 comma 1 lett. f) d.lgs. n. 7/2016 l'ha limitata ai delitti di cui agli artt. 490 e 491 aventi ad oggetto una cambiale o un titolo di credito trasmissibile per girata o al portatore, per coordinare la disposizione con l'abrogazione dei reati di falso in scrittura privata e di falso in foglio firmato in bianco, nonché con la riformulazione degli artt. 489 e 490. Se, invece, i fatti previsti dagli articoli sopracitati riguardano un testamento olografo si procede d'ufficio (Cass. II, 17 gennaio 1985). La ratio della equiparazione del testamento olografo agli atti pubblici e della conseguente previsione della perseguibilità d'ufficio del falso testamentario privato sono ravvisate genericamente nella natura e nell'importanza dell'atto. L'abrogazione dei delitti di cui agli artt. 485, 486, e 489 comma 2, tutti procedibili a querela quando avevano ad oggetto una scrittura privata, non ha privato la persona offesa, ove danneggiata, del diritto al risarcimento del danno riconosciutole dall'ordinamento e che, prima della riforma, poteva essere tutelato in sede penale mediante la costituzione di parte civile in alternativa all'azione civile di risarcimento danni. Con l'individuazione degli illeciti civili, infatti, la persona offesa, ove danneggiata, continua ad essere legittimata a far valere la sua pretesa in sede civilistica. Ai sensi del d.lgs n. 7/2016, infatti, il giudice civile, in sede di esercizio dell'azione di risarcimento del danno, irroga d'ufficio la sanzione pecuniaria civile, devolvendola alla Cassa delle ammende, senza che per essa sia necessaria alcuna ulteriore attività istruttoria. SoggettiSoggetto passivo legittimato a proporre querela In materia di delitti contro la fede pubblica, l'attribuzione del potere di querela comporta il riconoscimento della qualità di persona offesa al soggetto che dal reato ha ricevuto danno (Cass. V, n. 5698/2007). Recentemente la Cassazione ha chiarito che la persona offesa dal reato di cui all'art. 491 avente ad oggetto titoli di credito deve essere individuata non solo nel soggetto al quale sia stata falsamente attribuita l'emissione dell'atto falsificato, ma anche nella persona che abbia ricevuto comunque un danno per l'uso che in concreto sia stato fatto dello strumento di pagamento (Cass. V, n. 5589/2014). In merito al testamento olografo la giurisprudenza ha affermato che non ha legittimazione a proporre opposizione alla richiesta di archiviazione per il reato di falsità in testamento olografo, attribuito ad ignoti, la persona che lamenti di aver subito un danno dal reato. Infatti il riconoscimento della legittimazione a proporre querela comporta l'equiparazione del danneggiato alla persona offesa anche ai fini processuali solo quando si tratta di reati non perseguibili d'ufficio (Cass. V, n. 45647/2010). CasisticaLa Cassazione ha riconosciuto la qualità di persona offesa, legittimata a presentare la querela ex art. 493 bis: a) al beneficiario che aveva ricevuto delle cambiali con firma apocrifa (Cass. II, n. 24951/2007); b) al beneficiario che aveva presentato all'incasso un assegno falsificato (Cass. V, n. 12711/2003). BibliografiaDiaz, Casi di perseguibilità a querela, in Trattato di diritto penale, Parte speciale, Reati contro la fede pubblica, a cura di Ramacci, vol. X, Milano, 2013; Lopez, I falsi documentali perseguibili a querela, in Trattato di diritto penale, Parte speciale, Reati contro la fede pubblica, a cura di Ramacci, vol. X, Milano, 2013. Cfr. sub art. 476. |