Codice Penale art. 500 - Diffusione di una malattia delle piante o degli animali.

Chiara Fiandanese

Diffusione di una malattia delle piante o degli animali.

[I]. Chiunque cagiona la diffusione di una malattia alle piante o agli animali, pericolosa all'economia rurale o forestale, ovvero al patrimonio zootecnico della nazione, è punito con la reclusione da uno a cinque anni [635 2 n. 5].

[II]. Se la diffusione avviene per colpa [43], la pena è della multa da 103 euro a 2.065 euro.

competenza: Trib. monocratico (udienza prelim.)

arresto: facoltativo (primo comma)

fermo: non consentito

custodia cautelare in carcere: consentita (primo comma)

altre misure cautelari personali: consentite (primo comma); v. art. 2902 c.p.p.

procedibilità: d'ufficio

Inquadramento

Il delitto previsto dall'art. 500 c.p. consiste nel fatto di chi cagiona la diffusione di una malattia alle piante o agli animali, pericolosa per l'economia rurale o forestale o per il patrimonio zootecnico della nazione ed è inquadrato tra i delitti contro l'economia pubblica

Bene giuridico protetto

Il reato di cui all'art. 500. ha natura plurioffensiva in quanto tutela la ricchezza pubblica costituita dal patrimonio zootecnico nazionale, ed in via mediata il patrimonio dei singoli (Cass. III, n. 12140/00)

La conservazione dei beni economici è indipendente dal diritto di proprietà.

Soggetto attivo

La norma ha portata generale in quanto il soggetto attivo può essere chiunque si rende colpevole dei fatti descritti. Si tratta, pertanto, di un reato comune.

Si ritiene che soggetto attivo può essere anche il proprietario delle piante e degli animali.

Elemento oggettivo

Condotta

La condotta di detto reato è a forma libera e consiste nel fatto di cagionare la diffusione di una malattia alle piante o agli animali pericolosa per l'economia rurale o forestale o per il patrimonio zootecnico della nazione con qualunque mezzo idoneo o con qualsiasi modalità.

Inoltre il delitto si configura anche nel caso in cui  vi sia solo la probabilità che la propagazione della malattia stessa rechi nocumento all'economia rurale, forestale ovvero al patrimonio zootecnico nazionale (Cass. III  n. 29315/2009).

Oggetto materiale della condotta sono le piante, intese come tutti i vegetali utili all'economia rurale e forestale indipendentemente che siano coltivati o allo stato naturale o semplicemente ornamentali, e gli animali, intesi come tutte le specie che hanno rilevanza per l'economia nazionale sia di proprietà individuale che pubblica, che hanno valore economico.

La malattia può propagarsi con qualsiasi modalità e con qualunque mezzo idoneo.

Evento

L'evento è costituito dalla concreta diffusione della malattia, pericolosa per l'economia rurale o per il patrimonio zootecnico, ad un numero rilevante di piante o di animali.

La malattia deve intendersi come processo patologico che porta al depauperamento o alla morte della cosa che ne viene colpita.

Non è necessaria la diffusione all'intero territorio nazionale, o a vaste zone dello stesso, ma è sufficiente che la possibilità di estensione, dovuta anche alla facilità e rapidità di trasmissione, faccia sorgere un concreto pericolo per l'economia rurale o forestale o per il patrimonio zootecnico nazionale.

L'evento determina anche il momento consumativo del reato.

Elemento soggettivo

Il fatto di reato ex art. 500 è imputabile sia a titolo di dolo che a titolo di colpa. Ogni elemento soggettivo configura una diversa figura delittuosa con un diverso trattamento sanzionatorio.

Dolo

Il dolo consiste nella consapevole volontà di porre in essere una condotta mirata a cagionare e determinare la diffusione di una malattia alle piante o agli animali. Secondo una parte della dottrina, l'elemento soggettivo deve essere integrato anche dalla consapevolezza che la malattia è pericolosa all'economia della nazione.

In questo caso il soggetto è punito con la reclusione da uno a cinque anni.

Colpa

La colpa prevista dal comma 2, si configura secondo i consueti parametri di imprudenza, imperizia, negligenza o di inosservanza di regole cautelari codificate.

Nel caso della punibilità per colpa il codice prevede la sola pena pecuniaria

Consumazione e tentativo

Consumazione

Tale reato richiede, per la sua integrazione, che sia cagionato l'evento costituito dalla concreta diffusione di una malattia pericolosa per l'economia rurale o forestale ovvero per il patrimonio zootecnico, con la conseguenza che il delitto si consuma nel momento in cui la malattia si sia propagata al punto da integrare tale pericolo (Cass. III, n. 34481/2020).

Tentativo

Il delitto è punibile anche a titolo di tentativo in quanto, trattandosi di reato di evento, è configurabile in presenza di atti idonei diretti in modo non equivoco alla propagazione della malattia (Cass. III, n. 26492/15).

Rapporto con altri reati

L'art. 500 concorre con la fattispecie ex art. 438 (epidemia) in quanto detti reati tutelano due beni giuridici differenti, l'uno l'economia e l'altro la salute pubblica. Inoltre, per il primo è sufficiente il verificarsi del pericolo, per il secondo è richiesta l'effettiva realizzazione del danno.

Concorre anche con l'art. 625 n. 8 posto a tutela delle attività pastorali.

Assorbe, invece, i reati previsti dagli artt. 635 (danneggiamento) e 638 (uccisione e danneggiamento di animali altrui) in quanto viene protetto lo stesso bene giuridico e il danneggiamento è l'elemento costitutivo del reato ex art. 500.

Profili processuali

La diffusione di una malattia delle piante e degli animali è un reato procedibile d'ufficio, e di competenza del Tribunale monocratico.

Per tale reato:

a) non è possibile disporre intercettazioni;

b) è consentito arresto per il comma 1;

c) non sono consentiti l'arresto per il comma 2 e il fermo;

d) è consentita l'applicazione della custodia in carcere e delle altre misure cautelari personali per il comma 1;

e) non è consentita l'applicazione della custodia in carcere e delle altre misure cautelari personali per il comma 2.

Cause di non punibilità

In relazione all’entità della pena, è possibile applicare la causa di non punibilità prevista dall’art. 131 bis c.p., salvo la verifica in concreto degli altri parametri previsti dalla norma.

Bibliografia

Berenini, Delitti contro l'economia pubblica, l'industria e il commercio: Titolo VIII del libro II del Codice penale, Milano, 1937; Di Amato, Codice di diritto penale delle imprese e delle società, Milano, 2011; Guariniello, Codice della sicurezza degli alimenti, Milano, 2015.

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