Codice Penale art. 506 - Serrata di esercenti di piccole industrie o commerci (1).Serrata di esercenti di piccole industrie o commerci (1). [I]. Gli esercenti di aziende industriali o commerciali, i quali, non avendo lavoratori alla loro dipendenza, in numero di tre o più sospendono collettivamente il lavoro per uno degli scopi indicati nei tre articoli precedenti, soggiacciono alle pene ivi rispettivamente stabilite per i datori di lavoro, ridotte alla metà [510-512]. (1) La Corte cost., con sentenza 17 luglio 1975, n. 222, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del presente articolo «in relazione all'art. 505, nella parte in cui punisce la sospensione del lavoro effettuata per protesta dagli esercenti di piccole aziende industriali o commerciali che non hanno lavoratori alla loro dipendenza». InquadramentoImpropriamente l'art. 506, definisce serrata la sospensione del lavoro dei piccoli esercenti che personalmente gestiscono un'azienda industriale o commerciale nel campo di una professione, di un'arte o un mestiere giacché la realtà dimostra che in tali casi non ci si trova di fronte a datori di lavoro, bensì ad una categoria di lavoratori definibili autonomi la cui forma di autotutela, strutturata dallo stesso codice sul modello di quello dei lavoratori dipendenti (l'art. 506 esige per la punibilità dei piccoli esercenti che essi sospendano collettivamente —almeno in numero di tre- il lavoro) non può non essere compresa in quel più ampio concetto di sciopero che ha trovato modo di esprimersi nell'attuale mondo del lavoro. Dopo la sent. Corte cost. n. 222/1975 la cosiddetta "serrata dei piccoli esercenti" non costituisce più reato e va ritenuta una legittima forma di sciopero, attuato per un motivo incidente sul contenuto economico dell'attività aziendale. (fattispecie in tema di sospensione del lavoro da parte di panificatori, attuata per ottenere un aumento del prezzo del pane (Cass. VI, n. 13705/1980) Bene giuridico protettoIl reato tutela l'interesse dello Stato che riguarda l'economia nazionale. Soggetto attivoÈ chi esercita un'azienda industriale e commerciale, in proprio o per conto di altri, con lavoratori dipendenti. Elemento oggettivoLa condotta di detto reato consiste nella sospensione collettiva del lavoro per scopi politici, di coazione della pubblica Autorità, di solidarietà e di protesta. Elemento soggettivoL'elemento soggettivo è costituito dal dolo generico che è caratterizzato dalla coscienza e volontà dell'azione e dal dolo specifico consistente nel fine politico dello sciopero o della serrata, o nello scopo di costringere l'Autorità a dare o ad emettere un provvedimento e nello scopo di influire sulle deliberazioni di essa o nel fine di solidarietà o di protesta. Consumazione e tentativoConsumazione Il delitto si consuma nel momento e nel luogo in cui viene compiuto lo sciopero cioè nel momento in cui il lavoro viene abbandonato senza la necessità che si verifichi alcun evento. Tentativo Il delitto è punibile anche a titolo di tentativo. Circostanze aggravantiL'art. 510 prevede una circostanza aggravante quando i fatti sono commessi in tempo di guerra o hanno determinato dimostrazioni, tumulti o sommosse popolari. Rapporto con altri reatiI reati di violenza connessi, concorrono con l'art. 506 in quanto per la sua configurazione non è richiesta la violenza. BibliografiaBerenini, Delitti contro l'economia pubblica, l'industria e il commercio: Titolo VIII del libro II del Codice penale, Milano, 1937; Di Amato, Codice di diritto penale delle imprese e delle società, Milano, 2011; Fiandaca - Musco, Diritto penale parte speciale, Bologna, 2005; Gallo, Sciopero e repressione penale, Bologna, 1981; Guariniello, Codice della sicurezza degli alimenti, Milano, 2015. |